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M3gan merita di essere visto al cinema molto più di Avatar 2

Author: Wired

C’è un genere di film che tendo a trovare moderatamente divertente ma che in piena coscienza non riesco a rispettare: i film-meme. Avete capito a cosa mi riferisco: Snakes on a Plane; il film di Natale di Grumpy Cat con Aubrey Plaza; l’imminente CocainOrso. Si tratta di pellicole volutamente strampalate fatte solo per essere guardate in modo semi-ironico e per far parlare online. Nonostante anche M3gan rientri in questa categoria – il trailer sembra fatto appositamente per diventare virale su Twitter – è così ben fatto che riesce a trascendere il filone kitsch per diventare qualcosa di più grande.

Più commedia che horror

La trama di M3gan combina le storie sulle intelligenze artificiali malvagie e le bambole assassine. Gemma, una brillante e nevrotica esperta di robotica interpretata dalla sublime Allison Williams, si ritrova a essere la tutrice di Cady (Violet McGraw), una nipote un po’ inquietante diventata di recente orfana. Dal momento che non è in grado di accudire una bambina che ha appena perso i genitori (ma anche per convincere il suo capo delle potenzialità di un androide giocattolo sofisticato e costosissimo a cui aveva lavorato in segreto), Gemma programma frettolosamente il robot (M3gan appunto, che sta per Model 3 Generative Android) in modo che possa fare compagnia e proteggere Cady. La donna si dimentica però di inserire nella sua creazione alcune righe di codice decisamente importanti, come il controllo genitoriale e le istruzioni per non uccidere. Così, ogni volta che M3gan percepisce la presenza di una minaccia nei confronti di Cady, la sua reazione è quella di eliminarla. Quando Gemma si rende conto della natura omicida della sua creazione, M3gan inizia a vedere anche la sua creatrice come un nemico. Non vi spoilererò il finale, ma con ogni probabilità potete intuire almeno l’80 per cento di ciò che accade nel film.

Cos’è, quindi, che rende speciale M3gan? La risposta è da cercare nel tono esuberante del film. Se come horror fa decisamente troppa poca pura, come commedia invece la pellicola è micidiale. M3gan balla, canta e suona al pianoforte. Si muove con disinvoltura e sembra una fusione tra Renesmee del franchise di Twilight e le inquietanti gemelline di Shining. È il cattivo più carismatico visto in una commedia horror dai tempi del Gremlin intelligente di Gremlins 2 (e, come Gremlins 2, anche M3gan riesce a essere ammiccante e consapevole senza diventare irritante, un’impresa più difficile di quanto sembri). Le persone presenti alla proiezione a cui ho partecipato hanno riso dalla scena d’apertura fino al finale sopra le righe. È stata davvero un’esperienza cinematografica da capogiro.

Non solo effetti speciali

M3gan è il primo film che ho visto al cinema quest’anno. Qualche settimana fa ero andata a vedere Avatar: La via dell’acqua (in 3D, ovvero come il regista James Cameron vuole che venga visto). Sarà difficile che una produzione con un budget modesto e un regista competente ma non particolarmente famoso riesca competere con il costosissimo sequel del film che ha fatto più incassi nella storia, peraltro diretto da un maestro del cinema moderno. Ma, guardando solo al merito, sarebbe giusto che succedesse.

Avatar 2 è favoloso. I suoi effetti speciali sono una meraviglia per gli occhi e rappresentano un risultato notevole. Ma la trama del film è in qualche modo ancora più insipida dell’originale. In un momento in cui qualsiasi film che non faccia parte di un franchise di supereroi viene valutato con più clemenza solo per aver almeno tentato di essere un’opera che non sia solo una macchina da soldi, sospetto che la risposta della critica nei confronti di Avatar: La via dell’acqua si sia rivelata molto più benevola di quanto lo sarebbe stata in un contesto meno anemico. Cameron è capace di creare grande arte, ma La via dell’acqua non rappresenta assolutamente un’opera artistica. Al contrario, questo tardivo ritorno a Pandora è solo un grandioso spettacolo. Visivamente abbagliante ma fumoso dal punto di vista narrativo, è un film divertentissimo da vedere in un cinema affollato per poi non pensarci mai più. In questo senso, ricalca accuratamente le orme del primo Avatar.

Anche M3gan è uno spettacolo grandioso. La sua trama è ridicola quasi quanto quella di Avatar e i due film garantiscono un livello di divertimento quasi equivalente quando sono visti su un grande schermo, idealmente circondati da un pubblico che urla e strepita. Ma è qui che M3gan dimostra di avere un vantaggio su Avatar 2: il fascino del film si basa sulla sua frivolezza piuttosto che sugli effetti visivi (e ha il una durata molto più ragionevole). Guardare Avatar: La via dell’acqua senza il giusto paio di occhiali 3D smorza il fascino del film, mentre M3gan può essere proiettato anche sullo schermo più fatiscente mantenendo inalterato il suo fascino ridicolo. Questa caratteristica assicurerà alla pellicola – che sembra destinata a ritagliarsi un posto nel canone dei film da pigiama party – una longevità maggiore, senza però diminuire il fascino di una visione comune. Il film-meme per eccellenza merita di diventare un’esperienza condivisa.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.

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Avatar 2, la sua durata non vi spaventa Vi sfidiamo con questi 5 lunghissimi film

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Presentato al festival di Berlino del 2020, il film diretto da C.W. Winter e Anders Edström descrive la vita di un villaggio rurale nel bacino di Shiotani, nella prefettura di Kyoto in Giappone. Nelle sue otto ore di durata il film ha modo di concentrarsi su tutti e 47 gli abitanti del villaggio e in particolare su Tayoko, un’anziana che si prepara a salutare il marito defunto.

Out 1 (12h 55m)

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Anche se spesso diviso in otto parti da 90-100 minuti ciascuno, il film del 1971 Out 1: Noli Me Tangere dei registi francesi Jacques Rivette e Suzanne Schiffman è stato concepito come un lungometraggio di quasi 13 ore. Del resto la sua ispirazione è La Comédie Humaine di Honoré de Balzac, e in particolare la raccolta de La storia dei tredici, dove le vite di diversi personaggi apparentemente slegate tra loro vengono seguite fino al loro inevitabile intrecciarsi.

Amra Ekta Cinema Banabo (21h 5m)

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Diffuso nel 2019, questo film del Bangladesh (il cui titolo significa letteralmente “Faremo un film”, ma spesso diffuso col titolo inglese The Innocence) è probabilmente il più lungo nella storia del cinema, se si escludono quelli più sperimentali. Il film racconta storie d’amore, sogni, politica e rivoluzione dopo la guerra di liberazione del Bangladesh del 1971 e il regista Ashraf Shishir ha impiegato quasi 10 anni per portarlo a termine.