Categorie
Tecnologia

X moltiplica gli abbonamenti per compensare la riduzione delle entrate

Author: Wired

X torna (ancora) a far parlare di sé. Secondo quanto riportato da una fonte di Bloomberg, che ieri ha partecipato a una call con i referenti della società, la piattaforma sta pensando di proporre agli utenti tre diversi livelli di abbonamento, con prezzi variabili a seconda della quantità di annunci visualizzabili. Allo stato attuale, X sta testando le varianti Premium Basic, Standard e Plus del piano Premium esistente, anche se non ha ancora fornito informazioni dettagliate al riguardo. Alcune indiscrezioni trapelate in rete fanno ipotizzare che il piano Basic non ridurrà affatto il numero di annunci che gli utenti vedono sulla piattaforma, mentre il livello Standard mostrerà la metà degli annunci – uno dei vantaggi condivisi con l’attuale abbonamento Premium.

X content

This content can also be viewed on the site it originates from.

L’offerta Premium Plus, invece, eliminerà completamente la pubblicità dalla piattaforma, il che significa che costerà ben più degli attuali 8 dollari al mese. Ma nonostante le informazioni siano piuttosto precise, X non ha ancora rilasciato alcuna conferma al riguardo. Quello che invece è certo è che Linda Yaccarino ha recentemente affermato che i ricavi derivanti dalla pubblicità, dalle licenze date e dagli abbonamenti dell’azienda stanno crescendo trimestre dopo trimestrea cifre singole elevate“, grazie anche al ritorno sulla piattaforma del 90% dei principali inserzionisti di X. Un’affermazione che è stata subito smentita dall’organizzazione no-profit Media Matters, che ha dichiarato che gli inserzionisti sono effettivamente tornati, ma stanno spendendo ben il 90% in meno rispetto al periodo pre-Musk.

D’altronde, non è certo un segreto che X non stia guadagnando cifre esorbitanti negli ultimi mesi. Secondo quanto riportato da Bloomberg, dopo l’acquisizione da parte di Musk la società ha accumulato un debito di circa 1,2 miliardi di dollari. Una cifra notevole, che ha certamente convinto l’imprenditore a introdurre la proposta di un abbonamento per cercare di rientrare di alcune delle somme andate perse. Pertanto, la triplice proposta potrebbe aver a che fare proprio con questo: incentivare le entrate attraverso una proposta più ampia, così da invogliare gli utenti a optare per un piano di abbonamento anziché per un account gratuito. Ammesso che continui a esistere la possibilità di averne uno.

Categorie
Tecnologia

Il presunto combattimento tra Musk e Zuckerberg non si farà

Author: Wired

Dopo le tante chiacchiere che hanno riempito i social di Elon Musk e Mark Zuckerberg e il profilo del ministro della Cultura italiano, Gennaro Sangiuliano, è finalmente stato chiarito che i due miliardari non combatteranno l’uno contro l’altro, né a Roma, né mai. A farlo, dopo l’accusa di poca serietà ricevuta dal patron di Meta, è stato proprio Musk, rispondendo in italiano a un post del ministro su X, l’ex Twitter.

“Voglio ringraziare il ministro Sangiuliano per la gentilezza e la disponibilità nel voler organizzare un evento di intrattenimento, culturale e di beneficenza in Italia. Volevamo promuovere la storia dell’Antica Roma con il supporto di esperti e allo stesso tempo raccogliere soldi per i veterani americani e gli ospedali pediatrici in Italia”, si legge nel commento.

Poi l’attacco al rivale: Zuckerberg ha rifiutato l’offerta perché non è interessato a questo approccio. Vuole solo combattere se è la Ufc organizzare l’incontro. Io comunque sono sempre pronto a combattere”. Risposta piccata dell’uomo più ricco del mondo alle accuse di non essere “serio riguardo all’incontro” mosse contro di lui da Zuckerberg sul social Threads, si legge sul Guardian.

Musk ha quindi cercato di scaricare la responsabilità sul rivale e sulla sua presunta intenzione di voler partecipare solo a un combattimento ufficiale della Ufc, società di promozione di arti marziali miste degli Stati uniti. Mentre dall’altra parte della barricata, Zuckerberg ha sostenuto come l’incontro non sia avvenuto a causa delle mille scuse di Musk, che avrebbe rifiutato di confermare una data, sostenere di doversi sottoporre a un intervento chirurgico e richiedere dei “round di pratica” tra i due prima dell’incontro definitivo.

Come contorno all’assurdità di una vicenda che al suo centro ha l’ego e la mascolinità tossica di due maschi bianchi occidentali pieni di soldi, si trova purtroppo il carrozzone politico che gli è andato dietro in cerca di fama e notorietà. Oltre a Sangiuliano, vari sottosegretari, sindaci, presidenti di regione e altri hanno gareggiato per candidare il proprio territorio di competenza come luogo dell’incontro. Tra questi, oltre al Colosseo, troviamo Benevento, la Calabria, l’Arena di Verona, l’Anfiteatro di Taormina, Firenze, Pompei, lo stadio San Carlo di Napoli e il comune di Luni.

Categorie
Economia Tecnologia

La X per sostituire Twitter potrebbe costare cara a Musk

Author: Wired

La nuova identità dell’ormai ex Twitter, ossia X, potrebbe essere oggetto di rivendicazioni legali da parte di altre società, incluse superpotenze come Meta e Microsoft. Lo riporta l’agenzia Reuters, specificando che sulla lettera X, il nome scelto da Elon Musk per il social network di cui è proprietario dallo scorso ottobre, detengono diritti di proprietà intellettuale diverse realtà.

C’è il 100% di probabilità che Twitter sia citata in giudizio da qualcuno”, ha spiegato all’agenzia stampa statunitense l’avvocato specializzato in marchi Josh Gerben, aggiungendo che quasi 900 marchi registrati attualmente attivi in vari settori contengono la lettera X.

I casi di Microsoft e Meta

Microsoft possiede dal 2003 un marchio identificato da tale lettera e legato alla comunicazione relativa alla sua console di videogiochi Xbox. Meta, che ha recentemente lanciato Threads, social simile proprio a Twitter, è invece proprietaria di un marchio federale registrato nel 2019 e rappresentato da una “X” blu e bianca e attivo in settori che includono software e social media.

Lo stesso colosso di Menlo Park aveva era peraltro incorso in problemi giudiziari quando, a ottobre 2021, aveva scelto di cambiare il proprio nome in Meta. In quell’occasione, a sfidare la società di Mark Zuckerberg per questioni legate alla proprietà intellettuale erano state la società di investimento Metacapital e la società di realtà virtuale MetaX. Un’altra causa aveva visto protagonista la società proprietaria, tra le altre, di Facebook, Instagram e Whatsapp a causa del logo con il simbolo dell’infinito.

Considerata la difficoltà nel proteggere una singola lettera, in particolare una così popolare commercialmente come la X – ha spiegato all’agenzia Reuters l’avvocato Douglas Masters, anch’egli specializzato in marchi – è probabile che la protezione di Twitter possa limitarsi a una grafica molto simile al loro logo X. Quest’ultimo però non è molto distintivo, quindi parliamo di una protezione molto limitata“.

A livello legale, anche negli Stati Uniti il proprietario di un marchio può rivendicare una violazione nel caso in cui altri marchi siano ritenuti potenzialmente in grado di causare confusione nel consumatore. Le sanzioni spaziano dalle multe al divieto di usarlo.