Categorie
Tecnologia

Passaporto, in quali città italiane è più difficile ottenere un appuntamento?

Altroconsumo ha stilato la lista delle migliori e delle peggiori. Bologna vince per efficienza, a Padova e Genova è quasi impossibile prendere un appuntamento in questura

Author: Wired

A Padova e Genova non è possibile nemmeno prenotare un appuntamento in questura per richiedere o rinnovare il passaporto. Mentre a Bolzano, Torino, Cagliari, Ancona e Reggio Calabria i tempi di attesa sono di tre mesi. Male anche Bari e Milano, si deve aspettare almeno due mesi e un mese rispettivamente, ma meglio a Roma, Napoli e Palermo, tra i dieci e i quindici giorni. Bologna assolutamente perfetta, con un solo giorno di attesa tra l’invio della richiesta e il primo appuntamento disponibile. Ancora nessuna soluzione dal governo Meloni.

Sono i risultati dell’inchiesta di Altroconsumo, effettuata provando a prenotare un appuntamento per il rilascio del passaporto sulla piattaforma ministeriale. I risultati sono assolutamente catastrofici, con i commissariati di Padova e Genova che rispondono semplicemente non disponibile a qualsiasi richiesta.

Oltre ai tempi biblici, l’associazione ha rilevato altre stranezze. Come la possibilità, a Reggio Calabria, di poter prenotare nel giro di tre giorni, ma recandosi in una cittadina lontana 85 chilometri dal capoluogo calabro. Stesso discorso anche per Bari, dove la disponibilità immediata è stata fornita in un commissariato di Monopoli, a 86 chilometri di distanza. Chi non ha la disponibilità di potersi spostare, invece, deve attendere più di due mesi.

Un disagio per tutta la cittadinanza, da Nord a Sud, che prosegue ormai da mesi a causa della scarsa informatizzazione delle modalità di rilascio del passaporto nei diversi territori. Tuttavia, il governo Meloni non è ancora riuscito a intervenire o a dare informazioni su una possibile soluzione.

Come scrive Altroconsumo il sistema digitale per la prenotazione online non sembra ancora all’altezza, manca il personale e di conseguenza gli uffici preposti sono aperti al pubblico con tempi inadeguati alle necessità”. Una crisi che regioni e comuni non riescono ad affrontare da soli e si attende quindi un intervento nazionale. C’è da chiedersi se anche in questo caso qualcuno avrà il coraggio di sostenere che con l’autonomia differenziata le cose funzionerebbero meglio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.