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La Cina ordina a Apple di rimuovere WhatsApp e Threads dall’App Store

Author: Wired

Nella giornata di oggi Apple ha dichiarato di aver rimosso WhatsApp e Threads dal suo App Store cinese su esplicita richiesta della Cyberspace Administration, l’autorità di regolamentazione di internet nel paese, che ha riconosciuto le applicazioni come un pericolo per la sicurezza degli utenti. Una scelta forzata, che la compagnia di Cupertino non sembra condividere. “Siamo obbligati a seguire le leggi dei paesi in cui operiamo, anche quando non siamo d’accordo”, ha dichiarato Apple in una nota, comunicando che comunque “le app rimangono disponibili per il download in tutti gli altri store in cui sono presenti”.

Secondo quanto riportato dal New York Times, una persona informata sui fatti ha riferito che la richiesta dell’autorità cinese fa seguito alla condivisione di alcuni contenuti provocatori sul presidente Xi Jinping sulle piattaforme di proprietà di Meta, il che rappresenta una violazione delle leggi sulla sicurezza informatica del paese. WhatsApp e Threads non sono state le uniche applicazioni a essere rimosse dall’App Store cinese nelle ultime ore. La stessa sorte, infatti, è toccata anche a Signal – che ha sede negli Usa – e a Telegram (Dubai).

La richiesta del governo di Pechino di rimuovere le applicazioni dall’App Store di Apple arriva qualche settimana dopo che le autorità statunitensi hanno proposto una legge per vietare TikTok – di proprietà della cinese ByteDance – nel paese, a meno che la società madre non accetti di venderla. Ma questa non è la sola azione che ha inasprito la lotta tra le due potenze tecnologiche. Negli ultimi mesi il presidente Biden ha lavorato per limitare quanto più possibile le esportazioni di microchip in Cina, e di tutta risposta Pechino ha vietato i chip di memoria del produttore statunitense Micron. Insomma, un botta e risposta estenuante, che oramai va avanti da oltre un anno. E che ora ha coinvolto due dei colossi del tech statunitense, Apple e Meta.

Author: Wired

Nella giornata di oggi Apple ha dichiarato di aver rimosso WhatsApp e Threads dal suo App Store cinese su esplicita richiesta della Cyberspace Administration, l’autorità di regolamentazione di internet nel paese, che ha riconosciuto le applicazioni come un pericolo per la sicurezza degli utenti. Una scelta forzata, che la compagnia di Cupertino non sembra condividere. “Siamo obbligati a seguire le leggi dei paesi in cui operiamo, anche quando non siamo d’accordo”, ha dichiarato Apple in una nota, comunicando che comunque “le app rimangono disponibili per il download in tutti gli altri store in cui sono presenti”.

Secondo quanto riportato dal New York Times, una persona informata sui fatti ha riferito che la richiesta dell’autorità cinese fa seguito alla condivisione di alcuni contenuti provocatori sul presidente Xi Jinping sulle piattaforme di proprietà di Meta, il che rappresenta una violazione delle leggi sulla sicurezza informatica del paese. WhatsApp e Threads non sono state le uniche applicazioni a essere rimosse dall’App Store cinese nelle ultime ore. La stessa sorte, infatti, è toccata anche a Signal – che ha sede negli Usa – e a Telegram (Dubai).

La richiesta del governo di Pechino di rimuovere le applicazioni dall’App Store di Apple arriva qualche settimana dopo che le autorità statunitensi hanno proposto una legge per vietare TikTok – di proprietà della cinese ByteDance – nel paese, a meno che la società madre non accetti di venderla. Ma questa non è la sola azione che ha inasprito la lotta tra le due potenze tecnologiche. Negli ultimi mesi il presidente Biden ha lavorato per limitare quanto più possibile le esportazioni di microchip in Cina, e di tutta risposta Pechino ha vietato i chip di memoria del produttore statunitense Micron. Insomma, un botta e risposta estenuante, che oramai va avanti da oltre un anno. E che ora ha coinvolto due dei colossi del tech statunitense, Apple e Meta.

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