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Economia

Trend Chasing Hotels | Boom Bust on RT America |


Hotels are having a massive expansion all around the world! Luxury and adventures are spurring on more travelers, but what trends are hotels chasing? Hilary Fordwich is back as she examines the hotel industry expansion with Bart Chilton. The saga continues as Trump enacts more tariffs on China. Caleb Maupin and Alex Mihailovich join Bart to discuss the implications and what this means for US/China relations. That and more on Boom Bust! [1042] Follow us on Twitter:
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Economia

COME FUNZIONANO LE VIEW SULL’EURODOLLARO DI QUESTO BLOG E FORMAZIONE GIORNALIERA DEGLI ABBONAMENTI

Author: Il Respiro del Grafico Finanza.com Blog Network Posts



PREMESSA
In seguito ad alcune critiche sui nostri report e anche ad alcuni insulti riguardo alla correttezza di alcune view, mai piacevoli da ricevere, soprattutto da chi non si firma con nome e cognome, vorrei sottolineare che in questo blog non vengono dati segnali operativi bensì view settimanali che ogni lettore decide liberamente di interpretare e sfruttare come vuole, se vuole.
Vorrei quindi motivare questa scelta, anche se non necessario, dicendo che su questo blog, per policy di borse.it, non posso dare segnali, né scrivere che operazioni sto facendo io, il che sarebbe identico a dare segnali.


PANORAMICA SULL’ANDAMENTO DELLA TEORIA DEI CICLI
Posso altresì dare una panoramica sull’andamento dei cicli e sul loro percorso che è lungi dal poterci fare operazioni se non si sa cosa si sta facendo durante la settimana, soprattutto per chi non sa operare con un corretto money management su piattaforme con leva elevata.


PRECISIONE DELLA TEORIA CICLICA MA ACCORGERSI DI QUELLO CHE ACCADE
Come però i lettori delle mie analisi avranno avuto modo di costatare, la teoria ciclica è molto precisa. Se dico che quel giorno finisce un ciclo, quel termine, pur potendo avere una precisione statistica di +/- 1/4 della durata del ciclo stesso, è normalmente rispettato forse a volte con un giorno di anticipo o in ritardo. 
Ma in quel lasso di tempo (un Daily ad esempio, che possono a volte anche essere più di uno) il mercato può scendere anche di 100 punti, per cui è indispensabile che il trader sappia che questo può accadere e quali sono le condizioni tecniche per accorgersi che questo sta accadendo.


DIFFERENZA TRA GLI INGRESSI DEI CICLI WEEKLY E PANICO!
Così come entrare long in un quarto Weekly di un Mensile non è esattamente la stessa cosa che entrare al primo Weekly dello stesso Mensile. Il primo Weekly di un Mensile rialzista può fare dai 75 fino ai 400 punti in questo periodo, mentre un quarto Weekly ne può fare anche solo 35 per poi crollare al ribasso.
In concomitanza ad alcuni eventi, scrivo degli aggiornamenti, ma dato che scrivere un articolo mi impegna due ore e mezza circa, in buona fede non riesco a togliere ogni volta questo tempo alla mia personale attività, in quanto dovrei farlo quasi ogni giorno, in quanto chi entrasse in posizione con troppi contratti nel punto sbagliato andrebbe subito in panico dopo avere costatato la sua errata comprensione del momento giusto in cui entrare.


IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE
Come mia propensione e indole preferisco invece fare formazione per mettere in grado, chi volesse cimentarsi, di diventare autonomo piuttosto che arrampicarsi sulle view operative dei vari siti in giro per il web.
Questo è quello che faccio io e credo vada rispettato.

GRATUITÀ DEL MATERIALE FORMATIVO 
La Teoria dei Cicli è valida per qualsiasi strumento finanziario e permette, a chi la conoscesse anche solo a grandi linee, di interpretare in modo corretto quello che scrivo.
É per questo che, nella sezione CONDIVISIONE DELLA CONOSCENZA, archivio tutti quegli articoli più specifici dove espongo i criteri base sulla Teoria dei Cicli oltre a condividerne la parte fondamentale, dove spiego come funziona, il tutto gratuitamente da quattro anni, sottolineando ancora una volta che non prendo nulla né da borse.it, né dalle “impressioni” di Google come qualcuno ha insinuato.

DIFFICOLTÀ DELLE CONGESTIONI DI QUESTI ULTIMI MESI
Pur rispettando praticamente sempre il mercato la Teoria dei Cicli, può accadere, come in questi ultimi mesi, che l’estrema volatilità a alternanza dei cicli in modo più irregolare dovuto ad un periodo di congestione di questa valuta, renda molto difficile sia la loro interpretazione che l’operatività su di essi.

Tutti coloro quindi che credessero di potersi mettere long o short in base ad una view del lunedì, senza rispettare alcune regole tecnico/cicliche fondamentali che andrebbero seguite durante la settimana, si rendono automaticamente responsabili del loro successo o insuccesso.

FORMAZIONE NEI REPORT GIORNALIERI
É per questo che tengo i corsi sulla Teoria dei Cicli e che ho aperto gli abbonamenti a questo nuovo tipo di formazione giornaliera!

Nei report giornalieri infatti sarebbe preponderante la parte formativa in modo che chi dovesse fare un’operazione saprebbe in autonomia dove mettere gli stop e i target ma anche in quali cicli non operare.

Grazie!
Francesco Filippi



ABBONAMENTO GIORNALIERO VIEW SULL’EURODOLLARO

Per informazioni o abbonamento:
Ing. Francesco Filippi 349 466 18 24
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PERCORSO TECNICO CICLICO PREDITTIVO, ANALISI VISIVA DEL BATTLEPLAN E UTILIZZO DEGLI INDICATORI CICLICI

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Economia

Analisi Euro Dollaro – Martedì 27 Marzo 2018 – Time Frame 4h

Author: Il Respiro del Grafico Finanza.com Blog Network Posts

DISCLAIMER – Qualsiasi informazione, notizia, nozione, previsione, valore, prezzo o tecnica espressi all’interno del presente articolo sono semplici pareri personali dell’autore, con esclusiva finalità educativa e didattica, il suo contenuto non costituisce alcuna forma di consulenza o “raccomandazione di investimento” o “incentivo all’investimento” né in forma esplicita che implicita. Nulla di quanto riportato ha lo scopo di prestare consigli operativi personalizzati, di acquisto e/o vendita, né raccomandazioni personalizzate riguardo una o più operazioni relative ad un determinato strumento finanziario. Nessuna opinione espressa riguardante investimenti o strategie di investimento può pertanto considerarsi adeguata alle caratteristiche di una specifica persona in merito alla sua conoscenza ed esperienza del trading online ed alla sua situazione finanziaria. L’autore del presente articolo avvisa che quanto scritto o previsto è un semplice punto di vista personale e non deve assolutamente essere considerato attendibile o adatto per possibili guadagni futuri.  Chiunque utilizzi queste informazioni per scopi diversi da quelli didattici lo fa esclusivamente di propria iniziativa e sotto la propria esclusiva responsabilità.



VIEW PERSONALE SETTIMANALE
Dal grafico si può vedere chiaramente il primo Bisettimanale del primo Mensile del secondo Trimestrale iniziato giovedì 1 Marzo 2018.

ORIENTAMENTO DEL BATTLEPLAN WEEKLY
Si vede anche la forma rialzista di un Battleplan Weekly stirato verso l’alto il cui termine potrebbe avvenire domani martedì 27 marzo 2018 al valore 1,2420/1,2430.
Da quel punto inizierebbe il quarto Weekly destinato a chiudere il Mensile intorno al 3 Aprile 2018.

INVERSIONE DEL BISETTIMANALE
Attualmente sembra che ci sia stata un’inversione del secondo ciclo Weekly come indicato nella figura contenuta nell’ellisse rossa. Motivo per cui il massimo che sta facendo il prezzo in area 1,2460 (ora che scrivo il report alle 01:50) è correttamente superiore all’area di massimo del Bisettimanale precedente in area 1,2420.

FINE CICLO MENSILE
La fine del ciclo Mensile sarà visibile una volta che il quarto Weekly avrà fatto il suo massimo. Si potrà calcolare tracciando una retta sui massimi dei due settimanali e riportando una parallela a tale trend line sul minimo di inizio Mensile passante per l’1 Marzo 2018.
Questa trend line non necessariamente dovrebbe passare per i minimi dei due settimanali, come attualmente rappresentata nel grafico (trend line rosso chiaro rialzista).
Il valore corretto lo troveremo a fine quarto Weekly.

INDICATORI CICLICI
L’indicatore ciclico Trimestrale ha attualmente la media mobile ciclica a 1,2120 e a fine Marzo potrebbe trovarsi a 1,22 e oltre nel caso cambiasse pendenza.
L’incrocio quindi tra il giorno in area 3 Aprile e il valore che assumerà la media mobile ciclica ci darà il valore esatto da cui potrebbe partire il rialzo tanto atteso.

OPERATIVITÁ SCONSIGLIATA
Come affermo da sempre nei mie articoli, sarebbe opportuno operare solo sui cicli Settimanali e Mensili per evitare il rumore di fondo dovuto ai cicli a Tre Giorni. Inoltre non tutti i settimanali sono adatti a questa operatività sia in direzione long che short.
Questo perché i cicli Weekly, soprattutto in questo periodo, si compongono in cicli Bisettimanali e hanno lo stesso orientamento dei cicli a Tre Giorni, per cui è molto difficile entrare al volo in un percorso i cui ritracciamenti possono variare da qualche manciata di punti a più di 50 punti.
Chi non fosse in grado di leggere i miei grafici, per mancanza di conoscenze tecniche, per poca esperienza o per qualunque altro motivo, ma seguendo solo il sentiment di medio lungo periodo dell’articolo, si troverebbe subito a fare i conti con stop o ritracciamenti violenti.

CONOSCENZA SULLA COMPOSIZIONE DI STRUTTURE
Inoltre anch’io posso fare valutazioni non proprio esatte ad inizio settimana su possibili ritracciamenti, target o composizione di strutture. Composizione di strutture che possono subire anche cambiamenti radicali pur rimanendo intatta la loro ciclicità.
Da quando è iniziato il ciclo Sedecennale, il trend di fondo è sempre stato long fino al raggiungimento dell’area 1,25, come più volte affermato nei miei articoli passati.

Per cavalcare un periodo di congestione, come quello passato dell’ultimo Trimestrale, dove si susseguono continuamente combinazioni di strutture cicliche, non è sufficiente seguire un report fatto ad inizio settimana, ma è indispensabile avere delle conoscenze più approfondite sulla teoria ciclica e su quella tecnico ciclica in modo da comprendere le naturali modifiche, sia in tempi che in target, che potrebbero avvenire durante la settimana.



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Economia

WALL STREET: i mercati sentono puzza di bruciato

Author: Lukas Finanza.com Blog Network Posts

wall-street-fear-index

La politica acquista un ruolo preponderante. Il quadro si complica e i mercati sono preoccupati su quello che potrebbe succedere in futuro. [Guest post]

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, la nuova sfilza di dazi annunciati da Trump, soprattutto nei confronti dei prodotti cinesi, ha molto innervosito Wall Street, scossa peraltro anche dai guai di Facebook. In un contesto economico molto positivo è dunque la politica a portare nuova incertezza e volatilità sui mercati finanziari internazionali. Doveva essere, infatti, la settimana delle decisioni di politica monetaria della Fed ed invece i mercati hanno dovuto fare, improvvisamente, i conti con importanti ed audaci scelte politiche che mettono in discussione l’intero processo di globalizzazione dell’economia mondiale. Scelte politiche controverse che determineranno inevitabili reazioni, soprattutto ad opera della Cina, che non dimentichiamolo, detiene una quota rilevante dei titoli del debito pubblico Usa. Del tutto giustificato pertanto il nervosismo dei mercati, che vedono, inaspettatamente, messo in crisi il paradigma e l’intero assetto dell’odierna economia mondiale.

Preoccupazioni per ora prospettiche, che trovano al momento limitati riscontri sullo scenario intermarket. In particolare, solo il dollaro Usa sembra evidenziare ed esprimere già compiutamente l’essenza della nuova politica protezionistica americana. Anche in quest’ultima ottava, infatti, la valuta Usa perde valore e si deprezza dello 0,88 %. Negli ultimi dodici mesi, il deprezzamento, è ben più ingente, ossia pari al 10,2 %. E’ evidente che gli Usa vogliono proteggere, in ogni modo e con ogni mezzo l’industria ed i prodotti made in Usa.

Ma è un’illusione, il protezionismo, infatti, non ha mai portato benefici economici e non ha mai salvato industrie ed imprese improduttive. Non a caso le commodities non sfruttano, per rivalutarsi, la debolezza del dollaro. Negli ultimi dodici mesi, infatti, risultano anch’esse in calo del 6,8 %. Il protezionismo Usa non le favorirà di certo, anzi tutt’altro. Anche il mercato obbligazionario comincia seriamente a mostrare dei dubbi. Nell’ultima ottava i rendimenti dei bond decennali Usa, arretrano ancora di 3 bps, e retrocedono a quota 2,82 %. Ciononostante la Fed si propone, dopo il rialzo di 25 bps di questa settimana, altri 2 o 3 aumenti dei tassi nel corso dell’anno. Sono evidentemente molto ottimisti, verificheremo nel corso dell’anno, se il loro attuale ottimismo sia fondato o meno. E’ tuttavia il mercato azionario, il luogo in cui, oggi, si esprimono con maggiore evidenza le preoccupazioni degli investitori. Quest’ultimi sembrano non apprezzare affatto le nuove misure protezionistiche annunciate da Trump. I listini Usa, infatti, sono ormai espressione di imprese che operano prevalentemente a livello globale, e non nazionale. In particolare, Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500 che, non a caso, reagisce stornando, in quest’ultima ottava, di un ingente 5,95 %.

Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 36.146
Large Traders : + 22.789
Small Traders : + 13.357

S’attenua ma trova ancora conferma la volatile configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. In quest’ultima ottava registriamo, infatti, nuovamente, variazioni significative nelle posizioni dei diversi operatori, pari a 23.885 contratti. In particolare, in quest’ultima ottava, sono i Large traders a cedere l’intero lotto dei 23.885 contatti long. Evidentemente gli stessi cominciano ad aver seri dubbi sulla loro strategia trend- following. Tuttavia, riducono ma non invertono ancora la loro posizione, che resta Net-Long. I Commercial traders, invece, come spesso accade in casi di rilevanti storni, acquistano a man basse, rilevano infatti ben 21.497 contratti long, e riducono in misura corrispondente la loro abituale ed ancora solida posizione di copertura, Net Short. Gli Small Traders, infine, si confermano degli operatori contrarian, in una settimana da incubo acquistano infatti altri 2.388 contratti long e consolidano la loro attuale posizione Net Long. Le movimentazioni di quest’ultima settimana riducono l’entità e la forza dell’attuale configurazione, ma non la fanno venir meno. Come detto sin dal suo esordio, in data 05/12/2017, essa è una configurazione storicamente e statisticamente molto volatile. Anche in quest’ultimo caso, conferma e non smentisce i suoi tratti peculiari. Al suo esordio l’S&P 500 era infatti a quota 2.651,50 punti, da allora è dapprima salito, su base weekly, sin quota 2.872,37, per poi scendere oggi sino a quota 2588,26. Un’escursione di ben 284,11 punti, ossia pari al 10,7 % in poco più di tre mesi. Nonostante le movimentazioni di quest’ultima ottava, la stessa non appare ancora prossima al suo epilogo. Da ciò desumo che l’incertezza e la volatilità oggi presente sui mercati è destinata purtroppo a proseguire. Molto probabile che da questi valori potremmo assistere ad un nuovo rimbalzo, ma ciò non muterà l’incerto trend attuale. Il ritorno in un ambiente Goldilocks è infatti da escludersi.

D’altronde un’Amministrazione come quella di Trump è del tutto incompatibile con una situazione di tranquillità e bassa volatilità dei mercati. Operare, pertanto, con grande cautela e non assumere grandi rischi, mi appare un atteggiamento alquanto saggio da assumere.

Futuro prossimo che si prospetta, quindi, molto incerto per i mercati azionari, che cercherò, comunque, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. In questo molto movimentato inizio d’anno, il mio portafoglio, denominato “ Azioni Italia – LTM “, ha conseguito una lieve perdita, pari allo 0,38 %. Performance inferiore a quella realizzata dal Ftse All Share, pari nel contempo al + 1,42 %. Una sotto-performance dell’ 1,8 %, che evidenzia le difficoltà operative di quest’ultimo periodo, ma che non fa venir meno la fiducia nel mio trading system, che negli ultimi 5 anni ha conseguito una sovra-performance media annua pari al 16 %. Ciò detto, in coerenza con l’analisi sopra esposta, questa settimana riduco notevolmente dal 77,5 al 42,5 % le mie posizioni long ed innalzo dal 22,5 al 57,5 % le mie posizioni short, assumendo di conseguenza una posizione Net Short pari al 15 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

Lukas

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Economia

Il Cartalismo e l’approccio alla moneta come entità guidata dalle tasse (1ª parte)

Author: Pavlina R. Tcherneva Rete MMT

1. Introduzione

Economisti, numismatici, sociologi e antropologi insieme hanno sondato a lungo la fastidiosa questione su “Che cos’è la moneta?”. E sembra che la “pazzia babilonese” di Keynes abbia influenzato una nuova generazione di studiosi non convinti delle spiegazioni convenzionali sulle origini, sulla natura e sul ruolo della moneta [1]. Tra di loro ci sono i sostenitori di un approccio eterodosso identificato come “Cartalismo”, “neo-Cartalismo”, [approccio della] “moneta guidata dalle tasse”, [approccio della] “moneta moderna” o “moneta come entità creata dallo Stato”.

Il contributo cartalista ruota intorno all’idea che la moneta non può essere studiata correttamente se isolata dai poteri dello Stato – sia che si tratti di Stati-nazione moderni, sia si tratti di antichi organi di governo. Offre così una visione diametralmente opposta a quella della teoria ortodossa, in cui la moneta nasce spontaneamente dai tentativi di individui intraprendenti come mezzo di scambio volto a minimizzare i costi di transazione del baratto. La versione standard ritiene che la moneta sia neutrale – un velo, un semplice mezzo di scambio che lubrifica i mercati e deriva il suo valore dal suo contenuto metallico.

Il Cartalismo, d’altra parte, afferma che la moneta (in generale) è un’unità di conto, designata da una autorità pubblica per la codifica degli obblighi di debito nella società. Più specificatamente, nel mondo moderno questa relazione di debito è tra la popolazione e lo Stato-nazione sotto forma di una passività fiscale. Così la moneta è un’entità creata dello Stato e un credito fiscale per estinguere questo debito. Se proprio la moneta deve essere considerata un velo, è un velo della sua natura storica specifica di queste relazioni di debito. Perciò, il Cartalismo insiste su una analisi della moneta fondata dal punto di vista storico e radicata dal punto di vista sociale.

Questo capitolo distingue tra diverse proposizioni cartaliste generali sull’origine, sulla natura e sul ruolo della moneta e diverse proposizioni specifiche sulla moneta nel contesto moderno. Offre solo un esame veloce della documentazione storica per far luce sulle caratteristiche essenziali della moneta enfatizzate nella tradizione cartalista. Le idee cartaliste non sono nuove, sebbene siano per lo più associate strettamente agli scritti di Georg Friedrich Knapp della Scuola Storica Tedesca. Così il capitolo esamina brevemente esempi della storia del pensiero che hanno enfatizzato la natura cartale della moneta. Il paper quindi discute il Cartalismo, chiarendo alcuni aspetti dei concetti propri della visione cartalista e traendo le implicazioni per le valute moderne. Conclude infine con una discussione sulle diverse applicazioni di questo approccio alla politica.

Cartalismo: le proposizioni generali

La documentazione storica suggerisce un esame del Cartalismo secondo le sue proposizioni generali e specifiche. Queste ultime affrontano la natura della moneta nel contesto moderno e, sebbene il Cartalismo non dovrebbe essere strettamente identificato con l’approccio della moneta moderna, le proposizioni specifiche sono più importanti per capire le economie odierne, le valute moderne e la politica monetaria e fiscale di governo.

Molto brevemente, le proposizioni generali del Cartalismo sono:

  1. Il punto di vista atomistico che considera la moneta come mezzo di scambio per minimizzare i costi di transazione del baratto tra individui che massimizzano l’utilità [a], non trova nessun supporto nella documentazione storica.
  2. Il contesto appropriato per lo studio della moneta tiene conto degli aspetti culturali e istituzionali, ponendo un’enfasi speciale sulle considerazioni sociali e politiche.
  3. Di conseguenza, i Cartalisti individuano le origini della moneta nel settore pubblico, definito in senso generale.
  4. Proprio per sua natura, la moneta è una relazione sociale di un particolare tipo – è una relazione credito-debito.
  5. Il Cartalismo offre un approccio gerarchico alle relazioni sociali di debito dove la moneta, intesa come la passività dell’entità che governa, si trova al vertice della gerarchia.
  6. La moneta funziona principalmente come una unità di conto astratta, che è poi usata come mezzo di pagamento e saldo di un debito. Argento, carta, oro o qualsiasi “cosa” serva come mezzo di scambio è solo la manifestazione empirica di quello che è essenzialmente una unità di conto amministrata dallo Stato. Così la funzione della moneta come mezzo di scambio è incidentale e contingente alle prime due funzioni come unità di conto e mezzo di pagamento.
  7. Ne deriva che, per usare l’appropriata espressione di Ingham, la moneta di conto è “anteriore da un punto di vista logico e precedente da un punto di vista storico allo scambio sul mercato” (2004: p. 25).

Neo-Cartalismo: le proposizioni specifiche

Il recente “risveglio” della tradizione cartalista, detto anche neo-Cartalismo, approccio della moneta guidata dalle tasse o approccio della moneta moderna, è particolarmente interessato a capire le valute moderne. Così i Cartalisti contemporanei propongono diverse proposizioni specifiche riguardo alla moneta nel mondo moderno:

  1. Le valute moderne esistono all’interno del contesto di certi poteri dello Stato. I due poteri essenziali sono:
    1. il potere di imporre tasse ai suoi cittadini, e
    2. il potere di dichiarare che cosa accetterà per il pagamento delle tasse.
  2. Così lo Stato definisce la moneta come quell’entità che sarà accettata nelle esattorie governative per estinguere i debiti nei suoi confronti.
  3. Lo scopo della tassazione non è di finanziare la spesa pubblica, ma quello di creare la domanda per la valuta – da cui il termine “moneta guidata dalle tasse”.
  4. Logicamente, e in pratica, la spesa pubblica avviene prima della tassazione, per fornire quanto è necessario a pagare le tasse.
  5. Nel mondo moderno, gli Stati di solito hanno il potere di monopolio sull’emissione della loro valuta. Stati con controllo sulla valuta sovrana (cioè quelli che non operano sotto le restrizioni di tassi di cambio fissi, dollarizzazione, unioni monetarie o currency board [b]) non affrontano nessun vincolo finanziario operativo (sebbene possano affrontare vincoli politici) [2].
  6. Gli Stati che emettono la loro valuta non hanno nessun obbligo di prendere a prestito o tassare per finanziare la spesa. Mentre le tasse creano la domanda di  valuta, contrarre un prestito è a priori un’operazione di gestione del tasso di interesse. Questo conduce a conclusioni di politica drasticamente diverse.
  7. Come monopolista della propria valuta, lo Stato ha anche il potere di stabilire i prezzi, considerando sia il tasso di interesse sia prezzo al quale la valuta è scambiata con altre merci e servizi.

Il neo-Cartalismo è giustamente incluso nella scuola di pensiero generale Cartalista. Quando si dice che “la moneta è una entità creata dallo Stato” o che “le tasse guidano la moneta”, ci sono due cose importanti da tenere a mente. In primo luogo, con “Stato” ci si riferisce non solo ai moderni Stati-nazione, ma anche a qualsiasi autorità di governo come un governo sovrano, un antico palazzo, un prete, un tempio o un governo coloniale. In secondo luogo, la “tassa” denota non soltanto una moderna imposta sul reddito, sugli immobili o un’altra imposta sulla persona, ma anche un qualsiasi obbligazione non reciproco nei confronti dell’autorità di governo – multe, tasse, pagamenti, tributi, imposte e altri obblighi.

Prima di entrare nel dettaglio delle proposizioni generali e specifiche del Cartalismo, le prossime due sezioni daranno uno sguardo veloce alla documentazione storica delle origini della moneta e al riconoscimento della natura cartale della moneta nella storia del pensiero.

2. Storia della moneta

I Cartalisti insistono su uno studio della moneta basato sulla struttura delle relazioni sociali e fondato da un punto di vista storico. Mentre un resoconto conclusivo della sua genesi è forse impossibile da ottenere, essi si rivolgono ad una analisi storicamente completa per portare alla luce una spiegazione più accurata della natura, dell’origine e del ruolo della moneta [3].

Genesi della moneta

È un fatto fondato che [il concetto di] Moneta preceda la stampa di monete fisiche di quasi 3000 anni. Così i Cartalisti intendono correggere il comune errore di confondere le origini della moneta con le origini della coniazione (Innes, 1913: p. 394, Knapp, 1924: p. 1, Hudson, 2003: p. 40).

Molto in generale, essi propongono due spiegazioni dell’origine della moneta. Grierson (1977), Goodhart (1998) and Wray (2001) affermano che la Moneta ha avuto origine in antichi sistemi penali che istituivano sistemi di compensazione basati su multe, simili al guidrigildo, come mezzo per saldare il proprio debito per i danni inflitti alla parte lesa. Questi debiti erano saldati secondo un sistema complesso di esborsi, che alla fine furono centralizzati come pagamenti allo Stato per i crimini commessi. In seguito, l’autorità pubblica aggiunse varie altre multe, pagamenti, tasse e imposte alla lista delle obbligazioni della popolazione.

La seconda spiegazione, offerta da Hudson (2003) e sostenuta da alcuni studiosi di Assiriologia (ibid.: p. 45, n. 3), traccia le origini della moneta nei palazzi e templi mesopotamici, che svilupparono un sistema elaborato di contabilità interna di crediti e debiti. Queste grandi istituzioni pubbliche giocarono un ruolo chiave nello stabilire una unità di conto e conservazione del valore di uso generale (inizialmente per registrazione interna ma anche per amministrare i prezzi). Hudson sostiene che la moneta si sia evoluta attraverso istituzioni pubbliche come misura standardizzata, indipendentemente dalla pratica di pagamenti per lesioni.

Queste storie non sono mutualmente esclusive. Come suppone Ingham, dato che un sistema di debiti per trasgressioni sociali è esistito in società pre-Mesopotamiche, è molto probabile che “il calcolo delle obbligazioni sociali si trasformò in un mezzo per misurare le equivalenze tra merci” (2004: p. 91). L’analisi di Henry dell’antico Egitto (2004) unisce le due spiegazioni. In Egitto, come in Mesopotamia, la moneta è emersa dalla necessità della classe dominante di mantenere una contabilizzazione dei raccolti agricoli e dei surplus accumulati, ma è servita anche come sistema di contabilità per il pagamento di tasse, tributi esteri e obblighi tribali verso i re e preti [4].

L’importanza della documentazione storica sta nel: (1) delineare la natura della moneta come relazione sociale di debito; (2) evidenziare il ruolo delle istituzioni pubbliche nello stabilire una unità di conto standard codificando schemi di contabilizzazione e liste di prezzi; e (3) mostrare che in tutti i casi la moneta è stata un fenomeno precedente al mercato, che rappresentava inizialmente una unità di conto astratta e un metodo di pagamento e, solo in seguito, un mezzo di scambio generalizzato.

La cartalità della moneta

La precedente discussione dà una indicazione preliminare della natura cartale della moneta. La storia rivela il ruolo dell’autorità pubblica per stabilire un equivalente universale per misurare i debiti e per determinare quale “oggetto” sarà usato in corrispondenza di questa misura di conto.

Come spiega Knapp, i pagamenti sono sempre misurati in unità di valore (1973 [1924]: pp. 7-8). La moneta perciò è cartale perché lo Stato “proclama… che un pezzo di questo tipo è valido, così come tante unità di valore” (ibid.: p. 30). È irrilevante quale materiale sarà usato in corrispondenza di quelle unità di valore. La moneta è un “biglietto” o un “gettone” usato come mezzo di pagamento o misura di valore. Il mezzo di pagamento, “sia monetine sia garanzie” o qualsiasi “oggetto fatto di materiale privo di valore”, è un “oggetto rappresentativo” al quale “un decreto [dello Stato] dà un uso che prescinde dal suo materiale” (ibid.: p. 32).

Questo è ciò che dà al Cartalismo il suo nome: “Forse la parola latina ‘Charta’ può avere il senso di biglietto o gettone. . . I nostri mezzi di pagamento hanno questa forma di gettone o cartale” (ibid.). Da qui in poi, Knapp definisce sempre la moneta come “un mezzo di pagamento cartale” (ibid.: p. 38).

È importante distinguere tra la “moneta di conto” e l’”oggetto-moneta, cioè tra la unità di conto astratta e l’oggetto fisico a cui essa corrisponde. Keynes spiega: “la moneta-di-conto è la descrizione o il titolo e la moneta è l’oggetto che risponde alla descrizione” (Keynes, 1930: pp. 3-4, corsivo nell’originale). Le teorie ortodosse non riescono a distinguere la moneta di conto dall’oggetto empirico che serve da moneta, il che conduce a diversi enigmi irrisolvibili di teoria monetaria (vedi oltre).

Per concludere, la moneta “certa” è quella che è accettata dalle esattorie dello Stato; “la cartalità si è sviluppata… perché lo Stato dice che le monete hanno questo aspetto e che la loro validità è fissata grazie al suo annuncio” (Knapp, 1973 [1924]: p. 36). Allo stesso modo, Keynes sostiene che “l’Età della Moneta Cartalista o di Stato è stata raggiunta quando lo Stato ha reclamato il diritto di dichiarare quale oggetto dovesse corrispondere, come moneta, alla moneta-di-conto contingente – quando reclama non solo il diritto di imporre il vocabolario, ma anche quello di scrivere il vocabolario” (Keynes, 1930: p. 5).

Dalla Mesopotamia e dall’Egitto alle moderne economie, monarchi, governatori e Stati-nazione hanno sempre “scritto il vocabolario”. Quindi, il Cartalismo può spiegare perché oggetti apparentemente privi di valore come i tally stick ), tavolette di creta o la carta sono stati usati come moneta [5]. Le autorità di governo non hanno solo scelto la moneta di conto e dichiarato quale “oggetto” debba corrispondere alla moneta, ma hanno anche usato la tassazione come veicolo per far nascere nuove valute. Questo non è forse mai così evidente come nei casi dell’Africa coloniale.

Le economie Africane furono monetizzate attraverso l’imposizione di tasse e l’insistenza affinché le tasse fossero pagate con la valuta europea. L’esperienza di pagare le tasse non era nuova per l’Africa. La novità stava nel requisito che le tasse fossero pagate nella valuta europea. Il pagamento obbligatorio in valuta europea fu una provvedimento critico nella monetizzazione delle economie africane come anche nella diffusione del lavoro salariato (Ake, 1981: p. 34).

Tasse che avrebbero dovuto esser pagate in moneta [in Africa] furono introdotte su numerosi oggetti – bestiame, terreni, case e le persone stesse. La moneta per pagare le tasse era ottenuta dalla coltivazione di colture destinate al commercio o dal lavoro in fattorie di proprietà europea o nelle loro miniere (Rodney, 1972: p. 165, corsivo nell’originale).

L’imposizione fiscale da pagare in valuta Europea era tutto quello che serviva perché le tribù colonizzate cominciassero ad usare la nuova moneta. La tassazione ha costretto i componenti della comunità a vendere merci e servizi ai colonizzatori in cambio della valuta che avrebbe permesso di soddisfare i loro obblighi fiscali. La tassazione si rivelò essere un mezzo estremamente efficace per costringere gli africani a iniziare la produzione di raccolti destinati al commercio e per offrire il lavoro in cambio di un salario (vedi anche Forstater, 2005).

Le autorità pubbliche, come i governatori coloniali, non solo “scrissero il vocabolario” ma lo fecero per molti millenni. Come evidenziato da Keynes, la moneta è stata moneta cartale per almeno 4000 anni:

Lo Stato, perciò, entra in gioco innanzitutto come l’autorità legale che impone il pagamento della cosa che corrisponde al nome o alla descrizione nel contratto. Ma entra doppiamente in gioco quando, in aggiunta, reclama il diritto di determinare e dichiarare quale oggetto corrisponde al nome, e di variare la sua dichiarazione di volta in volta – vale a dire quando reclama il diritto di rivedere il vocabolario. Questo diritto è reclamato da tutti gli Stati moderni e così è da almeno quattromila anni. È quando si è raggiunto questo stadio dell’evoluzione della moneta che il Cartalismo di Knapp – la dottrina in base alla quale la moneta è una creazione peculiare dello Stato – è pienamente realizzato… Oggi tutta la moneta civilizzata è, oltre ogni possibilità di discussione, cartalista. (Keynes, 1930: pp. 4-5)

Note dell’Autore

1.^ In un articolo dallo stesso titolo Ingham racconta quello a cui Keynes si riferiva come la sua “pazzia Babilonese”. In una lettera a Lydia Lopoltova, Keynes scrisse che l’impresa di collocare le vere origini della moneta nelle antiche civiltà del Vicino Oriente “lo assorbì fino alla frenesia” (Ingham, 2000: p. 16. n. 3).

2.^ Il Cartalismo non è limitato ai sistemi a tasso di cambio variabile – “anche un gold standard può essere un sistema Cartalista” (Wray, 2001: p. 1). La scelta del regime del tasso di cambio ha varie implicazioni per il potere di spesa dello Stato, ma non significa che lo Stato abbia perso la capacità di imporre una tassa ai suoi cittadini e di dichiarare come questa tassa debba essere pagata.

3.^ Un’analisi dettagliata della storia della moneta va oltre l’obiettivo di questo capitolo. I lettori interessati sono rimandati al Capitolo 1 di Tymoigne e Wray in questo volume.

4.^ Henry aggiunge inoltre che la Moneta non può esistere senza potere e autorità. Le società basate sull’ospitalità e sullo scambio semplicemente non hanno motivo di usarla, mentre in una società in cui le relazioni sociali sono gerarchicamente organizzate, la classe dominante è costretta a inventarsi unità di conto standard, che misurino non solo il surplus economico raccolto sotto forma di tasse, ma anche doni reali e tributi religiosi che sono stati imposti sulla popolazione (2004: p. 90).

5.^ Il caso dell’Egitto è particolarmente interessante perché l’unità ufficiale di conto, chiamata deben, non aveva nessuna relazione con qualsiasi specifico oggetto. Era una misura di conto astratta pari a 92 grammi, per cui varie “cose” – frumento, rame o argento – equivalenti a 92 g, e relativi multipli, erano usati come moneta (Henry, 2004: p. 92).

Note del Traduttore

a. ^ Il concetto di massimizzazione dell’utilità è descritto ad esempio qui.

b. ^Currency board: questa espressione è traducibile con comitato valutario, ma solitamente viene usata l’espressione inglese anche in italiano; vedere per esempio Wikipedia.org.

c. ^I tally stick sono dei bastoncini di legno squadrati, intagliati in modo tale da indicare l’ammontare di una compravendita o di un debito. Il nome del debitore e la data della transazione erano scritti sui lati opposti del bastoncino, che era poi diviso in due parti nel senso della lunghezza, in modo da dividere a metà gli intagli. Un taglio praticato vicino a una estremità faceva sì che i due pezzi fossero di lunghezza diversa. La parte più lunga era conservata dal venditore/creditore, la parte più corta dal compratore/debitore. Ogni metà conteneva una descrizione completa della transazione, in modo che entrambe le parti fossero protette da tentativi di frode. Questo sistema, nato in questa forma nel Medioevo, è sopravvissuto fino al XX secolo in economie rurali in alcune zone del Danubio e della Svizzera (vedi Moslereconomics.com e Wikipedia.org).

Originale pubblicato nel 2006

Traduzione a cura di Carlo Vittoli, Supervisione di Maria Consiglia Di Fonzo