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Stare a bordo dell’inquietante centro migranti galleggiante del Regno Unito è peggio del previsto

Author: Wired

Le condizioni a bordo del sinistro centro di accoglienza migranti galleggiante Bibby Stockholm, in Regno Unito, sono talmente pessime da aver indotto uno dei richiedenti asilo presenti al suo interno a tentare il suicidio. È questa la denuncia fatta da un gruppo di 39 migranti, che hanno trascorso appena cinque giorni nella struttura detentiva, inviata con una lettera al ministero dell’Interno britannico.

A osservare le foto del parallelepipedo galleggiante ancorato nel mare di Portland, non vengono in mente altre parole se non distopico e inquietante. Spazi angusti, 222 stanze per 500 persone, ovviamente nessun albero o altra forma di vegetazione, solo plastica lamiere e due cortiletti angusti bruciati dal sole.

Non a caso, nella lettera di tre pagine inviata a Suella Braverman, ministra dell’Interno del governo conservatore del primo ministro Rishi Sunak, i migranti hanno descritto il barcone come “un luogo pericoloso, spaventoso e isolato”, con stanze piccole e “strutture terrificanti” che assomiglia più a un “posto dove essere mandati in esilio” che a un centro di accoglienza per persone in fuga da guerre e violenza, si legge sul Guardian.

I racconti dei migranti

In queste condizioni, molte persone si sono ammalate o hanno avuto attacchi di panico e alti livelli di stress, fino al tentato suicidio di una di loro. Uno dei richiedenti asilo ha tentato il suicidio e siamo riusciti a impedire questa tragedia solo agendo prontamente, ma considerando le condizioni del luogo e le difficoltà che abbiamo, non molto probabile che qualcun altro possa riprovarci nel prossimo futuro” hanno scritto.

Attualmente, gli autori della lettera sono stati sbarcati dalla chiatta, dopo che un’epidemia di legionella è scoppiata a bordo della struttura e, anche in questo caso, hanno denunciato di non essere stati avvertiti adeguatamente dei rischi, specificando di aver dovuto cercare online cosa significasse “legionella” perché nessuno si era preoccupato di informarli.

Per tutte queste ragioni, è comprensibile che il testo si chiuda con l’appello dei 39 migranti a Braverman, in cui chiedono esplicitamente alla ministra di non essere mai più costretti a salire sulla chiatta, preoccupati che le sensazioni di isolamento, solitudine e panico che li hanno colpiti durante la loro breve permanenza sulla Bibby Stockholm possano tornare e portare altri a tentare il suicidio.

Come risposta, il ministero dell’Interno ha fatto sapere di aver attivato tutte le procedure standard di sicurezza sanitaria e ambientale previsti, per riportare il sistema idrico in condizioni ottimali sanificare la struttura dall’epidemia di legionella. Tuttavia, il comunicato delle istituzioni ha sottolineato come tutti i richiedenti asilo verranno riportati nella struttura una volta completata la manutenzione.

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Settimana lavorativa di 4 giorni: il più grande test è stato un successo

Author: Wired

La settimana lavorativa di quattro giorni non soltanto non compromette l’economia delle aziende, ma migliora persino la produttività e la salute dei loro dipendenti. Ne sono convinti i titolari di decine delle aziende britanniche che l’hanno sperimentata, protagoniste del progetto pilota della campagna 4 Day Week.

In tutto sono state 61 le aziende coinvolte, per un totale di circa 2.900 dipendenti, che hanno lavorato per una media di 34 ore alla settimana tra giugno e dicembre 2022 guadagnando lo stesso stipendio che percepivano in precedenza. Le realtà interessate appartengono ai settori più disparati: dalla finanza al tech, passando addirittura da un’attività specializzata in fish and chips a Wells-next-the-sea, paese di 2.451 abitanti della contea del Norfolk. Ben 56 imprese, quindi il 92%, hanno scelto di proseguire su questa strada, 18 delle quali in maniera definitiva.

Secondo la società di ricerca Autonomy, che ha curato il progetto insieme a 4 Day Week Global, Università di Cambridge, Università di Oxford, Boston College e campagna 4 Day Week UK, quello andato in scena in Gran Bretagna è stato “il più grande test della settimana lavorativa di quattro giorni al mondo”.

I risultati

I titolari della maggior parte delle aziende coinvolte hanno confermato che la produttività delle loro imprese non ha subito variazioni negative. I lavoratori hanno affermato di aver beneficiato di maggior benessere e di un miglioramento dell’equilibrio tra lavoro e vita privata. I dati raccolti da Autonomy hanno inoltre evidenziato una netta diminuzione del numero delle dimissioni dei dipendenti, legata proprio alla politica dei quattro giorni lavorativi settimanali.

Questo – ha affermato il direttore della campagna 4 Day Week Joe Ryleè un importante momento di svolta per chi si batte per una settimana lavorativa di quattro giorni. In un’ampia varietà di settori dell’economia, questi incredibili risultati dimostrano che la settimana di quattro giorni senza variazioni di stipendio funziona davvero. Sicuramente è giunto il momento di iniziare ad adottarla in tutto il paese“.

In Italia

La notizia relativa alla positiva sperimentazione della settimana corta nel Regno Unito in 61 aziende con interessanti risultati sia per le aziende che per i lavoratori deve aprire anche in Italia un confronto tra parti sociali nella stessa direzione. È tempo di regolare il lavoro soprattutto nel settore manifatturiero in modo più sostenibile, libero e produttivo – dichiara Roberto Benaglia, segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl –. I salti tecnologici ed organizzativi che la digitalizzazione e il lavoro per obiettivi stanno avvenendo in tante aziende metalmeccaniche ci devono spronare a gettare il cuore oltre l’ostacolo. È possibile ripensare gli orari aziendali e ridurli non contro la competitività aziendale ma ricercando nuovi equilibri e migliori risultati. Non si tratta di ridurre gli orari in modo generico come nel secolo scorso ma di rendere il lavoro maggiormente sostenibile e flessibile verso i bisogni delle persone significa rendere i posti di lavoro più attrattivi, in una epoca dove tanti lavoratori, soprattutto giovani di talento, stanno cambiando posto di lavoro e le competenze si muovono nel mercato del lavoro”.

Intesa Sanpaolo da gennaio ha proposto su base volontaria un nuovo modello di organizzazione del lavoro, con più smart working e la possibilità di lavorare 4 giorni a settimana, invece che 5, ma aumentando a 9 le ore giornaliere