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Questo pomeriggio giocheremo Halo 5 Guardians in Live Streaming

Author: Le news di Hardware Upgrade

L’appuntamento è alle ore 16:00 direttamente dalla redazione di Hardware Upgrade. Matteo giocherà Halo 5: Guardians su Xbox One X. Si tratta del gioco in cui Matteo è più bravo in assoluto. Potete fare delle domande sia nei commenti qui sotto che su Facebook e gliele gireremo in diretta.

Stay tuned!!!

Halo 5: Guardians

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Google Maps 6 anni avanti Apple Maps per livello di dettaglio

Author: Lorenzo Spada Agemobile

L’enorme quantità di tempo e i grossissimi investimenti fatti nel tempo da Google nella sua divisione cartografica sembra pagare ogni giorno di più. Google Maps è il servizio di navigazione satellitare più utilizzato al mondo e, al di là di questo, è anche il più utilizzato in termini di recensioni e opinioni di punti di interesse.

Stando a uno studio condotto dal cartografo professionista Justin O’Beirne (il quale ha partecipato anche alla realizzazione di Apple Maps nei suoi primi anni di entrata in servizio), Google Maps non solo è il servizio più completo e dettagliato ma è anche almeno 6 anni avanti rispetto alla concorrenza.

Street View è il vero punto di forza per Google Maps

Uno dei segreti di Google nell’avere un servizio così efficiente e in grado di adattarsi praticamente a tutti i suoi utilizzatori è Street View. Google infatti utilizza sia le immagini satellitari che le immagini scattate dalle sue auto. Queste ultime sono costantemente alla ricerca delle rotte del mondo per aggiornare Street View, mentre Apple si basa probabilmente su dati di terze parti come TomTom.

Ricordiamo che Google Maps è impegnato della politica generale del colosso di Mountain View: l’essere disponibile dappertutto, indipendentemente dalla piattaforma hardware e software utilizzata. Se non si dispone quindi di uno smartphone Android (dove fra l’altro è pre-installato) o di un iPhone, è possibile utilizzare la versione web che, pur non avendo la funzione di navigazione turn-by-turn, ha il medesimo livello di dettaglio.

Prima di lasciarvi, vi vogliamo ricordare che Google Maps per iOS si è di recente aggiornata alla versione 4.41 introducendo il supporto per il nuovo form factor di iPhone X.

VIA  FONTE

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USA, nuova tassa su Bitcoin e scambi tra criptovalute

Author: Valerio Porcu Tom’s Hardware

Il governo statunitense è sul punto di imporre una nuova tassa sulle criptovalute. In particolare, la nuova normativa prevede una tassazione sugli scambi tra criptovalute. Si andrebbe ad aggiungere alle tasse già applicate oggi, che si pagano al momento della cosiddetta “exit” cioè quando si convertono le criptovalute in valuta FIAT (dollari nel caso specifico).  

Con la nuova norma USA, invece, si andrebbe a pagare anche sui profitti ottenuti, per esempio, passando da BTC a Monero e poi di nuovo a BTC. Profitti che possono essere anche molto sostanziosi, come sapranno i lettori che hanno un po’ di esperienza nel trading di criptovalute.

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“La legge è una brutta notizia” ha commentato un avvocato fiscale sentito da Bloomberg. “Ogni volta che si scambia una valuta digitale con un’altra, un token per un altro, sarà un evento tassabile”. Secondo Brian Kristiansen, partner di una società specializzata, questo però non fermerà gli investitori.

La novità sarà effettiva dal prossimo primo gennaio. Da quel giorno gli exchange, i siti che offrono servizi di scambio tra criptovalute, saranno tenuti ad applicare le nuove tasse – almeno quelli in territorio USA e per i clienti statunitensi.

Questo nuovo approccio è possibile perché per il fisco statunitense le criptovalute sono proprietà e non denaro, ai fini fiscali. E come proprietà sono soggette alla tassazione sui guadagni da capitale – più o meno come in Italia paghiamo tasse su terreni e immobili. La nuova normativa, dunque, cerca di regolare e tassare “scambi tra proprietà” e i profitti derivanti. Una materia, dal punto di vista fiscale, piuttosto complessa.

Nell’insieme la novità renderà la vita un po’ più difficile agli investitori statunitensi, ed è lecito supporre che la nuova tassazione spingerà molti ad abbandonare le criptovalute. Se e come questo avrà ripercussioni sul mercato globale, o se altri paesi seguiranno l’esempio USA, resta da vedere.

Potenzialmente una brutta notizia, ma d’altra parte “una regolazione più definita significherà che gli asset digitali saranno più facilmente accettati“, sostiene Ryan Losi della società di consulenza PIASIK. “Questo sistema di pagamento diventa più anziano e più diffuso, più scalabile, e finirà per essere regolato”, continua Losi. “Sempre più persone arriveranno ad accettarlo e a sostenerlo, anche se per natura è molto speculativo”.

Secondo quest’ultima opinione, dunque, sarebbe un ulteriore passo verso la maturità. Una regolamentazione fiscale completa indicherebbe che le criptovalute sono più vicine a una generica accettazione da parte di cittadini e istituzioni – proprio perché questo mondo sembrerebbe un po’ meno un Far West senza regole.

Sul lato opposto della barricata troviamo invece quelle persone che credono nelle criptovalute non come strumenti speculativi, ma come un nuovo oggetto tecnologico con il potenziale per rendere superflui Stati e banche centrali. Per chi è di questa opinione, probabilmente, il nuovo regolamento fiscale non è affatto gradito.

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Security company sues Ars Technica for reporting bug

Author: edfu777 [AT] hotmail [DOT] com (Nick Farrell) Fudzilla.com – Home

Insists that bug in Keeper could not steal password.

Keeper, a password manager software maker, has filed a lawsuit against a tech reporter and Ars Technica over reporting a vulnerability disclosure in its product.

According to ZDNet Dan Goodin, security editor at Ars Technica, was named defendant in a suit filed Tuesday by Chicago-based Keeper Security, which accused Goodin of “false and misleading statements” about the company’s password manager.

Goodin’s story was published in December 15, and quoted Google security researcher Tavis Ormandy, who said in a vulnerability disclosure report he posted a day earlier that a security flaw in Keeper allowed “any website to steal any password” through the password manager’s browser extension.

When Ormandy tested the bundled password manager, he found a password stealing bug that was nearly identical to one he previously discovered in 2016. He posted a proof-of-concept exploit for the new vulnerability.

Keeper fixed the bug and said “no customers were adversely affected by this potential vulnerability.”

However in the lawsuit Keeper claimed Goodin and his employer, tech site Ars Technica, also named as defendant, “made false and misleading statements about the Keeper software application suggesting that it had a 16-month old bug that allowed sites to steal user passwords.”

The security firm asserts claims for defamation, and calls for a jury trial. The suit also calls for the retraction and removal of the article, and to award damages to Keeper.

Keeper chief executive Darren Guccione reiterated the company’s claims in an email sent to ZDNet, adding that it “vigorously defends its technology, brand, team members and customers.”

Kim Zetter, an independent security reporter, said in a tweet that the suit was “ridiculous.”

“What a bad precedent this is for a security firm to set and what a dishonorable way to treat a journalist who has covered security for years and takes great pains to get things right,” she added.

It is unclear what Keeper is playing at. The Illinois, where the case is filed, is said to have “good” laws to protect against so-called strategic lawsuits against public participation, largely seen as ways to protect free speech. However, there is a small matter of cost. Most tech magazines have small kitties to defend against companies who want you to do what you are told. Gawker was a recent case where the money ran out and took the company with it.

Keeper has previously threatened to sue security firm Fox-IT for finding a security flaw in one of its products  . Fox-IT was notified that the public disclosure of the issues that are described in its advisory may be met with swift legal action.

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LG presenta i nuovi monitor 2018: anche un 5K con certificazione DisplayHDR 600

Author: IlSoftware.it

LG presenta i nuovi monitor 2018: anche un 5K con certificazione DisplayHDR 600

Le principali caratteristiche dei nuovi monitor LG che la società presenterà a gennaio nel corso del CES di Las Vegas.

A distanza di poco meno di tre settimane dall’apertura dei battenti del CES di Las Vegas, LG scalda i motori e annuncia la presentazione di tre monitor basati su Nano IPS, una tecnologia che promette una qualità dell’immagine superiore grazie, in particolare, a una migliore resa del colore. Nano IPS sfrutta particelle di dimensioni dell’ordine dei nanometri per assorbire l’eccesso di luce generato dal pannello.
In questo modo si ottengono colori più puri e la copertura del 98% della gamma colore DCI-P3.

LG presenta i nuovi monitor 2018: anche un 5K con certificazione DisplayHDR 600

Il primo nuovo monitor di casa LG è 32UK950: dotato di un pannello da 32 pollici e una risoluzione di 3840 x 2160 pixel, il dispositivo integra una porta Thunderbolt 3 per i trasferimento di dati, video e per la ricarica (fino a 60 W, sufficiente anche per un MacBook Pro).
Il monitor supporta anche HDR, con una luminosità di 600 nits e dispone del certificato DisplayHDR 600.
Il secondo prodotto è 34WK95U: con caratteristiche simili, consta di un pannello panoramico da 5120 x 2160 pixel (rapporto d’aspetto 21:9).
Infine, il terzo e ultimo modello – 34GK950G – supporta la tecnologia di refresh adattativa G-SYNC e una risoluzione di 2560 x 1440 pixel.

Gli altri dettagli saranno oggetto di un approfondimento che si terrà proprio in occasione del CES 2018.