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NAS Synology: app e funzionalità per la produttività e la collaborazione

Author: IlSoftware.it

I NAS Synology sono molto più che dispositivi per la memorizzazione sicura dei dati, a casa, in ufficio o in azienda.
Come abbiamo visto negli articoli Proteggere i dati contro i ransomware con i NAS Synology e Videosorveglianza IP in ufficio e a casa con i NAS Synology, uno dei fiori all’occhiello dei NAS Synology è la possibilità di personalizzarne liberamente il comportamento trasformando il NAS in un server web (capace di installare ed eseguire anche i principali CMS), in uno strumento per il backup dei dati centralizzato, per la collaborazione online e la condivisione di file, per la creazione di gallerie fotografiche, per lo streaming multimediale, per il download automatico di file da remoto (anche via Torrent ed eMule) e molto altro ancora.

Un NAS è di per sé uno strumento che rimane sempre acceso e costantemente collegato alla rete: perché, allora, non sfruttare queste caratteristiche per rendere il NAS un dispositivo ancora più versatile e intelligente, capace di svolgere attività per ottimizzare i flussi di lavoro e incrementare il business?

Come installare applicazioni sul NAS Synology

La forza dei NAS Synology è la disponibilità di un vasto numero di applicazioni immediatamente installabili sul dispositivo senza passaggi aggiuntivi.
Basta accedere al pannello di amministrazione del NAS da browser web, cliccare su Centro pacchetti e scegliere quali app installare, selezionandole tra le varie categorie proposte.
I possessori di NAS Synology hanno poi la possibilità di installare manualmente altre applicazioni, allorquando ciò dovesse risultare necessario.

NAS Synology: app e funzionalità per la produttività e la collaborazione

Il Centro pacchetti è il modo migliore per procedere con l’installazione di app capaci di estendere le funzionalità di base del NAS. Tutte le app contenute nel Centro pacchetti vengono infatti gestite dai tecnici di Synology; inoltre, il software DiskStation Manager (DSM), il sistema operativo con cui è possibile interagire da browser web, si occuperà di informare sulla disponibilità di aggiornamenti e di procedere alla loro installazione sul dispositivo.Cliccando sul pulsante Installa, l’app verrà caricata nel NAS e resa accessibile dal menu principale accessibile selezionando il pulsante posto nell’angolo superiore sinistro del pannello di amministrazione.

NAS Synology: app e funzionalità per la produttività e la collaborazione

Per aggiungere un collegamento sul desktop del pannello di amministrazione del NAS Synology è sufficiente trascinare l’icona dell’applicazione d’interesse.

Chi volesse utilizzare altri repository oltre a quello ufficiale di Synology, può semplicemente fare clic sul pulsante Impostazioni del Centro pacchetti quindi scegliere l’opzione Synology Inc. ed editori fidati.

NAS Synology: app e funzionalità per la produttività e la collaborazione

A questo punto, scegliendo Pacchetti sorgente quindi Aggiungi, si potrà specificare il riferimento al repository di terze parti.

NAS Synology: app e funzionalità per la produttività e la collaborazione

Nel nostro caso abbiamo aggiunto il famoso repository SynoCommunity: i pacchetti delle app ivi comprese saranno elencati nella sezione Comunità del Centro pacchetti.

NAS Synology: app e funzionalità per la produttività e la collaborazione

Prima di procedere con l’installazione delle app per la collaborazione all’interno del gruppo di lavoro, suggeriamo di configurare gli utenti autorizzati ad effettuare il login sul NAS Synology nella sezione Utente del pannello di controllo.
Inoltre, suggeriamo di assegnare un IP privato statico al NAS Synology cliccando sull’icona Rete, su Interfaccia di rete, LAN, Modifica, IPv4.

NAS Synology: app e funzionalità per la produttività e la collaborazione

L’IP privato del NAS Synology dovrà essere scelto fuori dall’intervallo degli indirizzi locali assegnati dal server DHCP in uso all’interno della rete locale (generalmente è configurabile dal pannello di amministrazione del modem router).

App e servizi per la comunicazione all’interno del team: calendario, chat e condivisione file

I NAS Synology possono trasformarsi in strumenti personali e centralizzati per organizzare il lavoro all’interno dell’azienda, gestire i vari impegni e favorire la collaborazione sugli stessi progetti.
Anziché portare sul cloud i propri dati, il calendario, la chat e le funzionalità per la collaborazione integrati nel NAS Synology consentono di ottimizzare il proprio business mantenendo memorizzate in locale tutte le informazioni.

Il Calendario di Synology, installabile facendo riferimento alla sezione Produttività del Centro pacchetti, consente di condividere l’agenda e pianificare appuntamenti.
L’applicazione consente di superare tutte le difficoltà legate alla sincronizzazione del calendario: l’app, infatti, può dialogare con i vari client CalDAV (come, ad esempio, Apple Calendar, Outlook o Thunderbird) e le attività pianificate vengono costantemente aggiornate in automatico.

NAS Synology: app e funzionalità per la produttività e la collaborazione

Il Calendario attivabile sui NAS Synology consente di accedere alla “vista agenda”, così da controllare – a colpo d’occhio – i prossimi impegni e appuntamenti, nonché di ricevere avvisi per gli eventi imminenti, sia all’interno del browser che come messaggio di posta.

I calendari possono essere facilmente condivisi con i propri collaboratori in modo da ottimizzare le attività e migliorare l’organizzazione del team di lavoro.

Abbinabile al calendario, la comoda app chat permette di gestire canali e conversazioni. I primi consentono di raccogliere un gruppo di utenti che collaborano per perseguire uno stesso obiettivo (i canali non hanno limite di membri) mentre le conversazioni consentono di scambiare messaggi privati tra alcuni utenti (fino a nove, compreso il creatore della conversazione).

Installando l’app Chat di Synology viene automaticamente creata una cartella condivisa contenente anche tutto il materiale che viene scambiato tra gli utenti.
La directory è accessibile anche da Windows via SMB utilizzando Esplora file oppure l’app File Station integrata nel NAS.

File Station, avviabile sempre dal Centro pacchetti, non soltanto permette di assegnare le autorizzazioni per l’accesso alle varie cartelle ma anche creare un link con cui condividere rapidamente i file oppure richiedere l’upload di materiale agli altri utenti.
Il link configurabile con File Station può essere “a tempo” (non risulterà più valido oltre la scadenza impostata) e protetto con una password in modo tale che solamente gli utenti autorizzati possano scaricare i file condivisi.

Per creare un link da condividere con altri utenti, anche con coloro che non dispongono di un account registrato sul NAS Synology, è sufficiente fare clic sul file o sulla cartella da “mettere a fattor comune” e scegliere Condivisione.

NAS Synology: app e funzionalità per la produttività e la collaborazione

File Station può essere anche utilizzato come contenitore centralizzato dei file eventualmente memorizzati su servizi cloud come Google Drive, Microsoft OneDrive, Dropbox e Box. Essi appariranno così come se fossero salvati localmente anziché su server remoti.

Grazie alla casella Universal Search (richiamabile cliccando sull’icona raffigurante una piccola lente d’ingrandimento), è possibile effettuare una ricerca di qualunque file memorizzato nel NAS.
In questo modo non soltanto si potranno individuare i file cercati in un battito di ciglia ma anche ottenerne istantaneamente l’anteprima del contenuto.

NAS Synology: app e funzionalità per la produttività e la collaborazione

Per attivare Universal Search è necessario definire l’indicizzazione di una o più cartelle in modo che il NAS possa offrire velocemente indicazioni sul loro contenuto.

Synology DSM è la soluzione ideale per allestire un file server perché offre il supporto unificato per servizi quali FTP, WebDAV, CalDAV e CardDAV.

L’app Office di Synology consente di attivare un server cloud privato per collaborare a più mani sulla scrittura di un documento Word o sull’elaborazione di un foglio elettronico Excel.
Grazie a Synology Office si potrà contare su un pacchetto come Office Online o Google Docs fruibile però interamente in ambito locale, senza che alcun dato esca dalla propria infrastruttura.

NAS Synology: app e funzionalità per la produttività e la collaborazione

Mail Server e Mail Station consentono, rispettivamente, di trasformare il NAS Synology in un server di posta per inviare e ricevere le email e un client webmail per accedere agli archivi memorizzati sul dispositivo.
Noi abbiamo utilizzato un NAS DS216play gentilmente messoci a disposizione da Synology ma le funzionalità descritte nell’articolo sono utilizzabili con tutti i dispositivi dell’azienda.

In occasione dell’evento Synology 2018 l’azienda ha presentato numerose novità tra cui una serie di nuove applicazioni particolarmente evolute: Synology 2018, le novità in tema di networking, application e storage. Ne daremo conto nei prossimi articoli incentrati sull’offerta NAS di Synology.

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Google, dorsali al laser e non in fibra per internet ultra-rapido

Author: Le news di Hardware Upgrade

Semplificando al massimo sono due le componenti più importanti che portano la connessione ad internet in una nazione: le dorsali (backbone) e l’ultimo miglio. In molti pensano che sia proprio l’ultimo miglio, ovvero il cavo che arriva in casa o la connessione wireless dall’antenna fino allo smarpthone, da biasimare se qualcosa non va nel proprio collegamento alla Grande Rete, ma è invece chiaro che senza una struttura solida alle spalle non ci sarebbe nulla “da collegare”.

Per far sì che l’ultimo miglio funzioni, normalmente, c’è una linea in fibra ottica estremamente performante che collega un Exchange Point (IX o IXP) fino a raggiungere le antenne o le centrali. E nel tentativo di affrontare gli ampi spazi da coprire nella India rurale, Alphabet (di cui fa parte Google) si è trovata costretta a trovare una soluzione alternativa alla costosa fibra ottica, utilizzando una tecnologia diversa ma al tempo stesso capace di offrire prestazioni d’alto livello.

Nella fattispecie il colosso americano sta portando a termine gli accordi con il governo indiano per offrire al paese un sistema di connettività internet basato sul laser point-to-point. Parte fondamentale della rete saranno 2000 box, distanti l’uno dall’altro fino ad un massimo di 20 km e collegati attraverso un sistema di tipo “ottico”. Il sistema fornirà l’infrastruttura di base per collegare antenne telefoniche e hotspot Wi-Fi e offrire una connessione ad internet wireless diffusa.

I collegamenti ottici fra i box avranno un throughput dati di circa 20 gigabit/s, quindi ben più elevato delle capacità di trasferimento dei sistemi tradizionali basati sulle onde radio. Il progetto deriva dal Project Loon (sempre di Alphabet), un concept che utilizza palloni aerostatici fluttuanti per distribuire connessioni ad internet nelle zone periferiche. La tecnologia “ottica” potrebbe essere utilizzata anche in quel contesto, tuttavia ad oggi Alphabet non ha rivelato piani in merito.

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Roma all’idrogeno, presto la prima stazione di rifornimento

Author: Alessandro Crea Tom’s Hardware

Roma città aperta… alla mobilità a idrogeno. Dopo Bolzano infatti anche nella capitale sarà realizzata una stazione di produzione e ricarica, grazie a 3EMotion. Il progetto di respiro europeo infatti ha identificato sei metropoli del Vecchio Continente in cui avviare un progetto sperimentale di trasporto pubblico bastato sull’uso dell’idrogeno, che si concluderà nel 2022.

Finanziato all’interno della FCH-JU 2008-2014, il progetto coinvolge ben 19 partner, di cui 4 italiani: la Regione Lazio, il CIRPS (Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile), l’ENEA e ovviamente l’ATAC, l’agenzia di trasporto pubblico capitolina.

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Come spiega infatti lo stesso consorzio che sta conducendo la ricerca, il progetto non è rivolto al trasporto privato ma a incentivare lo sviluppo di quello pubblico: “è ormai ampiamente riconosciuto che il futuro degli autobus pubblici dovrà essere a emissioni zero. I bus elettrici a celle a combustibile sono una delle tecnologie che soddisfano questo requisito […] Il progetto colmerà il divario tra gli attuali concept dimostrativi e la diffusione su larga scala”. L’iniziativa prevede infatti, contestualmente allo sviluppo di stazioni di produzione e ricarica, anche la distribuzione di 29 mezzi a idrogeno alle città di Aalborg (Danimarca), Londra (Regno Unito), Pau e Versailles (Francia), Rotterdam (Paesi Bassi) e ovviamente Roma.

Leggi anche: Autobus a idrogeno nel futuro? No, già oggi a Bolzano

L’impianto sarà realizzato all’incrocio tra il Grande Raccordo Anulare e l’autostrada Roma-Fiumicino, presso la stazione di rifornimento Magliana Nord dell’ENI. La stazione sarà in grado di produrre autonomamente l’idrogeno necessario grazie all’impiego di acqua demineralizzata e di un elettrolizzatore. Quest’ultimo sarà ospitato in un container ed alimentato in parte attraverso la rete elettrica pubblica e in parte attraverso l’energia fotovoltaica, tramite la realizzazione di una centrale solare nelle vicinanze.

Ovviamente ogni partner avrà il proprio ruolo specifico. L’ENEA ad esempio si occuperà di mettere a punto i sistemi di produzione dell’idrogeno, calibrandoli sulle esigenze specifiche dei 5 mezzi che ne faranno uso, per un fabbisogno calcolato in circa 400 kg a settimana, come ha spiegato Giulia Monteleone, responsabile del Laboratorio Sviluppo Processi Chimici e Termofluidodinamici per l’Energia dell’Enea.

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Il CIRPS invece si sta occupando dello studio di un ulteriore sistema di produzione basato su un gassificatore da 100-200 kWth che genera idrogeno convertendo la biomassa legnosa. L’ATAC infine ha ovviamente l’incarico di acquistare i mezzi, fine per cui sono già stati stanziati 2 milioni di euro, e individuare i percorsi.

Come per l’elettrico, anche per l’idrogeno persistono diversi ostacoli alla sua diffusione, in questo caso specifico il prezzo, che in Europa ai aggira attorno ai 9,50 euro al kg. L’obiettivo è di portarlo a 5 euro/kg entro il 2025. Per farlo però serve appunto un’infrastruttura per la mobilità sostenibile diffusa a livello europeo e nazionale, e proprio a gettare le basi della sua realizzazione mira il progetto 3 EMotion. Il nostro Paese ha di recente varato un piano strategico da qui al 2050, per la realizzazione di una rete di distribuzione di combustibili alternativi, già incluso nel decreto legislativo 257/2016. C’è solo da sperare che non resti lettera morta.

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AOC introduces three G90 series gaming monitors

Author: bobo [AT] fudzilla [DOT] com (Slobodan Simic) Fudzilla.com – Home

24.5-inch and 27-inch 1080p, with 75Hz/144Hz refresh rate

AOC has announced three new G90 series affordable gaming monitors which will all feature a TN-panel with 1080p resolution, 3-sided frameless design, and support for AMD FreeSync technology, the 24.5-inch AOC G2590VXQ, 24.5-inch AOC G2590PX, and the 27-inch AOC G2790PX.

The list starts with a standard and quite affordable AOC G2590VXQ, which uses a 24.5-inch 1920×1080 resolution TN-panel and has support for AMD FreeSync, but with a refresh rate range of 30-75Hz. It also comes with a simple stand and features two HDMI, single DisplayPort, and single D-Sub inputs.

The AOC G2590PX pretty much shares a lot of specifications with the G2590VXQ, including the same 1920×1080 resolution panel, same inputs and support for AMD FreeSync, but comes with a higher 30-144Hz refresh rate range, an ergonomic stand, which includes height, swivel, tilt and pivot adjustments, as well as a USB 3.0 hub.

The star of the show is the 27-inch AOC G2790PX, which has the same 1920×1080 TN-panel with AMD FreeSync support and 30-144Hz refresh rate change. It also comes with an ergonomic stand and the same input configuration

All three monitors feature AOC’s 3-side frameless design, making them suitable for multi-monitor setups as well as come with AOC’s gaming oriented features, like the Low Input Lag Mode, Shadow Control, and Flicker Free and Low Blue Light technologies.

According to AOC, the 24.5-inch 75Hz G2590VXQ and the 24.5-inch 144Hz G2590PX will be available in January and February next year, with a price set at €179/£159 and €279/£249, respectively. The 27-inch AOC G2790PX is expected this month with a price set at €349/£309.

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Rete rigida: cos’è e perché le prestazioni della connessione sono inferiori

Author: IlSoftware.it

La rete di Telecom Italia è formata da circa 10.000 centrali terminali dislocate lungo l’intero territorio nazionale. Da ciascuna centrale si dipartono i cavi della rete di accesso (o “di distribuzione”), in rame o in fibra ottica. Quest’ultima viene portata fino agli armadi stradali (FTTC, Fiber-to-the-Cabinet) o al modem router dell’abbonato (FTTH, Fiber-to-the-Home).

Cos’è la rete rigida: due parole sulla topologia della rete Telecom

La rete di distribuzione può essere elastica o rigida: quest’ultima viene normalmente impiegata per servire le utenze poste nelle vicinanze della sede della centrale e differisce dalla rete elastica per l’assenza di terminazioni intermedie tra il permutatore e il distributore. Il permutatore è una struttura sulla quale viene effettuata la terminazione dei cavi ed è posto tra la rete in cavo e l’autocommutatore o gli apparati dei sistemi di trasmissione della centrale: è in corrispondenza del permutatore che inizia la rete primaria (ha una lunghezza media di 1,1 chilometri; nelle aree metropolitane è pari a circa 900 metri).
La posa della rete primaria è prevalentemente sotterranea e le coppie sono di solito tra 400 e 2.400 (ogni coppia serve una singola utenza a valle).

Rete rigida: cos'è e perché le prestazioni della connessione sono inferiori

Nel caso della rete elastica, si ha anche una rete secondaria, lunga mediamente 400 metri (nelle aree cittadine circa 300 metri) che è contraddistinta da una potenzialità medio-bassa (ospita tra 10 e 400 coppie) e ha una tipologia di posa sia sotterranea che aerea (molto comune nelle zone periferiche e nelle aree rurali del Paese).
La rete secondaria collega l’armadio stradale o cabinet (in Italia sono circa 140.000), quello di cui tanto si parla nel caso della connettività FTTC (vedere Mappa centrali Telecom e armadi stradali), con il distributore vero e proprio ubicato il più vicino possibile all’utenza finale da raggiungere.Nell’attesa di raggiungere l’abbonato in modalità FTTH (quindi portando il cavo fibra fino al suo modem router), lo schema FTTC va oggi per la maggiore perché consente all’utente di godere di una connessione a banda ultralarga facendo un bel balzo in avanti rispetto alle tradizionali ADSL e all’operatore di contenere i costi portando il cavo in fibra ottica solo fino all’armadio stradale.

Fastweb ha recentemente parlato di uno schema avente come obiettivo quello di portare il cavo fibra ben oltre l’armadio, più vicino all’abbonato quindi in corrispondenza del distributore. Ecco perché si parla di FTTdp ossia di Fiber-to-the-distribution-point): Fibra ottica, come diventerà più veloce con G.fast su FTTC.
Il raccordo, ossia il tratto che collega il distributore con il modem router dell’utente finale, resta in rame anche nello schema FTTdp.

Open Fiber sta lavorando sulla realizzazione della prima rete alternativa a quella di Telecom Italia, più “agile” perché composta da appena 1.000 POP (La rete a banda ultralarga di Infratel sarà formata da 1.000 POP): in questo caso, la tipologia di connessione in fibra proposta è sempre di tipo FTTH (la fibra ottica collega le centrali fino agli stabili commerciali, condomini e unità immobiliari) con l’eccezione di alcune unità immobiliari site nelle cosiddette aree a fallimento di mercato (in alcuni casi la connettività sarà fornita ricorrendo al cosiddetto fixed wireless access ovvero con una connessione wireless dall’utenza fino al punto di distribuzione).

Va detto che, stando alle disposizioni della normativa vigente, recentemente approvata, si può parlare commercialmente di offerte in fibra ottica solo se l’operatore garantisce collegamento diretto tra la centrale e il modem router dell’abbonato: Copertura fibra, tra bollini e corretto utilizzo del termine.

Perché su rete rigida la connessione è più lenta?

Stando ai dati pubblicati da AGCOM, Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, e liberamente consultabili ricorrendo al servizio BBMap (Velocità connessione ottenibile in qualunque zona d’Italia: lo rivela BBMap), il 2,5% dei numeri civici a livello nazionale sarebbe attestato su rete rigida, spesso anche nelle città più popolose.

Nella rete rigida, come abbiamo visto, manca l’armadio stradale e l’utenza finale è connessa direttamente alla centrale (non si parla quindi neppure di rete secondaria).
Con una rete rigida la distanza dalla centrale aumenta (prima abbiamo “dato qualche numero”…) quindi sia con ADSL che con la fibra le prestazioni in downstream e in upstream possono essere notevolmente inferiori.

Nel caso dei collegamenti su rete rigida, inoltre, i cavi in rame sono generalmente molto vecchi, con il risultato che non soltanto l’attenuazione della linea tende ad aumentare ma il rapporto segnale/rumore (SNR) decresce in maniera significativa riducendo così la portante “agganciabile” dal modem router (vedere Mappa centrali Telecom e armadi stradali).

L’applicazione Fibrapp, utile sia per ADSL che per la fibra FTTC/FTTH, permette di effettuare una ricerca per indirizzo (numero civico) e verificare se ci si trovasse su rete elastica o, purtroppo, su rete rigida (basta verificare che cosa compare accanto alla dizione Tipologia collegamento).

Rete rigida: cos'è e perché le prestazioni della connessione sono inferiori

Sia per ADSL che per la fibra, Fibrapp mostra anche una stima della velocità ottenibile (in Mbps: Mbps cosa significa e a che cosa corrisponde?) con le varie tipologie di collegamento e vari profili.

Come abbiamo spiegato nell’articolo Copertura fibra ottica e distanza dal cabinet stradale con un’app) nel caso di ADSL Fibrapp mostra un’indicazione della velocità di trasferimento dati ottenibile i profili a 6 dB, 11 dB e 12 dB; nel caso della fibra FTTC con un tradizionale modem router 17a e con uno 35b (Enhanced VDSL2) capace di supportare la connessione a 200 Mbps (il cabinet stradale deve essere aggiornato ai 200 Mbps; si parla di ONU di terza generazione).