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Il libro delle soluzioni raccontato dal suo protagonista, Pierre Niney

Author: Wired

Il Libro delle soluzioni nasce da un magico incontro risalente a undici anni fa. Durante una cena a Parigi Pierre Niney incontrò il regista Michel Gondry e gli chiese di fargli da padrino nel mondo del cinema. Non solo è riuscito a farsi dirigere da lui, ma addirittura lo interpreta nel suo nuovo film “Ero un fan sfegatato dei suoi film, Se mi lasci ti cancello è una pietra miliare della mia vita. Lo trovo un genio, il suo cinema è artigianato puro di immaginazione”.

Il libro delle soluzioni raccontato dal suo protagonista Pierre Niney

Presentato con successo alla Quinzaine des Cinéastes del Festival di Cannes 76 e dal 1 novembre nelle sale italiane, Il libro delle soluzioni racconta di Marc, giovane regista indipendente ansioso e creativo, che decide di fuggire in campagna con il girato del suo ultimo film per terminare il lavoro in piena autonomia, senza pericolo di censure produttive. Metafora esilarante della libertà assoluta che deve essere garantita agli autori e, insieme, della fuga dalla routine per poter veramente creare qualcosa di originale, questo nuovo film di Gondry racconta anche un aspetto spesso trascurato nei film biografici sui registi, la loro salute mentale.

“Pur essendo l’ufficiale fan boy di Gondry, mi ha colpito il modo in cui racconta la sua stessa ansia e depressione: è stato coraggioso a mettere in scena tutte le sue fragilità. Trovo fondamentale sottolineare che non siamo robot, gli artisti possono fallire e stare male, e non c’è niente di strano”. Un po’ lo ha addirittura contagiato: la notte prima di iniziare a girare non ha dormito: “Ero molto teso, ho dormito pochissimo: la mia preoccupazione era che non volevo imitarlo, ma creare un ibrido tra me e lui, così che la mia performance e la sua vita si incontrassero a metà strada». In comune hanno “il tempo comico, spero l’originalità, di sicuro la voglia di fare musica: abbiamo fatto un piccolo concerto insieme, io alla chitarra e lui alla tromba, il cast si è divertito molto”. Poi è arrivato Sting, per una scena che non sveleremo, “e io gli ho chiesto di firmarmi la chitarra, quando mi sarebbe ricapitato nella vita! E’ la magia di Gondry: tutti vogliono lavorare con lui”.

Author: Wired

Il Libro delle soluzioni nasce da un magico incontro risalente a undici anni fa. Durante una cena a Parigi Pierre Niney incontrò il regista Michel Gondry e gli chiese di fargli da padrino nel mondo del cinema. Non solo è riuscito a farsi dirigere da lui, ma addirittura lo interpreta nel suo nuovo film “Ero un fan sfegatato dei suoi film, Se mi lasci ti cancello è una pietra miliare della mia vita. Lo trovo un genio, il suo cinema è artigianato puro di immaginazione”.

Il libro delle soluzioni raccontato dal suo protagonista Pierre Niney

Presentato con successo alla Quinzaine des Cinéastes del Festival di Cannes 76 e dal 1 novembre nelle sale italiane, Il libro delle soluzioni racconta di Marc, giovane regista indipendente ansioso e creativo, che decide di fuggire in campagna con il girato del suo ultimo film per terminare il lavoro in piena autonomia, senza pericolo di censure produttive. Metafora esilarante della libertà assoluta che deve essere garantita agli autori e, insieme, della fuga dalla routine per poter veramente creare qualcosa di originale, questo nuovo film di Gondry racconta anche un aspetto spesso trascurato nei film biografici sui registi, la loro salute mentale.

“Pur essendo l’ufficiale fan boy di Gondry, mi ha colpito il modo in cui racconta la sua stessa ansia e depressione: è stato coraggioso a mettere in scena tutte le sue fragilità. Trovo fondamentale sottolineare che non siamo robot, gli artisti possono fallire e stare male, e non c’è niente di strano”. Un po’ lo ha addirittura contagiato: la notte prima di iniziare a girare non ha dormito: “Ero molto teso, ho dormito pochissimo: la mia preoccupazione era che non volevo imitarlo, ma creare un ibrido tra me e lui, così che la mia performance e la sua vita si incontrassero a metà strada». In comune hanno “il tempo comico, spero l’originalità, di sicuro la voglia di fare musica: abbiamo fatto un piccolo concerto insieme, io alla chitarra e lui alla tromba, il cast si è divertito molto”. Poi è arrivato Sting, per una scena che non sveleremo, “e io gli ho chiesto di firmarmi la chitarra, quando mi sarebbe ricapitato nella vita! E’ la magia di Gondry: tutti vogliono lavorare con lui”.

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