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Analisi Eurostoxx50: 13 Novembre – 17 Novembre 2017

Author: mike17@finanzaonline Finanza.com Blog Network Posts

Stoxx Giornaliero

Buonasera, ed ecco che una volta arrivati al dunque con la scadenza del setup mensile di ottobre, i “tori” cominciano ad essere in affanno, con il vincolo ribassista presente su ogni ciclo tracy inverso che pesa come un macigno, il quale se non viene subito scaraventato via rischia di schiacciarli.

Andiamo con ordine, nel caso in cui non venga rispettato il vincolo sul settimanale inverso, avremo come conseguenza l’avvio di una nuova struttura ciclica inversa di grado mensile almeno ed è lecito ipotizzare che come accennato settimana scorsa, si possa materializzare una barra outside mensile.

Con l’avverarsi di ciò, si attiverebbe anche lo swing incondizionato sul ciclo trimestrale di indice, il cui livello ovviamente coincide con il minimo di ottobre ovvero a quota di 3580, quindi per riepilogare possiamo affermare che una volta che si realizzerà la barra outside di novembre su ottobre, ci troveremo davanti alla partenza di un nuovo ciclo inverso di grado t+3.

Tutto questo risulterà vano se i “tori” dovessero fare i fenomeni riuscendo a far segnare un nuovo massimo nella prossima settimana o almeno superare il top del 7 novembre a quota 3695.

Stay tuned!

Setup e livelli angolari

Setup Annuale
ultimo 2016
range 2672-3290
uscita rialzista
Prossimo 2019

Setup Mensile
Ultimo: Ottobre
Range: 3580 – 3708 (compresa estensione 3677-3708)
Uscita: in attesa
Prossimo: Dicembre

Setup Settimanale
Ultimo: 30 Ott/3 Nov

Range: 3653 – 3708
Uscita: ribassista
Prossimo:13/17 Novembre

Angoli Annuali anno 2017 : 2790, 3010, 3290, 3345, 3470, 3810

Angoli Mensili Novembre: 3495,3560, 3765,3825

Angoli Settimanali:3540, 3585,3625, 3680

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Nicola Sturgeon Opening Remarks @ #INET2017


First Minister of Scotland Nicola Sturgeon kicks off #INET2017 in Edinburgh.

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have a road map


I know exactly what is going to happen.

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Mina Ue sul prossimo governo: l’Italia dovrà fare la manovra-bis

Ci sono due mine in arrivo da Bruxelles, pronte per essere posizionate sul tavolo del governo. Ma non di questo, bensì del prossimo. L’esecutivo che uscirà dalle elezioni di primavera rischia infatti di dover affrontare come primo – e urgente – dossier quello dei conti pubblici. Una manovra-bis, in prima battuta. E teoricamente addirittura una procedura di infrazione. Un’ipotesi certamente estrema, che legherebbe le mani per i prossimi anni al futuro capo del Tesoro. Scenari ipotetici, ma non impossibili. 

Al momento – si bisbiglia in Commissione – non è stata presa ancora alcuna decisione. Ufficialmente ogni giudizio è rinviato al 22 novembre, quando l’esecutivo Ue pubblicherà le opinioni sulle leggi di bilancio. Lì sarà molto chiaro ciò che è già filtrato ieri: nella manovra per il 2018 mancano 3,5 miliardi. Da qualche parte, prima o poi, qualcuno dovrà tirarli fuori. Ma non solo, perché c’è pure il rischio concreto di una «deviazione significativa» nel 2017. Il «non rispetto» dei vincoli fissati dal Patto di Stabilità potrebbe, nel caso limite, portare alla procedura. 

Nessuna delle due mine, però, esploderà entro la fine dell’anno. Con una serie di acrobazie, la Commissione è pronta a concedere ulteriore tempo all’Italia. La richiesta di una manovra-bis (come quella fatta all’inizio di quest’anno) in piena campagna elettorale sarebbe controproducente, secondo il governo e secondo Bruxelles. Jean-Claude Juncker teme l’avanzata dei partiti populisti ed è disposto a tendere entrambe le mani verso il governo. Però le cifre parlano chiaro. 

I 3,5 miliardi di euro di «buco» corrispondono allo 0,2% del Pil, ossia la quota che mancherebbe all’Italia per rispettare l’accordo informale preso con Bruxelles prima dell’estate. Le parti si erano accordate su una riduzione del deficit strutturale pari allo 0,3% del Pil (anziché lo 0,6% come previsto dai vincoli del Patto), circa 5,25 miliardi. Il problema è che i tecnici della Commissione si sono accorti che la manovra italiana non arriva a quella cifra: lo sforzo strutturale non va oltre lo 0,1%, ossia 1,75 miliardi. Ne mancano 3,5. Magari Bruxelles non li chiederà tutti fino all’ultimo centesimo e si troverà il modo di abbassare la cifra, anche perché con Roma resta una divergenza nel modo in cui vengono calcolati i parametri. Ma, si dice, «qualcosa andrà fatto». Resta da capire a chi spetterà farlo: la campagna elettorale è certamente il momento peggiore per chiedere a un governo una manovra aggiuntiva. L’ipotesi di un rinvio, dunque, resta la più accreditata. 

Anche sull’eventuale procedura d’infrazione, alla fine, si prenderà tempo. Bruxelles dovrà per forza di cose redigere un rapporto sul debito pubblico italiano. Non è detto che lo faccia entro la fine dell’anno, potrebbe attendere: soltanto in primavera i dati Eurostat certificheranno le cifre definitive per il 2017. A oggi, però, le stime dicono che nell’anno in corso l’Italia ha sforato. Il saldo strutturale – tra il 2016 e il 2017 – è peggiorato di 0,4%. Considerato che l’Italia avrebbe dovuto migliorarlo di 0,6%, lo scostamento è di un punto di Pil: 17,5 miliardi. Da questi, però, va scontata la quota di flessibilità ottenuta per sisma e migranti, circa lo 0,34% del Pil (6 miliardi). Nonostante ciò resta uno scostamento dello 0,66%: 11,5 miliardi. Se confermata in primavera, la cifra potrebbe portare teoricamente all’apertura di una procedura di infrazione. 

Ma sarà, eventualmente, un problema del prossimo governo. Certo è che la Commissione non potrà rinviare troppo a lungo le proprie decisioni e quindi la questione rischia pesare anche sulla data delle prossime elezioni. L’ipotesi, ormai lontana, di un voto a maggio, renderebbe più difficile anche questa partita.
 

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TRENDS 2.0.46: GARBAGE TIME!

Author: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts

TRENDS - Analisi tecnica intermarket

Dopo un periodo ricco di incontri e riunioni importanti, il mercato quasi tira un attimo il fiato e sembra sonnecchiare tra i soliti dati macroeconomici. Però qualcosa si sta muovendo? In Italia? NO, il nostro FTSEMIB resta in tendenza. Ma analizzando l’intermarket scopriamo che qualche segnale premonitore sorge all’orizzonte. Ma non parliamo di possibilità, bensi di una tendenza chiaramente invertita. Il titolo del post forse vi anticipa qualcosa in merito al segmento high yield.

Ovviamente qui sto banalizzando il concetto. Vi consiglio di vedere il video (FREE) per capire cosa intendo dire…

Quindi… benvenuti al nuovo numero di TRENDS, con tanti grafici e tante analisi intermarket che vi aiuteranno a capire le dinamiche dei mercati finanziari, sempre più correlati ed interessanti.

Riprendetevi i post di questa settimana, credo ne valga proprio la pena e poi, se possibile, sostenete questo progetto di cultura finanziaria e di consapevolezza operativa. La registrazione è stata fatta in modo abbastanza impulsivo e diretto, cercando di sintetizzare e velocizzare i ragionamenti. Spero di essere comunque comprensibile. Come sempre critiche e commenti sono ben graditi. Lascio massima libertà ai lettori di contribuire (se vorranno) all’iniziativa, cliccando qui sotto, in modo tale da capirne anche il livello di gradimento. Sappiate che il Vs sostegno è MOLTO importante per la continuazione di questo progetto che vive solo grazie al Vostro sostegno.

Eccovi il video. Buona visione a tutti!

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