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Abbiamo parlato con alcune delle vittime di molestie nelle agenzie pubblicitarie di Milano

Author: Wired

Diaferia è un peso massimo nell’industria pubblicitaria italiana. Guastini lo accusa di molestie ai danni di giovani professioniste del settore, alcune delle quali vengono raccontate dopo la sua intervista. Al momento Diaferia non risulta indagato e, contattato da Wired, non ha risposto alla richiesta di intervista. Per Guastini il problema stava nel fatto che, data la sua posizione, Diaferia poteva “incontrare giovani professioniste del settore per valutarne il talento ed eventualmente facilitarne l’ingresso nel mondo del lavoro”.

Guastini fa anche riferimento a uno specifico episodio che vede coinvolta una sua ex stagista, Giulia Segalla, nel 2011. Con Wired Guastini ritorna al febbraio di quell’anno, quando viene eletto presidente dell’Art directors club italiano (Adci), una associazione del settore, di cui Diaferia è stato componente fino all’allontanamento avvenuto il 7 giugno scorso. Nel 2011, racconta Guastini, “da un mese ero a conoscenza del fatto che Pasquale Diaferia avesse molestato una mia stagista” e spiega di non aver parlato prima di questa vicenda in accordo con la ragazza, che al tempo era ventenne, “perché mi aveva detto esplicitamente di avere paura e di non voler troncare sul nascere la sua carriera”.

Nel suo ruolo di presidente dell’Adci Guastini avrebbe potuto allontanare Diaferia dall’associazione. Sul punto racconta: “Ho fatto in modo che se ne andasse da solo, utilizzando modi respingenti. Non potevo mandarlo via altrimenti visto che la storia di molestia non era pubblica né c’era una denuncia”. Diaferia è stato sbattuto fuori dall’Adci poche settimane fa. Nella comunicazione sul proprio sito web, l’associazione fa sapere che “il consiglio direttivo all’unanimità in data mercoledì 7 giugno ha deliberato l’esclusione del socio Pasquale Diaferia”, senza chiarire però le ragioni. Solo con una nota successiva del 22 giugno, quando ormai il metoo della pubblicità italiana è diventato un caso mediatico, la presidente dell’Adci, Stefania Siani, dichiara di provare “un profondo sgomento per l’entità delle testimonianze emerse in questi giorni”, esprimendo “una condanna ferma orientata ad un atteggiamento di tolleranza zero” e “solidarietà a tutte le vittime di episodi di sessismo”. Nella stessa comunicazione Adci annuncia che a luglio sarà prevista una assemblea generale dei soci proprio sull’argomento.

Gli abusi nel 2010

Con Wired Giulia Segalla ripercorre gli abusi di cui è stata vittima. “Nel 2010 – racconta – ho iniziato uno stage presso l’agenzia di Massimo Guastini [Cookies Adv, ndr, estranea ai fatti oggetto di contestazione] e venendo da fuori Milano, a vent’anni, mi sono trovata in un ambiente culturale e di crescita personale molto stimolante”. A quel punto entra in scena Diaferia. “Durante un convegno, una sera, l’ho conosciuto – prosegue Segalla -. Abbiamo finito abbastanza tardi, potevo tornare a casa con i mezzi pubblici, ma mi ha offerto un passaggio fino a dove al tempo vivevo, Settimo milanese”, città alle porte del capoluogo lombardo. Nulla succede nel tragitto in auto, finché, ricorda Segalla, Diaferia “a un certo punto si è fermato a bordo strada con la macchina. Non sapevo dove fossimo, al tempo i telefoni non davano la possibilità di localizzarsi. Ha cominciato a farmi delle avances, a sfiorarmi, a mettermi le mani dove gli pareva e a provare a baciarmi”.

Author: Wired

Diaferia è un peso massimo nell’industria pubblicitaria italiana. Guastini lo accusa di molestie ai danni di giovani professioniste del settore, alcune delle quali vengono raccontate dopo la sua intervista. Al momento Diaferia non risulta indagato e, contattato da Wired, non ha risposto alla richiesta di intervista. Per Guastini il problema stava nel fatto che, data la sua posizione, Diaferia poteva “incontrare giovani professioniste del settore per valutarne il talento ed eventualmente facilitarne l’ingresso nel mondo del lavoro”.

Guastini fa anche riferimento a uno specifico episodio che vede coinvolta una sua ex stagista, Giulia Segalla, nel 2011. Con Wired Guastini ritorna al febbraio di quell’anno, quando viene eletto presidente dell’Art directors club italiano (Adci), una associazione del settore, di cui Diaferia è stato componente fino all’allontanamento avvenuto il 7 giugno scorso. Nel 2011, racconta Guastini, “da un mese ero a conoscenza del fatto che Pasquale Diaferia avesse molestato una mia stagista” e spiega di non aver parlato prima di questa vicenda in accordo con la ragazza, che al tempo era ventenne, “perché mi aveva detto esplicitamente di avere paura e di non voler troncare sul nascere la sua carriera”.

Nel suo ruolo di presidente dell’Adci Guastini avrebbe potuto allontanare Diaferia dall’associazione. Sul punto racconta: “Ho fatto in modo che se ne andasse da solo, utilizzando modi respingenti. Non potevo mandarlo via altrimenti visto che la storia di molestia non era pubblica né c’era una denuncia”. Diaferia è stato sbattuto fuori dall’Adci poche settimane fa. Nella comunicazione sul proprio sito web, l’associazione fa sapere che “il consiglio direttivo all’unanimità in data mercoledì 7 giugno ha deliberato l’esclusione del socio Pasquale Diaferia”, senza chiarire però le ragioni. Solo con una nota successiva del 22 giugno, quando ormai il metoo della pubblicità italiana è diventato un caso mediatico, la presidente dell’Adci, Stefania Siani, dichiara di provare “un profondo sgomento per l’entità delle testimonianze emerse in questi giorni”, esprimendo “una condanna ferma orientata ad un atteggiamento di tolleranza zero” e “solidarietà a tutte le vittime di episodi di sessismo”. Nella stessa comunicazione Adci annuncia che a luglio sarà prevista una assemblea generale dei soci proprio sull’argomento.

Gli abusi nel 2010

Con Wired Giulia Segalla ripercorre gli abusi di cui è stata vittima. “Nel 2010 – racconta – ho iniziato uno stage presso l’agenzia di Massimo Guastini [Cookies Adv, ndr, estranea ai fatti oggetto di contestazione] e venendo da fuori Milano, a vent’anni, mi sono trovata in un ambiente culturale e di crescita personale molto stimolante”. A quel punto entra in scena Diaferia. “Durante un convegno, una sera, l’ho conosciuto – prosegue Segalla -. Abbiamo finito abbastanza tardi, potevo tornare a casa con i mezzi pubblici, ma mi ha offerto un passaggio fino a dove al tempo vivevo, Settimo milanese”, città alle porte del capoluogo lombardo. Nulla succede nel tragitto in auto, finché, ricorda Segalla, Diaferia “a un certo punto si è fermato a bordo strada con la macchina. Non sapevo dove fossimo, al tempo i telefoni non davano la possibilità di localizzarsi. Ha cominciato a farmi delle avances, a sfiorarmi, a mettermi le mani dove gli pareva e a provare a baciarmi”.

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