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[958] The Cost of Doing Business: Sexual Harassment Lawsuits


Online media consumption is at an all-time high, so Reilly Smith joins us to talk about a new platform attempt to disrupt the major players. Tax reform is still an ongoing situation on the Hill, Steve Malzberg breaks down the latest from Washington, D.C. Sexual harassment is tax deductible as company’s looking to settle out of court see those payouts as a cost of business. Watching The Hawk’s Tabetha Wallace joins host Lindsay France to discuss this unusual aspect of tax law. Follow us on Twitter:
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BANKITALIA CONSOB: SCARICABARILE!

Author: icebergfinanza Finanza.com Blog Network Posts

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Ieri all’improvviso in piena campagna elettorale, i finti tonti della politica italiana si sono all’improvviso svegliati, si sono accorti che Bankitalia e Consob, le quali si accusano a vicenda,  non hanno vigilato, non solo, hanno assecondato le dinamiche predatorie nei confronti dei risparmi degli italiani da parte di un manipolo di pericolosi e avidi banchieri, un gruppetto di psicopatici che andrebbe messo in galera, insieme a chi doveva vigilare e amministrare, consigli di amministrazione compresi, gente che dovrebbe essere espulsa dalla società civile.

C’è poi chi si dimostra preoccupato per le conseguenze della verità, della giustizia, come se toccare alcuni personaggio, metterli davanti alle loro evidenti responsabilità dovesse far crollare il mondo. Poi ci sono alcuni inutili idioti della carta stampata, che assecondano editori conniventi con la finanza e la politica, che amplificano ad arte quella o quell’altra notizia.

Non vi piacciono le espressioni forti? Signori, siamo in guerra, o eliminiamo in fretta dalla società civile, determinati personaggi o i nostri figlie e nipoti si troveranno ad essere schiavi di un sistema criminale, basato esclusivamente sul profitto e sulla manipolazione sistematica.

Il timore che l’onda arrivi a Francoforte. Il Quirinale preoccupato che Draghi possa essere tirato in ballo per l’operazione MPS-Antonveneta.

Aleggia una certa inquietudine, ai massimi vertici istituzionali, perché la vicenda sta andando proprio nella direzione che Sergio Mattarella ha sempre giudicato dannosa per la credibilità complessiva del paese. La commissione d’inchiesta sulle banche è diventata, al tempo stesso, il set perfetto di una campagna elettorale distruttiva e il luogo di processo sommario alle istituzioni di vigilanza, in un confuso rimpallo di responsabilità: Consob contro Bankitalia, Bankitalia contro Consob. E soprattutto l’ennesima irritualità, sul tema banche, come ai tempi della mozione parlamentare del Pd su Visco.(…)

Ora il timore al Quirinale è che questo sia solo l’inizio. E che, in un imprevedibile crescendo, possa essere tirato in ballo, in modo scomposto e confuso, il nome dell’attuale presidente della Bce Mario Draghi.

Ieri la signorina Nouy ha detto al Parlamento europeo di non impicciarsi, comandano loro, ha regalato qualche zuccherino, forse posticiperanno il termine per mettersi in regola sugli NPL, questi si svegliano sempre quando ormai il cadavere è stato sepolto, Padoan compreso, il quale ha detto che nell’ultimo consiglio europeo, nessuno lo ha appoggiato contro la BCE sui crediti deteriorati, e ti credo il 40 % a livello europeo sono nostri, un regalino di Mario Draghi e Angela Merkel che hanno assecondato , l’attacco speculativo al nostro Paese nel 2011, imponendoci deflazione salariale e austerità, ma si sa sono cosuccie difficili da comprendere

L’intervento della reponsabile della vigilanza Bce dopo che ieri il servizio giuridico dell’Europarlmento aveva messo i paletti all’iniziativa sui nuovi criteri per i crediti deteriorati: “È nei poteri della Bce”. Ma apre a uno slittamento: “Forse il 1 gennaio 2018 non è un buon momento per iniziare”

Npl, Nouy replica al Parlamento: “Regole sono nostra competenza”

Banche, nuovo scaricabarile tra Consob e Bankitalia. Ma per Casini, l’ uomo giusto per depotenziare la commissione di inchiesta, non serve il confronto diretto, non bisogna fare rumore, per lui è tutto chiaro .

Ma andiamo oltre il nostro povero Paese, i furbi imperversano ovunque, i fessi sono all’ordine del giorno.

Chi ci segue da tempo sa cosa pensiamo della banca voragine tedesca con la banca intorno, dead bank walking, una banca per anni amministrata da autentici criminali, gente avida ed ignorante come buona parte di chi lavora nella finanza predatrice, perfetti psicopatici creati nei laboratori, che hanno istigato per anni dei veri e propri robot umani, atti a delinquere, frodare e manipolare quotidianamente.

I BARI DI DEUTSCHE BANK!

Deutsche Bank, Der Spiegel ne decreta la fine in una lunga inchiesta

Ovvio, non tutti hanno partecipato a questa associazione a delinquere, ma la maggior parte ha fatto finta di nulla assecondando le dinamiche predatorie.

Ripeto, non uno solo di questi delinquenti che hanno imperversato ovunque, non solo nella banca tedesca sono in galera, tutti in circolazione a piede libero, imbottiti di cocaina e denaro rubato ai risparmiatori e all’economia reale.

CRISI FINANZIARIA: PSICOPATICI IN AZIONE! 

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Ma va bene così, ci meritiamo anche questi psicopatici, perché sono la fotocopia della nostra attuale società, frodano, manipolano, comprano uomini e donne, con la promessa del potere, denaro e carriere, un gruppo di inutili idioti che nulla non produce nulla di interessante e utile per la società, anzi contribuisce alla sua destabilizzazione.

Ne abbiamo parlato per anni, ma non interessa a nessuno, apatia e tolleranza sono le ultime virtù di una società morente.

In Italia, stanno facendo la commissione di inchiesta sulla crisi bancaria, l’ennesima bolla di sapone, perché l’intreccio e la connivenza tra editoria, politica e banchieri è da sempre il cancro che sta lentamente distruggendo il Paese.

Noi ci fermiamo qui, avremo tempo e modo nei prossimi anni di riassumere il tutto in un paio di libri, nel frattempo notiamo che…

Robot al posto dei bancari: Deutsche Bank prepara una maxi sforbiciata…

“La verità è che non avremo più bisogno di tutte queste persone”, aveva detto, riferendosi ai 90mila impiegati. “Nelle nostre banche abbiamo persone che si comportano come robot, che fanno cose meccaniche. Domani avremo robot che si comporteranno come esseri umani”. In quell’occasione aveva invitato i colleghi ad “abbracciare la rivoluzione” e a rendersi conto che molti lavorano “come abbecedari” e possono dunque essere rimpiazzati.

In certi casi potrebbe avere ragione, il signorino che amministra la voragine con la banca intorno, io invece suggerirei di rimpiazzare tutto il management di buona parte della finanza mondiale, con dei robot, gente inutile, psicopatica, che ha portato il mondo al disastro, con la complicità delle banche centrali e della vigilanza in genere, gente che ora si tira fuori che addirittura si arroga il merito di aver salvato il mondo, inondando di liquidità l’economia.

Ma tu pensa, davvero c’è ancora qualche ingenuo o fesso che crede che ne usciremo in fretta da questa autentica ATOMICA DEFLATTIVA, una combinazione di DEBITO ai massimi livelli storici, declino demografico e ora dopo la tecnologia anche la robotizzazione.

No signori, siamo come le rane in pentola, ci stiamo, ci stanno cucinando a fuoco lento, senza accorgercene, non c’è alternativa al progresso, eliminate valori e tradizioni, non servono a nulla, eliminate tutto ciò che è naturale, non serve più far parte di un sesso o dell’altro, non serve scriverlo sulla carta di identità, addirittura serve una Corte costituzionale di idioti che suggerisca …

La Corte costituzionale tedesca chiede di legalizzare il “terzo sesso”

C’è un’aria mistica li fuori, un manipolo di esaltati che quotidianamente piazza droga e spazzatura in mezzo ai portafogli di ignari ed avidi risparmiatori, furbi e fessi ovunque, come ai bei tempi, prima dell’inizio della Grande Recessione nel 2007, quando nessuno o quasi badava a quello che raccontavamo quotidianamente.

Dite che ci vuole coraggio per scrivere queste cose? No, non ci vuole coraggio per raccontare la VERITA’, la REALTA’, ma solo passione e tenacia, amore per la verità, figlia del tempo. Auguri Ragazzi, ne abbiamo davvero bisogno, la storia farà GIUSTIZIA!

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Disrupting Media Platforms


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White hair economy, una risorsa per il Paese

Author: clinguella@finanza Finanza.com Blog Network Posts

Mentre diventa sempre più stringente il confronto governo sindacati per regolamentare in maniera diversa l’aumento automatico dell’età pensionabile, non possiamo ignorare che una parte rilevante della popolazione ha un’età anagrafica molto alta che non è sempre negativo ma contiene come vedremo molta positività. Sull’aumento dell’età pensionabile  proprio ieri c’è stata una nuova apertura del governo s. In pratica l’Esecutivo propone che dal 2021 l’aspettativa di vita è calcolata considerando la media del biennio 2018-2019 confrontata coi due anni precedenti. In caso di aumento della vita media l’incremento dell’età verrebbe applicato dal 2021-2022, se il risultato è negativo questo non dà luogo ad una riduzione dell’età ma verrebbe invece «scalato» nel biennio successivo (2023-2024).

Ma torniamo a coloro che hanno i capelli bianchi. Attualmente il 28% della popolazione ha un’età superiore a 60 anni che diventeranno circa il 40% nel 2040. Considerando che l’età media al pensionamento è di 63 anni, si deduce che i due terzi di costoro sono anche pensionati.
Nella vulgata comune, più simile ad una fake news che ad una notizia oggettiva, i pensionati italiani, specie quelli andati via con il sistema retributivo o misto o con una pensione di anzianità, sono dei privilegiati, quasi una specie di casta che si affianca alle altre che usufruisce  immeritati privilegi a danno dell’economia nazionale e soprattutto dei giovani che per colpa loro, quando arriverà il loro turno pensionistico, avranno pensioni al limite della sussistenza. Fake news appunto.
Innanzitutto i pensionati con la pensione hanno “indietro” i contributi versati durante la loro carriera lavorativa e con il processo continuo dell’innalzamento dell’età non è detto che riescano a spendere tutto il montante accumulato, nonostante il convincimento contrario, poi restituiscono alla collettività parte delle loro pensioni come irpef, perché in Italia, diversamente dagli altri paesi della Ue che hanno una tassazione ridotta, i pensionati sono soggetti ad una tassazione ordinaria. Solo per gli iscritti alla previdenza complementare la rendita è tassata dal 15% al 9%. I pensionati italiani, che non possono sfuggire al fisco, hanno un’aliquota media del 27%. Sulla previdenza complementare dei pubblici dipendenti il governo ha proposto la parificazione del trattamento fiscale della previdenza complementarecon i dipendenti del settore privato ed un meccanismo di silenzio assenso per i nuovi assunti in modo da portare le adesioni dall’attuale 4 al 20%.
Gli anziani  sono innanzitutto dei consumatori e alimentano tutta un’economia che ruota attorno ai loro bisogni.
Non un costo per la collettività, ma al contrario una risorsa. Secondo una ricerca di Itinerari previdenziali il valore aggiunto prodotto dalla White hair economy sarebbe quantificabile in almeno 43,4 miliardi di euro (dato riferito al 2014).
Oltre alle attività classiche finanziarie e assicurative, gli indicatori del suo enorme potenziale economico, considerando i per intero tutti i settori in cui esercita un impatto diretto,come “sanità e assistenza sociale” il settore principalmente interessato senza cioè fare alcuna ponderazione della domanda espressa dagli over, il valore aggiunto prodotto sale addirittura a quota 122,5 miliardi.
Dobbiamo aggiungere  il social housing ma anche i viaggi, lo svago, cultura e tempo libero. Basti pensare che, per quel che riguarda i consumi culturali, gli anziani presentano nel complesso consumi simili o di poco inferiori alle altre fasce di popolazione, mentre fatte 100 le vacanze brevi o lunghe, gli over 65 rappresentano il 15-16% dei vacanzieri (e il 22% della popolazione). Che le attività economiche finalizzate a dare risposta ai bisogni legati all’allungamento della vita possano costituire una risorsa per il Paese è confermato anche dalle stime riguardanti l’impatto in termini occupazionali: infatti Itinerari previdenziali stima i lavoratori che gravitano attorno al soddisfacimento dei bisogna sopraccennati, stima un aggregato pari a 2,5 milioni di posizioni lavorative, non solo medici, assistenti sociali, care giver, operatori finanziari e del tempo libero cui bisogna aggiungere  architetti, ingegneri, operatori già da ora impegnati nel co-housing per superare la ghettizzazione delle attuali case albergo, come quelle gestite dall’Inps, oppure le RSA, le Residenze sanitarie per anziani che molte volte si sono rivelati dei veri lager anche se le rette sono molto elevate.
Già ora la platea di imprese riconducibile alla “Economia dei capelli bianchi” sarebbe quantificabile in almeno 251mila, valore che sale a 675mila, laddove si tenga ancora una volta conto per intero di tutti i settori su cui la White hair economy esercita un impatto diretto.

Uno studio del Censis già nel 2015 (Censis e Future Concept Lab nell’ambito dell’evento “Il buon valore della longevità. Dagli scenari alle soluzioni”), affermava che i consumi trainati dagli anziani fanno girare l’economia più dei giovani.
Per la prima volta la spesa per consumi delle coppie con un capofamiglia anziano (di 65 anni e oltre) è superiore (e non di poco: circa 1.200 euro l’anno in più) a quella delle coppie con a capo un giovane di 18-34 anni. E negli anni della crisi (2009-2014) gli anziani che vivono soli hanno aumentato la spesa per consumi del 4,7% in termini reali, mentre quella dei millennials single è andata a picco (-12,4%), così come la spesa media delle famiglie italiane nell’insieme (-11,8%).
Cura della salute e aiuti ai figli e nipoti sono i canali tradizionali di intervento degli anziani, ma ora si aggiunge la formazione e lo sport, vedi le università e lo sport per la terza età. La potenza di spesa che gli anziani sostengono di tasca propria ammonta a 13 miliardi di euro per far fronte con risorse proprie a bisogni non coperti dal welfare pubblico. Anche perché con il pensionamento vengono a cessare quasi tutti i benefici legati al neo welfare aziendale, a cominciare dall’assistenza sanitaria integrativa, che non è integrativa per niente, ma in molti casi sostitutiva del SSN! Gli anziani inoltre spendono 2,7 miliardi di euro l’anno per attività formative proprie o di membri della famiglia (magari un corso di inglese o di violino per un nipote). In totale, sono 7 milioni gli anziani che contribuiscono con i propri soldi al benessere della famiglia, di figli o nipoti, anche finanziando consumi altrui.
Apparentementei in controtendenza rispetto alla battaglia per bloccare l’adeguamento automatico dell’età pensionabile, molti pensionati manifestano una forte voglia di lavorare, voglia di reddito. Ma dopo aver acquisito la pensione però. Il che non è paradossale. I lavoratori dipendenti sentono come forche caudine i limiti di età della Fornero e pertanto vogliono poter stabilire, ad un’età accettabile , quando uscire dal mondo del lavoro e quelli che hanno ancora forza e volontà,lavorano non solo per disporre di una quota di reddito aggiuntiva, ma anche per vincere l’inedia . Molti sono costretti a lavorare perché hanno ancora i figli a spasso o alle prese con lavoretti precari. In questo caso, e non sono pochi, fanno di necessità virtù. Sono 3,2 milioni quelli che già lavorano regolarmente o di tanto in tanto mentre molti proveranno ad avviare un’attività autonoma.

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confessioni del fondatore di Facebook: “Dio solo sa cosa sta facendo al cervello dei bambini”

Author: Redazione Finanza.com Finanza.com Blog Network Posts

“Dio solo sa che cosa fa ai cervelli dei bambini”. Le ultime critiche contro il mondo dei social network e, in particolare contro Facebook, non arrivano dal mondo della neuropsichiatria o psicologia infantile, né da quello dei pediatri, pedagoghi, insegnanti e così via. A fare quella che appare quasi una confessione è uno degli stessi fondatori di Facebook, il 38enne Sean Parker.

In un’intervista rilasciata ad Axios, Parker ammette anche che chi ha inventato i social, “io, Mark (Zuckerberg), Kevin Systrom di Instagram, tutti noi, eravamo consapevoli di quello che stavamo facendo. E lo abbiamo fatto comunque“.

Facebook per Parker è una spirale, un circolo vizioso, che porta gli utenti a cercare di ottenere ossessivamente una costante approvazione…”esattamente il genere di roba che un hacker come me inventerebbe, che sfrutta la vulnerabilità della psicologia umana“.

E il danno non è certo limitato ai cervelli dei più piccoli.

“All’epoca in cui stavamo creando Facebook, c’erano queste persone che venivano da me, dicendo: ‘Non sarò mai sui social’. E io rispondevo. “Ok. Vedrai che cambierai idea’. E loro: ‘No, no, no. Per me le interazioni che avvengono nella vita reale sono importanti, sono importanti la presenza, il momento, l’intimità’. E io dicevo: ‘Alla fine ci sarai anche tu’”.

Parker continua:

“Non so se in quel momento mi rendessi davvero conto di quanto dicevo, visto che quando una rete cresce, fino a fagocitare 1 miliardo-2 miliardi di persone…diventa qualcosa che finisce letteralmente per cambiare il tuo rapporto con la società, e i rapporti tra le persone stesse, con conseguenze non intenzionali..probabilmente interferisce anche in modo strano con la produttività…E Dio solo sa cosa sta facendo ai cervelli dei bambini”.

“Ogni volta che qualcuno mette un like o posta un commento o qualsiasi altra cosa – ha continuato Parker – noi vi diamo un po’ di dopamina, che vi porterà a postare altri contenuti, a fare più like e a commentare”.

Sean Parker si sarebbe così tanto pentito del mostro che ha creato al punto da definirsi oggi una sorta di obiettore di coscienza.

Tutto questo, mentre neurologi e psichiatri continuano a interrogarsi sui danni che Facebook sarebbe in grado di provocare. Come hanno fatto i ricercatori della Bergen University in Norvegia, che hanno addirittura creato una scala che monitora fino a che punto un determinante utente sia dipendente dal social.

Si chiama “Bergen Facebook Addiction Scale“, ed è un questionario che pone le seguenti domande:

“Usate Facebook per dimenticare i vostri problemi?” o “Diventate irrequieti e agitati se vi si impedisce di usare Facebook?”.

Lo studio ha concluso che Facebook è capace di provocare nel cervello gli stessi effetti scatenati dalla cocaina.

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