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Economia

Ftse Mib affonda verso 21.000 punti. BMW si posiziona sui supporti

Author: redazione [email protected] Finanza.com Blog Network Posts

Ftse Mib, Bmw, Deutsche Bank | tradingideas

Apertura molto debole per il Ftse Mib che parte sotto quota 21.600 e sfonda l’importante supporto a 21.460. Prosegue dunque la discesa che vede come prossimo obiettivo l’area 21.000. La forza delle vendite è tale per cui l’ipervenduto diffuso non riesce ancora a innescare quantomeno un rimbalzo tecnico. Solo un ritorno sopra 22.000 porterebbe un primo miglioramento del quadro tecnico. Allargando lo sguardo oltre Piazza Affari, si distingue BMW la cui correzione in corso in questa seconda metà di maggio non ha ancora implicazioni negative in ottica di medio periodo. In assenza di una rottura del supporto posizionato in area 81 euro, BMW mantiene le potenzialità per una ripartenza oltre 88,30 che permetterebbe al titolo di puntare verso i traguardi 91-91,30 e 93 euro. Molto debole Deutsche Bank, in forte trend ribassista che rischia di sfondare area 10-9,90 euro.
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Energia

How New Digitalized Controls Make Microgrids Better

Author: Francois Borghese Schneider Electric Blog

The evolution of power grid is trending towards an infrastructure that is more decarbonized, decentralized and digitized. Changes are already underway and technology breakthroughs in modernized microgrids’ area are playing a big role in fueling the transition.

Microgrids represent a wide array of decentralized energy infrastructures made up of interconnected distributed energy resources (DER) characterized by controllable loads, energy storage system, digitized controls and (most often) renewable energy generation sources. A microgrid can operate in parallel with the traditional grid or in an intentional islanded mode.

In the face of natural disasters, terrorism, climate change, and volatile energy pricing, businesses are demanding alternatives for securing their own forms of energy. Microgrids are seen as pockets of stability and resiliency.

People and organizations value microgrids:

  • they represent a source of reliable energy (during main grid power outages, for example)
  • they provide a source of clean “green” energy
  • they offer the flexibility of enabling efficiency and optimization. They favor the use of energy when it’s cheap – switching back and forth between the grid/microgrid – based on supply and pricing decisions.

In short, microgrids are energy systems that are effective at minimizing cost, and maximizing efficiency and uptime, and broadening energy access to those isolated communities who have been without access in the past.

The benefits of microgrids are multi-layered:

  • Sustainability. From a sustainability perspective, connected microgrids optimize self consumption of locally produced renewables.
  • When demand is high, use of microgrid power assets help to offset the need to use CO2-generating, older, inefficient peaker plants.
  • Affordability, Profitability. ROI (in the case of remote microgrids, for example) can be obtained within 5 years as a result of minimized fuel usage.

 Digitalized Controls optimize your microgrid…

Modernized controls are key to manage the high efficiencies of microgrids. Regardless of whether the microgrid supports remote industrial sites (e.g., to power mining operations), prosumer groups (smart campuses and buildings that both consume and generate power), smart districts, or remote communities (like distant islands).

Automated controls allow for

  • operation of field devices (i.e., voltage and frequency regulation)
  • transition between on and off-grid operation status
  • optimization of when to most efficiently produce, consume, store or sell energy

These controls enable both energy management and microgrid power balancing.

 …Without you being an energy expert!

The newest generation of microgrids has become much smarter due to the integration of digitalized, predictive technologies. Cloud-based solutions serve multiple roles such as:

  • providing a Human Machine Interface (HMI) for the facility manager,
  • processing demand / response requests,
  • optimizing output decisions based on energy tariff rates and weather forecast predictions,
  • and factoring in user / customer constraints.

In fact, today’s best tools are highly automated with an intuitive interface so that ease of use is optimized within the design. As a result, owners and operators of microgrids need not be technically astute energy experts to manage their microgrids. They can use these cloud-based optimization control tools minimize their energy bills and carbon footprint.

To learn more about microgrid control, download our free white paper “How new microgrid technologies enable optimal cooperation among distributed energy resources.”

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HardwareSoftware

Iliad, la tariffa unica è una bomba!

Author: Alessandro Crea Tom’s Hardware

È il giorno di Iliad. L’operatore telefonico francese noto per le sue tariffe low cost, si è presentato oggi in via ufficiale sul nostro mercato, con una conferenza stampa tenutasi a Milano, al Superstudio di Via Tortona. La telco, che da noi ha ereditato parte delle infrastrutture e delle frequenze di Wind e Tre a seguito della fusione societaria, ha dunque illustrato la sua strategia per conquistare nei prossimi tre anni il 10% del nostro mercato, come indicato sin dall’inizio di questa avventura dal patron Xavier Niel.

Come già anticipato da una prima campagna di comunicazione nelle scorse settimane, l’operatore adotterà un approccio molto aggressivo, soprattutto attraverso le sue tariffe. In Italia attualmente nessuno dei principali competitor infatti è in grado di offrire prezzi allineati su rete 4G.

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Kena Mobile, lo spin off low cost di TIM, è l’unico che si avvicina ma ricordiamo che opera su rete 3G, mentre i prezzi degli altri operatori sono mediamente più alti anche se, proprio in preparazione dello sbarco di Iliad, in quest’ultimo anno hanno abbassato le proprie soglie di ingresso per consolidare le quote di mercato fidelizzando maggiormente la clientela. Ci sarà da combattere insomma, ma Iliad sembra attrezzata per farlo al meglio.   

Leggi anche: ILIAD Italia, tutte le ultima novità prima dello sbarco

Non a caso Benedetto Levi, il giovane AD di Iliad, ha aperto all’attacco la conferenza stampa, passando in rassegna tutti i mali del mercato attuale, dalle tariffe poco chiare, ai servizi aggiuntivi che fanno lievitare i costi, passando per le ricariche di emergenza, che alla restituzione chiedono più soldi di quanti “prestati”, con tassi che possono arrivare fino al 2600%, fino agli aumenti per la rimodulazione delle tariffe a 28 giorni.

La risposta a tutto questo, per Iliad, passa per una tariffa, l’unica annunciata oggi, di estrema semplicità e chiarezza, senza costi aggiuntivi nascosti né clausole o vincoli di alcun tipo. L’offerta contiene una sola pagina di condizioni generali ed include nel prezzo tutti i servizi accessori, dalla segreteria telefonica al controllo del credito residuo, dalla funzione hotspot a quella per essere richiamati, fino alla possibilità di bloccare tutti i servizi a sovrapprezzo a cui ci si può a volte trovare iscritti a propria insaputa.

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Per quanto riguarda le caratteristiche, la tariffa offre chiamate ed SMS illimitati verso tutti i numeri italiani e 30 GB di traffico dati su rete 4G+, a cui si vanno ad aggiungere 2 GB al mese di traffico dati in Europa e chiamate illimitate verso i numero di 65 Paesi nel Mondo, il tutto a un prezzo di 5,99 euro, a cui vanno aggiunti 9,99 euro per il costo della SIM.

Iliad ha spiegato che condizioni e prezzo di questa sua prima tariffa non cambieranno mai più, ma che la stessa sarà disponibile solo per il primo milione di clienti.

Leggi anche: Iliad arriverà in primavera, sede operativa a Milano

Per avere un veloce raffronto con le attuali offerte dei principali operatori italiani abbiamo raccolto nella tabella qui di seguito la tariffa più economica e quella piùcostosa proposte da Kena, TIM, Vodafone, Wind e Tre, confrontandole con quella di Iliad.

Operatore Tariffa più economica Tariffa più costosa
Iliad Minuti Illimitati: Chiamate e SMS illimitati in Italia, 30 GB al mese su 4G+, 2 GB al mese da utilizzare in Europa, chiamate illimitate verso 65 Paesi nel mondo, 5,99 € al mese  
Kena Facile: 200 minuti, 200 MB 3G, 2 € al mese Digital: 1500 minuti, 100 SMS, 15 GB 3G, 10 € al mese
TIM Senza Limiti Silver: minuti illimitati, chat senza consumare giga, 2 GB, 12 € al mese Senza Limiti Platinum: minuti illimitati, GB illimitati, chat e musica in streaming senza ocnsumare giga, 49 € al mese 
Vodafone Simple: 1000 minuti, 1000 SMS, 5 GB, 10 € al mese RED: Minuti e SMS illimitati + 1000 minuti internazionali, 10 GB, 30 € al mese
Wind All Inclusive Unlimited: Minuti illimitati, 1000 SMS, 10 GB, 12 € al mese  
Tre All-In Prime: 1000 minuti, 1000 SMS, 10 GB, 7 € al mese All-In Power: Minuti illimitati, 1000 SMS, 100 GB con Giga Bank, 19 € al mese

Per quanto riguarda la copertura, Iliad sostanzialmente è già disponibile su tutto il territorio italiano tramite il roaming effettuato sulla rete Wind Tre, mentre le proprie infrastrutture sono già disponibili a Roma e Milano

L’offerta Iliad è già sottoscrivibile registrandosi sul sito ufficiale, oppure presso gli Iliad Store e i Simbox presenti in tutta Italia ela cui posizione può essere individuata recandosi a questo indirizzo.

I Simbox in particolare sono davvero innovativi, perché consentono di efefttuare la portabilità del numero o richiedere una nuova SIM scegliendo anche il numero, ed effettuando l’intera procedura in digitale. Basterà infatti inserire tutti i dati principali e registrare un breve video in cui si da sostanziamente la liberatoria, dopo aver elencato le proprie generalità. Il pagamento può avvenire tramite carta di credito o prepagata. La SIMbox chiede in entrambi i casi di inserire il PIN.

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Economia

La BCE può annullare lo spread con un click

Author: Daniele Busi Rete MMT

Il dibattito sullo spread è in realtà un dibattito sulla volontà politica della Banca Centrale.

I titoli di Stato

Un titolo di Stato è un foglio di carta che assicura a chi lo detiene di ricevere dallo Stato una certa somma di denaro ad una certa data futura. Detto in maniera più rigorosa, si tratta di un contratto fra lo Stato e un operatore finanziario, a cui lo Stato si impegna a conferire una somma di denaro detta “valore nominale” allo scadere di un certo periodo di tempo, che decorre dal momento dell’emissione del titolo.

Se oggi acquisto un titolo con scadenza a 1 anno con valore nominale 100€, significa che lo Stato si sta impegnando a conferirmi 100€ fra un anno esatto.

Sulla base di tale impegno dello Stato, ogni titolo di Stato ha valore di scambio, e dunque ha un prezzo di mercato. Il prezzo di mercato è il prezzo a cui gli operatori finanziari si scambiano i titoli di Stato. Quasi sempre, il prezzo di mercato è inferiore al valore nominale, per un motivo molto semplice: un operatore finanziario (o un privato cittadino) è disposto ad acquistare un titolo se prevede di ricevere qualcosa in più nel momento del rimborso.

Se un titolo di Stato ha valore nominale 100€ con scadenza a 1 anno, io posso essere disposto ad acquistarlo ad esempio a 98€, così che fra 1 anno guadagnerò 2€ dal rimborso del titolo.

La differenza fra valore nominale e prezzo di mercato di un titolo quantifica l’interesse che si applica a quel titolo. Nell’esempio sopra, l’interesse ammonta a 2€. Il tasso d’interesse, o rendimento, è il valore dell’interesse rapportato al prezzo di mercato del titolo. Nel caso precedente:

L’emissione di un titolo di Stato avviene spesso tramite un’asta. Gli operatori finanziari abilitati (generalmente istituti bancari) hanno in tal sede la possibilità di acquistare i titoli di Stato ad un certo prezzo, detto “prezzo di emissione“, determinato dalle decisioni degli astanti a seconda dei regolamenti d’asta. Nella maggior parte dei casi, il prezzo di emissione, così come il prezzo di mercato, è inferiore al valore nominale, poiché l’operatore finanziario desidera ricevere (in futuro) di più di quanto ha speso (oggi) per acquistare il titolo. Come conseguenza, il rendimento all’emissione è quasi sempre positivo. L’asta dei titoli di Stato è anche detta “mercato primario“, in contrapposizione con il “mercato secondario” che è l’insieme delle compravendite di titoli di Stato dopo che sono stati emessi.

Ciò che abbiamo detto fino ad ora è sintetizzabile in una formula che descrive la relazione che intercorre fra il tasso d’interesse e il prezzo di mercato di un titolo:

Dove i è il tasso d’interesse, Vnom è il valore nominale del titolo, cioè ciò che lo Stato pagherà al privato alla scadenza del periodo designato, e Pmkt è il prezzo di mercato del titolo, cioè il prezzo al quale il titolo viene scambiato sul mercato.

Per semplicità stiamo assumendo che non vi siano cedole, cioè che l’intero valore nominale venga rimborsato in un solo momento, alla scadenza del titolo, senza pagamenti intermedi. In ogni caso, ciò che è importante notare e che vale anche in presenza di cedole, è che il tasso d’interesse è sempre inversamente proporzionale al prezzo di mercato. Se un privato riesce a comprare un titolo ad un prezzo più basso, sarà più alto il suo guadagno finale, poiché il valore nominale è fisso, è quello scritto sul titolo stesso, come “da contratto”. Al contrario, se il prezzo del titolo cresce, avvicinandosi sempre più al valore nominale, il tasso d’interesse diminuisce, poiché diminuisce il guadagno dell’operatore nel momento del rimborso. In alcuni rari casi, il tasso d’interesse può divenire negativo. In questo caso il prezzo di mercato supera il valore nominale, e dunque il privato paga il titolo più di quanto esso non frutti al momento del rimborso.

Lo spread

Veniamo ora allo spread. In ambito giornalistico, lo “spread” di cui spesso si parla è la differenza fra i tassi d’interesse dei titoli italiani e i tassi d’interesse dei titoli tedeschi:

Si prendono come riferimento i titoli tedeschi poiché in Eurozona sono quelli che presentano un tasso d’interesse più basso.

Se i titoli di Stato italiani rendono il 2,75% e i titoli di Stato tedeschi rendono l’1%, allora lo spread ammonta a 1,75%, o “175 punti base”.

Va da sé che, se i titoli tedeschi non subiscono variazioni, un aumento dello spread è sinonimo di un aumento del rendimento dei titoli di Stato italiani. Che questo sia o meno un problema non è l’oggetto di questo articolo, ma tenete conto che in Eurozona gli Stati non possono spendere quanto vogliono, sono limitati dal Trattato di Maastricht a un deficit massimo pari al 3% del PIL, e quindi l’innalzamento della spesa per interessi può costituire un impedimento nell’effettuare altre spese. Inoltre, per ben noti meccanismi finanziari, l’innalzamento dello spread può portare a un circolo vizioso, a una “bolla” al contrario in cui il prezzo dei titoli scende sempre di più, rischiando di portare il Paese al default, cioè all’impossibilità di far fronte ai rimborsi. Ovviamente questo può accadere solo in Eurozona, perché gli Stati non hanno libertà di spesa.

Domanda e offerta

Il prezzo di mercato di qualsiasi bene finanziario, così come quello di molti beni reali, dipende dalla domanda e dall’offerta di quei beni. La domanda, nel caso dei titoli di Stato, è la quantità di titoli che gli operatori finanziari, Banca Centrale compresa, desiderano acquistare. L’offerta è la quantità di titoli che lo Stato mette sul mercato, che oggigiorno coincide quasi esattamente con l’ammontare del debito pubblico, anche se non coincidono “per definizione”.

Dunque, a parità di offerta (cioè a parità di titoli emessi), se la domanda di titoli cresce, il prezzo cresce, mentre se la domanda diminuisce, il prezzo diminuisce. Questo perché il mercato finanziario è competitivo: ogni venditore vende al miglior offerente, e se ci sono molte richieste il prezzo di vendita crescerà. Se invece nessuno vuole acquistare i titoli, i venditori saranno costretti a proporre un prezzo inferiore fino a quando troveranno un compratore disposto ad acquistarli.

Un aumento della domanda, causando un aumento del prezzo di mercato dei titoli, determina anche, per la relazione spiegata nella sezione precedente, una diminuzione del tasso d’interesse. Al contrario, una diminuzione della domanda, causando una diminuzione del prezzo di mercato dei titoli, determina un aumento del tasso d’interesse.

Il ruolo della BCE

A questo punto diviene fondamentale comprendere che la Banca Centrale può influenzare il prezzo di mercato acquistando o vendendo titoli di Stato sul mercato secondario. Si noti che la Banca Centrale non è colei che “emette” i titoli, che vengono emessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ma è un operatore finanziario che può in ogni momento acquistare titoli di Stato da altri operatori finanziari che li detengono. Tali operazioni della Banca Centrale sono dette “operazioni di mercato aperto”, e trovano un esempio nel Quantitative Easing iniziato nel marzo 2015. Così come può acquistarne, la Banca Centrale può vendere titoli di Stato precedentemente acquistati. Essa agisce come un qualsiasi operatore finanziario, con la sostanziale differenza che la Banca Centrale non ha limiti alla propria capacità di spesa, per il banale fatto che è lei stessa a “creare” la moneta che spende con l’atto stesso della spesa.

La BCE, dal marzo 2015 ad oggi, ha acquistato più di 2˙000 miliardi di euro in titoli di Stato dei Paesi europei, pagando ovviamente con moneta di nuova emissione. Questa massiccia dose di acquisti ha determinato un aumento del prezzo dei titoli di Stato dei Paesi membri dell’Eurozona, che hanno per contro visto diminuire i propri tassi d’interesse:

Il grafico evidenzia in rosso il grande incremento delle attività (i titoli) detenuti dalla BCE, e la conseguente diminuzione dei rendimenti dei titoli dell’Eurozona.

L’osservatore attento noterà che i rendimenti avevano cominciato a scendere già da prima, e in realtà hanno questo andamento dal 2012. Questo è dovuto ad altre operazioni di mercato aperto della BCE, (LTRO, TLTRO, ecc.), con cui la BCE prestava liquidità agli operatori finanziari a tassi agevolati in cambio di un collaterale costituito da titoli di Stato. Il fatto che la BCE accetti i titoli di Stato in garanzia ai propri crediti è un fattore che sostiene la domanda, e quindi il prezzo, di tali titoli.

La BCE è dunque sempre in grado di aumentare il prezzo dei titoli di stato, abbassandone il rendimento (o viceversa). Basta un click e la BCE può acquistare miliardi di euro in titoli di Stato sul mercato secondario; a volte è sufficiente una dichiarazione del Governatore della Banca Centrale per provocare una risposta positiva degli operatori.

In Giappone, la Banca Centrale mantiene quasi allo 0% il tasso d’interesse sui titoli giapponesi da 20 anni, e nessun operatore finanziario ha la capacità di opporsi a questa scelta, che è dunque una scelta di politica monetaria e quindi, in generale, una scelta politica.

Conclusioni

La BCE può mantenere a zero il tasso d’interesse in ogni momento. Se non lo fa è perché non vuole farlo. Scientificamente parlando, può non volerlo fare per due ragioni, che si chiamano inflazione e svalutazione.

La teoria economica egemone sostiene che un abbassamento dei tassi d’interesse porti a un incremento dell’inflazione e ad una conseguente svalutazione della valuta. Questa tesi è stata ampiamente smentita dai fatti, e sono sicuro che non ci sia bisogno di chiamare in causa dei grafici. Sia in Giappone sia in Europa, le politiche monetarie di abbassamento dei rendimenti sono state accompagnate non già da un aumento dell’inflazione, ma da una sua diminuzione. Solo oggi l’inflazione europea sta crescendo lievemente, ma non a causa della BCE: piuttosto, a causa dell’aumento del prezzo del petrolio. Là dove la teoria monetarista non arriva, arriva invece la MMT, che ha spiegato addirittura con anticipo questi fenomeni, e qui potete leggere cosa ha da dire in merito Warren Mosler, il padre della MMT.

Il dibattito sullo spread è in realtà un dibattito sulla volontà politica della BCE. Dire che non si possono fare determinate politiche economiche, che non si possono proporre certi nomi, che non si possono trattare certi temi perché i mercati potrebbero reagire male e incrementare lo spread, significa essere una di due cose: ignoranti (e moltissimi giornalisti lo sono) o in malafede (e moltissimi economisti lo sono). La BCE può sempre metterci al riparo dalle volatilità e dagli umori del mercato. Se questo non avviene si tratta di una scelta deliberata, e pertanto si tratta di un’ingerenza della BCE nella politica interna dei Paesi dell’Eurozona. E se pensiamo che nel 2019 il Governatore della BCE non sarà più un Italiano, ma un Tedesco, probabilmente dobbiamo cominciare a definire pubblicamente i reali termini del discorso.

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HardwareSoftware

TIM: da oggi è possibile usare il credito telefonico anche per gli acquisti su App store

Author: Le news di Hardware Upgrade

TIM da oggi, 28 maggio, permetterà a tutti i suoi clienti di poter acquistare applicazioni ma anche film o musica o anche libri sulle vari piattaforme di Apple direttamente con il credito telefonico. Una novità importante per tutti gli utenti che dunque da oggi potranno fare ogni tipo di acquisto su App Store, Apple Music ma anche su iTunes e iBooks e pagarlo direttamente con il proprio credito telefonico.

Come usare il credito telefoni TIM per gli acquisti

Utilizzare il nuovo servizio di TIM è quanto mai semplice e soprattutto immediato. A tutti i clienti TIM, con un Apple ID nuovo o esistente, basterà scegliere nelle impostazioni dell’account l’opzione “Addebito Telefonico” come metodo di pagamento per App Store, Apple Music ed iTunes dal proprio iPhone, iPad, iPod touch e Mac, o su iTunes dal proprio PC.

La nuova opzione sarà immediatamente disponibile e consentirà di acquistare i contenuti in un solo tocco dai propri dispositivi Apple, inclusi Apple TV ed Apple Watch. TIM ricorda che tra i contenuti sono inclusi, app, musica, film, show televisivi, così come l’abbonamento ad Apple Music e lo spazio di archiviazione su iCloud. Inoltre l’importo del singolo acquisto non deve essere superiore ai 12,5 € + IVA.

Per maggiori informazioni su come utilizzare il credito telefonico come metodo di pagamento https://www.tim.it/offerte/mobile/servizi-mobile-e-app/itunes.