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Hackers Next Big Target


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Il Credit Crunch – Analista Simone Rubessi

DISCLAIMER : Qualsiasi informazione, notizia, nozione, previsione, valore, prezzo o tecnica espressi all’interno del presente articolo sono semplici pareri personali dell’autore, con esclusiva finalità educativa e didattica, il suo contenuto non costituisce alcuna forma di consulenza o “raccomandazione di investimento” o “incentivo all’investimento” né in forma esplicita che implicita. Nulla di quanto riportato ha lo scopo di prestare consigli operativi personalizzati, di acquisto e/o vendita, nè raccomandazioni personalizzate riguardo una o più operazioni relative ad un determinato strumento finanziario. Nessuna opinione espressa riguardante investimenti o strategie di investimento può pertanto considerarsi adeguata alle caratteristiche di una specifica persona in merito alla sua conoscenza ed esperienza del trading online ed alla sua situazione finanziaria. L’autore del presente articolo avvisa che quanto scritto o previsto è un semplice punto di vista personale e non deve assolutamente essere considerato attendibile o adatto per possibili guadagni futuri.  Chiunque utilizzi queste informazioni per scopi diversi da quelli didattici lo fa esclusivamente di propria iniziativa e sotto la propria esclusiva responsabilità.

Il Credit Crunch – Analista Simone Rubessi

Oggi spenderò 2 parole in merito al Credit Crunch, per chi non sapesse cos’è, è la ‘stretta creditizia’ provocata dalle autorità monetarie. Si verifica quando le banche sono preoccupate della solvibilità di coloro a cui prestano i soldi e quindi tirano i remi in barca, concedendo prestiti a condizioni più rigide: aumentando i tassi o chiedendo più garanzie.

L’opinione comune pensa che questo fenomeno ci sia stato per tutti ma in realtà non è così, quello che si è verificata è un’asimmetria di questa manovra, in quanto le grandi imprese percepiscono l’80% dei crediti delle banche; mentre le medie, piccole e micro imprese percepiscono il 20% percento dei crediti bancari.

Un fatto non da sottovalutare è che il gruppo di medie, piccole e micro imprese sono circa il 99% del mercato. A me sembra una situazione alquanto paradossale dato che le imprese che forniscono la stragrande maggioranza  dei posti di lavoro ai cittadini abbiano difficoltà ad accedere al credito, mentre le poche grandi imprese hanno surplus di liquidità.

Capite bene che le situazioni economiche non sono casuali, ma indotte attraverso questo tipo di manovre e questa è soltanto la punta dell’iceberg.

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Big week for the dollar and markets


3 central bank meetings and the months jobs report. Dollar is fading.

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POSTE ITALIANE: ci ricascano con pubblicità ingannevole!

Già in passato mi sono beccato delle minacce, più o meno velate, da parte di dipendenti o dirigenti di Poste Italiane per gli articoli di denuncia che ho pubblicato sull’attività di questa azienda italiana appartenente a CDP.Cliccando QUI potrete rileggere alcuni di questi post.In questo caso torno a parlare dell’argomento dopo che ho letto la denuncia fatta all’Antitrust per pubblicità ingannevole. E quindi, cari signori di Poste Italiane, non ci sono solo io che vivo di sogni…Innanzitutto il video incriminato. Eccovelo.

Immagine anteprima YouTube

Bene signori, stiamo parlando di un prodotto che viene definito “ottimo per ogni investimento”. Alla faccia di Mifid2, qui si generalizza in modo assoluto. Va bene per tutto e per tutti. Il prodotto ideale per qualsiasi cittadino del globo. Anche perché poi…quanto rende? Beh, tenetevi forte perché il rendimento è pirotecnico. Ovvio, nel video si parla solo di capitale che cresce nel tempo, sicuro e tranquillo. Ma non si dice che il rendimento netto è pari allo 0,0074%. Avete letto bene.Dite che è poco? No, signori, vi sbagliate, perché in realtà questo rendimento risulta poi eroso dalle varie imposte. E quindi parlare di “capitale che cresce sempre nel tempo” è nel mondo dei sogni perché, come detto prima, ci sono anche imposte che devono essere conteggiate e potrebbero serenamente intaccare il capitale che quindi, non cresce, ma scende.

Infatti il tasso nominale annuo di un libretto ordinario è dello 0,01% lordo; è colpito da ritenuta fiscale del 26% e da un’imposta di bollo annua di 34,20 euro se la giacenza media supera i 5000 euro. Dunque il tasso netto è dello 0,0074%, di fatto nullo. Se si superano i 5000 euro di giacenza media annua e si paga l’imposta di bollo il capitale nel corso del tempo si erode.

Poi si parla di “denaro sempre disponibile”. Si, certo, ma a quali condizioni? E i seppur minimi interessi, a quel punto, vengono riconosciuti? Non credo proprio.Anzi, riguardatevi il video e provate a vedere verso la fine quelle “clausole vessatorie” scritte in piccolo piccolo che ricordano, facendo il fermo immagine (quindi se non ce l’avete siete fregati perché diventa difficile leggere in real time) il rischio di decurtazione (seppur minima) con un “salvo oneri di natura fiscale”.Dai conti fatti da Agcm (autorità garante concorrenza sul mercato), Altroconsumo ha calcolato che “lasciando sul libretto ordinario 6000 euro per 5 anni, ipotizzando il tasso netto dello 0,0074% e il bollo di 34,20 euro (applicato se la giacenza media annua è superiore ai 5000 euro), dopo 5 anni ci saranno 5831,20 euro con una perdita di ben 168 euro”.

Quindi forse si tratta di pubblicità ingannevole. Ma non è la prima volta. Forse però a Poste Italiane tutto è possibile vista la proprietà?

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)
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