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Perché il 2024 sarà l’anno dell’intelligenza artificiale per gli enti pubblici italiani

Author: Wired

Entro fine anno va messo nero su bianco un piano d’azione per arruolare l’intelligenza artificiale nei processi della pubblica amministrazione. È questo uno degli obiettivi che si è data l’Agenzia per l’Italia digitale (Agid), l’ufficio per la digitalizzazione degli enti pubblici nazionali, per il trienno 2024-26. Nel suo programma triennale per l’informatica, Agid ha indicato dicembre 2024 come la scadenza entro cui dovrà scrivere le linee guida per promuovere l’adozione dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione, quelle per bandire gare e appalti dedicati e quelle per sviluppare le prime applicazioni. A quel punto il manuale di istruzioni servirà per passare dalle teoria alla pratica.

I numeri dell’AI

Nel 2025 Agid punta a raggiungere quota 150 progetti di intelligenza artificiale negli enti pubblici, da portare a 400 nei 12 mesi successivi. In parallelo, sul fronte acquisti, nel 2025 l’obiettivo è di 100 procedure per acquistare servizi di AI, che nel 2026 devono aumentare fino a 300. Mentre nel campo delle applicazioni, i traguardi da raggiungere nel 2025 e nel 2026 sono rispettivamente di 50 e 100 progetti di sviluppo avviati. Gli esempi da copiare sono quelli di Inps, che ha adottato un sistema di analisi e smistamento automatici degli oltre 16mila messaggi di posta elettronica certificata che riceve in media ogni giorno, prima catalogati manualmente, risparmiando così 40mila ore di lavoro ogni anno. L’ente previdenziale sta anche migliorando le capacità di comprensione delle richieste degli utenti da parte del suo chatbot, dopo una fase di test nell’agosto 2023. Mentre Istat sta esplorando l’uso di AI per modellare i contesti semantici, partendo da richieste effettuate con un linguaggio naturale. Chissà se sono queste le frontiere tecnologiche a cui dovrebbe lavorare 3-I spa, la società pubblica partecipata dai due istituti più Inail per fornire software, fondata nel 2022 e mai partita, o se Agid troverà altri canali per alimentare lo sviluppo.

Tra le righe il programma messo a punto da Agid rafforza il suo ruolo come supervisore dell’intelligenza artificiale in Italia. Un compito che caldeggia da tempo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega al digitale, Alessio Butti, sulla scia delle future previsioni dell’AI Act, il regolamento europeo sull’intelligenza artificiale.

Il provvedimento, ormai in attesa dell’ultimo via libera da parte del Parlamento europeo, impone di eleggere un ente nazionale perché vigili sul settore. Tuttavia non impone di avere una sola autorità, anzi suggerisce di dividere i compiti in base alle specificità (chi controlla i mercati finanziari dovrebbe occuparsi delle applicazioni di intelligenza artificiale per quel campo). Raccomanda, da ogni modo, che ci sia un referente. Che da tempo Palazzo Chigi ha identificato nell’Agid. Le ragioni sono presto dette: Agid già definisce le strategie nazionali in ambito digitale; dopo l’istituzione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, è stata alleggerita di tutti i compiti in ambito di cybersecurity; è un ente “generalista” ma controllato dal governo e non indipendente e, non da ultimo, ospita la segreteria tecnica del comitato nominato da Butti per elaborare la strategia nazionale sull’AI, attesa nelle prossime settimane.

Tutti gli altri progetti

E con l’aggiornamento del piano triennale, Agid si intesta la marcia a tappe forzate per inserire sistemi di intelligenza artificiale nel lavoro del pubblico. La strada è in salita. Nei prossimi tre anni non di sola AI si vivrà negli uffici dell’ente, nel quartiere dell’Eur a Roma. Solo per dare sostanza ai piani sugli algoritmi, Agid in parallelo deve completare entro un anno una ricognizione sulle basi dati “strategiche” in mano al pubblico, digitalizzarle entro il 2025 e dal 2026 promuoverle per allenare i sistemi di AI.

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Mappe digitali, l’alleanza che sfida Google Maps

Author: Wired

Si chiama Overture Maps Foundation e ha tutta l’aria di rappresentare una sfida non dichiarata a Google e al suo dominio nel campo delle mappe. Con la collaborazione della Linux foundation, Amazon Web Services, Meta, Microsoft e TomTom si sono unite per sviluppare dati cartografici interoperabili e aperti.

L’obiettivo delle quattro società è quello di potenziare nuovi prodotti cartografici e non è un caso che abbiano scelto di farlo attraverso l’utilizzo degli open data. “L’ambiente fisico e tutte le comunità al mondo – spiega infatti in una nota il direttore esecutivo della Linux foundation Jim Zemlin – crescono e cambiano in continuazione. Mapparle è una sfida estremamente complessa, che nessuna organizzazione può gestire. Il mondo dell’industria deve unirsi per farlo, a beneficio di tutti”.

georainboltAbbiamo sfidato Georainbolt, l’uomo che ha imparato a memoria Google Maps

Si chiama Trevor Rainbolt: riesce a riconoscere e localizzare con precisione pali della luce, targhe delle automobili e foglie degli alberi. Ed è diventato famoso grazie a TikTok

Il ruolo delle mappe

I dati relativi alle mappe e alla localizzazione hanno oggi un ruolo di rilievo nella società e sono destinati a rivestirne uno anche maggiore nel futuro. Basti pensare a quanto essi siano intrecciati per esempio con il funzionamento dei dispositivi dell’internet delle cose e con quello delle automobili a guida autonoma e con la logistica, o a quanto vitali potranno essere per una tecnologia come il metaverso.

Le esperienze immersive – afferma il direttore tecnico di Maps a Meta Jan Erik Solem – sono fondamentali per il futuro di internet. Fornendo dati cartografici aperti interoperabili, Overture fornisce le basi per un metaverso aperto e costruito indifferentemente da creatori, sviluppatori e aziende”.

Il caso TomTom

La collaborazione rappresenta il futuro della creazione delle mappe, nonché il fulcro della strategia di TomTom”, aggiunge il vicepresidente del comparto ingegneristico della nuova piattaforma mappe della società olandese Mike Harrell. La parabola di TomTom spiega molto bene cosa ha rappresentato per il settore l’avvento del sistema operativo mobile Android e iOs: nel 2007 il valore delle sue azioni sfiorò i 94 euro, oggi è invece stabile attorno ai 7

Nel dettaglio, l’obiettivo di Overture Maps Foundation è la creazione di mappe collaborative attraverso l’incorporazione di dati provenienti da più fonti, un sistema di interoperabilità semplificato, processi di convalida dei dati inseriti per garantire l’assenza di errori e uno schema di dati comune per rendere facile l’utilizzo delle mappe.

Sebbene la neonata fondazione sia il prodotto dell’accordo tra quattro sole società, l’obiettivo comune è quello di aprirne le porte a nuovi componenti, in sintonia con la filosofia open data del progetto. La previsione di Overture è quella di lanciare i primi set di dati tra gennaio e giugno 2023, con una versione base che includerà edifici, strade e informazioni amministrative. Successivamente, la fondazione migliorerà costantemente la copertura, la risoluzione e l’accuratezza dei dati già esistenti, introducendo di volta in volta novità come luoghi e percorsi in 3D.