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Primarie Pd, cosa sappiamo sul voto online

Dopo uno scontro tra correnti, la direzione nazionale Pd ha approvato l’uso del voto online, ma solo per alcune categorie di elettori ed elettrici. Rimane ora da scegliere quale piattaforma utilizzare

Author: Wired

Il Partito democratico (Pd) ha ammesso il voto online per le primarie. La Direzione nazionale del partito, riunita l’11 gennaio, ha approvato le nuove regole sulle votazioni comprendendo anche il voto digitale, ma solo per alcune categorie di elettori ed elettrici. La direzione nazionale del partito che ha approvato le nuove regole per le primarie, in calendario il 26 febbraio, si è conclusa con 9 astenuti e un contrario.

La situazione:

  1. Chi può votare online alle primarie
  2. I contrari
  3. I favorevoli
  4. La piattaforma per il voto online

Chi può votare online alle primarie

Potranno votare online solo le persone che si registreranno per partecipare alle primarie entro il 12 febbraio 2023 e che vivano all’estero, siano studenti o studentesse fuori sede, abbiano disabilità o vivano in zone isolate e lontane dai gazebo. Questi paletti sono stati necessari per trovare una mediazione tra le diverse anime del partito.

I contrari

Tra i contrari al voto online si trovava infatti la metà dei candidati alla segreteria, cioè l’ex ministra dei Trasporti Paola De Micheli, che guida la corrente Rigenerazione democratica, composta da molti amministratori locali, e il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, tra le fila di Base riformista, la corrente guidata dall’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini e composta da numerosi ex renziani.

I favorevoli

Promotrice del voto online è stata invece l’ex europarlamentare Elly Schlein, appoggiata dalla corrente Area Dem, guidata dall’ex ministro della Cultura Dario Franceschini. Mentre il deputato Gianni Cuperlo, leader della corrente Radicalità per ricostruire, ha sostenuto la proposta fin dalle prime fasi. Alla fine i contrari sono stati convinti grazie al compromesso proposto da Bonaccini, che ha limitato il voto online alle categorie elencate nei paragrafi precedenti.

La piattaforma per il voto online

Nonostante il Pd sia riuscito a superare questo primo scoglio, non sono state ancora decise la piattaforma che verrà impiegata per il voto online e le modalità di voto. A sorpresa, come si legge sul Foglio, i primi a offrire uno strumento al Pd sono stati Enrica Sabatini e Davide Casaleggio, compagni di vita e fondatori di Camelot, la piattaforma di partecipazione digitale erede di Rousseau, lo strumento di democrazia diretta lanciato dal Movimento 5 stelle.

Sembra però difficile immaginare che il Pd possa accettare l’offerta. Soprattutto perché già possiede Agorà democratiche, la più grande, anche se poco usata, piattaforma digitale open source per la partecipazione in Italia, sviluppata dalla comunità Dyne.org fondata da Denis Roio. L’uso della piattaforma dem è stato suggerito su Twitter dall’economista Francesca Bria, forte sostenitrice del voto online, secondo cui “contrapporre la partecipazione fisica a quella digitale nel 2023 è un errore politico. Questi strumenti, se ben governati, allargano la partecipazione democratica e rinvigoriscono la politica. Il resto sono solo pretesti, non all’altezza di un partito moderno e popolare”.

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