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La moratoria sui sistemi di riconoscimento facciale in Italia è stata prorogata

Author: Wired

L’Italia ha confermato il divieto di installare sistemi di riconoscimento facciale in pubblico. Con il voto favorevole della Camera, i deputati hanno dato il via libera al decreto legge 51 del 2023, che contiene la proroga della moratoria sui sistemi di riconoscimento facciale, in scadenza a fine anno. L’emendamento, presentato da Marianna Madia, Lia Quartapelle e Filiberto Zaratti, tutti del Partito democratico, sposta così la scadenza al 31 dicembre 2025.

L’approvazione del decreto legge mette una volta per tutte la parola fine ai progetti orwelliani annunciati dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, di voler installare sistemi di riconoscimento facciale nelle zone commerciali, negli ospedali e nelle stazioni delle grandi città. Dichiarazioni piene di afflato propagandistico e povere di pragmatismo, come ha dimostrato il voto di oggi, 22 giugno 2023.

Povere, perché ogni tentativo di usare con leggerezza questi sistemi discriminatori e inefficaci è sempre stato, almeno finora, bloccato alacremente dal Garante della privacy. Tra questi, ricordiamo i molti avanzati da diversi amministratori comunali di destra, che negli ultimi anni hanno provato a installare telecamere biometriche un po’ dappertutto nelle città da loro governate.

Come lo scorso provvedimento, che aveva già sancito lo stop ai sistemi di riconoscimento facciale in pubblico in Italia, la moratoria prorogata consiste in un esplicito divieto, assoluto e inderogabile, di installare e usare dispositivi biometrici nei negozi, sui cartelloni pubblicitari e in altri luoghi accessibili al pubblico, come palestre o piscine.

Nel comparto pubblico, invece, i Comuni dovranno sempre sottostare al giudizio del Garante della privacy prima di procedere con l’installazione di questi sistemi, mentre non deve sottostare al parye del Garante l’autorità giudiziaria, salvo in caso di “trattamenti effettuati” nell’esercizio “delle funzioni giurisdizionali nonché di quelle giudiziarie del pubblico ministero”. Il divieto al riconoscimento biometrico è previsto anche dalla versione dell’Ai Act, il regolamento comunitario sull’intelligenza artificiale, votata arato di recente dal Parlamento europeo e ora soggetta a negoziazione con Commissione e Consiglio.

Author: Wired

L’Italia ha confermato il divieto di installare sistemi di riconoscimento facciale in pubblico. Con il voto favorevole della Camera, i deputati hanno dato il via libera al decreto legge 51 del 2023, che contiene la proroga della moratoria sui sistemi di riconoscimento facciale, in scadenza a fine anno. L’emendamento, presentato da Marianna Madia, Lia Quartapelle e Filiberto Zaratti, tutti del Partito democratico, sposta così la scadenza al 31 dicembre 2025.

L’approvazione del decreto legge mette una volta per tutte la parola fine ai progetti orwelliani annunciati dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, di voler installare sistemi di riconoscimento facciale nelle zone commerciali, negli ospedali e nelle stazioni delle grandi città. Dichiarazioni piene di afflato propagandistico e povere di pragmatismo, come ha dimostrato il voto di oggi, 22 giugno 2023.

Povere, perché ogni tentativo di usare con leggerezza questi sistemi discriminatori e inefficaci è sempre stato, almeno finora, bloccato alacremente dal Garante della privacy. Tra questi, ricordiamo i molti avanzati da diversi amministratori comunali di destra, che negli ultimi anni hanno provato a installare telecamere biometriche un po’ dappertutto nelle città da loro governate.

Come lo scorso provvedimento, che aveva già sancito lo stop ai sistemi di riconoscimento facciale in pubblico in Italia, la moratoria prorogata consiste in un esplicito divieto, assoluto e inderogabile, di installare e usare dispositivi biometrici nei negozi, sui cartelloni pubblicitari e in altri luoghi accessibili al pubblico, come palestre o piscine.

Nel comparto pubblico, invece, i Comuni dovranno sempre sottostare al giudizio del Garante della privacy prima di procedere con l’installazione di questi sistemi, mentre non deve sottostare al parye del Garante l’autorità giudiziaria, salvo in caso di “trattamenti effettuati” nell’esercizio “delle funzioni giurisdizionali nonché di quelle giudiziarie del pubblico ministero”. Il divieto al riconoscimento biometrico è previsto anche dalla versione dell’Ai Act, il regolamento comunitario sull’intelligenza artificiale, votata arato di recente dal Parlamento europeo e ora soggetta a negoziazione con Commissione e Consiglio.

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