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Alexa con AI: lancio in estate, ecco quanto potrebbe costare

Author: IlSoftware

Alexa con AI: ecco quanto potrebbe costare la versione avanzata dell'assistente virtuale

Non ci sono dubbi sul fatto che a breve arriverà una versione di Alexa, l’assistente virtuale di Amazon, potenziata con l’intelligenza artificiale. Ma quanto costerà? Perché sì, avrà un prezzo, come lasciato intendere da David Limp, ex SVP dei dispositivi e servizi Amazon, lo scorso anno. Di notizie ufficiali ancora non ce ne sono, ma secondo le ultime indiscrezioni il costo mensile potrebbe essere compreso tra i 5 e i 10 dollari. Più il costo di Prime, ovviamente.

Alexa con l’intelligenza artificiale? Sì, ma solo a pagamento

Le fonti di Reuters non hanno dubbi: il colosso di Seattle presenterà l’aggiornamento di Alexa in chiave AI questo agosto. Di questo upgrade se ne parla come un “tentativo disperato” di rendere l’assistente virtuale ancora più versatile e intelligente, come quelli della concorrenza, principalmente Google, Microsoft e Apple. Ancora secondo le fonti, con la versione AI di Alexa non bisognerà più pronunciare il suo nome per evocarla e potrà completare più richieste nelle stesso momento, come scrivere una breve email e ordinare da asporto tramite Uber Eats e simili.

Ma non è tutto, perché la versione più avanzata dell’assistente virtuale di Amazon potrebbe anche “imparare” dagli utenti e creare routine, come accendere la macchina da caffè appena suona la sveglia.

Questo però non significa che il modello “base” di Alexa verrà abbandonato a sé stesso. Amazon prevede infatti di rendere disponibile la versione arricchita con l’intelligenza artificiale come alternativa e tramite un pagamento mensile, non incluso nel pacchetto di vantaggi Prime. Il costo non dovrebbe superare i 10 dollari.

Il colosso statunitense è stato raggiunto dalla redazione di The Verge per un commento, ma la dichiarazione rilasciata è abbastanza vaga e non aggiunge nulla di nuovo: «Abbiamo già integrato l’intelligenza artificiale in diversi componenti di Alexa e stiamo lavorando duramente per un’implementazione su larga scala […] per consentire un’assistenza ancora più proattiva, personale e affidabile per tutti i nostri clienti.»

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Quanto è importante il comparto fotografico di uno smartphone oggi? E dove si spingerà la tecnologia in futuro?

Author: Hardware Upgrade

Negli ultimi anni abbiamo assistito a una vera e propria rivoluzione nel mondo della fotografia mobile. Gli smartphone si sono trasformati da semplici dispositivi per le chiamate a potenti fotocamere tascabili, cambiando radicalmente il modo in cui catturiamo e condividiamo i nostri ricordi. Ma quanto sono realmente capaci questi piccoli obiettivi che portiamo sempre in tasca? E possono davvero competere con le fotocamere reflex professionali?

Smartphone e social: la democratizzazione della fotografia

Non c’è dubbio che le fotocamere degli smartphone abbiano democratizzato la fotografia, rendendola accessibile a tutti. La comodità di avere sempre con sé un dispositivo in grado di scattare foto di buona qualità ha contribuito al declino del mercato delle fotocamere compatte.

I produttori di smartphone hanno investito molto nello sviluppo delle fotocamere, trasformandole in uno dei principali punti di forza dei loro dispositivi. Dalle lenti multiple ai sensori sempre più grandi, passando per l‘intelligenza artificiale.

Ma nonostante questi progressi, c’è ancora chi sostiene che una “vera” fotocamera, in particolare una reflex, sia insostituibile per chi cerca la massima qualità. Hanno ragione?

Reflex vs smartphone: un divario che si assottiglia

A prima vista, potrebbe sembrare un confronto ingiusto. Le fotocamere reflex, con i loro corpi voluminosi e le lenti intercambiabili, sembrano appartenere a un’altra categoria rispetto ai sottili smartphone. E in effetti, ci sono ancora diversi ambiti in cui le reflex mantengono un vantaggio significativo.

Innanzitutto, la qualità dell’immagine. I sensori più grandi delle reflex catturano più luce e dettagli, producendo immagini con una profondità e una nitidezza difficilmente replicabili dagli smartphone, soprattutto in condizioni di scarsa illuminazione. La possibilità di utilizzare obiettivi diversi offre inoltre una flessibilità creativa che gli smartphone, nonostante i progressi nelle lenti multiple, faticano ancora a eguagliare.

Le reflex eccellono anche nella velocità di scatto e nella messa a fuoco, caratteristiche cruciali per la fotografia sportiva o naturalistica. E non dimentichiamo il controllo manuale: per un fotografo esperto, la capacità di regolare manualmente ogni aspetto dello scatto è impagabile.

Tuttavia, il divario si sta riducendo. Gli smartphone più recenti offrono modalità “pro” che consentono un controllo quasi totale sulle impostazioni, mentre l’intelligenza artificiale compensa in parte le limitazioni hardware con elaborazioni software sempre più sofisticate.

Il futuro della fotografia mobile: fino a dove arriveremo?

Guardando al futuro, è lecito chiedersi quanto ancora possa migliorare la fotografia mobile. Gli sviluppi tecnologici degli ultimi anni suggeriscono che siamo lontani dall’aver raggiunto il limite.

Una delle frontiere più promettenti è quella della fotografia computazionale. Sfruttando la potenza di elaborazione degli smartphone e algoritmi di intelligenza artificiale sempre più avanzati, è possibile superare molti dei limiti fisici imposti dalle dimensioni ridotte dei sensori. Tecniche come l’HDR computazionale o la fusione di più scatti per migliorare la risoluzione e ridurre il rumore stanno già dando ottimi risultati.

Un’altra area di sviluppo è quella dei sensori. Nonostante i vincoli di spazio, i produttori stanno trovando modi per aumentare le dimensioni dei sensori e migliorare la loro efficienza. Sensori più grandi significano una migliore qualità dell’immagine, soprattutto in condizioni di scarsa illuminazione.

Le lenti multiple, ormai uno standard su molti smartphone di fascia alta, continueranno a evolversi. Possiamo aspettarci zoom ottici sempre più potenti e versatili, oltre a una migliore integrazione tra le diverse fotocamere per produrre immagini di qualità superiore.

Non va sottovalutato nemmeno il potenziale dell’intelligenza artificiale. Già oggi, l’IA gioca un ruolo fondamentale nell’ottimizzazione degli scatti, ma in futuro potrebbe fare molto di più. Immaginate un assistente fotografico virtuale capace di suggerire la composizione ideale o di prevedere il momento perfetto per scattare.

La sfida della praticità: un compromesso necessario?

Tuttavia, nel valutare il futuro della fotografia mobile, non dobbiamo considerare solo gli aspetti tecnici. Uno dei maggiori punti di forza degli smartphone è sempre stata la loro praticità.

I consumatori sono disposti ad accettare smartphone più spessi o ingombranti per avere fotocamere migliori? O preferiranno dispositivi che mantengono la loro sottile eleganza, anche a costo di qualche compromesso fotografico? La risposta a queste domande influenzerà sicuramente la direzione dello sviluppo tecnologico.

La fotografia mobile: una rivoluzione in corso

In conclusione, la fotografia mobile ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, ma la rivoluzione è tutt’altro che conclusa. Gli smartphone hanno già sostituito le fotocamere compatte per la maggior parte degli utenti e in molti casi competono con fotocamere più avanzate per l’uso quotidiano.

Tuttavia, le reflex mantengono ancora un vantaggio in termini di qualità dell’immagine, versatilità e controllo creativo, soprattutto in mano a fotografi esperti. Ma per quanto ancora?

Il futuro della fotografia mobile sembra orientarsi verso un’ulteriore integrazione tra hardware e software. L’intelligenza artificiale e l’elaborazione computazionale delle immagini continueranno a giocare un ruolo chiave nel superare i limiti fisici dei dispositivi. Allo stesso tempo, è probabile che vedremo un’evoluzione verso sensori ancora più grandi e sistemi di lenti più sofisticati.

In un mondo sempre più visuale, dove la comunicazione passa sempre di più attraverso immagini e video, avere una fotocamera potente sempre in tasca non è più un lusso, ma una necessità. Gli smartphone hanno democratizzato la fotografia, permettendo a chiunque di catturare e condividere il mondo che lo circonda con una semplicità e una qualità impensabili solo pochi anni fa.

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Gossip

Mückenplage droht: So schützt man sich vor den Insekten

Author: klatsch-tratsch

Im Sommer 2024 droht nach starken Regenfällen eine Mückenplage. (ncz/spot)

chaossart/Shutterstock.com

SpotOn NewsSpotOn News | 22.06.2024, 18:15 Uhr

Ein warmer Winter und feuchtes Frühlingswetter – beste Bedingungen für eine Mückenplage im Sommer. So kann man sich vor den nervigen Stechtieren schützen.

Ein lauer Winter und wochenlang regnerisches Wetter im Frühling: Das dürfte dazu führen, dass 2024 wieder ein echter Insekten-Sommer wird. Vor allem Stechmücken könnten zu einer echten Plage werden. Denn hohe Temperaturen in Kombination mit viel Regen sorgen dafür, dass innerhalb weniger Wochen mehrere Mückengenerationen nacheinander schlüpfen und somit zu Milliarden durch die Lüfte schwirren.

Vor allem in der Nacht stört ihr Surren und Stechen – und auch einen schönen Sommerabend können Mücken mit ihrer bloßen Anwesenheit ruinieren. Ganz zu schweigen von ihren juckenden Stichen. Wie kann man sich am besten vor den Stechinsekten schützen?

Wärme, Licht, Geruch: Was zieht Mücken an?

Besonders Pfützen in Gärten oder auf Feldern, aber auch andere Wassergefäße wie Vogeltränken oder Gießkannen sind beliebt bei den Stechtieren. Wer darauf achtet, dass alles trocken ist, kann die Plage also im eigenen Garten etwas unter Kontrolle halten.

Der Glaube, dass Mücken von Licht angezogen werden, ist weit verbreitet, jedoch ein Irrtum. Man kann zwischen tagaktiven, nachtaktiven und dämmerungsaktiven Mücken unterscheiden. Wenn zur Dämmerung in vielen Häusern das Licht angeht und die Mücken anfliegen, dann liegt das daran, dass die meisten Mücken dämmerungsaktiv sind.

Hat man eine in seinem Schlafzimmer, scheint es oft, als würde das Insekt direkt am Ohr sitzen. Das liegt daran, dass Stechmücken “Nasentiere” sind und sich neben dem Körpergeruch des Menschen am ausgeatmeten Kohlendioxid orientieren. Um den Kopf herum ist die Kohlendioxidkonzentration besonders hoch. Selbst, wer das Licht aus, aber das Fenster aufmacht, wird also von Mücken nicht verschont. Auch den Geruch von Körperschweiß können Mücken intensiv wahrnehmen, vor allem die Wärme des Körpers zieht die stechenden Insekten hier an.

Wie kann man sich vor Mücken schützen?

Es gibt einige Dinge, die man tun kann, wenn sich eine Stechmücke ins Schlafzimmer verirrt hat und einem den Schlaf raubt, oder ganze Schwärme beim Sundowner um einen schwirren. Eine Dusche kann nicht nur den Schweißgeruch entfernen, sondern auch die Körpertemperatur senken. Im Sommer hilft dies allerdings meist nur für kurze Zeit. Bei der Pflege sollte man auf stark parfümierte Duschgels oder Cremes verzichten – diese ziehen Mücken ebenfalls an.

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Ein Ventilator in Innenräumen kann helfen, die Luft aufzuwirbeln, sodass die Mücke nicht einschätzen kann, woher Gerüche kommen. Von ätherischen Ölen wie Eukalyptus, Zitrus oder Zedernholz sowie Lavendel, Minze und Tomatenpflanzen halten Mücken sich fern. Auch spezielle Anti-Mücken-Duftkerzen oder Mückenspray können helfen, sind aber meist sehr chemisch. Zudem ist es ratsam, lange helle Kleidung zu tragen, denn diese lockt Mücken nicht so stark an wie dunkle.

Mückenstich? Die besten Hausmittel

Hat einen dann doch eine Mücke gestochen, sollte man schnell handeln, damit man anschließend nicht tagelang von Jucken geplagt wird. Die Stelle mit fließend kaltem Wasser oder einer Kühlkompresse abkühlen und eine Salbe mit Antihistaminika oder Hydrocortison auf den Stich auftragen. Wer diese nicht vorhanden hat, kann auch mit der eigenen Spucke etwas gegen die Entzündung ankämpfen.

Gegen Juckreiz kann ein erhitzter Löffel helfen, der auf die Stelle gehalten wird. Auch eine halbe Zwiebel kann dabei unterstützen, das Mückengift zu neutralisieren und den Juckreiz zu lindern.

 

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Marujita Díaz y Antonio Gades: un amor tormentoso, la sombra de Espartaco Santoni y una disputa económica

Author: mujerhoy

Juanra López

La vida de
Marujita Díaz estuvo cargada de misterio, porque ella misma fue experta en dar pistas falsas sobre sus avatares personales. Hasta hizo un anuncio de una conocida óptica en la que ironizaba sobre cuál sería su verdadera edad. En el momento de su muerte, el 23 de junio de 2015, víctima de un cáncer,
se asumió cómo válida la cifra de 83 años para una biografía cargada también de grandes historias de amor, como las que vivió con sus dos maridos, Antonio Gades y
el controvertido Espartaco Santoni.

La gestión de su propia imagen no había dejado en buen lugar a Marujita, que pasó los últimos años de su carrera, antes de que la enfermedad le apartara de todo, paseándose por platós con
peleas espurias con figuras como Sara Montiel o Mila Ximénez, del brazo por Madrid con Daniel Ducruet,
exmarido de Estefanía de Mónaco, o echándose un supuesto novio como Dinio García, que acabó decantándose por el cine por adultos antes de entonar el mea culpa público por los derroteros que había tomado.

Antes de que llegara a la vida de la protagonista de ‘Pelusa’ el bailarín, que acabaría formando
una mítica pareja con Pepa Flores, Marujita ya había conocido el fracaso matrimonial al lado del
productor cinematográfico Espartaco Santoni. Se casaron por lo civil en Venezuela en 1958 y tres años más tarde ya habían roto, aunque la artista aseguraba que siguieron manteniendo relación hasta la muerte del play-boy, que también
estuvo casado con Carmen Cervera.

La crónica social bullía de expectación ante
la boda de Marujita Díaz y Antonio Gades. Un enlace que era casi ‘crónica de una muerte anunciada’, si se nos permite el símil de la célebre novela de Gabriel García Márquez. Las diferencias entre ambos eran más que manifiestas, especialmente en términos ideológicos, pero algunos apuntan a que Gades le había pedido dinero prestado para montar un espectáculo, ‘Don Juan’, y ella se lo habría negado. Y esa decisión pudo haber sido el detonante del posterior fracaso de la pareja.

Antonio Gades rehizo su vida con Marisol

La boda se celebró el 18 de marzo de 1964 en la ermita de San Antonio de la Florida de Madrid y tuvo como padrinos a dos grandes estrellas: Luis Escobar, actor,
marqués de las marismas del Guadalquivir, director del María Guerrero y dueño del Teatro Eslava; y Lucía Bosé, casada entonces
con el torero Luis Miguel Dominguín y una de las musas del neorrealismo italiano. Los curiosos se agolpaban en torno al templo para ver el desfile de famosos y sobre todo para vitorear a Marujita, entonces la más famosa de los dos.

El No-Do dejó constancia de este gran acontecimiento al que asistieron centenares de personas. Marujita y Antonio solo estuvieron veinte meses juntos. Conseguir la nulidad fue algo más complicado. Tardarían dos décadas en lograrla. A partir de su ruptura llevaron vidas muy divergentes. El mítico bailaor y coreógrafo, además de casarse con Marisol, con quien tuvo tres hijas, contrajo matrimonio en dos ocasiones más: con Daniela Frey, con quien estuvo entre 1988 y 1993, y con
Eugenia Eiriz, su viuda.

Espartaco Santoni y Marujita Díaz, grandes amigos después de divorciarse.

Espartaco Santoni y Marujita Díaz, grandes amigos después de divorciarse. /

GTRES

La boda de Antonio Gades y Marujita Díaz fue consecuencia de un flechazo. Tuvo lugar poco tiempo después de que comenzara su relación sentimental y nunca encajaron. Según contaba en un artículo en Abc en 2015 su amigo José Antonio de las Heras, evitaba hablar de él y g
uardaba un mal recuerdo. Así, la artista le habría confesado lo siguiente: «Afortunadamente le eché de mi lado, si aguanto un poco más, me arruina. Sus espectáculos carísimos no daban dinero».

Marujita aseguraba que Espartaco Santoni
le había regalado muchas joyas e incluso una casa en Madrid, y en el mencionado artículo el autor mantenía que durante su matrimonio con Gades todo ese dinero se había esfumado. Sea como fuere, la artista no quiso escribir sus memorias, porque consideraba que todavía le quedaba mucho por vivir y vista su capacidad de fabular sería difícil de cotejar su versión porque Antonio Gades ya había fallecido.

Nos tenemos que retrotraer a una entrevista que le concedió a Pilar Eyre en la que se mostraba muy contundente: «Antonio se enamoró de mí porque era muy ambicioso y yo llevaba el primer visón que se vio en Madrid ¡y pensar que luego se hizo comunista, él, que adoraba a las duquesas!». Sarcástica y, quizás, algo resentida, Maruja también destacaba que en ese momento
ella tenía un Mercedes y él un SEAT 600. Al fin y al cabo, si nos atenemos a sus declaraciones, Gades fue un capítulo efímero en su vida mientras que Sartoni fue el hombre que más feliz le hizo. O eso decía.

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Tyrese Haspil : “Si je le tue, je n’ai pas à…”, les mots glaçants du jeune homme sur le meurtre de son patron – Closer

Author: Closermag.fr

EN BREF

  • Tyrese Haspil a attaqué son patron, Fahim Saleh, avec un
    taser suite à un commentaire sur les mesures contre la COVID-19,
    selon Paris Match.
  • Haspil a justifié le meurtre de Saleh par la nécessité de
    cacher une fraude de 365 000 euros et de maintenir son train de vie
    avec sa petite amie.
  • Les avocats de Haspil plaident pour une réduction des
    charges en mettant en avant des “troubles émotionnels extrêmes”
    liés à la pression de satisfaire sa petite amie.

Selon les déclarations de Haspil, tout a commencé lorsque Fahim
Saleh a fait un commentaire anodin sur sa tenue, laissant
entendre qu’il prenait très au sérieux les mesures de protection
contre la COVID-19
. Ce commentaire a déclenché une
réaction violente chez Haspil, qui a ensuite attaqué son patron
avec un taser, explique Paris Match. “Il
est sorti de l’ascenseur alors je lui ai mis un coup de taser dans
le dos. Je me souviens l’avoir tasé dans le dos
“, a-t-il
confié à son avocat.

Les autorités ont retrouvé une scie électrique dans
l’appartement de Saleh, situé dans le Lower East Side de Manhattan,
acheté pour environ 2 millions d’euros. Saleh, entrepreneur
d’origine bangladaise, était connu pour avoir lancé
Gokada
, une application de partage de deux-roues et de
livraison à domicile au
Nigeria
.

“Si je le tue, je n’ai pas à le rembourser”

Les avocats de Tyrese Haspil ont argumenté que leur client
traversait une période d’extrême détresse émotionnelle.
Haspil a justifié ses actes par la pression financière
qu’il ressentait de la part de sa petite amie française,
Marine
, à qui il se sentait obligé d’offrir des cadeaux
luxueux pour maintenir l’illusion d’une richesse. “Si
je le tue, je n’ai pas à le rembourser
“, a-t-il
expliqué au tribunal. “Et si ça se passe comme ça, alors je
peux continuer à soutenir ma partenaire
“.

Les procureurs, cependant, affirment que Haspil a
détourné 365 000 euros à son patron
, une fraude que Fahim
Saleh avait découverte et pour laquelle il comptait porter plainte.
Haspil craignait que Marine découvre cette dette et qu’il ne puisse
plus l’entretenir.

“C’est dur pour moi de décrire comment j’ai fait ça”

Le jour du meurtre, Haspil a quitté son appartement de Brooklyn
et a pris un
Uber
pour se rendre à un magasin de bricolage à Manhattan.
Là, il a acheté des produits de nettoyage et une scie
électrique, qu’il a utilisés pour démembrer le corps de
Saleh
. “J’ai commencé à le découper“, a-t-il
avoué en audience. “C’est dur pour moi de décrire
comment j’ai fait ça parce que je ne ressentais pas grand-chose. Je
me sentais vide
“.

Il a interrompu son acte macabre lorsque la batterie de la scie
électrique s’est épuisée. Haspil est alors retourné au
magasin pour acheter une nouvelle batterie
. Son plan a été
contrecarré lorsqu’un membre de la famille de Saleh est arrivé sur
les lieux et a découvert la scène d’horreur.

Des troubles émotionnels extrêmes comme
ligne de défense

Tyrese Haspil a plaidé non coupable des accusations de meurtre
au premier degré. Ses avocats cherchent à requalifier les charges
en homicide involontaire, mettant en avant des
troubles émotionnels extrêmes“. Selon
eux, Haspil était obsédé par l’idée de faire de l’anniversaire de
sa petite amie une journée inoubliable, comprenant des activités
coûteuses et des cadeaux somptueux.

En plus du meurtre, le jeune homme avait prévu une journée au
spa, une séance de kickboxing, une croisière au coucher du soleil
et d’autres excursions luxueuses pour Marine. Six heures
après le crime, il a même commandé un gâteau personnalisé pour
célébrer l’événement.