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HardwareSoftware

OnePlus 5T riceverà direttamente Android 8.1 Oreo ma senza il Project Treble

Author: Le news di Hardware Upgrade

Il nuovo OnePlus 5T è in distribuzione da pochi giorni e come abbiamo visto diventerà a breve il nuovo top di gamma dell’azienda cinese con l’abbandono della produzione per il “vecchio” OnePlus 5. In questo caso però la notizia di oggi è l’arrivo per il nuovo top di gamma del futuro aggiornamento ad Android 8.1 Oreo che arriverà nei primi mesi del 2018. Avevamo visto come Android 8.0 Oreo fosse stato già rilasciato a sorpresa per i passati OnePlus 3 e 3T mentre ora si scopre grazie al produttore stesso del rilascio dell’ultima versione di Android per il nuovo top di gamma.

Una notizia che di certo potrà risultare quanto mai positiva per tutti coloro che hanno acquistato il nuovo OnePlus 5T che però non supporterà il Project Treble messo in atto da Google. In poche parole altro non è che una modifica all’architettura del framework introdotta dal colosso di Mountain View capace di separare il core di Android dalle personalizzazioni degli OEM. Questo permette oltre ad una riduzione delle tempistiche di rilascio degli aggiornamenti anche un impatto importante e positivo sulla sicurezza a tutto vantaggio per gli utenti.

In questo caso Google ha reso obbligatorio il Project Treble per tutti gli smartphone o altri dispositivi che vengono commercializzati con Android 8.0 Oreo o successivi firmware. OnePlus ha per l’appunto deciso di non adeguarsi ai vantaggi della nuova architettura del framework distribuendo OnePlus 5T con ancora la OxygenOS basata su Android 7.1.1 Nougat che come detto verrà aggiornata poi ad Oreo 8.1 nel 2018.

 

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Energia

Green bond a quota record: superati i 100 miliardi di dollari

Author: stefania Rinnovabili

Green bond

(Rinnovabili.it) – Le obbligazioni verdi hanno superato in questo 2017 ogni aspettativa. Solo nel mese di settembre sono stati emessi green bond per un valore complessivo di 15 miliardi di dollari. Una cifra impressionate che è parte di un record ancora più grande: la scorsa settimana il mercato ha tagliato lo storico traguardo dei 100 miliardi di dollari.

Per la precisione sono 103 i miliardi , raggiunti sia grazie alle obbligazioni climatiche certificate che al macro-gruppo dei green labelled bonds ossia i titoli etichettati come verdi. Se al totale si aggiungono anche i cosiddetti “unlabelled green bonds”, obbligazioni standard ma legate a progetti che producono benefici ambientali, il totale sale a 112 miliardi di dollari. Un ottimo risultato per un mercato nato appena 10 anni fa. A confermare questi numeri è la Climate Bonds Initiative, un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro e orientata agli investitori che lavora per mobilitare il mercato dei titoli verso soluzioni e progetti di contrasto al cambiamento climatico.

L’obiettivo è stato raggiunto soprattutto grazie al numero crescente di green bond emessi da parte di banche cinesi e da aziende di alto profilo. Un ruolo importante lo hanno svolto anche numerosi governi. Ad aprire le danze, all’inizio dell’anno, sono state Polonia e Francia, la prima con un’emissione da 750 milioni di euro di importo nominale e la seconda con green bond di oltre 2,5 miliardi di euro. Si sono unite ad ottobre anche le Fiji, primo Paese in via di sviluppo ad emettere un’obbligazione verde sovrana e la Nigeria  dovrebbe essere la prossima, oltre che la prima nazione africana ad entrare nel mercato delle obbligazioni verdi.

>>Leggi anche Finanziare le infrastrutture verdi con i green bond<<

A livello geografico il mercato se lo spartiscono Messico (4mld in titoli emessi), Cina (3.9 miliardi), Francia (3.3 miliardi), Stati Uniti (2.8 miliardi) e India (1.9 miliardi).

Il traguardo raggiunto è stato accolto con soddisfazione da Christiana Figueres, ex segretario esecutivo della Convenzione ONU sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e oggi alla guida di Mission2020, think thank internazionale che studia l’impatto del riscaldamento globale.

“Il superamento dei 100 miliardi di dollari di emissioni obbligazionarie verdi mostra che stiamo spostando i flussi di capitali nella giusta direzione”, ha dichiarato Figueres. “La priorità è accelerare la finanza verde e gli investimenti climatici da qui al 2020 su una scala mai vista prima: è necessaria una risposta sistemica dalla finanza globale”.

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Economia

WALL: KOTAKU WAMURA!

Author: icebergfinanza Finanza.com Blog Network Posts

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Risultati immagini per kotaku wamura Come già detto negli ultimi giorni continuiamo ad ignorare i dati provenienti dall’economia americana, distorti dagli effetti dei recenti uragani anche quando sono pessimi come ieri dove gli ordin

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Digital Audio

Carl Cox Explains His Traktor + CDJs + MODEL 1 DJ Setup

Author: Dan White DJ TechTools

One of the most legendary house DJs – Carl Cox – is apparently an avid user of Richie Hawtin’s MODEL 1 mixer. In a new video released by the PLAYdifferently brand, Carl talks through his setup and explains the basics of how he mixes.

Carl Cox DJ Setup Talkthrough

Gear used by Carl in this video:

DJ Mixing Tips from Carl Cox

There’s a few key lessons in this “How I Play”-esque video. While a lot of it does feel a bit heavily focused around the MODEL 1 mixer (it’s a product video, not a pure interview), the ten minute session in the booth with Carl reveals some great tips and inside secrets. Here’s a few we loved:

CDJ Platter Useage Shows Audience That The Mix Is Live

“I always start my sets with [the CDJs]. People want to see something from me which is tangible, so if I’m playing a track, they want to see the action. If I do that (Carl backspins on a CDJ), you hear that. I’m able to do spinbacks, cuts, loops, and track marks [beat jump].”

Carl’s very right about this – people still expect to see DJs have some tactile interaction that lines up with sound. CDJ platter manipulation is a great way to prove, very quickly, that it’s not a prerecorded mix coming through the speakers.

Planning? Who Needs It!

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Carl doesn’t plan his DJ sets – instead, he builds up a collection of records for a gig and chooses from it. It’s a common technique for many DJs, especially in the digital age. We highly recommend building large playlists and choosing from them instead of trying to program out the entire night.

Carl Cox Kontrol D2s, PLAYDifferently MODEL1

Carl Mixes On Six Decks

In explaining how his setup works, it’s a bit unclear at first because of the editing, but he uses all six channels on the MODEL 1. The two CDJ-2000NXS2s (what he calls the “outside players” in the video) are not controlling Traktor Pro via HID. Instead, they’re actually external players that he’s syncing up to Traktor.

Traktor FX: T3, Beat Masher, and Flux

On his D2s, we don’t see Carl do too many complicated things – but he does use a few effects to layer, loop, and repeat what’s already playing. He shows off T3 Delay, Beat Masher (which he calls “the looper”) and even taps into Flux mode to show how to quickly create ad-hoc loop builds.

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Pc Games

Square Enix parla dei motivi per cui ha lasciato liberi IO Interactive e il brand di Hitman

Author: Ultime news PC | Multiplayer.it

Lo scorso giugno IO Interactive è diventato uno studio indipendente mantenendo i diritti sul franchise di Hitman, un brand capace di coinvolgere oltre sette milioni di giocatori. Ebbene, Square Enix ha parlato della scelta di lasciare liberi il team e la proprietà intellettuale di Hitman.

“Personalmente amo Hitman”, ha detto il CEO Yosuke Matsuda. “Penso si tratti di una produzione molto particolare, ma devo sempre guardare alle cose dalla prospettiva dei costi di sviluppo e del ritorno economico. Da questo punto di vista, nel caso di Hitman ci sono state purtroppo diverse aspettative inattese.”

“Che si tratti di uno studio occidentale o giapponese, capita in Square Enix di incappare in conflitti o nell’esaurimento delle risorse. Sentivo che l’impossibilità di investire quanto necessario nella produzione di Hitman avrebbe potuto finire per rovinare il gioco, dunque ci siamo trovati in una posizione difficile.”

“Bisognava prendere una decisione per gestire la nostra relazione con il team di Hitman. Volevo che continuassero a lavorare alla serie, ma nell’ottica di investire ulteriormente in quella proprietà intellettuale sarebbe stato meglio se avessero potuto collaborare con un altro publisher, diverso da Square Enix.”

“Sebbene Hitman sia stato ben accolto dal pubblico, quando abbiamo pensato di dover investire in una seconda o una terza stagione, riflettendo sull’entità delle somme in gioco e sui conflitti in termini di risorse allocate per la produzione di altri giochi, abbiamo stabilito che sarebbe stato davvero impegnativo. Per questo abbiamo deciso che un altro partner sarebbe stata la scelta migliore per dare continuità al franchise.”

Ma perché cedere a IO Interactive i diritti di un brand popolare come Hitman? “Perché credo che Hitman non sarebbe lo stesso senza IO Interactive”, ha detto Matsuda. “Amo il gioco e credo che anche i fan siano convinti che non sarebbe la stessa cosa se non ci fosse IO Interactive a realizzarlo.”