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Perché i treni tra Roma e Firenze hanno ritardi o modifiche degli orari

Author: Wired

Nuovi disagi alla circolazione dei treni interesseranno la linea Roma Firenze, durante tre diversi fine settimana tra febbraio e marzo 2024, dalle 14.30 del sabato alle 14.30 della domenica. Il gruppo Ferrovie dello Stato effettuerà alcuni lavori di manutenzione tra Orte e Settebagni tra il 24 e 25 febbraio, tra il 9 e 10 marzo e tra il 23 e il 24 marzo, causando cancellazioni e allungamenti dei tempi di percorrenza per treni ad Alta velocità, Intercity e Regionali.

La cosiddetta linea “direttissima” tra Roma e Firenze non è nuova a interventi di manutenzione e interruzioni della circolazione. Questa volta le operazioni saranno spalmate su tre turni da 24 ore in tre diversi weekend, nel tentativo di ridurre i disagi a pendolari, lavoratori e lavoratrici. Nelle date previste per gli interventi la circolazione regolare dei treni sarà garantita fino alle 14.30 del sabato mattina e dalle 14.30 della domenica.

Quali sono i treni coinvolti

In particolare, saranno cancellati alcuni dei collegamenti tra Fiumicino Aeroporto/Fara Sabina/Poggio Mirteto e Orte; tra Roma e Chiusi/Arezzo/Firenze; tra Roma e Terni/Foligno/Perugia/Terontola; tra Roma e Ancona e tra Roma, Orte e Viterbo. Così come alcuni Frecciarossa e Frecciargento che collegano Bardonecchia, Torino, Milano, Roma, Napoli, Salerno, Battipaglia, Benevento, Mantova, Genova , Firenze, Fiumicino e Brescia. Altri treni ad alta velocità saranno spostati sulla linea convenzionale con tempi di percorrenza più lunghi di 80 minuti.

Alcune linee saranno coperte da bus sostitutivi, ma è consigliato verificare in tempo reale nuovi aggiornamenti sulla pagina Infomobilità del sito di Trenitalia. La società ha infatti specificato che “le modifiche ai servizi possono avvenire anche prima o dopo l’orario programmato dei lavori”.

A cosa servono i lavori

Il rallentamento della circolazione e le cancellazioni sono dovuti dall’installazione del nuovo sistema per la supervisione e il controllo del distanziamento dei treni Ertms, finanziato con fondi del Piano nazionale di ripresa e resistenza. Nel concreto, le attività di manutenzione consisteranno nell’installazione di antenne radio Gsm-r, la posa dei cavi, interventi nelle gallerie e lavori di manutenzione sulla sede ferroviaria.

Il sistema Ertms è già attivo tra Firenze Rovezzano e Orvieto e verrà attivato entro la fine del 2024 anche tra Orvieto e Settebagni, entro il 2036 dovrebbe essere installato su tutti i 16.800 chilometri di rete ferroviaria italiana. L’obiettivo è di aumentare la sicurezza e l’affidabilità dell’infrastruttura ferroviaria, migliorandone la regolarità della circolazione.

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Cosa ci fa Ferrovie dello Stato alla più grande conferenza tech

Author: Wired

L’albo, come raccontato anche a Lisbona, consente alle startup di accreditarsi gratuitamente e alle aziende del Gruppo di poter contare su un ulteriore strumento digitale per fare insourcing di competenze lanciando gare a invito.

Ferrovie dello Stato cosa fa alla più grande conferenza tech

A Lisbona, spazio anche al racconto, in un workshop con Daniele Pes, responsabile per l’Innovazione del gruppo Fs, e Giulio Lascialfari, responsabile Location Intelligence di RFI (Rete Ferroviaria Italiana, la società del Gruppo che gestisce l’infrastruttura ferroviaria nazionale, ndr), delle sinergie già in atto.

Il panel, dal titolo “L’Open Innovation con FS, caso studio”, le sinergie di successo che il Gruppo sta già attuando, ha raccontato quella con Safetecom, che ha sviluppato il software “Mine Crime”: per il supporto a questo progetto (e a quello di Xrit, ndr) il Gruppo FS ha vinto il Premio innovazione Smau.

Nel caso di Mine Crime, la relazione tra l’innovazione esterna e quella interna è molto concreta e punta a risolvere un tema spinoso, la prevenzione di eventi criminosi nei pressi delle stazioni, punto di contatto necessario tra contesto urbano e infrastruttura.

La piattaforma proprietaria Stationland, che consente a Rfi di prendere decisioni strategiche sulla progettazione degli spazi grazie anche all’analisi dei dati di frequentazione delle stazioni, è stata integrata con i dati relativi alla sicurezza apportati da Mine Crime, un software che raccoglie e sistematizza i dati sugli illeciti urbani, grazie all’accessi a banche dati continentali. Nell’ambito della collaborazione, Mine Crime ha sviluppato un proof of concept con il gruppo di analisi di Rfi, quest’ultimo puntava infatti a comprendere meglio minacce e rischi delle stazioni grazie a dati geolocalizzati. La condivisione dei dati ha consentito di approfondire diversi parametri, ma anche di confermare l’accuratezza e la capacità previsionale sugli eventi critici, uno stress test sul campo della solidità dei modelli utilizzati.

La collaborazione tra RFI, società di Gruppo Ferrovie dello stato, e Safetecom (titolare di Mine Crime) dimostra che servono più azioni congiunte per rendere concreto il paradigma di open innovation: la startup infatti aveva vinto in precedenza una challenge di open innovation che era stata indetta da FS (dal titolo “Tutte le strade partono da Roma”). Il mix di strumenti, compresi gli Accordi quadro per l’innovazione e la creazione dell’Albo delle startup, puntano a rendere più concreti e tarati le interlocuzioni e i rapporti con l’ecosistema dell’innovazione italiana (e, forse, meno randomici i risultati, ndr).

Ma anche le startup possono cogliere un messaggio: come dimostra il supporto a progetti Mine Crime e Xrit, l’innovazione aperta punta a risolvere, attraverso la leva tecnologica, sfide importanti come la tutela degli asset o l’efficienza della gestione tecnica dei cantieri. I margini per innovare sono importanti e vari, come dimostra l’elenco delle classi merceologiche dell’Albo (nove, in tutto): information technology, human augmentation, hyperautomation, madtech, generative design, iot, space tech, ecc. Non possono mancare anche travel tech e new mobility services e micromobilità. Complesse sono, in generale, le sfide del Gruppo che deve confrontarsi con la trasformazione della domanda di mobilità e dell’ efficientamento della catena logistica, in un quadro generale dove tutto è globale (dal contributo che si vuole dare in termini di sostenibilità ambientale al tema del cambiamento climatico che può impattare sulla resilienza delle infrastrutture, fino ad eventi come la pandemia che hanno inciso, per un periodo, fisiologicamente sulla domanda). Insomma, collaborare va bene ma poi bisogna parlare lo stesso linguaggio per affrontare un esigente cambiamento.