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Full Nvidia GTX 1050/1050 Ti specifications detailed

Based on GP107 Pascal GPU

Following the recent rumor, a full list of GTX 1050 and GTX 1050 Ti specifications have found their way online.

According to the latest leak coming from HWBattle.com site, the upcoming Geforce GTX 1050 and GTX 1050 Ti graphics cards will be most likely both based on Nvidia’s new GP107 Pascal GPU and should provide enough performance for casual, entry-level and MOBA gaming.

The faster Geforce GTX 1050 Ti will be based on a fully-enabled GP107 GPU with 768 CUDA cores and pack 4GB of GDDR5 memory on a 128-bit memory interface. The GPU should be clocked at 1290MHz for the base GPU clock and 1382MHz for the GPU Boost clock and it should have a TDP of below 75W, which means it won’t need additional PCIe power connectors.

The slower Geforce GTX 1050 will be based on a cut-down version of the same GP107 GPU and pack 640 CUDA cores. In order to keep the price down, reference GTX 1050 will come with 2GB of GDDR5 memory on the same 128-bit memory interface. The GPU should work at 1354MHz for the GPU base and 1455MHz for the GPU Boost clock.

According to the source, the GTX 1050 Ti should come in mid-October with a price of around US $ 149 while the GTX 1050 will come in late-October, priced at US $ 119.

We are quite sure that there will be plenty of different SKUs as partners will probably make custom versions since day one, so you can expect different form-factors, higher GPU clocks and more memory on those cards.

Autore: Fudzilla.com – Home

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Condivisione file online senza passare per i servizi cloud

Spesso si ha l’esigenza di condividere file online con colleghi e collaboratori ma, considerata anche la tipologia di informazioni con cui si ha a che fare, si preferisce evitarne il caricamento sui principali servizi di storage cloud.

Per condividere file online senza passare per il cloud, suggeriamo l’utilizzo di Syncthing, un software libero e opensource che consente di attivare la sincronizzazione di documenti e di qualunque altro tipo di file.

In altre parole, due o più utenti, collegati alla Rete anche a migliaia di chilometri di distanza l’uno dall’altro, possono lavorare sullo stesso insieme di file “senza pestarsi i piedi”, certi di disporre sempre della copia più aggiornata di ciascun documento.

Condivisione file con Syncthing: i principali vantaggi

Syncthing permette di tenere i propri file sempre automaticamente sincronizzati su più postazioni. L’applicazione, disponibile per sistemi Windows, macOS, Linux, Android (e altri sistemi operativi), consente di condividere file online senza appoggiarsi ad alcun server centralizzato.
I propri dati non verranno cioè mai salvati su sistemi di terze parti e, di conseguenza, non potranno compromessi od oggetto di verifiche da parte delle autorità, anche straniere.

Durante lo scambio dei dati, Syncthing utilizza la cifratura TLS (ciò significa che eventuali aggressori non saranno in grado di decodificare le informazioni e risalire ai file “in chiaro”). Inoltre, viene usato il meccanismo perfect forward secrecy (PFS), proprietà dei protocolli di negoziazione delle chiavi che assicura che se una chiave di cifratura a lungo termine viene compromessa, le chiavi di sessione generate a partire da essa rimangono riservate.
Ogni dispositivo che partecipa al cluster ossia si collega con la batteria di device autorizzati a scambiarsi file reciprocamente, viene autenticato in modo da assicurarsi che solo le macchine “fidate” possano inviare e ricevere le informazioni condivise.

Per iniziare a usare Syncthing, quindi, non è necessario caricare alcun dato sul cloud: è sufficiente installare l’applicazione e configurare i dispositivi che possono accedere ai dati messi “a fattor comune”.

Come funziona Syncthing

Come abbiamo accennato in precedenza, Syncthing poggia il suo funzionamento sull’utilizzo di solidi certificati crittografici e sull’impiego della crittografia asimmetrica.

Per usare Syncthing, quindi, basta avviare il programma (non necessita di installazione), attendere qualche istante la generazione delle chiavi quindi configurarlo utilizzando il browser web.

È importante comprendere subito che:

1) Syncthing attiva funzionalità server sul sistema o dispositivo locale: in Windows, quindi, bisognerà spuntare solo la casella Reti private quindi fare clic su Consenti accesso.

Condivisione file online senza passare per i servizi cloud

2) Di default Syncthing condivide e sincronizza il contenuto di una cartella (sui sistemi Windows si trova in C:\Users\NOME_UTENTE\Sync).
È possibile aggiungere altre cartelle e condividerne il contenuto.

Condivisione file online senza passare per i servizi cloud

3) Per accedere al contenuto delle cartelle condivise da un altro dispositivo, si dovrà indicare l’identificativo del sistema ove tale materiale è memorizzato. L’ID del dispositivo, unica informazione necessaria per abilitare l’accesso, può essere copiato e incollato quindi inviato via email o attraverso altri canali.
Sui dispositivi mobili Android, l’ID del dispositivo può essere riconosciuto operando una scansione del codice QR (ne abbiamo parlato negli articoli Creare e leggere codici QR. I codici che permettono di fornire ed ottenere informazioni in modo rapido e Come creare un codice QR, anche per i biglietti da visita).

Condivisione file online senza passare per i servizi cloud

L’identificativo del dispositivo si può recuperare dal menu principale di Syncthing cliccando su Mostra ID.

4) L’autorizzazione alla connessione deve essere esplicitamente fornita.
Non appena un dispositivo remoto, chiede di accedere, Syncthing mostra un messaggio simile a quello riportato in figura:

Condivisione file online senza passare per i servizi cloud

5) Qualunque dispositivo può offrirsi di condividere e sincronizzare i contenuti di una cartella locale con gli altri device.

Condivisione file online senza passare per i servizi cloud

Anche in questo caso, l’operazione dovrà essere espressamente autorizzata cliccando su Aggiungi.6) Per condividere e sincronizzare una cartella con un dispositivo specifico (o più di essi), si deve cliccare sul pulsante Modifica quindi spuntare una o più caselle in corrispondenza di Condividi con i dispositivi.

Condivisione file online senza passare per i servizi cloud

Per condividere e sincronizzare una cartella da Android (abilitando eventualmente il mantenimento di più versioni degli stessi file), basta attivare l'”interruttore” corrispondente al nome del dispositivo con cui gli elementi debbono essere messi “a fattor comune”:

Condivisione file online senza passare per i servizi cloud

Nella stessa schermata, ci sono gli strumenti per impostare l’intervallo di scansione del contenuto della cartella (di solito avviene ogni 60 secondi), per rimuovere la condivisione, per attivare il controllo di versione dei file.

7) Ogni modifica (ad esempio l’aggiunta di un nuovo dispositivo autorizzato o la condivisione di una nuova cartella) richiedono il riavvio di Syncthing.
Di solito è l’applicazione a indicare, automaticamente, quando è necessario provvedere al riavvio.

Autore: IlSoftware.it

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Energia

Prosumer: metà dei cittadini UE autoprodurrà energia nel 2050

La previsione si fonda su uno studio di CE Delft. Circa 264 milioni di persone potrebbero trasformarsi in consumatori attivi di elettricità in tutta Europa, Italia inclusa, grazie alla generazione distribuita da rinnovabili e all’energy storage. Restano però da eliminare moltissime barriere tecniche e burocratiche.

La transizione energetica dalle fossili alle rinnovabili potrà contare su un numero crescente di energy citizen, cittadini autoproduttori di energia.

Circa 264 milioni di persone, in poco più di trent’anni, potranno rientrare in questa categoria, sostiene uno studio condotto dall’istituto di ricerca ambientale CE Delft (allegato in basso) per conto di varie organizzazioni, tra cui Greenpeace.

Il rapporto, infatti, si basa sullo scenario Energy Revolution, in cui Greenpeace prefigura una società capace di reggersi quasi esclusivamente sulle fonti pulite nel 2050.

Qui è interessante capire come si evolverà la figura del “cittadino energetico” finora imbrigliato da numerose barriere tecniche e normative che, di fatto, rendono molto difficile il pieno sviluppo della generazione distribuita.

L’energy citizen dello studio – ma la definizione vale anche per entità collettive come scuole, piccole aziende, cooperative – è in grado di gestire direttamente e con grande flessibilità la propria domanda di energia.

Può riuscirci in vari modi, ad esempio stoccando l’elettricità generata dai pannelli solari in una batteria statica o di un veicolo a zero emissioni, o utilizzando sistemi di domotica e altri dispositivi intelligenti in grado di bilanciare domanda/offerta di energia sulla rete.

Questo sarebbe il passaggio dal semplice consumatore passivo, secondo la logica tradizionale delle grandi centrali di generazione, al prosumer attivo, che produce almeno una parte dell’elettricità che gli serve e soprattutto è capace di gestirla secondo determinati criteri (vedi anche QualEnergia.it).

Secondo le proiezioni di CE Delft, a loro volta fondate sugli obiettivi comunitari per le fonti rinnovabili, nel 2030 i cittadini energetici potrebbero produrre 611 TWh di elettricità, pari al 19% circa dei consumi totali dei 28 Stati membri.

Nel 2050 (grafico sotto) contando l’apporto dei vari paesi i numeri sarebbero ancora più elevati, nell’ordine di 1.557 TWh e 45% della domanda elettrica soddisfatta.

In Italia, a quella data, due cittadini su cinque potrebbero contribuire alla produzione complessiva di energia, grazie al contributo di oltre 26 milioni di persone. In particolare il 37% di tale produzione potrebbe arrivare da impianti domestici, e la stessa percentuale da cooperative energetiche, il 25% sarebbe il contributo delle piccole e medie imprese, mentre appena l’1% proverrebbe da enti pubblici.

I prosumer di energia, che oggi sono circa 12 milioni, salirebbero così a 112 milioni nel 2030 e poi 264 nel 2050. A patto, ovviamente, che le singole nazioni mettano in campo tutti gli strumenti necessari tra cui, secondo Greenpeace:

  • Sancire il diritto all’autoproduzione/autoconsumo
  • Garantire priorità di accesso alla rete per i progetti di generazione distribuita
  • Semplificare le procedure amministrative
  • Prevedere degli obiettivi nazionali di generazione diffusa al 2030

Il seguente documento è riservato agli abbonati a QualEnergia.it PRO:   

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Autore: QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

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TvTech

GoPro vola! Ecco dal vivo il drone Karma

Photokina 2016 è stata la vetrina scelta da GoPro per il lancio del suo tanto atteso drone: è Karma, caratterizzato da testa cardanica motorizzata e design ripiegabile, per stare comodamente in uno zaino per il trasporto. La gimbal è staccabile e utilizzabile per riprese a mano tramite l’impugnatura ergonomica compresa nel kit

Tag: action camAnteprimaDroniFiereGoProReportrugged

Autore: TVtech – Video e Web Tv sulla tecnologia, sull’informatica e sul mondo ICT – Ultimi Video

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HardwareSoftware

Il primo treno passeggeri a idrogeno al mondo è francese e viaggerà in Germania

La scorsa settimana la compagnia di trasporti francese Alstom ha svelato il primo treno passeggeri al mondo a fare uso dell’idrogeno come combustibile. Stando a quanto sottolineato dal quotidiano tedesco Die Welt il veicolo a rotaie viaggerà in Germania entro la fine del 2017.

Coradia iLint è un treno passeggeri atipico nella sua categoria e si caratterizza per la sua estrema silenziosità di funzionamento. Questo grazie al fatto che viene alimentato da celle di combustibile a idrogeno, le quali emettono solamente vapore e condensa. Un serbatoio di idrogeno posizionato sul tetto del treno alimenta le celle di combustibile che a loro volta producono corrente elettrica in maniera molto più pulita rispetto alle locomotive alimentate a gasolio.

Coradia iLint

Alstom spera infatti che i propri treni a idrogeno possano eliminare la maggior parte delle locomotive tradizionali, diffusissime nel Vecchio Continente nonostante gli sforzi di “elettrificazione” fatti nei paesi principali. Il nuovo treno è stato svelato a InnoTrans, un evento annuale che si è tenuto a Berlino la scorsa settimana. A partire dalla fine del 2017 il treno percorrerà la linea Buxtehude-Bremervörde-Bremerhaven-Cuxhaven nella parte nord-ovest del paese. Le autorità di trasporto locali del Niedersachsen (Bassa Sassonia) hanno già ordinato 14 treni di questo tipo.

Partiranno già ad autunno 2016 le fasi di test e certificazione del veicolo a rotaie condotte dalla German Federal Railway Authority Eisenbahn-Bundesamt, e dovrebbero concludersi proprio a ridosso dell’impiego pubblico del prossimo anno. Coradia iLint è il primo treno passeggeri al mondo a fare uso dell’idrogeno come combustibile, ma non è di certo il primo veicolo con questa caratteristica. Il termine inglese “hydrail” è utilizzato dal 2004 per descrivere tutti i tipi di veicoli a rotaie basati sull’idrogeno come combustibile, e la tecnologia viene utilizzata da tempo in Giappone.

L’annuncio sottolinea però la voglia di innovare della Germania nel campo dei trasporti. Solo lo scorso luglio Deutsche Bahn, il più grande operatore ferroviario europeo, annunciava un rapporto di collaborazione per lo sviluppo delle tecnologie Hyperloop.

Autore: Le news di Hardware Upgrade