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Metanizzazione Sardegna, per il ministro Toninelli “progetto obsoleto e impattante”


Author: Giulio QualEnergia.it – Il portale dell'energia sostenibile che analizza mercati e scenari

Il titolare del ministero delle Infrastrutture frena sul progetto fortemente voluto dalla Regione e inserito dallo scorso governo nella SEN. “Quei 700 milioni possono essere usati per raggiungere in altri modi l’autonomia energetica, che deve passare soprattutto da rinnovabili ed efficienza”.

Investire o no in nuove infrastrutture a gas? La questione è tra le più divisive quando si parla di transizione energetica. Si pensi alla vicenda Tap. E oggi torna centrale per un intervento del ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli.

La metanizzazione della Sardegna, tanto importante nella SEN lasciata dal passato governo da costituire un capitolo a parte del documento e fortemente voluta dalla Regione, è “un progetto obsoleto e impattante sull’ambiente”, afferma il ministro pentastellato in un’intervista uscita oggi sulla Nuova Sardegna.

“Peraltro – aggiunge Toninelli – stiamo parlando di 700 milioni che possono essere usati per raggiungere in altri modi quell’autonomia energetica che deve passare soprattutto dalle fonti rinnovabili e dall’efficientamento“.

Una presa di posizione netta, che avrebbe preoccupato non poco il presidente della Regione Francesco Pigliaru, che infatti – riporta l’agenzia Dire – per l’incontro con Toninelli, oltre all’assessore ai Trasporti, Carlo Careddu, ha convocato urgentemente anche l’assessora all’industria, Maria Grazia Piras.

Preoccupata anche la vicepresidente della giunta, Raffaele Paci, oggi ospite di un’iniziativa di Confapi Sardegna: “Mi spaventa leggere interviste come quella di oggi, dove il ministro delle Infrastrutture spiega che in Sardegna non abbiamo bisogno di metano”, sono le parole di Paci riportate dalle agenzie.

“Queste fughe in avanti – continua – mi spaventano, dobbiamo mantenere una coesione, idee chiare di obiettivi strategici. Non è possibile rimettere in gioco conquiste per le quali abbiamo atteso 20 anni, come il metano, per cambi di maggioranze politiche”.

L’isola è al momento l’unica Regione completamente priva di accesso alla rete del gas naturale.

La metanizzazione della Sardegna, come dicevamo, era un tema centrale della politica energetica del governo Gentiloni, tanto da meritarsi una sezione ad hoc della Strategia Energetica Nazionale (pagine 297 e seguenti del documento allegato in basso).

La Regione Sardegna, con Deliberazione della Giunta regionale del 2 agosto 2016 n. 45/40, aveva approvato il Piano Energetico Ambientale Regionale Sardo 2015 – 2030 (PEARS) nel quale l’approvvigionamento del gas naturale è considerato strategico per la futura transizione energetica dell’Isola, rivestendo quindi il carattere di azione prioritaria.

Una posizione contraria all’ipotesi di metanizzazione dell’isola era stata illustrata lo scorso anno anche da diversi ambientalisti e operatori delle rinnovabili, affermando che progettare una infrastruttura simile per la Sardegna significherebbe intraprendere investimenti poi inutilizzabili e, soprattutto, rallentare una possibile transizione energetica verso le rinnovabili. La Sardegna – spiegavano anche in un appello rivolto al precedente governo – potrebbe diventare un modello di smart island.

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TIM Pay: in arrivo i pagamenti contactless per tutti gli smartphone. Come funziona

Author: Le news di Hardware Upgrade

La carta TIMPersonal realizzata in accordo tra TIM, Mastercard e Hype diventa oggi TIM Pay e permetterà agli utenti di realizzare i pagamenti contactless per tutti gli smartphone Android, grazie all’utilizzo della tecnologia NFC ma anche grazie all’uso degli standard di sicurezza Mastercard.

Ecco che tutti i clienti TIM potranno da oggi effettuare pagamenti in modalità contactless ossia semplicemente avvicinando il proprio smartphone direttamente ai terminali abilitati alla tecnologia NFC/contactless che chiaramente accettino Mastercad. In questo modo si autorizzerà velocemente la transizione attraverso il sistema Mastercard MDES, garantendo i massimi standard di sicurezza per le transizioni senza fili tramite la generazione di token.

“Lavoriamo con impegno per introdurre nuovi servizi digitali, innovativi, facili da utilizzare, le chiavi di accesso per la Gigabit Society. – afferma Edoardo Thermes, responsabile Digital Market di TIM.  “Con l’introduzione dei pagamenti di prossimita’ NFC, TIM Pay ora e’ ancora piu’ completo e permette ai nostri clienti di pagare tutto con lo smartphone in modo semplice ed intuitivo”.

“Siamo felici di avere lavorato Insieme a TIM ad un progetto che offre ai consumatori un modo semplice, veloce e sicuro per pagare direttamente dal proprio smartphone. – spiega Massimiliano Gallo, Vice President, Business Development di Mastercard . “TIM Pay è l’esempio di come Mastercard continui ad innovare il mondo dei pagamenti digitali, rispondendo alle esigenze del consumatore e reinventando completamente la sua esperienza per renderla sempre più unica.”

Per pagare con TIM Pay dal proprio smartphone sarà sufficiente attivare il servizio dall’App TIMpersonal e selezionare la voce “Paga Contactless”, confermando con il proprio codice di sicurezza o impronta digitale. Con TIM Pay è possibile inoltre inviare denaro ai contatti della propria rubrica, pagare in negozio, fare ricariche telefoniche e domiciliare l’addebito delle offerte TIM mobili.

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Da Hong Kong un LCD rivoluzionario che consuma e costa meno

Author: Alessandro Crea Tom's Hardware

Ricercatori della HKUST (Hong Kong University of Science and Technology) hanno annunciato di aver realizzato un nuovo tipo di LCD in grado di consumare 5 volte meno e offrire una risoluzione 3 volte superiore a quella dei pannelli LCD attuali, abbattendo al contempo i costi di produzione. Insomma, se i dati dovessero essere confermati sarebbe l’uovo di Colombo.

Il pannello è basato su una nuova versione della ben nota tecnologia chiamata FLCD o Active Matrix Ferroelectric LCD, già utilizzata sin dal 1992 per la realizzazione di schermi LCD, ad esempio per quelli dei notebook, in cui l’autonomia è fondamentale.

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A differenza dei comuni LCD gli FLCD utilizzano cristalli liquidi trasparenti che diventano opachi al passaggio della corrente elettrica, reagendo però molto più velocemente rispetto ai cristalli liquidi normali. Inoltre, i cristalli FLCD possono restare opachi senza necessitare il passaggio continuo della corrente elettrica, e sono proprio queste le due caratteristiche principali che li rendono particolarmente efficienti in quanto a consumi.

In questo caso l’efficienza energetica ancora più elevata proviene quasi interamente dall’eliminazione completa dei filtri colore tradizionali che servono a produrre la matrice dei pannelli LCD a colori e che sono responsabili del blocco di circa il 70% della luce generata dalla retroilluminazione, I ricercatori hanno utilizzato invece una tecnologia colore a campo-sequenziale, basata su cristalli liquidi ferroelettrici ad alta velocità.

In pratica, anziché visualizzare contemporaneamente tutti i colori, come avviene in un tradizionale display LCD, nel nuovo FLCD vengono riprodotte una serie di immagini monocolore, in una sequenza così rapida che l’occhio umano percepisce un’immagine a colori. L’eliminazione della maschera colore ha poi altre due ricadute positive: abbatte i costi di circa il 30% e consente di triplicare la risoluzione in quanto i pannelli possono fare a meno dei subpixel a colore singolo.

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‎”Gli FLCD hanno consumo di energia relativamente basso, quindi sono molto adatti ai dispositivi elettronici portatili come smartphone, tablet e laptop, consentendo un’autonomia molto maggiore rispetto ad oggi” ha spiegato la Prof. ssa Kwok,a capo del team di ricerca. Tuttavia, nonostante la collaborazione con AU Optronics, al momento non c’è alcuna finestra temporale precisa per la commercializzazione di questo nuovo tipo di pannelli.


Tom’s Consiglia

Una buona alternativa alle TV LCD sono quelle con pannello OLED, come ad esempio la LG 55EG9A7V.

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Energia

Piattaforma Cobat-CAR, la fine vita dei veicoli è green

Author: stefania Rinnovabili

Cobat-CAR

I veicoli a fine vita incontrano la sostenibilità con la nuova piattaforma Cobat-CAR

(Rinnovabili.it) – Che fine fanno i veicoli a fine vita? Quanti rifiuti sono prodotti annualmente dalle auto demolite? Quanti materiali sono riciclati? Per rispondere a tutte queste domande nasce oggi la Piattaforma Cobat-Car, innovativo sistema gestionale dedicato al settore dell’autodemolizione, creato per l’appunto dal Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo e dalla Confederazione Autodemolitori Riuniti. La piattaforma permetterà infatti di monitorare e seguire il percorso di tutte le componenti auto, garantendo una fine vita in linea con i migliori standard europei

Progetto all’insegna di un’economia circolare garantita e trasparente, l’iniziativa è figlia di Easy Collect. Parliamo del servizio di raccolta rifiuti lanciato da Cobat nel 2016 e dedicato a impiantisti e installatori dell’associazione CNA-Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (di cui CAR fa parte). Grazie a Easy Collect oggi 30mila artigiani possono usufruire in maniera semplificata e diretta dei servizi integrati del Consorzio per la raccolta e il trattamento di RAEE, batterie esauste e altri tipi di rifiuti. Un successo che ha permesso di costruire le basi per un impegno aggiuntivo: la piattaforma Cobat-Car per le auto a fine vita.

Spiega Claudio De Persio, Direttore Operativo del Cosorzio “Abbiamo pensato e realizzato il sistema di gestione del fine vita dei veicoli per fornire alle case auto, di cui Cobat è partner storico per la gestione del fine vita delle batterie, uno strumento mai realizzato nel nostro paese, che permettesse ai vari attori della filiera, in primis le case automobilistiche per l’appunto, di monitorare in maniera dettagliata il flusso di entrata e uscita presso la rete degli autodemolitori autorizzati”.

I produttori auto sono, infatti, obbligati per legge a ritirare i veicoli fuori uso organizzando, direttamente o indirettamente, su base individuale o collettiva, una rete di centri di raccolta opportunamente distribuita sul territorio nazionale. Non solo: entro sei mesi dall’immissione di un dato veicolo sul mercato, le case devono mettere a disposizione degli impianti di trattamento autorizzati, tutte le informazioni per la sua demolizione, consentendo di identificare i diversi componenti e materiali e l’ubicazione delle sostanze pericolose. In Europa, dal 2015 c’è l’obiettivo di riutilizzare o recuperare il 95% del peso di un’auto (di cui il 10% può essere utilizzato per recuperare calore mediante incenerimento). Ma, fino ad oggi, è sempre mancato uno strumento, come la piattaforma Cobat, che fornisse una mappatura dettagliata e puntuale di questi dati.

Cobat-CAR

Come funziona il sistema di gestione Cobat-CAR

Il cuore operativo del progetto è costituito da un registro virtuale di carico e scarico realizzato ad hoc e in grado di dialogare con tutti i gestionali utilizzati dagli autodemolitori. Tutti gli iscritti CAR potranno installarlo e ottenere così tutte le informazioni relative al fine vita delle componenti auto rottamate e seguire tutto il percorso dei rifiuti fino al riciclo. Il sistema permetterà di redigere rapporti specifici per marchi e modelli, relazioni sui rifiuti filtrati per codice di rifiuto e anno con una lettura dei rifiuti prodotti per ogni singola auto demolita e un report aggregato contenente un confronto tra le percentuali dei veicoli demoliti e i rifiuti prodotti.

Chi aderirà al progetto, avrà a disposizione a disposizione un marchio di garanzia e di qualità che gli permetterà di essere identificato come autodemolitore green dalle case automobilistiche. Per Alfonso Gifuni, Presidente di CAR la possibilità per gli operatori di sincronizzarsi con le case automobilistiche, “fornendo a esse, in tempo reale, i dati del destino dei veicoli da loro prodotti, il monitoraggio del mercato del rottame” e quella di accompagnare le aziende fino al conseguimento dell’Ecolabel, rappresenta “il punto di arrivo di una crescita della Categoria che la CAR ha fortemente voluto”.

Il sistema gestionale è stato pensato per fornire un aiuto anche a Istituzioni e forze dell’ordine che, accedendovi, avranno sempre disponibile una mappatura completa della gestione del fine vita dei veicoli con tutti i dati dettagliati relativi a ciascuna auto rottamata.

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Il nuovo Waterfront di Porto Cervo punta sulla realtà virtuale

Author: Stefano Priolo Wired

Il nuovo Waterfront di Porto Cervo punta sulla realtà virtuale – Wired

Ideata da Filmmaster Events, la nuova passeggiata della località turistica sarda ospita eventi, temporary store del lusso e un tour in VR della Costa Smeralda