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Kosovo-Serbia, perché ci sono nuove tensioni

La comunità serba in Kosovo protesta contro il governo di Pristina. Nel mirino anche una vicenda di sostituzione di targhe emesse dai due Paesi

Author: Wired

Il governo della Serbia ha messo il proprio esercito in stato di massima allerta, a causa delle crescenti tensioni con il Kosovo, scoppiate a ridosso delle elezioni comunali nelle città a maggioranza etnica serba. Nelle ultime settimane, in queste città sono scoppiate violente proteste, ci sono state sparatorie e gli abitanti hanno innalzato barricate nelle strade principali.

Il conflitto

Dopo la dissoluzione della Jugoslavia, tra il 1998 e il 1999 si è consumato uno dei più sanguinosi capitoli del conflitto nei Balcani. Da una parte si schierava quello che rimaneva del vecchio stato di Josip Broz Tito, cioè Serbia e Montenegro, e dall’altra l’esercito kosovaro-albanese, che combatteva per raggiungere l’indipendenza di quella che ormai è un’ex provincia della Serbia.

In circa un anno e mezzo di guerra morirono quasi 14mila persone, tra civili e militari, e ancora oggi l’eredità del brutale conflitto rappresenta una ferita aperta nella società dei due paesi. La guerra si concluse solo con un intervento della Nato che, con bombardamenti aerei indiscriminati, costrinse alla ritirata dal Kosovo le truppe del leader serbo Slobodan Milosevic, promotore di una politica discriminatoria della comunità albanese.

Con la fine del conflitto e la separazione del Kosovo dalla Serbia, il paese è rimasto sotto un’amministrazione internazionale guidata dalla Missione di amministrazione ad interim delle Nazioni Unite in Kosovo (Unmik), fino al 2008, quando i leader del paese si autoproclamarono indipendenti. Da allora, l’amministrazione Unmik è stata sostituita dalla European union rule of law mission in Kosovo (Eulex), la più grande missione civile mai lanciata nell’ambito della politica di sicurezza e difesa comuni dell’Unione europea, che si occupa di dare sostegno e garanzia di indipendenza alle istituzioni kosovare.

Nuove tensioni

Dopo la dichiarazione di indipendenza, il Kosovo è stato riconosciuto dagli Stati Uniti, dall’Unione europea, ma non dalla Serbia e dai suoi storici alleati, Russia e Cina. Così, mentre nella regione continuano a vivere ancora circa 100mila serbi, le tensioni e le memorie delle brutalità del conflitto sono tornate a bruciare a seguito dell’invasione dell’Ucraina, con una parte della popolazione serba schierata con la Russia e quella kosovara con Kyiv.

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