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Startup, nel più grande progetto di bonifica del mondo c’è di mezzo una italiana

La pisana Dnd Biotech è partner tecnologico di uno degli appaltatori del piano di bonifica dal petrolio di 250 ettari di terreno in Kuwait

Author: Wired

Tra i composti su cui si lavora ci sono idrocarburi, pesticidi, contaminanti organici recalcitranti, composti organici clorurati.Ma stiamo rilevando nuovi contaminanti emergenti, come i fans (farmaci antinfiammatori non steroidei, tra cui l’ibuprofene, ndr), che finiscono nel sistema fognario e i depuratori non sono in grado di trattenere”. Non solo. Le analisi mostrano anche la presenza di Pfas, una classe di sostanze che comprende migliaia di composti usati per la produzione di schiumogeni antincendio, pesticidi, imballaggi, vernici, prodotti elettronici, padelle antiaderenti, e che appaiono nei suoli.

Sono tra le sostanze chimiche più persistenti”, afferma Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace Italia: “Difficilmente si degradano nell’ambiente, e per essere distrutti devono essere portati a temperature superiori ai mille gradi. Non per niente vengono detti forever chemicals. I Pfas sono interferenti endocrini, tossici per la riproduzione e il feto e correlati a diverse forme tumorali. Le caratteristiche di resistenza termica, inerzia chimica, idrofobicità e lipofobicità ne hanno reso diffuso l’utilizzo. Una situazione preoccupante per la salute dell’uomo e dell’ambiente: sono stati rinvenuti in aree remote, nell’acqua, nell’uomo e persino nella pioggia. Ma, se escludiamo applicazioni come le tute antincendio dei pompieri, oggi esistono valide alternative”.

Si stanno moltiplicando le iniziative per vietare la produzione dei Pfas: come la proposta presentata da Germania, Paesi Bassi, Danimarca, Norvegia e Svezia o, recentemente, la mossa dell’amministrazione Biden negli Stati Uniti, che per la prima volta ha proposto uno standard per l’acqua potabile. Perché “i Pfas sfuggono ai processi di depurazione tradizionale e vengono ritrovati in acque di scarico e fanghi, spesso impiegati in agricoltura”, riprende Masini.

Dnd Biotech oggi fattura circa un milione e mezzo di euro, “numeri in crescita” annota l’ad. L’azienda toscana ha effettuato un percorso nell’acceleratore napoletano Terra Next, specializzato nella bioeconomy e parte della rete di Cassa depositi e prestiti. Nel futuro c’è un round di finanziamento che, afferma il manager, dovrebbe arrivare entro fine anno.

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