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L’intelligenza artificiale è la nuova arma dei terroristi

Author: Wired

Anche i gruppi estremisti hanno iniziato a usare l’intelligenza artificiale, e in particolare l’AI generativa, con l’intento di diffondere la propria propaganda. Una situazione che preoccupa non poco gli esperti del settore, che temono che la tendenza possa vanificare il lavoro che le big tech hanno fatto negli ultimi anni per tenere l’estremismo fuori da internet.

Da anni i colossi tecnologici creano database che raccolgono i contenuti estremisti e violenti conosciuti – i cosiddetti database di hash – che vengono poi condivisi tra le varie piattaforme al fine di garantire una rimozione rapida del materiale incriminato da internet.

Arma di propaganda

Ciononostante, il direttore esecutivo di Tech Against Terrorism Adam Hadley spiega che i suoi colleghi raccolgono circa 5000 esempi di contenuti generati dall’intelligenza artificiale ogni settimana. In particolare, di recente sono tantissime le immagini generate dall’AI condivise dai gruppi legati a Hezbollah e Hamas per influenzare la narrazione sulla guerra tra Hamas e Israele. “La nostra più grande preoccupazione è che se i terroristi iniziano a usare l’AI generativa per manipolare le immagini su larga scala, questo potrebbe distruggere la soluzione della condivisione dei database di hash. È un rischio enorme”, ha detto a Wired US il direttore della no-profit affiliata alle Nazioni Unite.

In questi mesi i ricercatori di Tech Against Terrorism hanno portato alla luce diversi esempi di abusi da parte degli estremisti. Tra questi, un canale di messaggistica neonazista che condivide immagini generate dall’intelligenza artificiale utilizzando prompt razzisti e antisemiti, che sono stati inseriti in un’app disponibile sul Google Play Store; oppure, esponenti di estrema destra che promuovono una guida che spiega come utilizzare l’AI generativa per creare meme estremisti; o ancora una pubblicazione pro-al-Qaeda che diffonde manifesti di propaganda accompagnati da immagini che molto probabilmente sono state create utilizzando la tecnologia.

Oltre a descrivere la minaccia rappresentata dagli strumenti di AI generativa in grado di modificare le immagini, i ricercatori di Tech Against Terrorism hanno pubblicato anche un rapporto che analizza tutti i modi possibili in cui la tecnologia può aiutare i gruppi estremisti. Tra questi, l’uso di tool di traduzione automatica in grado di tradurre rapidamente la propaganda in più lingue, o l’adozione di strumenti che permettono di creare messaggi personalizzati su larga scala al fine di facilitare gli sforzi di reclutamento online.

La nuova iniziativa di Microsoft

Fortunatamente però non ci sono soltanto risvolti negativi. Lo stesso Hadley, infatti, sostiene che l’intelligenza artificiale offra anche l’opportunità di anticipare le azioni dei gruppi estremisti, preservando così la sicurezza internazionale. “Collaboreremo con Microsoft per capire se, utilizzando il nostro archivio di materiale, sia possibile creare una sorta di sistema di rilevamento basato sull’AI generativa per contrastare la minaccia emergente – ha dichiarato –. Siamo fiduciosi che l’AI generativa possa essere utilizzata per difendersi dagli usi ostili della stessa AI generativa“.

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Da dove arrivano le armi usate da Hamas per attaccare Israele

Author: Wired

Senza il sostegno dell’Iran, Hamas non avrebbe mai potuto attaccare Israele lo scorso 7 ottobre. I mortai, i lanciarazzi, le mine anti-carro, i parapendii e i fucili usati dai miliziani sono quasi tutti di fabbricazione iraniana o prodotti all’interno della Striscia di Gaza secondo indicazione che arrivano dalla Repubblica islamica. Una piccola parte di armi arriva dalla Corea del Nord o dalla Siria, tutti paesi alleati con la Russia, che sembra aver fornito alle forze fondamentaliste della Palestina alcuni armamenti occidentali catturati in Ucraina.

L’alleanza tra Iran a Hamas non è una novità. I funzionari del regime di Teheran hanno più volte confermato di fornire supporto economico e logistico ai diversi gruppi integralisti palestinesi, come le brigate Al Qassam, il braccio armato di Hamas, e le brigate Al Quds della Jihad islamica palestinese. Allo stesso tempo, questi gruppi hanno più volte elogiato e ringraziato i mullah iraniani per il loro aiuto, come si legge sul sito e sul canale Telegram dell’agenzia stampa iraniana Fars.

  1. Mortai, razzi e mine
  2. Droni
  3. Fucili e parapendii

Militanti di HamasChe cos’è Hamas?

L’organizzazione politico-militare è stata fondata durante la prima Intifada. Dal 2007 governa nella Striscia di Gaza ed è dietro l’attacco a Israele delle ultime ore

Mortai, razzi e mine

Come riporta France24, tra le armi più usate si trovano le munizioni da mortaio da 120 millimetri chiamate M48, prodotte in Iran dal 2007 e usate da Hamas fino dal 2020. Ci sono poi le mine anti carro YM-3, realizzate sulla base di modelli cinesi Type 72, i razzi anti carro PG-7VR, questi costruiti sul modello delle testate per lanciarazzi Rpg sovietici.

Come mostra il media iraniano Yjc, Hamas ha anche impiegato dei sistemi missilistici a guida automatica Ra’d-T, anche questo una versione copiata dal sistema sovietico analogo 9M14 Malyutka, e i razzi Misagh, come riporta Iranpress, copia dei cinesi QW-1M. Infine, sono iraniani anche tutti i missili a corto raggio lanciati sulle città israeliane, come i Fajr-3, i Fajr-5 e gli Zelzal.

Miliziani di HamasCosa c’è nello statuto di Hamas

Il documento è stato scritto nel 1988 e rivisitato nel 2017. Contiene le visioni religiose e politiche del movimento per la resistenza islamica che ha attaccato Israele

Droni

Per la prima volta, nell’attacco del 7 ottobre, Hamas ha impiegato i droni in una precisa strategia offensiva. Mentre fino a questo momento si era limitato a usarli per attacchi sporadici, come quello avvenuto contro un impianto chimico israeliano nel 2021, riporta Forbes. Nonostante questa evoluzione in teoria militare, i droni usati sono sempre gli stessi, cioè gli Ababil-2 iraniani o la loro copia prodotta a Gaza, gli Shahab.