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Gossip

Preview “Die Überglücklichen”: Flucht aus der Klapsmühle

Maria Beatrice Morandini Valdirana ist Gräfin und Quasselstrippe, die sich in der Welt der Schönen und Reichen bestens auskennt.

Preview "Die Überglücklichen": Flucht aus der Klapsmühle

Seitdem sie sich in einen Berufsverbrecher verliebt und der italienischen Justiz zahlreiche Gründe gegeben hat, sie unter Arrest zu stellen, ist von ihrer gesellschaftlichen Bedeutung nicht mehr viel übrig. Beatrice muss sich in der rustikalen Villa Biondi psychologischer Behandlung unterziehen. Als die junge Donatella, die außerhalb ihres eigenen Universums kaum anzutreffen ist, dort ebenfalls Patientin wird, nimmt Beatrice die gebrochene Frau unter ihre Fittiche. Beim Arbeitseinsatz in einer lokalen Gärtnerei ergibt sich eine seltene Gelegenheit, den goldenen Käfig zumindest kurzfristig zu verlassen: Beatrice und Donatella büchsen aus.

Dicht gefolgt von einem Dutzend Psychologen jagen sie durch die Toskana und freunden sich bald an. Zwischen bipolaren Glücksschüben, manischer Zielstrebigkeit und zwanghafter Furchtlosigkeit verstehen sie einander besser als sonst jemand es könnte.

Nichts weniger als das Glück wollen sie suchen bei ihrem Ausflug in dieses Freiluft-Irrenhaus, das man viel zu oft mit der Realität verwechselt…

Preview "Die Überglücklichen": Flucht aus der Klapsmühle

Paolo Virzìs („Die süße Gier“) neuer Film versprüht in jeder Sekunde so viel Lebensfreude, dass man dringend verrückt werden möchte. ‚Die Überglücklichen‘ bringt zwei bezwingend starke Frauen auf die Leinwand, genial verkörpert von Valeria Bruni Tedeschi und Micaela Ramazzotti, die uns mit ihrer Wucht und Zerbrechlichkeit viel Kraft geben. Ein großartig gewitztes Zeitbild italienischer Gegenwart und das Porträt einer furiosen Frauenfreundschaft, die uns vor dem Irrsinn rettet.

Kinostart ist am 29. Dezember.

Fotos: Neue Visionen

Autore: klatsch-tratsch.de

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HardwareSoftware

Printer business shows signs of corruption

You know it’s a revolution baby

Cross licensing delights and deceits  are the name of the printing game.

When HP announced its intention to buy Samsung’s printer business for $ 1.05 billion, along with acquiring six thousand employees went the dirty little industry secret of cross licensing as well as the production of printer units for other companies.

Companies such as Dell have been known to source printers from the likes of Lexmark. The effects of the acquisition on the partnerships and technology licensing that Samsung had with other companies has not been disclosed by HP yet. We do, however, know in the past that Samsung has had very close deals with Xerox in sharing technology including design, repair parts, and toner supply.

A few times we have been able to verify with certainty Samsung and Xerox shared printer designs coming to market with identical standalone printers, as well as multi-function units. Other times,  identical parts and toner worked in Dell, Samsung and Xerox printers. Although the exact details on the natures of these arrangements are generally kept under tight wraps, details tend to be noticed when repair parts and supplies are ordered. In the past, if one part was unavailable from one company, the repair part with the exact same specifications would be able to be ordered from one of the competitors.

It will be very interesting how some of these pre-existing cross licensing deals are handled in the long run and the effects it will have on the engineering design of future partner and Xerox print units.  Samsung currently holds around 6,500 printing technology patents.

Autore: Fudzilla.com – Home

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HardwareSoftware

Nuovo design per i transistor farà dimenticare la legge di Moore?

Alcuni ricercatori dell’Università della Carolina del Nord (Stati Uniti) sono convinti che sia possibile realizzare chip più performanti senza necessariamente doverli rendere di più piccole dimensioni.
Nella progettazione e successiva produzione dei transistor, infatti, sono stati ormai raggiunti limiti fisici invalicabili tanto che, da tempo, si parla di materiali alternativi al silicio. La legge di Moore è considerata dai più ormai morta e sepolta (vedere La legge di Moore è ancora valida? Nature ne celebra la fine) anche perché la miniaturizzazione dei transistor si è spinta davvero troppo avanti.

Si parla dei futuri processi costruttivi a 10 e, addirittura, 7 nm () che in casa Intel hanno spesso dovuto subire qualche battuta d’arresto proprio in forza delle problematiche legate alla progettazione e alla produzione sperimentale.

Nuovo design per i transistor farà dimenticare la legge di Moore?

Per Behnam Kia, leader del gruppo di accademici statunitensi, sarebbe importante cominciare ad allontanarsi dalla corsa ossessiva alla miniaturizzazione.

In ogni chip, spiega Kia, sono presenti una serie di circuiti che fanno uso di transistor: ciascuno è studiato per svolgere un determinato compito.

Si immagini una fabbrica dove ciascun circuito è assimilabile a un dipendente che tiene in mano una calcolatrice. Il lavoro consiste, giornalmente, nell’effettuare la stessa identica operazione di calcolo. Col tempo, dal momento che le richieste di calcolo sono cresciute, la fabbrica è stata “popolata” con ulteriori dipendenti, riducendo gli spazi assegnati a ciascuno di loro. Ogni dipendente, però, ha continuato ad occuparsi dello stesso calcolo matematico.

Kia spiega che nel paragone coi dipendenti dell’azienda, molti transistor vengono spesso lasciati senza far nulla perché l’effettuazione di quel calcolo non è necessaria.
Ispirandosi alla teoria del caos (il sistema in sé è non lineare), è possibile pensare di programmare i circuiti in maniera tale che possano svolgere compiti differenti.
In questo modo, anziché aggiungere dipendenti alla fabbrica (transistor), si può addestrarli a compiere calcoli diversi.

Sempre secondo Kia, sebbene lo studio abbia ancora una valenza teorica, creare un transistor programmabile non è cosa complessa. Gli studiosi della Carolina del Nord ritengono che questi chip riconfigurabili possano essere messi a punto usando gli stessi strumenti che Intel già impiega oggi nelle sue linee di produzione.

Il “cambio di approccio” proposto potrebbe quindi essere la soluzione per incrementare la potenza dei processori nel frattempo che scienziati e ingegneri dei materiali riescano a individuare “i supporti” per realizzare chip con processi produttivi sotto i 5 nm.

Autore: IlSoftware.it

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Energia

Idee per innovare il mercato dell’efficienza energetica

Modelli superati di business, politiche e risorse limitate, schemi di finanziamento non adeguati, ma un enorme potenziale. Questo è il mercato presentato nel rapporto annuale CESEF 2016 dal titolo “Innovare il mercato dell’efficienza energetica. Public policy, strategie e Internet of Things” che verrà illustrato a Milano il 4 ottobre.

Sebbene il settore dell’efficienza energetica sia al centro delle politiche energetiche europee e nazionali, nella pratica è poco sostenuto, se non addirittura osteggiato. Si regge inoltra ancora su modelli di business poco innovativi e strategie di finanziamento poco efficaci.

Queste sono alcune delle tematiche che sono affrontate nel rapporto annuale CESEF 2016 dal titolo “Innovare il mercato dell’efficienza energetica. Public policy, strategie e Internet of Things” che verrà presentato a Milano il 4 ottobre in un workshop dal titolo “Efficienza energetica in Italia: tante competenze, ma pochi progetti”.

QualEnergia.it ha ricevuto in anteprima la sintesi dello studio che, grazie anche all’analisi di bilanci di un campione di oltre 200 soggetti coinvolti nel settore, intende evidenziare le principali dinamiche del mercato dell’efficienza energetica in Italia e in Europa anche con riguardo agli aspetti finanziari e legislativi.

Secondo il CESEF il settore oggi ha a diposizione risorse molto limitate e che sono usate poco e male. I finanziamenti, soprattutto bancari, per i progetti di efficienza e per le ESCo sono scarsi anche a causa della piccola dimensione delle imprese.

E poi ci sono le risorse non spese, come i 900 milioni di € del Conto Termico, o ancora bloccate, come i 70 milioni di € all’anno del Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica.

Nel rapporto si spiega che oltre a un mercato “tradizionale”, dove gli interventi sono trainati dalla necessità di rinnovare da parte dell’utente finale le tecnologie obsolete (ad esempio: la sostituzione dei macchinari nei processi industriali o di caldaie ed elettrodomestici nel building), c’è poi un mercato “in fase emergente”, dove l’efficienza energetica sarebbe un importante driver degli investimenti.

In questo caso – si afferma nello studio – ci si riferisce anche a interventi complessi che difficilmente i beneficiari farebbero se non stimolati e supportati anche finanziariamente. Ad esempio, i recuperi di calore industriali, la deep renovation nel building, fino alle nuove tecnologie come l’Internet of Things (IoT).

Questo mercato, in cui è fondamentale il ruolo delle ESCo o comunque di operatori qualificati, secondo il rapporto CESEF è tutt’altro che in crescita, con fatturati e margini in netto calo rispetto agli anni passati (vedi tabella sotto).

Le difficoltà del settore, si spiega nel report, nascono da modelli superati dal punto di vista del business, delle modalità di finanziamento, oltre che della governance complessiva dell’industria che appare oggi carente.

Circa i modelli di business, le ESCo devono certamente andare oltre gli approcci basati sulla burocrazia dei Certificati Bianchi (o TEE), orientandosi sempre di più verso la creazione e la valorizzazione di competenze tecniche e progettuali.

La contrazione del mercato dei TEE sta infatti determinando la concentrazione del mercato e il consolidamento delle ESCo burocratiche.

Anche le utiliy dovranno estendere le loro competenze sul mercato dell’efficienza, andando oltre i semplici progetti basati su tecnologie standard (come l’illuminazione pubblica) e guardando sempre più a interventi complessi e profondi sia nel building che nell’industria.

Sul lato dell’offerta – si dice nel report CESEF –sono già in atto dinamiche sia di riposizionamento strategico delle ESCo su aree a maggior contenuto consulenziale, sia aggregative tra utilities (e più in generale società energetiche) ed ESCo, per superare i limiti di competenze delle prime e quelli finanziari delle seconde.

Ma come accennato anche le ESCo consulenziali hanno, per la prima volta dal 2011, fatturati decrescenti, con riduzione dei margini del 20-30% (vedi tabella).

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Dal punto di vista delle policy governative si chiede nello studio di sciogliere la distonia tra dichiarazioni di policy e realtà degli interventi. I dati del 2015 relativi ai risparmi energetici associati ai diversi sistemi di sostegno generano alcune preoccupazioni circa il raggiungimento degli obiettivi al 2020. Il grafico evidenzia questo aspetto.

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Si può innovare introducendo modelli innovativi di incentivo e di stimolo, ad esempio guardando ad alcune esperienze estere. vengono segnalati i modelli di Command&Finance, dove a fronte di un obbligo di intervento si forniscono anche gli strumenti di finanziamento agevolato.

Gli aspetti di finanziamento sono quelli che certamente richiedono il maggiore sforzo innovativo. Bisogna allora progettare nuovi strumenti capaci di gestire le complessità, e i conseguenti livelli di rischio, dei progetti.

In quest’ottica vi sono fondi di investimento, nazionali e internazionali, come Susi Partners, il Fondo Italiano per l’Efficienza Energetica, Foresight, lo European Energy Efficieny Fund, che offrono prodotti disegnati per l’efficienza energetica che potrebbero sbloccare il comparto.

Anche sul fronte tecnologico bisognerà innovare, guardando ad interventi di upgrade delle tecnologie e dei processi esistenti.

In questo senso l’interazione tra Internet of Things e l’efficienza energetica può rappresentare un’importante area di sviluppo di entrambi i comparti. Infatti, l’IOT migliora le tecnologie tradizionali, anche attraverso la creazione di un network di dispositivi in comunicazione tra loro determinando sostanzialmente in tutti i casi rilevanti incrementi di efficienza.

Infine, per il CESEF, va estesa la conoscenza e la percezione che gli utenti hanno dell’efficienza energetica.

Ad esempio la PA deve diventare consapevole delle opportunità che essa genera, per assumere un ruolo anche di traino per gli utenti privati. Le PA devono inoltre sviluppare le competenze adeguate per disegnare progetti e bandi di gara economicamente vantaggiosi e sostenibili per gli operatori in modo da avviare interventi di rinnovamento che sarebbero esemplari per il Paese.

Il Rapporto Annuale CESEF 2016 fornisce dunque un quadro delle principali dinamiche innovative in atto nel mercato, evidenziando esperienze e casi di interesse per operatori, policy maker, finanziatori e clienti finali.

Autore: QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

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HardwareSoftware

Pixel 3 sarà il primo notebook di casa Google con Andromeda

Inutile girarci intorno: Google sta progettando quello che potrebbe essere realmente un cambiamento epocale per il mondo dei laptop. Andromeda, la fusione dei sistemi operativi Chrome OS e Android, potrebbe essere presentato durante l’evento del prossimo 4 ottobre 2016 ma quello che si prospetta per il futuro è davvero imponente. Secondo alcune fonti richiamate in esclusiva su AndroidPolice, Google starebbe progettando un vero e proprio computer portatile, Pixel 3, da rilasciare durante il terzo trimestre del 2017 proprio con Andromeda.

Il progetto è conosciuto in Google con il nominativo di “Bisonte” e secondo le informazioni monterà per la prima volta il nuovo sistema operativo Andromeda su di un computer portatile dopo anni ed anni di sviluppo nascosto tra gli ingegneri di Chrome OS e quelli di Android. Al momento è chiaro che le informazioni in merito sono realmente poche e molto aleatorie ma è lecito attendersi che Google porti avanti tale progetto in modo ben distinto da ciò che sta facendo con i suoi Chromebook. Portare le applicazioni Android su Chrome OS (progetto ARC) è solo una piccola parte di un progetto decisamente più ampio e significativo.

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Da un punto di vista tecnico il progetto Bisonte potrebbe prevedere un computer portatile Ultrabook con un display da 12.3 pollici. Display non troppo grande soprattutto per la volontà da parte di Google di non escludere a priori una modalità tablet nel suo Andromeda. Al momento non è chiaro, infatti, se il dispositivo verrà realizzato sulla falsa riga degli attuali Lenovo Yoga o magari come i più ambiziosi Surface Book di Microsoft, permettendo dunque l’utilizzo separato di un tablet e di un notebook.

La scheda tecnica sembra presupporre un processore m3 o i5 di Intel affiancati da 8 o 16GB di RAM e storage interno di 32GB o 128GB. Le fonti dichiarano anche la presenza di un lettore di impronte digitali per aumentare la sicurezza, due porte USB Type-C ed un foro per il jack da 3.5mm delle cuffie. Non è tutto perché il dispositivo potrebbe possedere anche una serie di sensori di ultima generazione tra cui anche il supporto alla stilo in vendita separatamente in collaborazione con Wacom.

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Il nuovo Bisonte possederà anche un sistema importante di altoparlanti stereo, ben quattro microfoni, una batteria che permetterà di utilizzare il dispositivo per oltre 10 ore continuative, quindi una tastiera retroilluminata ed un trackpad in vetro pronto ad essere utilizzato per qualsiasi tipo di gesture su Andromeda. Google sembrerebbe pronta a porre tutto questo in un prodotto di soli 10 millimetri di spessore e dunque decisamente più sottile rispetto agli attuali modelli di notebook più sottili di Apple.

Un prodotto davvero unico che potrebbe essere venduto da Google con un prezzo elevato sia per l’esclusiva di Andromeda ma anche per il comparto tecnico comunque di ottima fattura. Secondo la fonte di AndroidPolice il nuovo Bisonte potrebbe partire da un prezzo di 799 dollari, con la penna Wacom in vendita separatamente e una messa in commercio entro il terzo trimestre del prossimo 2017.

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Ma cosa significherà Andromeda e Bisonte per Android, Google e i nuovi smartphone Pixel? Al momento nulla di eclatante. I nuovi Pixel e Pixel XL avranno di certo la scena sul palco dell’evento di BigG il prossimo 4 ottobre 2016. Anche i nuovi Chromecast Ultra e la messa in commercio di Google Home potranno portare a casa molti applausi. Andromeda potrebbe fare la sua piccola comparsa in una breve anteprima. Nulla di che agli occhi di oggi ma un passo fondamentale per il futuro, per un orizzonte in cui Google è pronta a scommettere sul suo nuovo sistema operativo, frutto di anni e anni di sviluppo dei propri ingegneri. Bisonte è lontano ma la terra sembra poter già “tremare” dei suoi passi.

Autore: Le news di Hardware Upgrade