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La sigaretta elettronica usa e getta crea più di un problema

Author: Wired

La vendita, riporta Euronews, avviene in gruppi chiusi sui social media, al riparo da occhi indiscreti. Per Villa, in Italia c’è un altro problema: “Quello della pubblicità. La normativa italiana risale al 2016 e vieta la promozione su stampa radio e tv. Ma oggi l’importanza dei social è cresciuta e, nonostante gli influencer famosi sembrino essersi allontanati dal prodotto, ce ne sono di meno noti che continuano a pubblicizzarle, magari con link che conducono direttamente alle pagine ufficiali dei produttori. Serve chiarire in modo esplicito il divieto di ogni forma di pubblicità, inclusa quella sui social network, perché quello dello svapo è un mondo che storicamente ha puntato molto su queste piattaforme”.

Se un oncologo di fama come Umberto Veronesi appoggiava le e-cig ricaricabili in una logica di riduzione del danno da fumo, le monouso (che ai tempi del medico milanese non erano in commercio) esulano dal ragionamento: non è possibile scalare il contenuto di nicotina, che è caricato in fabbrica. Inoltre, per le usa e getta si impiegano i sali di nicotina: in questa forma, la sostanza arriva più velocemente al cervello, aumentando la dipendenza, e non si verifica il “colpo” in gola, il cui fastidio può costituire un primo, approssimativo limite a un consumo eccessivo.

Vanno smaltite correttamente

Non bastasse, c’è la questione ambientale. Le sigarette elettroniche usa e getta sono dispositivi piccoli, ma molto diffusi: la quantità di rifiuti prodotti sommando i volumi è rilevante. Pochi sanno come smaltirle correttamente, e che vanno considerati alla stregua di piccoli rifiuti elettronici: come un caricabatterie, per esempio.

Tre le modalità corrette di smaltimento, spiega il consorzio Erion, che si occupa della gestione dei Raee (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) . La prima è portare la e-cig in un’isola ecologica. La seconda è la cosiddetta “uno contro uno”, che permette di consegnare gratuitamente a qualsiasi negozio di apparecchiature elettriche ed elettroniche (quindi anche ai tabaccai che vendono le e-cig) tutte le tipologie di Raee, di qualsiasi dimensione, a fronte di un acquisto equivalente. Questa modalità è valida sia per gli acquisti effettuati nei punti vendita fisici sia per quelli online. “Ma l’impressione è che molti tabaccai non ne siano a conoscenza – dice Villa -. A Milano abbiamo provato in tre diversi esercizi e nessuno ne sapeva nulla”.

Infine, la cosiddetta “uno contro zero, che permette di consegnare gratuitamente il proprio piccolo Raee (con dimensione massima inferiore a venticinque centimetri) senza l’obbligo di acquisto di un nuovo prodotto presso i punti vendita con superfici dedicate alla vendita di apparecchiature elettriche ed elettroniche superiori a quattrocento metri quadri.

Sono ancora troppi i Raee gettati in modo non corretto o conservati inutilmente nelle case degli italiani – commenta Giorgio Arienti, direttore generale di Erion – Parliamo soprattutto di piccoli rifiuti, come le sigarette elettroniche, che, quando non più utilizzati o non più funzionanti, finiscono per essere dimenticati. Questo perché i cittadini non sanno cosa siano i Raee, quale sia il loro valore ambientale e, di conseguenza, non sanno come si faccia la raccolta differenziata di questi rifiuti. Occorre intervenire su più fronti: da un lato incrementare le iniziative di sensibilizzazione e formazione, dall’altro aumentare e semplificare le opportunità di conferimento così che fare la cosa giusta sia un gesto immediato”.