Categorie
HardwareSoftware

Trump wants government on the cloud

Author: edfu777 [AT] hotmail [DOT] com (Nick Farrell) Fudzilla.com – Home

Make it easier for Russians to access

US comedy president Donald (prince of orange) Trump is apparently very enthusiastic about shoving lots of government data onto the clouds.

Apparently Trump has heard that lots of businesses are sticking data onto clouds, which is handy because now he has scientifically proven that climate change is a myth the US is going to be covered with a big CO2 cloud.

He things that the U.S. government needs a major overhaul of information technology systems and should take steps to better protect data and accelerate efforts to use cloud-based technology.

There is apparently a timeline over the next year for IT reforms and a detailed implementation plan. Trump has even found a cloud-based email provider to assist in keeping track of government spending on cloud-based email migration.

It is all based on an internal report which said federal government must eliminate barriers to using commercial cloud-based technology.

“Federal agencies must consolidate their IT investments and place more trust in services and infrastructure operated by others,” the report found. Government agencies often pay dramatically different prices for the same IT item, the report said, sometimes three or four times as much.

A 2016 U.S. Government Accountability Office report estimated the U.S. government spends more than $ 80 billion on IT annually but said spending has fallen by $ 7.3 billion since 2010.

In 2015, there were at least 7,000 separate IT investments by the U.S. government. The $ 80 billion figure does not include Defense Department classified IT systems and 58 independent executive branch agencies, including the Central Intelligence Agency.

The GAO report found some agencies are using systems that have components that are at least 50 years old.

While moving to internet structures is all very well, it is somewhat a pity that another part of the Trump administration is dismantling net neutrality. This will ultimately make cloud systems more expensive as ISPs will charge cloud suppliers more because they are using more bandwidth.

There are also some security issues involved. Although cloud based systems are fairly secure, placing them on the internet does present a target for Russian hackers who don’t have to make an effort to break into a building where a secure off-the-grid server is based.

Categorie
HardwareSoftware

Bot sempre più umani con l’intelligenza artificiale di Azure Bot Service e Cognitive Language

Author: IlSoftware.it

Bot sempre più umani con l'intelligenza artificiale di Azure Bot Service e Cognitive Language

Microsoft rilascia in versione finale Azure Bot Service, presentato ormai due anni fa e utilizzato da centinaia di aziende per sviluppare bot sempre più intelligenti.

Microsoft aveva presentato il suo Azure Bot Framework ormai più di due anni fa e le aziende – da allora – hanno potuto creare chatbot utilizzati in tantissimi campi di applicazione: ne avevamo parlato nel nostro articolo Applicazioni più intelligenti con Azure Cognitive Services e Bot Framework.

Oggi Microsoft ha annunciato la disponibilità generalizzata di Azure Bot Service e del servizio Cognitive Language Understanding (conosciuto con l’acronimo LUIS).

Bot sempre più umani con l'intelligenza artificiale di Azure Bot Service e Cognitive Language

I due strumenti aiutano enormemente gli sviluppatori nella definizione di modelli personalizzati capaci di interpretare autonomamente le intenzioni dei soggetti che colloquiano con un bot.
Sarà quindi possibile realizzare bot quasi indistinguibili dagli “umani”, strumenti automatizzati in grado di rispondere in maniera diretta, efficace e pertinente a tutti i quesiti loro posti.
I portavoce di Microsoft spiegano che il Bot Framework è stato concepito per essere il più flessibile e versatile possibile: il programmatore può sviluppare un bot, disporne l’autoprovisioning sulla piattaforma Azure quindi interagire con gli utenti di Facebook, Messenger, Slack, Cortana, Skype e Teams.
Il bot può essere eventualmente inserito in una pagina web oppure integrato in un’applicazione modificandone l’interfaccia grafica, se necessario.Lili Cheng, vice presidente corporate della divisione Microsoft AI and Research, ha dichiarato che già oltre 200.000 sviluppatori hanno richiesto l’utilizzo del servizio e oltre 33.000 sono i bot attivi in aree come la vendita al dettaglio, la sanità, i servizi finanziari e le assicurazioni.

Categorie
HardwareSoftware

Ericsson svela le 10 tendenze tecnologiche del 2018 secondo gli utenti

Author: Le news di Hardware Upgrade

Il 2017 sta ormai volgendo al termine e spesso ci si chiede, proprio in questo periodo, quali siano le aspettative per il prossimo futuro con l’imminente arrivo del nuovo anno. Il ConsumerLab di Ericsson ha deciso di chiederlo agli utenti riuscendo a realizzare un report sulle 10 tendenze tecnologiche che i consumatori si attendono proprio per il 2018 in arrivo.

In tal caso le premesse del report indicano un cambio di paradigma dettato essenzialmente dall’aspettativa dei consumatori di rendere operative le tecnologie digitali sempre più attraverso i comandi che ne regolano le interazioni con l’uomo. Ecco che il linguaggio del corpo come anche le espressioni facciali e addirittura l’intonazione della voce permetteranno di controllare i dispositivi tecnologici del futuro permettendo un importante cambiamento proprio in un’epoca dove proprio le tecnologie si evolvono in tempi sempre più brevi.

Ecco dunque le dieci tendenze tecnologiche previste per il prossimo 2018 che gli utenti si immaginano o almeno sperano che arrivino nella realtà:

  1. Your Body is the User Interface – Il corpo diventa l’interfaccia utente. Più della metà degli utenti attuali di assistenti vocali intelligenti ritengono che useremo il linguaggio del corpo, le espressioni, l’intonazione e il tatto per interagire con i dispositivi tecnologici come se fossero degli esseri umani. Circa 2 utenti su 3 credono che questo accadrà entro soli 3 anni.
  2. Augmented Hearing – L’udito aumentato. Il 63% dei consumatori vorrebbero degli auricolari capaci di tradurre le lingue in tempo reale. Il 52% vorrebbe poter escludere dal proprio udito un famigliare che russa.
  3. Eternal Newbies – Eterni Neofiti. Il 30% ritiene che sia sempre più difficile stare al passo con le nuove tecnologie in termini di competenze. Ma questo ci rende anche degli “esperti” in un istante. Il 46% sostiene, infatti, che Internet consenta di apprendere e dimenticare nuove abilità più rapidamente che mai.
  4. Social Broadcasting – I social media sono stati invasi dalle emittenti di programmi tradizionali. Ma metà dei consumatori ritiene che l’Intelligenza Artificiale (AI) sarebbe utile a controllare la veridicità dei fatti postati sui social network.
  5. Intelligent Ads – Pubblicità intelligenti: Gli annunci pubblicitari potrebbero diventare troppo intelligenti anche per il proprio bene. Oltre la metà degli utenti di Realtà Aumentata (AR) e Realtà Virtuale (VR) pensano che le pubblicità diventeranno così realistiche da finire per rimpiazzare i prodotti veri e propri.
  6. Uncanny Communication – Comunicazioni misteriose: Il 50% degli intervistati ritiene che sarebbe molto impaurito dal fatto di non riuscire a distinguere un essere umano da una macchina. Il 40% si spaventerebbe anche davanti a uno smartphone capace di reagire al loro umore.
  7. Leisure Society – La Società dello Svago: il 32% degli studenti e dei lavoratori credono di non avere bisogno di un impiego per realizzarsi nella vita. Il 40% afferma che vorrebbe un robot che lavori e produca reddito al posto loro, così da avere più tempo libero per lo svago.
  8. Your Photo is a Room – Nelle foto come in una stanza: Immaginate di poter entrare in una fotografia e rivivere un ricordo. 3 intervistati su 4 pensano che nel giro di soli 5 anni useranno la realtà virtuale per camminare dentro le foto scattate con uno smartphone.
  9. Streets in the Air – Nuove vie nel cielo o Strade per aria: Le vie cittadine saranno anche congestionate dal traffico, ma nel cielo ancora c’è spazio. Il 39% pensa che nella loro città ci sia bisogno di una rete di strade per i droni e altri veicoli volante. Ma altrettanti utenti temono che un drone possa cadergli in testa.
  10. The Charged Future – Il futuro “ricaricato”: Il mondo connesso avrà bisogno di energia portatile. Più dell’80% è convinto che tra soli 5 anni avremo batterie che dureranno così a lungo da porre fine alla preoccupazione di dover ricaricare i nostri dispositivi.

Michael Björn, Responsabile della Ricerca presso l’Ericsson ConsumerLab, ha commentato: “Andiamo verso un futuro in cui i dispositivi non avranno né tasti o pulsanti né avranno bisogno di essere controllati in digitale attraverso uno smartphone. In realtà, questo potrebbe rivelarsi un cambiamento necessario, poiché sarebbe difficile per le persone dover imparare una nuova interfaccia utente per ogni dispositivo che si connetterà all’Internet delle Cose. Oggi, serve conoscere tutti i trucchi dei dispositivi che usiamo. Ma in futuro, saranno i dispositivi a conoscere noi. Perché questo diventi realtà, i dispositivi devono essere in grado di collegare dati complessi sulle interazioni umane a programmi di elaborazione basati su cloud, nonché di rispondere in maniera intuitiva nel giro di pochi millesimi di secondo, aumentando le richieste di connettività di prossima generazione”.

Per la cronaca ricordiamo come le previsioni fornite nel report per il 2018 si basano sulle attività di ricerca condotte a livello globale dall’Ericsson Consumer Lab da oltre 22 anni e sono elaborate a partire da un’indagine online condotta a Ottobre 2017 nei confronti di utenti avanzati in 10 delle città più importanti del mondo. Benché lo studio rappresenti soltanto 30 milioni di cittadini, il loro profilo di “early adopter” gli conferisce particolare rilevanza per esplorare e comprendere le tendenze future.

Categorie
HardwareSoftware

[GALLERIA] One Piece World Seeker, prime immagini di gioco

Author: Francesco Caputo Tom’s Hardware

Copyright © 2017 – 3Labs Srl – A Purch Company. Tutti i diritti riservati. P.Iva 04146420965
Testata giornalistica associata all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana, registrata presso il Tribunale di Milano, nr. 285 del 9/9/2013, Direttore Responsabile Pino Bruno

Categorie
HardwareSoftware

eSports all’Università di Milano con Overwatch e LoL

Author: Michele Pintaudi Tom’s Hardware

La crescita degli eSports è ormai cosa nota a tutti: si tratta di un settore in continuo sviluppo che promette di diventare una realtà sempre più importante, nonchè fetta sempre più grande del mondo videoludico e non. L’ultima novità in proposito arriva proprio dall’Italia, dove l’Università degli Studi di Milano ha deciso di investire in un progetto legato agli eSports.

In un comunicato stampa diffuso dall’università meneghina, si afferma infatti che “Il CUS (Centro Universitario Sportivo), in occasione della premiazione e presentazione dei Campionati di Facoltà, annuncerà la sua apertura verso le squadre di eSport“.

esports 1

L’iniziativa, nata anche grazie alla collaborazione tra l’Ateneo milanese e University eSports Series, che da diversi anni si impegna a integrare gli eSports nelle facoltà di tutto il mondo, mira ad affiancare alle competizioni sportive già praticate all’interno di UNIMI (calcio, basket, volley e running) anche tornei di Overwatch e League of Legends a partire dal prossimo anno.

Chi è interessato può assistere alla presentazione del progetto, che si terrà venerdì 15 dicembre alle 10 nell’Aula Magna di Via Festa del Perdono 7. “La giornata”, conclude il comunicato, “sarà anche l’occasione per presentare la squadra degli studenti iscritti all’Università degli Studi di Milano che nel 2017 ha partecipato e vinto il torneo italiano di League of Legends per andare poi a competere a livello europeo”.

esports 2

Come detto non è la prima volta che gli eSports incontrano realtà universitarie – vi avevamo raccontato del progetto dell’Università di Leicester – ma si tratta del primo esempio italiano in proposito.

Vi lasciamo invitandovi a dirci la vostra: come vedete, anche in ottica futura, un’integrazione tra il mondo accademico e quello dei “nuovi sport”?