Categorie
Economia

API inventories. What’s in store for crude.


The economy remains the key.

Categorie
Economia

BITCOIN è in bolla? La BLOCKCHAIN è sopravvalutata? VA BENE COSI!

Author: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts

Ormai sono l’argomento dell’anno. Bitcoin, criptovalute, blockchain.
Ma soprattutto su quest’ultima ci sono tante cose da dire, perché rappresenta una rivoluzione, un po’ come è stato internet.
E di questo ho già parlato nei miei precedenti post.
Ma è anche vero che in questo periodo, c’è anche tanta confusione sull’argomento. E allora che si fa? Visto che sto vivendo un periodo molto intenso della mia vita professionale e non, tanto da non avere quasi il tempo per dormire, ho deciso di pubblicarvi un paio di  video che vi spiega in modo semplice la rivoluzione blockchain ma anche le criptovalute e ovviamente il Bitcoin.

La visione è consigliata a tutti coloro che sono digiuni dell’argomento o, meglio ancora, a tutti coloro che vogliono finalmente capire perché QUESTA è una rivoluzione.
Che oggi sia in bolla non c’è dubbio, ma il paragone fatta con la bolla internet è azzeccata. Anche nel 2000 internet è stata protagonista di una clamorosa bolla, ma non per questo è scomparsa. E qui con la blockchain e il bitcoin è la stessa cosa: si tratta sempre di una rivoluzione epocale che necessita di stabilizzarsi ma che, per forza di cose, ci cambierà la vita.
Guardate i video di Marco Montemagno, credo che vi sarà molto utile.

Il primo su cosa è il BITCOIN e perché le banche lo vogliono affossare

Il secondo invece è l’interessante approfondimento su Bitcoin, blockchain, criptovalute. Da vedere.

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)
Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

VN:F [1.9.20_1166]

please wait…

Rating: 10.0/10 (1 vote cast)

BITCOIN è in bolla? La BLOCKCHAIN è sopravvalutata? VA BENE COSI!, 10.0 out of 10 based on 1 rating

Categorie
Economia

Qual è l’età giusta per la pensione?

Author: clinguella@finanza Finanza.com Blog Network Posts

L’età della pensione è un’asticella mobile che viene posizionata sempre più in alto. Grosso modo è stata sempre legata alla speranza di vita, calcolata in maniera empirica e non soggetta ad adeguamenti automatici. Ante riforma Dini in vigore dal 1996, l’età pensionabile era suddivisa per genere, anche se i coefficienti di calcolo, diversamente dalle rendite per la pensione complementare, sono uguali sia per gli uomini che per le donne, 55 per le donne e 60 anni per gli uomini più una possibilità di andarsene anticipatamente se si aveva 57 anni di età e 35 di contributi. Poi il limite di età è stato portato a 65 uniformando l’età maschi/femmine, età agganciata all’aspettativa di vita, prima con cadenza triennale e dal 2019 con un incremento biennale. Dal 2019 appunto l’età indifferenziata per tutti è prevista in 67 anni.
Pur rendendosi conto di tutte le difficoltà possibili ed immaginabili sulla saldezza
Ancora ieri l’avveduto e cauto Avvenire  segnalava come “Il quarto rapporto sul ‘Bilancio del Sistema previdenziale italiano’ elaborato dal centro di ricerca Itinerari Previdenziali mette insieme cifre impressionanti sui costi di quella generosità. Nel 2014 per pagare i 444 miliardi di costi del welfare – di cui 216 miliardi sono le pensioni, altri 111 miliardi la sanità, il resto sono assistenza e prestazioni temporanee – lo Stato ha dovuto impiegare ovviamente tutto l’incasso dei contributi, ma ci ha dovuto aggiungere quello delle imposte sui redditi delle persone (l’Irpef) e delle società (l’Ires) più l’imposta regionale sulle aziende (l’Irap) e un terzo dell’Isos (l’imposta sostitutiva)“. Il welfare si prende “il grosso” delle tasse.dei conti pubblici, importi in parte ingigantiti oltre il dovuto ed enfatizzati oltre il ragionevole, è chiaro un limite di età  indifferenziato non poteva andare bene, per motivi di giustizia sociale, per risbloccare il mercato del lavoro irridi gito anche per la mancanza del turn over e perché a lavori diversi ( sembra un’ovvietà) corrispondono stili di vita diversi, compresa l’aspettativa di vita.
Guardate bene, l’aspettativa di vita attualmente viene calcolata dai 65 anni in poi, per definire per quanti anni si pagherebbero le rate pensionistiche a partire da lì. Non si tiene conto dell’aspettativa alla nascita, mentre in Svezia, il paese di riferimento in materia, di cui abbiamo copiato la famosa “busta arancione”, si tiene conto di entrambi gli elementi.
Finchè c’era la crisi economica le persone accorte ed avvedute hanno subito la riforma Fornero sena eccessive ritrosie. Ma finita la fase emergenziale, anzi sembra proprio che ci siamo messi a correre e siamo al + 1.8,  era ovvio che certe rigidità venissero eliminate o quanto meno smussate.
La risposta a questa esigenza  è stata l’ape volontaria, quella sociale ed i lavoratori precoci. Il mancato avvio della prima, di cui comunque non si sente in giro una spasmodica attesa, e la deludente risposta sull’ape sociale unito all’annuncio dell’innalzamento di ulteriori 5 mesi per andare in pensione, hanno fatto deflagrare il tema.
In base al promo monitoraggio c’era stato solo il 30% delle domande di ape sociale accolte ed il 70%. Ora in base ai correttivi interpretativi sempre che le percentuali siano ribaltate.
Qual è la situazione al giorno di oggi è noto.
Il governo, utilizzando i 300 non spesi per l’ape sociale ha fatto una serie di proposte che non hanno avuto un applauso corale da parte dei sindacati, nonostante  l’offerta di un abbassamento  degli anni di contributi richiesti, 30 anni anzicché dei 36 oggi previsti per i lavori gravosi. I contendenti, chiamiamoli così, si sono impegnati a vedersi e decidere per il 18 prossimo, perché nessuno si sarebbe riunito il 17 di venerdì, perché in quel caso l’esito negativo sarebbe stato scontato (è una facezia naturalmente).
Il punto fermo mantenuto dal governo è che l’impianto della Fornero non si tocca, ma si possono fare degli aggiustamenti.
Ma allora il problema principe è, a prescindere dal problema della sostenibilità economica nel lungo periodo, qual è l’età ottimale per il pensionamento.La risposta è essenzialmente di natura ( per gli interessati) psicologica.
Stando ai dati Inps, infatti la media dell’età al pensionamento degli italiani è di molto inferiore ai 65 anni perché più del 40% dei pensionamenti annui è costituito da pensione di anzianità ora anticipate. Trattandosi di lavoratori che hanno messo assieme più di 40 anni di contributi, sono situazioni che nel prossimo futuro saranno difficilmente replicabili. E’ una grossa fetta di chi è potuto sfuggire comunque ai più alti limiti di età. Poi c’è un altro elemento che rinforza la tesi psicologica. Nel Pubblico impiego per esempio, fino al 2012 il limite di età era di 65 anni per uomini e donne e c’era la possibilità di chiedere il trattenimento in servizio per ulteriori 2 anni, fino a 67 anni. Ebbene, in questo caso la percentuale di chi chiedeva il trattenimento era uguale se non superiore ai richiedenti la pensione anticipata. Il lavoratore non deve sentirsi ingabbiato e deve essere libero, da una certa età in poi, se lo desidera, andarsene in pensione.
Se matura questo convincimento va da un patronato, se non si fida delle simulazioni della busta arancione di cui sopra, e si fa fare i suoi calcoli sulla presunta pensione, se gli conviene bene, se no stringe i denti e deve continuare a lavorare. La flessibilità in uscita d’altro canto, è costitutiva del sistema contributivo, anche se la flessibilità è collegata al raggiungimento di un importo minimo.
Naturalmente per rendere realistico uno scenario del genere occorrono realizzare due corollari,
il primo modificare il sistema di calcolo dei coefficienti di trasformazione che devono tenere anche conto delle diverse aspettative di vita e essere calcolati pro-quota. Poiché ad 0gni variazione dell’aspettativa di vita i coefficienti si abbassano, occorre salvaguardare gli importi già maturati.
Secondo l’adesione massiccia alla previdenza complementare. Essa rimane l’unico elemento che può rendere realistico il ritiro anticipato dal lavoro. Se cioè di può disporre di una rendita che unita a quella dell’Inps abbia come sommatoria un importo accettabile, in modo da non porre nessun onere aggiuntivo a carico dello Stato come integrazioni pensionistiche al minimo  che dal sistema contributivo sono appunto state già escluse.

Camillo Linguella

VN:F [1.9.20_1166]

please wait…

Rating: 0.0/10 (0 votes cast)

VN:F [1.9.20_1166]

Rating: 0 (from 0 votes)

Categorie
Economia

Page wall post by Francesco Miglino

La J.P.Morgan c’ impone i Gabellieri, Soros c’ impone l’ immigrazione di massa, la Bilderberg c’ impone i giornalisti asserviti, la Sassoon c’ impone la finta opposizione che aggrega con l’ utilizzo dei protocolli CIA, l’ Aspen c’ impone gli intellettuali ammaestrati, la BRI trasforma le banche sparse sul nostro territorio in sedi politiche per distruggere le imprese e realizzare il progetto mondialista.L’ assedio è totale. Eppure, con la determinazione della consapevolezza e la forza dei numeri, riconquisteremo la nostra libertà.

Categorie
Economia

[960] Belt And Road: China’s Latest Project


China's last party gathering has ended with President Xi cementing his power; Danielle DiMartino Booth joins us and discusses the future of China. The Belt and Road Initiative is China's latests attempt at establishing a new Silk Road; Bart Chilton joins us to discuss the implications this will have. Follow us on Twitter:
https://twitter.com/RT_BoomBust

https://twitter.com/BiancaFacchinei Check us out on Facebook — and feel free to ask us questions:
http://www.facebook.com/BoomBustRT
http://www.facebook.com/LindsayDaleFrance
https://www.facebook.com/biancafacch