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Economia Tecnologia

Cosa cambia per lo smart working da ottobre

Author: Wired

Dal 30 settembre 2023 i lavoratori fragili, circa 800mila in Italia, non potranno più usufruire della possibilità di svolgere le proprie attività in smart working senza prima stipulare accordi individuali con il proprio datore di lavoro: con la legge 85 del 3 luglio 2023, la scadenza del lavoro agile agevolato, prima prevista per il 30 giugno di quest’anno, era stata prorogata fino alla fine del mese di settembre sia per coloro che prestano servizio nel settore pubblico, sia per coloro che operano nel settore privato.

Per alcune tipologie di lavoratori, invece, l’accesso allo smart working agevolato è prorogato al 31 dicembre 2023: si tratta di coloro che hanno un figlio con età inferiore ai 14 anni e di coloro che sono più esposti al contagio da Covid-19. Ecco quali saranno le differenze dal primo ottobre 2023 per i beneficiari dello smart working.

Cosa cambia per lo smart working da ottobre 2023

Dal 1 ottobre 2023 i lavoratori fragili potranno accedere allo smart working solo attraverso accordi individuali stipulati insieme al datore di lavoro e non potranno più usufruire della procedura semplificata, che invece permetteva di richiedere la possibilità di operare da remoto senza ricorrere ad accordi individuali.

Chi potrà continuare ad accedere allo smart working semplificato

Come abbiamo già accennato, ci sono però alcune categorie di dipendenti che potranno accedere alla modalità di lavoro agile con procedura semplificata fino al 31 dicembre 2023. Si tratta dei lavoratori con figli di età inferiore a 14 anni e di coloro che, sulla base di valutazioni mediche, sono più esposti al contagio da Covid-19. Nel primo caso, nel nucleo familiare non deve però essere presente anche un altro genitore che beneficia di un sostegno al reddito o che non lavora.

Nel secondo caso, la procedura semplificata per accedere allo smart working è stata prorogata fino alla fine del 2023 per coloro che hanno un maggiore rischio di contagio da Covid-19 a causa di diversi fattori, tra cui età, immunodepressione e comorbilità.

Author: Wired

Dal 30 settembre 2023 i lavoratori fragili, circa 800mila in Italia, non potranno più usufruire della possibilità di svolgere le proprie attività in smart working senza prima stipulare accordi individuali con il proprio datore di lavoro: con la legge 85 del 3 luglio 2023, la scadenza del lavoro agile agevolato, prima prevista per il 30 giugno di quest’anno, era stata prorogata fino alla fine del mese di settembre sia per coloro che prestano servizio nel settore pubblico, sia per coloro che operano nel settore privato.

Per alcune tipologie di lavoratori, invece, l’accesso allo smart working agevolato è prorogato al 31 dicembre 2023: si tratta di coloro che hanno un figlio con età inferiore ai 14 anni e di coloro che sono più esposti al contagio da Covid-19. Ecco quali saranno le differenze dal primo ottobre 2023 per i beneficiari dello smart working.

Cosa cambia per lo smart working da ottobre 2023

Dal 1 ottobre 2023 i lavoratori fragili potranno accedere allo smart working solo attraverso accordi individuali stipulati insieme al datore di lavoro e non potranno più usufruire della procedura semplificata, che invece permetteva di richiedere la possibilità di operare da remoto senza ricorrere ad accordi individuali.

Chi potrà continuare ad accedere allo smart working semplificato

Come abbiamo già accennato, ci sono però alcune categorie di dipendenti che potranno accedere alla modalità di lavoro agile con procedura semplificata fino al 31 dicembre 2023. Si tratta dei lavoratori con figli di età inferiore a 14 anni e di coloro che, sulla base di valutazioni mediche, sono più esposti al contagio da Covid-19. Nel primo caso, nel nucleo familiare non deve però essere presente anche un altro genitore che beneficia di un sostegno al reddito o che non lavora.

Nel secondo caso, la procedura semplificata per accedere allo smart working è stata prorogata fino alla fine del 2023 per coloro che hanno un maggiore rischio di contagio da Covid-19 a causa di diversi fattori, tra cui età, immunodepressione e comorbilità.

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