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Iris you in the name of the law


Keeping an eye on you

The Federal Bureau of Investigation (FBI) has collected 430,000 iris scans since 2013, prompting questions about just how much Big Brother is watching you.

According to The Verge, the collection of iris on individuals kicked off as a pilot experiment but since has grown like Topsy.

The data is shared with the US Border Patrol as well as the Pentagon but there hasn’t been any public debate on whether privacy is being breached,

According to data collected by The Verge, the FBI has built a searchable database of people that have been arrested.

The FBI’s national database links the iris scan to fingerprints and to photographs. So far the agency hasn’t made an assessment of the privacy problems that building this kind of database involves.

The Verge collected much of the data from the California Public Records Act but suggests that the number of iris scans collected is likely to grow exponentially as other states and jurisdictions buy into the system.

There’s no word yet of whether the iris database could be shared with other US allies, such as the United Kingdom or other NATO countries.

Autore: Fudzilla.com – Home

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Scaricare Windows e Office dai server Microsoft

Esistono ad oggi diverse pagine, allestite da Microsoft, attraverso le quali scaricare Windows e Office. In alcuni casi, tuttavia, i link diretti per il download sono stati rimossi. Nel caso di Windows 7, per esempio, prima di avviare il download del file ISO, viene richiesto l’inserimento di un codice prodotto valido. La procedura, tuttavia, non accetta codici OEM rendendone così superfluo l’accesso, almeno nella stragrande maggioranza dei casi.

I più interessati a scaricare Windows in formato ISO sono solitamente proprio coloro che hanno trovato il sistema operativo Microsoft già preinstallato sulla loro macchina (versione OEM). Il produttore, infatti, di solito non fornisce un supporto “fisico” per operare la reinstallazione di Windows e la routine di ripristino integrata non fa altro che riportato il sistema operativo allo stato di fabbrica riproponendo anche tutta una serie di software inutili o potenzialmente tali.

Con l’arrivo dell’aggiornamento Anniversary Update di Windows 10, le cose dovrebbero cambiare (vedere Come reinstallare Windows 10 con un tool gratuito).

Ma come fare nel caso delle precedenti versioni di Windows? Come scaricare Windows e Office dai server Microsoft in formato ISO e nella versione più aggiornata?

Scaricare Windows e Office in formato ISO nella versione più recente

Nell’articolo Scaricare Windows 7, Windows 8.1 e Windows 10 dai server Microsoft abbiamo presentato alcune procedure per scaricare Windows in formato ISO.

Una volta scaricato il supporto d’installazione di Windows in formato ISO si potrà infatti usarlo per masterizzarlo su DVD oppure per creare una chiavetta USB avviabile. Ricorrendo ad uno dei due supporti si potrà quindi effettuare una installazione da zero del sistema operativo.

Un ottimo strumento software, appena rilasciato, che consente di scaricare Windows e Office dai server Microsoft in maniera diretta e senza fatica è Universal Windows Downloader. Si tratta di un’applicazione sviluppata da terze parti che permette un download diretto dei file ISO di Windows e Office.

È anche portabile: per eseguirla, infatti, non è necessario effettuare alcun tipo di installazione.

L’unico “problema” di Universal Windows Downloader è che al momento viene ritenuta sconosciuta e, di conseguenza, potenzialmente insicura dal filtro SmartScreen di Windows, Edge e Internet Explorer (questo il responso della scansione su VirusTotal).

Per utilizzarla potrebbe quindi essere necessario disattivare temporaneamente la protezione SmartScreen digitando Cambia impostazioni SmartScreen, cliccando su Cambia impostazioni Windows SmartScreen nella colonna di sinistra quindi scegliendo l’opzione Non eseguire alcuna operazione.

Scaricare Windows e Office dai server Microsoft

Universal Windows Downloader è un programma assolutamente benigno: ci asteniamo però dal pubblicare il link diretto per scaricarlo dal momento che ultimamente SmartScreen è diventato un po’ troppo zelante anche con coloro che gestiscono siti web.Per scaricarlo, quindi, suggeriamo di aprire il primo link che viene restituito dal motore di ricerca di Google digitando Universal Windows Downloader Majorgeeks.

Scaricare Windows e Office dai server Microsoft

Una volta avviato, è possibile verificare (menu Product), l’elenco delle versioni di Windows scaricabili e scegliere la lingua italiana.

Scaricare Windows e Office dai server Microsoft

Immediatamente più sotto, si potrà poi cliccare sul pulsante che permette di scaricare la versione a 32 o quella a 64 bit.

Per attivare l’installazione del sistema operativo bisognerà ovviamente possedere un codice Product Key valido oppure, nel caso di Windows 10, disporre di un “diritto digitale” (vedere anche Attivare Windows 10 gratis dopo il 29 luglio) riferito alla macchina in uso.

È bene non dimenticarsi di riattivare la protezione SmartScreen selezionando l’opzione Ottieni l’approvazione dell’amministratore prima di eseguire app non riconosciute da Internet.

Autore: IlSoftware.it

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Energia

Veicoli elettrici e terre rare, da Honda una soluzione per ridurne la dipendenza

La casa automobilistica ha sviluppato un nuovo magnete per auto elettriche e ibride che non contiene metalli rari, ad eccezione del neodimio. Liberarsi dalla dipendenza delle terre rare, delle quali la Cina ha il monopolio, sarà strategico per l’industria dei veicoli elettrici e per quella delle rinnovabili.

Le tecnologie per decarbonizzare l’economia mondiale devono fare i conti con i potenziali problemi di approvvigionamento di alcune materie prime strategiche.

Elementi naturali la cui scarsità potrebbe creare seri problemi alle filiere di veicoli elettrici, eolico, alcune tecnologie fotovoltaiche e alcune per l’illuminazione efficiente. Tra queste ci sono alcuni metalli, non a caso, detti rari, che fanno parte delle “terre rare” e che sono molto importanti per le batterie e, più in generale, per i veicoli elettrici ed ibridi.

Per prevenire questa criticità ci si sta muovendo in cerca di tecnologie e materiali alternativi. È dunque una interessante che Honda, in collaborazione con il produttore di acciai, il compatriota Daido Steel, abbia sviluppato il primo magnete per la ricarica delle batterie delle auto che non ha bisogno di metalli del gruppo delle cosiddette terre rare (vedi link in basso).

Le auto elettriche e il monopolio cinese sulle terre rare

A far accelerare la casa giapponese su questa strada è stato il bando temporaneo della Cina, deciso nel 2010, all’export di minerali del gruppo delle terre rare. Tuttavia Honda stava lavorando in questa direzione già da prima.

La domanda di magneti si prevede che si impennerà nei prossimi anni in parallelo con la diffusione delle auto ibride ed elettriche.

Il nuovo motore Honda non è in realtà al 100% indipendente dall’uso di terre rare, dato che il magnete in questione contiene neodimio, metallo raro del quale però ci si può approvvigionare anche su mercati diversi da quello cinese. I magneti convenzionali di solito, però, oltre al neodimio contengono altri metalli rari come disprosio e terio, per garantire un’alta resistenza al calore. Contare su questi elementi espone il processo produttivo alla volatilità dei loro costi, tanto più che vengono praticamente esportati solo dalla Cina.

Honda ha come obiettivo che entro il 2030 i due terzi dei veicoli che venderà siano elettrici o ibridi. Il nuovo magnete “senza terre rare” sarà incorporato nel motore del nuovo minivan ibrido Freed, venduto per ora solo sui mercati asiatici.

Secondo la società di consulenza Technavio il mercato dei metalli rari crescerà del 14% l’anno superando un valore di 9 miliardi di dollari nel 2019. Sono 17 gli elementi compresi in questo insieme e la loro domanda è spinta soprattutto dalle componenti per i veicoli elettrici ed ibridi e per l’elettronica.

Honda non è la sola ovviamente a volersi liberare da questa pericolosa dipendenza: anche Toyota, Toshiba, Sony si stanno attrezzando per trovare fonti di approvvigionamento di terre rare al di fuori della Cina o per ridurne il fabbisogno.

L’UE, gli elementi potenzialmente scarsi e le tecnologie pulite

Tempo fa anche un’indagine della Commissione Europea aveva sottolineato il problema della scarsità di alcuni elementi critici per le nuove tecnologie low carbon.

Era emerso che 8 metalli sono a forte rischio di scarsità a causa della dipendenza dell’Unione Europea dall’import, dell’evoluzione della domanda mondiale e della situazione geopolitica. Tra gli elementi potenzialmente più scarsi 6 cosiddette “terre rare”: disprosio, europio, terbio, ittrio, praseodimio e neodimio.

Anche gallio e tellurio sono tra gli elementi con la più alta criticità, mentre grafite, renio, indio e platino hanno un rischio di scarsità “medio-alto”, cioè bisognerà tenere sotto controllo le condizioni del mercato perché il pericolo di colli di bottiglia nell’offerta può essere in agguato.

Il disprosio è la materia prima con il rischio di scarsità più alto, dato che l’UE ne assorbirà nel decennio 2020-2030 il 25% della produzione mondiale; serve soprattutto per produrre turbine eoliche e veicoli elettrici.

Altri materiali “problematici” destinati a veicoli ibridi ed elettrici e batterie sono litio (si stima che l’Europa ne richiederà il 15% della produzione mondiale), neodimio, grafite, praseodimio e cobalto.

Tellurio, indio, gallio e stagno sono invece usati per alcuni tipi di celle fotovoltaiche a film sottile. Il platino è importante per le celle a combustibile; indio, terbio, europio e il già citato gallio per l’illuminazione a led; neodimio e praseodimio sono usati anche per l’eolico.

Autore: QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

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Dr.Fone, recupero dati da iPhone e iPad inutilizzabili… fatto semplice

Dr. Fone per iOS è un software per il recupero dei dati che può venire in soccorso degli utenti in moltissime circostanze: oltre ad eseguire il backup dei dati come molte altre applicazioni disponibili in circolazione, Dr. Fone consente di recuperare informazioni anche da un dispositivo danneggiato o i cui file risultano permanentemente inaccessibili per svariati motivi. Il software di Wondershare può essere l’ultima spiaggia quando l’iPhone o l’iPad è caduto rovinosamente sul pavimento e il display si è danneggiato, o anche dopo un ripristino (o un jailbreak) non andato come sperato.

Dr. Fone

In questi casi, insomma, ci pensa Dr. Fone. La caratteristica principale dell’applicazione è comunque la sua semplicità d’uso: a differenza di molti altri software di recupero dati chiunque può usarlo e recuperare i propri file da dispositivi ormai difettosi e ingovernabili. L’utente può recuperare file perduti direttamente dai dispositivi iOS o recuperare i backup sia da iTunes che da iCloud, scegliendo quali parti recuperare. Dr. Fone for iOS è compatibile con quasi tutti i dispositivi iOS e richiede un computer con Windows (XP e successivi) con CPU da almeno 1GHz e 256MB di RAM.

Insomma funziona con qualsiasi PC attualmente in circolazione, e può risolvere problemi potenzialmente molto costosi se ci si affida ad un servizio d’assistenza tecnica autorizzato. Se avete un iPhone ormai inaccessibile e volete recuperare tutte le sue foto o i messaggi su WhatsApp, Dr. Fone fa al caso vostro; se volete recuperare dei file da un backup iTunes perché il vostro iPhone è stato rubato o perduto, Dr. Fone ancora una volta fa al caso vostro; se volete una soluzione per il backup diversa da iTunes e che dà molte più opportunità, ancora una volta Dr. Fone è la scelta giusta.

Nella tabella di seguito riportiamo tutti i tipi di file che Dr. Fone può recuperare da iPhone, iPad e iPod touch o da backup su iTunes.

iPhone 6 / 6 Plus / 5S / 5C / 5 / 4S
iPad Air, Retina, mini Retina, mini,
nuovo iPad, iPad 2
iPod touch 5th

iPhone 4 / 3GS / iPad / iPod touch 4th

Contatti Contatti
Note Note
Cronologia chiamate Rullino fotografico
Cronologia WhatsApp Messaggi
Facebook Messenger Promemoria
Messaggi Stream foto
Promemoria Cronologia chiamate

Calendario

Segreteria telefonica
Preferiti Safari Cronologia WhatsApp
  Preferiti Safari
  Libreria fotografica
  App Foto
  App Video
  App Documenti

Il software si presenta con un’interfaccia grafica molto semplice e leggera, in cui i vari elementi sono rappresentati da grosse icone e immagini. In colonna, sulla sinistra, troviamo tutte le possibilità offerte da Dr. Fone: Ripristino da dispositivo iOS, Ripristino da file di backup iTunes, Ripristino da file di backup iCloud, altri strumenti. All’avvio nella parte destra troviamo un grosso iPhone stilizzato che ci “invita” a collegare il dispositivo da cui vogliamo estrarre i nostri file sensibili al personal computer. Una volta compiuta l’operazione e autorizzata la connessione fra i due dispositivi, possiamo procedere.

Dr. Fone

Nella nuova schermata possiamo quindi selezionare le tipologie di file che vogliamo recuperare sia fra quelli che abbiamo recentemente cancellato, sia fra quelli che invece ancora risiedono sul dispositivo. Premendo sul tasto “Start Scan” daremo il via alle operazioni di analisi e ricerca: abbiamo provato il software sia con un iPhone 6 Plus da 16GB che con un iPhone SE da 64GB, e in entrambi i casi abbiamo dovuto attendere solamente pochi minuti per portare a termine la procedura di ricerca di tutti i file presenti e di quelli cancellati di recente.

I file vengono elencati in maniera ordinata all’interno di una nuova schermata suddivisa in due colonne: nella colonna di sinistra troviamo tutte le categorie (Foto, Messaggi, ecc.) con il numero dei contenuti recuperati dal software, e selezionando una categoria vedremo nella colonna di destra tutto quello che Dr. Fone è riuscito a recuperare. L’applicazione può essere utilizzata anche per funzioni di secure erase: i singoli file recuperati e recuperabili infatti possono essere rimossi definitivamente dal dispositivo in modo che non possano più essere rintracciati con alcuna applicazione di recupero.

Conclusa l’analisi dobbiamo scegliere infine cosa fare dei file trovati sul dispositivo, ad esempio se salvarli sul computer oppure se ripristinarli sul telefono. I contenuti vengono organizzati in maniera piuttosto intelligente e intuitiva: la cronologia dei messaggi viene disposta all’interno di un’interfaccia tipica delle app di messaggistica, così come le foto vengono raggruppate attraverso comode anteprime. Come scrivevamo sopra, se non venissero trovati i file all’interno del dispositivo, la stessa operazione può essere eseguita sui file di backup di iTunes e quelli salvati su iCloud.

Dr. Fone

Si tratta insomma di un software decisamente complesso e utile nascosto sotto un’interfaccia utente oltremodo semplificata per essere alla portata di tutti. Ogni file, prima di essere recuperato, può essere anche eseguito offrendo un’anteprima di quanto contenuto al suo interno. Con l’applicazione di Wondershare possiamo dire addio alla perdita di file importanti sui nostri dispositivi iOS anche in seguito a situazioni imprevedibili, come il furto – con il recupero dei file via backup – o la rottura del dispositivo – con il recupero in locale.

Come varie applicazioni Wondershare, Dr. Fone è disponibile gratuitamente in modalità trial, con qualche limitazione, ma la società offre varie opzioni per sbloccarne tutto il potenziale: la licenza Data Recovery di un anno ha un prezzo di 59,95 e 69,95 dollari rispettivamente per le versioni PC e Mac, ma quella più conveniente è sicuramente la licenza Data Recovery a vita, dal costo di 69,95 e 79,95 dollari per le due piattaforme. La più completa e costosa è la Full Suite, dal costo una tantum di 139,95 e 159,95 dollari rispettivamente per PC e Mac.

Dr. Fone può essere acquistato a questo indirizzo (qui trovate la versione per Mac), mentre per maggiori informazioni vi rimandiamo al sito ufficiale in questa pagina.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

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Tecnologia

Parco Astronomico delle Madonie: visita INAF

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Visite importanti al Parco Astronomico delle Madonie, il cui debutto in società è previsto per il mese di settembre. Fresca l’esplorazione della struttura da parte di Nicolò D’Amico, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, accompagnato da Giuseppe Mogavero, sindaco di Isnello (Palermo), comune che ospita l’impianto.

Alla visita hanno partecipato Giusi Micela, Direttrice dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Palermo, Salvatore Sciortino, Responsabile presso la Presidenza dell’INAF delle relazioni con le università, enti di ricerca e enti territoriali, e Antonio Maggio, astronomo dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Palermo.

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Parco Astronomico delle Madonie: visita INAF pubblicato su Gadgetblog.it 13 luglio 2016 18:15.

Autore: Gadgetblog.it