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Il governo non sa come gestire gli arrivi di persone migranti

Author: Wired

Con una media di 700 persone migranti sbarcate in Italia ogni giorno, per tutta l’estate, il governo Meloni si è trovato costretto ad agire. Non con il fantomatico blocco navale o fermando le partenze, ma chiedendo prima aiuto alle ong, come Sea Watch, per effettuare i salvataggi in mare e poi cambiando i criteri per distribuire le persone appena sbarcate nei centri di accoglienza delle varie regioni italiane.

I flussi migratori in Italia

Insomma, dopo quasi un anno con la destra al governo le migrazioni dirette verso l’Italia non sono state fermate, continuano anzi ad aumentare e a essere necessarie per il paese. Un esempio è il via libera all’ingresso di 40mila persone extracomunitarie per la raccolta delle mele e della vendemmia, stabilito con il decreto della presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni emanato il 19 luglio 2023.

Un altro esempio, come riporta Il Foglio, sono le sempre più frequenti richieste fatte dal governo Meloni alle ong per la ricerca e il soccorso in mare, come Sea Watch o Mediterranea, per intervenire in aiuto di imbarcazioni in difficoltà arrivate nelle zone di competenza italiana. Le stesse a cui ha cercato di mettere i bastoni tra le ruote con il decreto Cutro. Ora chiede aiuto e le ong rispondono, con azioni necessarie per salvare vite umane in pericolo, a cui però i politici del governo non danno rilievo, tanto da aver smesso per la prima volta di parlare di migrazioni, come nel caso del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, come segnalato da Pagella Politica.

E se l’assenza dei tantissimi tweet di Salvini fanno forse sembrare che i migranti non siano più una priorità per la politica italiana, i dati e le azioni del governo mostrano il contrario. In base a quanto riporta il ministero dell’Interno, le persone migranti accolte in Italia sono circa 133mila, di cui la maggior parte è stata ricollocata in Lombardia, con il 13% del totale pari a quasi 17mila individui, poi in Emilia Romagna, con più di 12 mila persone, in Sicilia, con quasi 12mila, e in Piemonte, con 11mila.

Le nuove regole sulla distribuzione dei migranti

Numeri che derivano dalle regole sull’accoglienza usate fino a questo momento, in base alle quali la distribuzione sul territorio delle persone migranti doveva avvenire tenendo conto della popolazione di ogni regione, del Pil e dalla quantità di persone già ospitate, motivo per cui le regioni più popolose e più ricche ospitano attualmente più migranti. Ma per reagire alla nuova e più consistente ondata di flussi migratori, il governo Meloni ha aggiunto alle vecchie regole anche il criterio dell’estensione territoriale.

Author: Wired

Con una media di 700 persone migranti sbarcate in Italia ogni giorno, per tutta l’estate, il governo Meloni si è trovato costretto ad agire. Non con il fantomatico blocco navale o fermando le partenze, ma chiedendo prima aiuto alle ong, come Sea Watch, per effettuare i salvataggi in mare e poi cambiando i criteri per distribuire le persone appena sbarcate nei centri di accoglienza delle varie regioni italiane.

I flussi migratori in Italia

Insomma, dopo quasi un anno con la destra al governo le migrazioni dirette verso l’Italia non sono state fermate, continuano anzi ad aumentare e a essere necessarie per il paese. Un esempio è il via libera all’ingresso di 40mila persone extracomunitarie per la raccolta delle mele e della vendemmia, stabilito con il decreto della presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni emanato il 19 luglio 2023.

Un altro esempio, come riporta Il Foglio, sono le sempre più frequenti richieste fatte dal governo Meloni alle ong per la ricerca e il soccorso in mare, come Sea Watch o Mediterranea, per intervenire in aiuto di imbarcazioni in difficoltà arrivate nelle zone di competenza italiana. Le stesse a cui ha cercato di mettere i bastoni tra le ruote con il decreto Cutro. Ora chiede aiuto e le ong rispondono, con azioni necessarie per salvare vite umane in pericolo, a cui però i politici del governo non danno rilievo, tanto da aver smesso per la prima volta di parlare di migrazioni, come nel caso del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, come segnalato da Pagella Politica.

E se l’assenza dei tantissimi tweet di Salvini fanno forse sembrare che i migranti non siano più una priorità per la politica italiana, i dati e le azioni del governo mostrano il contrario. In base a quanto riporta il ministero dell’Interno, le persone migranti accolte in Italia sono circa 133mila, di cui la maggior parte è stata ricollocata in Lombardia, con il 13% del totale pari a quasi 17mila individui, poi in Emilia Romagna, con più di 12 mila persone, in Sicilia, con quasi 12mila, e in Piemonte, con 11mila.

Le nuove regole sulla distribuzione dei migranti

Numeri che derivano dalle regole sull’accoglienza usate fino a questo momento, in base alle quali la distribuzione sul territorio delle persone migranti doveva avvenire tenendo conto della popolazione di ogni regione, del Pil e dalla quantità di persone già ospitate, motivo per cui le regioni più popolose e più ricche ospitano attualmente più migranti. Ma per reagire alla nuova e più consistente ondata di flussi migratori, il governo Meloni ha aggiunto alle vecchie regole anche il criterio dell’estensione territoriale.

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