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È così strano? Non solo, è anche folle.

Author: Redazione Rete MMT

Carlo Cottarelli, ex Commissario per la revisione della spesa, si schiera ancora una volta al fianco del fronte dell’austerità permanente

C’è chi dice che le regole europee non permettono a un paese di spendere quanto vuole, neppure per priorità. È falso. Un paese può aumentare la spesa quanto vuole se è disposto ad aumentare le proprie entrate. È così strano chiedere ai propri cittadini di pagare per nuove spese?

È così strano chiedere ai propri cittadini di pagare per nuove spese?

Si, è tecnicamente sbagliato e socialmente disastroso.

Lo Stato monopolista della valuta prima spende e poi tassa. Solo dopo che lo Stato spende i cittadini hanno la moneta per pagare le tasse allo Stato, il quale distrugge, tramite le tasse, una parte della moneta creata in precedenza con la spesa. Nessun paese monopolista della valuta ha necessità di tassare con l’obiettivo di procacciarsi risorse finanziare per realizzare opere o manutenzione. Il problema è che gli Stati dell’Eurozona, rispettando i trattati, non sono monopolisti della valuta.

Quanto dovrebbero essere tassati i cittadini affinché lo Stato abbia le risorse finanziarie per costruire opere all’avanguardia e gestire efficacemente le manutenzioni? È un’assurdità.

Non capire come funziona la moneta induce a  ragionare al ribasso in termini di modernizzazione e cura delle infrastrutture, le persone rinunciano a pretendere di vivere in territori sicuri e moderni.

I sacerdoti dell’austerità temono il deficit come i vampiri temono l’aglio. Il deficit è lo strumento in mano ad uno Stato per avere opere moderne e sicure e al contempo una buona economia e occupazione. Ogni strada diversa dall’aumento del deficit crea situazioni drammatiche come il crollo del ponte Morandi e come l’aumento della povertà. Ogni NO all’aumento del deficit condanna il paese verso arretramento e povertà.

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What Economists Can Learn from Hippies


The 1960’s in the U.S. was a decade of counterculture and political protest. But how does morality and spirituality fit in? Talking with Rob Johnson about his book, In Search of the Lost Chord: 1967 and the Hippie Idea, music industry veteran Danny Goldberg makes the case that, through art as much as political protest, hippies projected a moral framework of valuing other people that was in stark contrast to burgeoning Ayn Rand influenced-libertarianism.

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TREASURIES: LA CALMA PRIMA DELLA TEMPESTA!

Che vi dicevo, non passa neanche una settimana dalla benedizione del dollaro forte che il nostro Donald ad una festa privata per miliardari annoiati confida che non è molto contento del manichino che ha messo alla Federal Reserve Powell, il ragazzo non ubbidisce, lui vuole solo tassi bassi e non rialzi continui…

BREAKING: Trump complained about Fed interest rate increases at fundraiser recently and is worried more hikes could cool off the economy. pic.twitter.com/OOtai4rYbH

— Hedgeye (@Hedgeye) August 20, 2018

Lo aveva già detto recentemente alla CNBC che non era contento di Powell, lo ha ribadito ieri e i mercati hanno iniziato a crederci, soprattutto i nostri tesorucci…

Mentre il dollaro si prende la giusta e meritata pausa tecnica, il trentennale americano sfonda per l’ennesima volta quota 3 %… l’ultima volta! pic.twitter.com/gAMpJKrbhg

— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) August 20, 2018

Le motivazioni non sono solo macroeconomiche, nessuno crede a questo mondo delle meraviglie che l’economia americana si sta inventando, soprattutto loro, i bond vigilantes non credono per nulla al rialzo della parte lunga della curva, visto che ieri per l’ennesima volta il rendimento del trentennale è sceso sotto il 3 %.

Attenzione, ai prossimi giorni perché in troppo sono esposti dal lato più pericoloso della barca, anche se finché la barca va lasciala andare dicono loro…

Traders remain massively short U.S. Treasuries – which is a lot of “Fuel” waiting on the right catalyst to start a short-covering bond buying spree. $TLT $SPY https://t.co/08ln8PUrim pic.twitter.com/7vaehXVlIt

— Lance Roberts (@LanceRoberts) August 14, 2018

OOOOPS dell’anno! I fondi hedge <stanno scommettendo pesantemente contro i titoli del tesoro americano come mai prima, e potrebbero presto affrontare perdite massicce… 😍 https://t.co/oFMnXqFhpT

— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) August 20, 2018

Appunto in troppi stanno scommettendo da tempo pesantemente contro i titoli di Stato americano, troppi bagnarole stanno per schiantarsi sugli scogli della più possente organizzazione economico/finanziaria al mondo, tanti ingenui e fessi che non vedono l’ora di suicidare il proprio patrimonio, tra cui anche questo genio qua sotto, che ha scommesso per mesi contro i rendimenti dei titoli americani e ora ha una paura matta di finire male…

Massive increase this week in short positions against 10 &30 yr UST mkts. Highest for both in history, by far. Could cause quite a squeeze.

— Jeffrey Gundlach (@TruthGundlach) August 17, 2018

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Mentre come dicevamo il dollaro si prende la sua giusta pausa tecnica, l’oro come Machiavelli suggerisce da inizio anno, sprofonda, giorno dopo giorno, al netto di qualche rimbalzo del gatto morto…

For those gold watchers such as myself, the net spec position in gold for the week ended Tuesday went NET short for the 1st time since December 2001 when gold was at about $275 an ounce. pic.twitter.com/qUe5TKnqQv

— Peter Boockvar (@pboockvar) August 17, 2018

Nel frattempo in molti hanno dimenticato la Turchia, ma non Trump…

“Penso che sia molto triste ciò che sta facendo la Turchia. Penso che stiano commettendo un terribile errore. Non ci saranno concessioni “, ha detto.

“Non sono affatto interessato. Non sono preoccupato Questa è la cosa giusta da fare “, ha detto, quando gli viene chiesto del potenziale danno ad altre economie.

Trump ha aggiunto:

“Mi piace la Turchia. Mi piace molto il popolo della Turchia. Fino ad ora ho avuto un ottimo rapporto con il presidente. Sono andato d’accordo con lui alla grande. Ho avuto un ottimo rapporto. Ma non può essere una strada a senso unico. Non è più una strada a senso unico per gli Stati Uniti “.

Turchia: da Qatar 15 miliardi dollari d’investimenti nel PaeseL’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al-Thani, ha annunciato 15 miliardi di dollari di investimenti diretti, sia bancari sia finanziari, in Turchia.

Non è la prima volta che il Qatar si mette al fianco del premier Recep Erdogan, è di pochi mesi fa, infatti, l’appoggio del ministro degli Esteri di Doha, riguardo ai posizionamenti in Siria da parte della Turchia. Il crollo della lira e la perdita del 40% della valuta rispetto al dollaro quest’anno ha così di nuovo dato input a questa vicinanza, un annuncio – quello dell’emiro- che ha fatto poi guadagnare alla lira intorno al 5% sul dollaro.

Il crollo della lira turca, già da luglio, aveva causato un aumento sui prezzi dei prodotti nei negozi, aumento che rischia di estendersi anche sui beni di prima necessità. L’intervento del Qatar potrebbe così imprimere un’altra direzione al cammino ‘nero’ intrapreso dall’economia turca in questi mesi.

Il sostegno del Qatar al paese della mezza luna, inoltre, costituisce un motivo in più di attrito con gli Stati uniti, verso i quali Erdogan ha appena annunciato il raddoppio dei dazi sui prodotti americani come automibili, alcool e tabacco mentre un tribunale ha respinto l’appello per la liberazione del pastore evangelico americano Andrew Brunson, altro argomento scottante al centro del braccio di ferro tra Ankara e Washington.

#Turkey Lira keeps falling as #Qatar currency swap agreement fails to stop the Lira rout. The deal is first step after Qatar’s $15bn investment pledge to Turkey. pic.twitter.com/LdK82ebU2o

— Holger Zschaepitz (@Schuldensuehner) August 20, 2018

Neanche i presunti aiuti da parte della Germania aiutano la lira turca, perché in effetti la Germania non ha ancora intenzione di suicidarsi contro l’America di Trump…

#Turkey rout continues w/ Lira keeps falling and 10y yields risings as Germany not considering financial aid for Turkey, spokesman says. pic.twitter.com/D2vFT2Nw6i

— Holger Zschaepitz (@Schuldensuehner) August 20, 2018

Come riporta Mike Shedlock, Brad Sester ha un’analisi puntuale sui reali rischi che sta correndo la Turchia…

Turkey’s banks account for almost 1/2 of Turkey’s external debt, and about 2/3rds of Turkey’s maturing STD.

But it isn’t immediately clear why the banks needed so much external fx funding: their domestic fx deposit base is big & covers their (large) domestic fx lending … pic.twitter.com/c1cs1euzun

— Brad Setser (@Brad_Setser) August 20, 2018

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Inquadrare le vulnerabilità della Turchia

Esistono diversi modi per inquadrare la causa della recente crisi valutaria della Turchia.

Penso che l’accento dovrebbe essere posto sulle banche turche e sul loro ampio stock di debito estero. Le banche sono la ragione principale per cui la crisi valutaria della Turchia potrebbe trasformarsi in una crisi di finanziamento, che lascia la Turchia senza riserve sufficienti per evitare un grave default.

Mentre l’Asia offre i migliori paralleli, l’analogia con l’Asia è anche un po ‘fuori luogo. La Turchia ha, piuttosto miracolosamente, potuto usare i finanziamenti esterni in valuta estera per sostenere un boom interno dei prestiti in lire turche alle famiglie … qualcosa che le banche asiatiche non hanno mai fatto, per quanto ne so.

Il mistero finanziario in un certo senso non è il modo in cui le banche hanno prestato la valuta straniera alle imprese nazionali, è il modo in cui hanno usato i loro prestiti esteri in valuta estera per sostenere il prestito della lira turca.

Le banche turche detengono una quantità decente di capitale regolamentare. E tengono quel capitale in lira. Giusto. (…)

Ma tenendo tutto il loro patrimonio in lire anche se gran parte del loro finanziamento e prestito é in dollari, il rapporto capitale del sistema bancario cade mentre la lira cade

Le banche della Turchia hanno preso in prestito in valuta estera in parte per avere dollari da scambiare con le lire nel mercato degli scambi cross currency. Un dollaro preso in prestito o un euro scambiato in lire turche  è in effetti un finanziamento in lire, non un finanziamento in dollari, ma si presenta come un prestito in valuta estera nei dati sul debito estero. (…)

… il fatto era che gli swap in genere avevano una scadenza più breve rispetto al prestito in valuta estera sottostante. Obbligazioni quinquennali sono state emesse per raccogliere dollari. Ma poi i dollari sono stati scambiati con le lire su contratti di 3 mesi.

Il risultato è che le banche della Turchia hanno uno squilibrio a livello di scadenze sul loro libro contabile  in lire. Inizieranno rapidamente a subire perdite se i tassi di interesse interni saliranno troppo in alto, poiché hanno prestiti in lire a più lungo termine e finanziamenti in lire con scadenze più brevi.

Le banche avevano anche la possibilità di soddisfare il loro requisito di riserva in oro. Di conseguenza, la Turchia ha trovato un modo per rendere effettivamente disponibili i depositi in oro a sostegno dei prestiti alle famiglie (lasciando che l’oro sostituisca altre forme di riserve obbligatorie).

L’effetto netto è che le banche hanno un bilancio in valuta estera estremamente interessante, ma piuttosto complicato, con un insolito mix di vulnerabilità.

Allora, qual è la mia linea di fondo?

Semplice: dal punto di vista del bilancio, il rischio di una corsa al finanziamento in valuta estera delle banche pone vulnerabilità molto più ampie rispetto alle necessità di finanziamento del governo. Il governo, escluse le banche statali, ha quasi $ 100 miliardi di debito estero, ma meno di $ 10 miliardi in scadenza l’anno prossimo.

 Le banche hanno poco più di 150 miliardi di dollari di debito estero, ma oltre 100 miliardi di dollari n scadenza nel prossimo anno.

L’aumento del debito estero della Turchia nel 2017, che corrisponde a un aumento del disavanzo delle partite correnti della Turchia, ora sembra essere la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Setser conclude…

” Scommetto che le dinamiche in Turchia peggiorano prima di migliorare – nella maggior parte delle crisi, i creditori vogliono ridurre la loro esposizione, non solo smettere di incrementarle: il rischio sottostante di una grave crisi, rimane segnato da default sistemici, non solo da un deprezzamento epico “.

Ragazzi è la sintesi di una deflazione da debiti, ciò che vi racconto da anni, non c’è scampo…

DEFLAZIONE DA DEBITI: COSA POTREBBE ACCADERE

Nel frattempo sembra che si stiano tutti preparando alla fine del nostro Paese, non certo noi, anzi, noi non vediamo l’ora per dimostrare che sono tutte fesserie, tranne l’euro, quello si che è davvero fragile, fragilissimo…

Qualcuno nel frattempo ha suggerito a Moody’s di pensarci su bene due volte prima di ridurre il rating dell’Italia…

Stanno mettendo giudizio, giudicano dopo i fatti, comunque qualcuno ha suggerito loro di non esagerare… Moody’ prende tempo sul rating italiano e critica il governo: “Decreto dignità non aumenterà i cont… https://t.co/OlFw0Zxqph via @repubblica

— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) August 20, 2018

…ma tranquilli, forse questa volta il suggerimento è arrivato dall’alto!

Qui le date nelle quali gli sciacalli delle agenzie di rating colpiranno l’Italia…

31 agosto Fitch BBB stabile7 settembre Moody’s Baa2 rating watch negativo26 ottobre S&P BBB stabile

— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) August 20, 2018

Qui sotto grazie a Pippo, la prossima timeline per il nostro Paese…

State sintonizzati, non è finita non è affatto finita!

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TREASURIES: LA CALMA PRIMA DELLA TEMPESTA!, 10.0 out of 10 based on 10 ratings Author: Finanza.com

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MMT Trader gathering and dinner in NYC


I am planning an MMT Trader gathering and dinner in NYC in late October or early November. Let me know if you can make it.

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Dipendenti pubblici: la prescrizione contributiva non scatterà dal 1.1.2019

Come si ricorderà la legge 335/95 stabilì l’invio dell’estratto contributivo annuale anche per i lavoratori del pubblico impiego e contemporaneamente ridusse il periodo di prescrizione per tutti da 10 a 5 anni.

L’Inps con circolare 94/2017 precisò che la prescrizione per gli statali sarebbe scattata dal 2018 mettendo a rischio migliaia di lavoratori che avevano periodi vuoti per carenza delle rispettive amministrazioni datrici di lavoro..Di fronte alle comprensibili reazioni di veder messo in forse il diritto a pensione, l’Inps con successiva circolare n. 169/2017 ha spostato i termini di decorrenza della prescrizione per tutti i dipendenti pubblici dal 1.1.2019. Un anno di differimento non risolveva il problema come ha ampiamente dimostrato la vicenda estiva degli insegnanti che andranno in pensione dal prossimo 1 settembre, molti dei quali all’inizio si erano visti negare il pensionamento.Da qui un nuovo giustificato allarmismo.Con il comunicato stampa del 13 agosto 2018, l’Inps ha precisato che la posizione assicurativa dei dipendenti pubblici, potrà essere sistemata anche dopo il 1° gennaio 2019.Questa data ha rilievo solo per i rapporti fra INPS e datori di lavoro pubblici, perché mutano le conseguenze del mancato pagamento contributivo accertato dall’Istituto ma in capo alle PPAA non ai dipendenti.Il 31 dicembre 2018 non è la data ultima entro cui il dipendente pubblico può chiedere la sistemazione della propria posizione assicurativa, ma come il termine che consente al datore di lavoro pubblico di continuare ad applicare la precedente prassi consolidata nella Gestione dell’ex INPDAP. A maggior chiarimento, va evidenziato che i flussi di denuncia che perverranno all’INPS dal 1° gennaio 2019 saranno gestiti secondo le nuove indicazioni; i datori di lavoro pubblici potranno quindi continuare ad aggiornare le posizioni assicurative dei dipendenti, ma dovranno sostenere un onere, utilizzando come base di calcolo il criterio della rendita vitalizia ( art 13 della legge 1338/1962).

I dipendenti che vogliano verificare la propria posizione assicurativa possono accedere, tramite PIN, all’estratto conto e verificarne la correttezza. In caso riscontrassero lacune o incongruenze, possono chiedere la variazione RVPA, istanza per la quale non è previsto alcun termine.

Sempre in tema di estratto contributivo, con messaggio del 24/7/2018 , n. 2976, l’Inps ha reso noto che sono stati realizzati aggiornamenti procedurali sull’Estratto Conto Amministrazione ( ECA), strumento di gestione del credito per Enti, Pubbliche Amministrazioni ed aziende con dipendenti iscritti alla Gestione pubblica.

È stata, infatti, predisposta una nuova quadratura, definita “ECA post-validazione”, che consente di acquisire, per un ECA già validato ed inviato al soggetto contribuente dalla competente Struttura territoriale dell’Istituto, le eventuali modifiche intervenute sul periodo trattato, a seguito del successivo invio di ulteriori denunce contributive o a seguito dell’acquisizione di versamenti.

Verrà pertanto sostituito il meccanismo di conguaglio sul primo ECA ancora in lavorazione, in quanto sia i versamenti che le denunce si posizioneranno sull’estratto conto del periodo di competenza, consentendo una più chiara evidenza della posizione contributiva del datore di lavoro nei confronti dell’Istituto.

Si precisa che saranno elaborate le sole modifiche intervenute, prospettando in seguito, in un file riepilogativo inviato alle Amministrazioni, i soli elementi variati ed il relativo saldo.

Nel caso di “ECA post-validazione” che presenti dei crediti per l’Istituto sarà notificato un Avviso Bonario, per il quale il datore di lavoro potrà effettuare il relativo pagamento o inviare una denuncia a correzione; nel caso di mancato pagamento nei termini indicati, sarà attivato il recupero del credito mediante l’Agente della Riscossione.

Ove pervengano denunce di periodi che comportano variazioni degli importi a debito per i quali è stato già prodotto un Avviso di Addebito, sarà possibile, attraverso l’intervento dell’operatore della Struttura territoriale, procedere all’annullamento dell’avviso stesso. Nel caso di pagamenti intervenuti dopo la validazione dell’ECA, ma prima della consegna all’Agente della Riscossione dell’’Avviso di Addebito, quest’ultimo sarà annullato in automatico

L’invio degli “ECA post-validazione” sarà effettuato entro il 31 agosto 2018.Camillo Linguella

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Author: Finanza.com