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Le tendenze dell’intelligenza artificiale nel 2024

Author: Wired

Il 2023 è stato un anno fondamentale per l’intelligenza artificiale. Come fa notare TechCrunch, questa tecnologia ha infatti abbandonato per sempre una dimensione di nicchia per approdare, a una velocità superiore rispetto a quella di qualsiasi altra innovazione del passato, in una dimensione decisamente più mainstream. Cosa dovremmo aspettarci quindi dal 2024?

Il futuro di OpenAI

La prima riflessione riguarda la società che più di tutte ha contribuito all’exploit dell’AI, ovvero OpenAI. Secondo gli esperti del blog statunitense, il momentaneo licenziamento di Sam Altman dello scorso 17 novembre imporrà all’amministratore delegato un atteggiamento più prudente e responsabile. Il primo riscontro, in questo senso, è atteso dal lancio del GPT store, il negozio virtuale dal quale sarà possibile per gli utenti acquistare giochi e strumenti che utilizzano l’AI. Ad approdare con diverse novità sul mercato nel settore dell’intelligenza artificiale dovrebbe essere soprattutto Google che è pronta a implementati sempre di più le sue AI (Gemini e Bard) nei propri software e servizi.

Da esperimento a regola

Ciò che in molti casi nel 2023 è stato solo sperimentato, potrebbe diventare la regola già nel corso dell’anno che sta per iniziare. È il caso, per esempio, dell’interazione tra intelligenza artificiale e i dati degli utenti che potrebbero servire per affinare il proprio lavoro, come per esempio quelli contenuti nei fogli di calcolo e nelle app dei servizi di trasporto.

I video e le composizioni musicali generati dalle intelligenze artificiali – finora caratterizzati da difetti e imperfezioni che rendevano impari il confronto con il lavoro di videomaker e musicisti –, potrebbero trovare applicazioni specializzate in cui queste limitazioni non rappresentano un ostacolo. Per quanto concerne la tecnologia che finora ha dimostrato le migliori performance, ossia i modelli linguistici di grandi dimensioni (Llm) come ChatGPT, gli esperti prevedono per il 2024 un significativo progresso in diverse aree, tra cui la capacità di eseguire calcoli matematici più complessi. Ma non è escluso nemmeno che si possa assistere a una loro maggiore specializzazione in determinati ambiti del sapere così da avere più AI, ognuna potenziata per una una certa funzione.

I problemi

A colpire negativamente il settore dell’intelligenza artificiale nei prossimi dodici mesi potrebbero essere le aspettative deluse degli investitori. La grande attenzione che si è creata finora intorno alla tecnologia ha spinto diverse società a investire cifre che, senza un ritorno nel prossimo futuro, difficilmente continueranno ad arrivare a pioggia per OpenAI e affini. Un’altra criticità riguarda invece i prodotti che hanno ottenuto finora scarso successo. Ma, come accade in natura, anche nel mondo tecnologico sopravvive sempre il più forte. Per questo, con il passare del tempo, alcuni prodotti si consolideranno e altri finiranno nel dimenticatoio.

Nuovi protagonisti

Grandi protagonisti potrebbero fare passi decisi nel campo dell’intelligenza artificiale. È per esempio il caso di Apple, che ci ha abituati ad attendere, osservare e apprendere dai fallimenti altrui prima di intervenire con prodotti spesso superiori a quelli dei rivali. Dialogando con tutti i dispositivi e le applicazioni del colosso di Cupertino, la sua tecnologia potrebbe diventare davvero centrale nelle vite dei consumatori, trasformando Siri in un vero e proprio segretario personale.

Tribunali e regole

Un grande interrogativo che il 2024 porta con sé rispetto all’intelligenza artificiale riguarda la regolamentazione della tecnologia. In questo senso, la maggior parte delle cause legali legate al copyright, e non solo, sono ancora pendenti: le società coinvolte potrebbero decidere di andare allo scontro o di cercare strade alternative per evitare che alcune informazioni diventino di dominio pubblico. Potrebbero essere molto utili nuove regole per il settore. Se norme complesse come quelle contenute nell’AI Act dell’Unione europea necessiteranno il giusto tempo per incidere sul settore, è immaginabile che il 2024 possa comunque portare regolamenti più stringenti.

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Merry Christmas and happy holidays to everybody

2023 was an awesome year for MMT Trader subscribers. Can’t wait to take more of the monitors zombies’ money in 2024! 🤣🤣🤣

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Economia Tecnologia

Le 6 canzoni di Natale che hanno guadagnato di più

Author: Wired

Solo una ricorrenza è capace di richiamare puntuale la stessa compilation musicale anno dopo anno: è il Natale, che porta con sé la sua classica magia, ma anche centinaia di migliaia di dollari di diritti d’autore a chi ha legato le hit natalizie al proprio nome. Ma quali sono le canzoni che incassano di più? Il Sole 24 Ore ne ha individuate nove.

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Mariah Carey diventa Barbie per Natale

La regina delle feste con All I want for Christmas is you, dopo essere stata scongelata da un blocco di ghiaccio, ritorna sulle scene anche nei panni dell’iconica bambola Mattel

White Christmas di Bing Crosby

Il brano, scritto nel 1942 da Irving Berlin e tratto dal musical La taverna dell’allegria, è il singolo più venduto della storia, con 50 milioni di copie. Oggi, grazie alle piattaforme streaming, continua a risuonare nelle case e nelle automobili di tutti, producendo circa 320mila dollari all’anno di diritti.

All I want for Christmas is you di Mariah Carey

Mariah Carey lo sa bene e non fa nulla per nasconderlo ogni anno, quando “scongela” il suo brano più amato direttamente dai suoi profili social. Con 16 milioni di copie vendute, la canzone scritta nel 1994 dalla cantante di Huntington con Walter Afanasieff è la seconda tra quelle natalizie più vendute di sempre e ottiene ricavi annuali per circa 400mila dollari.

Rudolph the Red-nosed Raindeer di Gene Autry

Le altre renne non permettevano a Rudolph di giocare con loro. Ma un giorno Babbo Natale gli chiese di guidare la sua slitta, consegnandolo alla storia. Fantasia, certo, ma di quelle in grado di rendere felici tantissimi bambini. Per questo il brano country scritto da Johnny Marks e noto soprattutto nella versione del 1949 di Gene Autry ha venduto nel tempo 12,5 milioni di copie. I passaggi in radio del pezzo sono circa 300mila e le riproduzioni streaming del brano 75 milioni.

Last Christmas dei Wham

Gli ispiratori del Whamageddon possono mettersi l’anima in pace: nonostante i loro tentativi di boicottarlo, il brano scritto da George Michael nel 1984, quando insieme a Andrew Ridgeley formava l’indimenticato duo britannico di synth pop dei Wham, è anche quest’anno uno dei più ascoltati in giro per il mondo. In totale la canzone ha venduto 10 milioni di copie e incassa più o meno 300mila dollari di diritti all’anno.

Fairytale of New York dei Pogues

Nonostante sia a tutti gli effetti una canzone di Natale, perché racconta esattamente quel momento, il brano scritto da Shane McGowan (morto lo scorso 30 novembre) e Jem Finer tutto è meno che sdolcinato. È la storia cruda di due immigrati irlandesi sbarcati negli Stati Uniti per cercare fortuna che inizialmente ricordano i primi tempi del loro amore, poi si insultano e infine si rassegnano all’idea di essere incapaci di lasciarsi. La canzone ha venduto tre milioni di copie e frutta 400mila dollari all’anno di diritti.

Do they know it’s Christmas? della Band Aid

Nato in un periodo fitto di collaborazioni tra artisti a scopo benefico, il brano scritto da Bob Geldof e Midge Ure è stato interpretato dagli artisti più iconici degli anni Ottanta (tra i tanti, Bono, Sting, Simon Le Bon, George Michael, Phil Collins e Boy George) e ha permesso di raccogliere diverso denaro per la carestia in Etiopia. Il pezzo ha venduto 2,5 milioni di copie.

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MES E INFLAZIONE , UN MONDO TAROCCATO! – icebergfinanza

Author: Finanza.com Blog

Cos'è il Mes e cosa può fare contro il Covid-19 – Orizzonti Politici

Detto, fatto, il dato sull’inflazione è uscito in linea con le previsioni, qualcosa di più sul dato base, con un piccolo particolare che agli occhi dei comuni mortali poco interessa, ma interessa ai giudici che questa sera voteranno al concorso di bellezza.

Il concorso di bellezza è la decisione sui tassi, non importa chi è la più bella diceva Keynes, ma come voteranno i giudici.

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In realtà, ci sono molti particolari interessanti usciti ieri, che confermano una sensibile disinflazione, usiamo questo termine per coloro che hanno allergia alla parola deflazione.

Come detto ieri, la Fed oggi avrà bisogno di raccontare qualche barzelletta per ridurre le scommesse sui tagli di tasso dei mercati, vi racconteranno che l’inflazione è ancora persistente.

Infatti la nota di ieri da parte di JPMorgan è puntuale, ad alcuni banchieri centrali da un’enorme fastidio il recente spettacolare crollo dei rendimenti…

“La maggior parte dei partecipanti al Comitato non vuole incoraggiare le aspettative del mercato per un allentamento nei prossimi mesi. Nella conferenza stampa pensiamo che Powell noterà che le discussioni del Comitato non stanno considerando attivamente quando allentare la politica.”

Pensate che si sono pure inventati un sensibile aumento dei prezzi delle auto usate, per tenere in piedi la baracca, mentre il settore automobilistico è agonizzante.

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Calano da mesi, ma loro si inventano uno spettacolare rimbalzo.

Ieri si è svolta l’asta trentennale.

Dopo il clamoroso flop, dovuto ad un’attacco cybernetico di cui vi abbiamo parlato nell’ultimo manoscritto, nel complesso, si è trattato di un’asta stellare, con richieste dall’estero molto importanti.

Una sorpresa che ha fatto scendere drasticamente il rendimento, che era salito dopo l’uscita dei dati sull’inflazione.

Ciò che leggerete oggi qui, non lo trovate da nessuna parte in Italia, ne sul Sole, ne su Milano Finanza, ne su qualunque altra fonte economico/finanziaria.

Un’analisi dettagliata di come l’inflazione non è più un problema.

Intanto però un aiutino per la Fed è arrivato, un piccolo assist come abbiamo previsto, l’indice supercore è rimbalzato dopo mesi di discesa costante dello 0,44%

US Supercore CPI ticks back up a bit: {ECAN US SUPERCORE CPI<Go>} pic.twitter.com/CZMRwZfY14

— Michael McDonough (@M_McDonough) December 12, 2023

L’inflazione supercore ha come base due indicatori: l’indice dei prezzi al consumo(CPI) e l’indice dei prezzi per le spese per consumi personali (PCE)

Poiché sia ​​l’CPI che il PCE misurano una gamma ampia di beni, la Fed preferisce guardare all’inflazione core per avere una migliore osservazione delle oscillazioni dei prezzi.

Quindi, CPI e PCE equivalgono all’inflazione di un paniere di beni e servizi meno l’inflazione di cibo ed energia.

Ma la Fed cancella anche i costi del mercato immobiliare e quindi gli affitti, soprattutto in maniera che l’inflazione supercore equivale all’inflazione di un paniere di beni e servizi, meno l’inflazione di cibo ed energia e meno l’inflazione immobiliare.

Detto questo, vi informiamo che l’inflazione dei servizi primari, esclusi gli affitti, i trasporti e l’assistenza sanitaria (rosso) è in persistente disinflazione.

Certo è un giochino, escludi qui, escludi li, e ottieni quello che meglio si addice alle tue barzellette. Poi quando non va più bene, cambi indicatore e così via.

La realtà è che il dato di ieri non è salito dello 0,1%, ma se usiamo dati che non tengono conto della stagionalità, spesso inutili, in realtà l’inflazione è scesa di uno 0,2%, un dato che significa DEFLAZIONE!

In parole povere l’istituto luce BLS ha “aggiunto” ben 0,3 punti giocando con la stagionalità.

Anche l’indice core, se si usano dati NSA, è salito solo del 0,1 % e non dello 0,3 %, l’incremento più basso dal mese di dicembre 2020, quando di aumenti di tassi parlavano solo il Toni e il Bepi.

Ve lo ha raccontato nessuno che la media a tre mesi dell’indice core, NSA, ovvero non aggiustata alle variazioni stagionali è ora 1,9% annualizzato?

Ma tu pensa, sotto l’obiettivo della Fed!

E la Fed oggi vorrebbe dire ai mercati che non hanno ragione ad attendersi dei tagli?

Roba da circo equestre!

Ma veniamo agli affitti in continuo calo anche se si tratta dei nuovi affitti e non di quelli esistenti.

Le proiezioni sulla dinamica del calo si basano sul prezzo dei nuovi contratti di locazione. anche se i contratti di locazione esistenti continuano ad aumentare.

Attenzione, per i più sensibili, ripeto l’inflazione esiste è enorme, ma non da oggi, lo è da sempre, l’arma con la quale governi e ricconi, fottono quotidianamente la classe media.

Non sentivo strillare così tanto quando con il passaggio all’euro, hanno quasi raddoppiato tutto.

Poichè l’inflazione Shelter/OER ritarda di 18 mesi, l’inflazione immobiliare diminuirà fino al 2025.

Chiaro il giochino, i dati sono vecchi di 18 mesi, loro erano anche prima, nei dati i prezzi degli affitti scenderanno per almeno altri 12/16 mesi, mentre nella realtà i prezzi continuano ad aumentare, perchè nessuno può permettersi mutui e case a questo prezzo.

Le statistiche che usa il BLS, il CPI SHELTER per determinare il prezzo degli affitti, sono obsolete, in ritardo di almeno 16/18 mesi, sottovalutano il prezzo durante la disinflazione e lo amplificano durante l’inflazione.

Il nostro grande Jens, fa una sintesi perfetta.

Everybody knows the details of US used car prices, the technicalities of the rent calculation, and even the oddities around obscure CPI components such as medical services…

but perhaps it is better to look at the big picture (global trends and China)…

– just a few of charts pic.twitter.com/KtQnfWoc4e

— Jens Nordvig 🇩🇰🇺🇸🇺🇦 (@jnordvig) December 12, 2023

Per guardare all’inflazione, inutile seguire i giochi di prestigio che l’amministrazione Biden fa con i dati in America, basta guardare al trend globale e alla Cina, dove la deflazione è di casa.

Spero di essere stato sufficientemente chiaro, le statistiche dei governi sono adatte ai polli di Trilussa.

Lo so che vi sto violentando con la verità, mi spiace rendervi così brutalmente consapevoli, ma credetemi, ha un sapore indescrivibile la consapevolezza, la capacità di non farsi prendere per i fondelli, come tutte le altre pecore del gregge.

A proposito di Mes, un messaggio per coloro che non dormono la notte…

«Certe dichiarazioni mi fanno sorridere, come Schlein che dice “non possiamo tenere ferma tutta Europa”. Forse non sa che il Mes esiste, chi lo vuole attivare lo può tranquillamente attivare. Forse bisogna interrogarsi sul perché, in un momento in cui tutti facciamo i salti mortali per reperire risorse, nessuno vuole attivarlo: questo sarebbe il dibattito da aprire», replica prontamente il premier. Che insiste: «Siete stati al governo quattro anni ma perché non lo avete ratificato se era così fondamentale farlo in tempi rapidi? ».

“Ma mi chiedo quando l’Italia ha detto sì alla modifica di questo trattato. Io ricordo che l’ultimo mandato parlamentare fu del 2019 e impegnava l’allora governo Conte a non ratificare la modifica del trattato. Dopo di che ricordo una memorabile conferenza stampa del presidente Conte, di quelle convocate durante la pandemia per far sapere agli italiani quali erano i loro diritti, i cui il presidente Conte rispondeva orgoglioso che ‘il governo non lavora con il favore delle tenebre’. E allora chi ha dato l’impegno italiano a una ratifica che adesso ci pone in una situazione difficile? Lo ha fatto il governo Conte, senza mandato parlamentare, e lo ha fatto un giorno dopo essersi dimesso, quando era in carica solo per gli affari correnti, dando incarico a un ambasciatore, senza dirlo agli italiani e con il favore delle tenebre”.

Infine la stoccata ai suoi predecessori: “Ricordo la foto di Draghi sul treno con Macron e Scholz. Per alcuni la politica estera è farsi fare qualche fotografia, anche quando a casa non si portava niente.

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Pura libidine, chissà che rosicate il nonno d’Italia!

Oltre a salvare le banche tedesche, il MES serve a salvare pure le assicurazioni tedesche?

Prima della Grande Depressione, le assicurazioni prestavano denaro agli immobiliaristi, non bastavano le banche. Ci risiamo, Munich Re, Allianz e altre, esposte per oltre 3 miliardi di euro nei confronti dell’impero immobiliare Benko!
STRALOL! DEJAVU!
https://t.co/JpL4yrCIRc

— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) December 12, 2023

Concludo, sullo spunto di un intervento sul forum, a proposito dello spettacolare record della borsa tedesca, mentre la Germania è in depressione e il mercato immobiliare sta collassando.

E’ la normalità Bellezza!

Era nelle carte la possibilità di osservare un simile rally, Puntosella lo aveva previsto.

Scherzi a parte, sappiamo che funziona così.

Il dominio è assoluto. Non importa nulla di quello che accade nell’economia reale è un gioco.

La fisica ha distrutto il concetto di realtà nella finanza, non esistono più correlazioni.

E’ solo un gioco, dove i furbi, quotidianamente fottono i fessi, l’essenza del capitalismo, del turbo capitalismo.

Esiste solo gente corrotta che ogni giorno si prodiga per raccogliere soldi dai fessi e metterli in un casinò. Per fortuna non tutti sono così, c’è anche tanta professionalità in giro.

Poi altri corrotti, si prodigano a raccontarvi, come i prezzi rispondono alle dinamiche fondamentali, inventando qualcosa, in fondo il 95 % non capisce nulla di economia e finanza.

Altri corrotti ancora, usano l’analisi tecnica, negano recessioni, si inventano atterraggi morbidi in mezzo ad un oceano di dati truccati e manipolati. E si vantano pure!

E’ facilissimo, il gatto e la volpe, Pinocchio il fesso, le cinque monete d’oro e il campo dei miracoli che non esiste.

O meglio esiste solo per loro, che vi hanno fottuto le cinque monete d’oro, mentre voi sotto l’albero aspettate che crescano tra le foglie.

Mi spiace essere così diretto, ma meglio non essere completamente fessi!

Un abbraccio Andrea

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I manoscritti da inizio anno sono stati una bussola perfetta dopo un periodo di crisi, ma come sempre la verità è figlia del tempo.

Ribadisco per l’ennesima volta che se ci sono problemi di ricezione, firewall, spam, comunicazione tra i diversi provider dovuti a invii multipli,  basta inviare una mail e il nostro STAFF  provvederà a risolvere il problema.

Grazie a chi vorrà contribuire liberamente al nostro viaggio!

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SEMPLICEMENTE GRAZIE!

Tradotto più tardi

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Economia

Setup e Angoli di Gann: FTSE MIB INDEX 14 Dicembre 2023 – Cicli e Gann

Author: Finanza.com Blog

FTSE MIB INDEX
Setup e Angoli di Gann

Setup Annuale:
ultimi: 2022 (range 20183 /28212 ) [ uscita rialzista ]
prossimo 2023,2025

Setup Mensile:
ultimo Agosto/Settembre/Ottobre
(range ind. 27078/ 29751 , Fut 27010 / 29910 ) [ uscita rialzista ]
prossimi Dicembre, Febbraio, Marzo

Setup Settimanale:
ultimi 4-8 Dic ( range 29826 / 30454 , Fut 29865 / 30495 ) [ uscita rialzista ]
prossimi 11-15, Dic., 27-29 Dic., 2-5 Genn.

Setup Giornalieri
11 Dic. ( range 30303 / 30469 , Fut 30320 / 30495 ) [ in attesa ] uscita annullata
prossimi 14,19 Dicembre

FTSE MIB Ang. Annuali 2023 : 20190, 22000, 23540, 27520, 27780,31740
ALLSHAREAng. Annuali 2023 : 22020,23470, 24610, 28690,31750,32750

FTSEMIB Ang. Trim. Ott.-Dic. 23790, 27010, 29400,33790

FTSEMIB. Ang. Mens. Dicembre: 25570, 26050,27760, 29810, 30150, 31170
ALLSHARE.Ang.Mens.Dicembre:29610,30880,31600,32340,
32780,35690

FTSEMIB Ang. Settimanali 29500, 30080, 31280,31500

FTSEMIB Ang.Giornalieri: 30104,30240, 30480,30644,30796

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