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Come sarebbe fare un’operazione chirurgica sulla Stazione spaziale internazionale?

Author: Wired

Per la prima volta, un team di chirurghi ha effettuato un’operazione chirurgica attraverso un robot fisicamente situato sulla Stazione spaziale internazionale (Iss). Si è trattato in realtà di una simulazione, in cui le “mani” del robot, dotate di pinze e forbici, hanno tagliato degli elastici pensati per simulare le proprietà dei tessuti che costituiscono i vasi sanguigni o i tendini. Il robot si chiama SpaceMira, ed è stato progettato da un team dell’Università del Nebraska (Stati Uniti), in collaborazione con l’azienda statunitense Virtual Incision.

Il robot-chirurgo dello Spazio

SpaceMira è lungo poco più di 70 centimetri e pesa meno di un chilogrammo. La sua forma, si legge in una news dell’Università del Nebraska, ricorda un po’ quella di un grosso frullatore a immersione. Il robot è dotato di due “arti”, per così dire, uno munito di pinze e l’altro di forbici per questo esperimento. SpaceMira contiene inoltre una telecamera che consente all’operatore di vederne e quindi controllarne i movimenti. Grazie anche a un finanziamento della Nasa, il robot-chirurgo è potuto partire per lo spazio il 30 gennaio, quando è stato spedito dalla stazione di Cape Canaveral (Florida) a bordo di un razzo dell’azienda aerospaziale SpaceX, per arrivare infine sulla Iss due giorni dopo, il 1 febbraio. L’astronauta della Nasa Loral O’Hara si è occupata poi di “accogliere” il nuovo arrivato a bordo della Stazione spaziale internazionale.

Un ritardo di circa mezzo secondo

La simulazione è stata effettuata il 10 febbraio utilizzando una console fisicamente situata all’interno della sede centrale della Virtual Incision, che si trova a Lincoln, in Nebraska. Michael Jobst, medico specializzato in chirurgia colorettale, uno dei sei chirurghi che si sono alternati al controllo di SpaceMira durante la simulazione, aveva già utilizzato il robot in passato, nel contesto di uno studio clinico condotto nel 2021. Ma manovrare il sistema nello Spazio significa operare in assenza di gravità e con un certo ritardo – che durante la dimostrazione è andato da due terzi a tre quarti di secondo – nei movimenti effettivamente eseguiti dal robot, a causa del tempo che il segnale impiega ad arrivare dalla Terra alla Iss.

Nel complesso comunque l’operazione è stata considerata come un successo.È un grande passo avanti per la chirurgia”, ha dichiarato Ted Voloyiannis della Texas Oncology di Houston (Stati Uniti). Secondo il chirurgo, infatti, SpaceMira è un robot più accessibile rispetto a quelli che lui stesso ha utilizzato in passato per eseguire interventi chirurgici assistiti. Tra l’altro, aggiunge, questa tecnologia potrebbe risultare di grande aiuto anche sulla Terra, “per le piccole comunità che non hanno chirurghi specializzati”.

Author: Wired

Per la prima volta, un team di chirurghi ha effettuato un’operazione chirurgica attraverso un robot fisicamente situato sulla Stazione spaziale internazionale (Iss). Si è trattato in realtà di una simulazione, in cui le “mani” del robot, dotate di pinze e forbici, hanno tagliato degli elastici pensati per simulare le proprietà dei tessuti che costituiscono i vasi sanguigni o i tendini. Il robot si chiama SpaceMira, ed è stato progettato da un team dell’Università del Nebraska (Stati Uniti), in collaborazione con l’azienda statunitense Virtual Incision.

Il robot-chirurgo dello Spazio

SpaceMira è lungo poco più di 70 centimetri e pesa meno di un chilogrammo. La sua forma, si legge in una news dell’Università del Nebraska, ricorda un po’ quella di un grosso frullatore a immersione. Il robot è dotato di due “arti”, per così dire, uno munito di pinze e l’altro di forbici per questo esperimento. SpaceMira contiene inoltre una telecamera che consente all’operatore di vederne e quindi controllarne i movimenti. Grazie anche a un finanziamento della Nasa, il robot-chirurgo è potuto partire per lo spazio il 30 gennaio, quando è stato spedito dalla stazione di Cape Canaveral (Florida) a bordo di un razzo dell’azienda aerospaziale SpaceX, per arrivare infine sulla Iss due giorni dopo, il 1 febbraio. L’astronauta della Nasa Loral O’Hara si è occupata poi di “accogliere” il nuovo arrivato a bordo della Stazione spaziale internazionale.

Un ritardo di circa mezzo secondo

La simulazione è stata effettuata il 10 febbraio utilizzando una console fisicamente situata all’interno della sede centrale della Virtual Incision, che si trova a Lincoln, in Nebraska. Michael Jobst, medico specializzato in chirurgia colorettale, uno dei sei chirurghi che si sono alternati al controllo di SpaceMira durante la simulazione, aveva già utilizzato il robot in passato, nel contesto di uno studio clinico condotto nel 2021. Ma manovrare il sistema nello Spazio significa operare in assenza di gravità e con un certo ritardo – che durante la dimostrazione è andato da due terzi a tre quarti di secondo – nei movimenti effettivamente eseguiti dal robot, a causa del tempo che il segnale impiega ad arrivare dalla Terra alla Iss.

Nel complesso comunque l’operazione è stata considerata come un successo.È un grande passo avanti per la chirurgia”, ha dichiarato Ted Voloyiannis della Texas Oncology di Houston (Stati Uniti). Secondo il chirurgo, infatti, SpaceMira è un robot più accessibile rispetto a quelli che lui stesso ha utilizzato in passato per eseguire interventi chirurgici assistiti. Tra l’altro, aggiunge, questa tecnologia potrebbe risultare di grande aiuto anche sulla Terra, “per le piccole comunità che non hanno chirurghi specializzati”.

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