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I Lemmings arrivano su Android grazie a Sony e Sad Puppy

Author: Lorenzo Spada Android Blog Italia

Sony e Sad Puppy hanno portato il classico gioco dei Lemmings su dispositivi Android e iOS e in maniera quasi del tutto gratuita. Il puzzle game lanciato negli anni ’90 è stato reimmaginato per offrire ai giocatori la migliore esperienza sui loro dispositivi mobili.

La software house Sad Puppy promette migliaia di livelli pieni di puzzle, trappole e pericoli. I giocatori possono scoprire e collezionare lemming unici e competere contro altri giocatori nei tornei per importanti premi.

Ovviamente, si ha bisogno di una connessione di rete per giocare a Lemmings, specialmente ora che si possono affrontare altri giocatori in tutto il mondo.

Fra le caratteristiche principali del gioco troviamo:

  • Potrai salvare i Lemmings ovunque ti trovi e in qualsiasi momento, grazie a dei comandi semplici che richiedono un singolo tocco!
  • Migliaia di livelli pieni di enigmi, trappole e altri pericoli!
  • Esplora l’universo e costruisci pianeti su cui i Lemmings potranno far festa!
  • Scopri e colleziona tribù di Lemmings uniche. Chissà cosa troverai la prossima volta!
  • Affronta giocatori da tutto il mondo partecipando a tornei ricchi di premi!

C’è solo un problema o almeno un qualcosa che alcuni lo vedono come un problema, e questo è il modo in cui Sony e Sad Puppy hanno scelto di monetizzare il gioco.

Sebbene si tratti di un gioco free-to-play, gli sviluppatori hanno incluso una meccanica che richiede energia per continuare a giocare e quando si esaurisce, si deve aspettare finché non si riempie oppure è possibile acquistarla con soldi veri. 

Nel caso foste interessati al download dei Lemmings sul Play Store, vi basterà cliccare sul nostro app box sottostante.

Lemmings
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Price: Free+

VIA

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Crittografia hardware negli SSD: Crucial rilascia un aggiornamento per i suoi MX100, MX200 e MX300

Author: IlSoftware.it

Gli SSD Crucial coniugano buone prestazioni con un prezzo davvero vantaggioso (qui è possibile trovare le varie proposte di unità a stato solido, spesso a prezzo scontato); tant’è vero che ne avevamo parlato anche nel recente articolo SSD: le migliori unità a stato solido del momento.

Gli SSD Crucial MX100, MX200 e MX300, insieme con le unità Samsung 840 EVO e 850 EVO e gli esterni Samsung T3 e T5, erano stati al centro di un’indagine svolta dagli accademici dell’Università Radboud di Nijmegen (Olanda).

Crittografia hardware negli SSD: Crucial rilascia un aggiornamento per i suoi MX100, MX200 e MX300

Come spiegato nell’articolo Crittografia SSD: quella hardware talvolta fa acqua e BitLocker può risultare inefficace, con alcuni modelli di unità a stato solido un aggressore può riuscire a leggere il contenuto dell’SSD crittografato senza disporre di alcuna chiave di decodifica.
La cifratura dei dati mediante BitLocker (funzionalità integrata in Windows 10 Pro ed edizioni più costose), nel caso in cui ci si appoggiasse all’hardware dell’unità a stato solido, può non offrire un adeguato standard di sicurezza.Per risolvere definitivamente la lacuna di sicurezza, Crucial ha rilasciato un aggiornamento del firmware per i suoi SSD MX100, MX200 e MX300 scaricabile da questa pagina.
Sebbene questa vulnerabilità possa essere sfruttata solo da una persona con accesso fisico all’unità, con una profonda conoscenza tecnica SSD e con un’attrezzatura tecnica di livello avanzato, si consiglia di aggiornare il firmware dell’unità per ottenere una protezione ulteriore“, osservano i tecnici di Cruciali. “Si potrebbe anche prendere in considerazione la possibilità di implementare una crittografia software come metodo alternativo di protezione della sicurezza dei dati” ovvero la soluzione presentata nell’articolo Crittografia SSD: quella hardware talvolta fa acqua e BitLocker può risultare inefficace al paragrafo Configurare BitLocker in modo che non sfrutti la crittografia hardware dell’unità SSD.

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Revealing My Subscribers New Gaming Setup! – Episode 2


I reveal the setup that I built for Heath in the final Episode of Setup Makeover: Season 3!
Episode 1: https://bit.ly/2AjJgga
Heaths Twitch Channel: http://twitch.tv/cgamer76
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Aprire il registro di sistema all'avvio del PC e modificarne il contenuto

Author: IlSoftware.it

Quello che vi presentiamo è un “trucco” che a noi è risultato particolarmente utile in molteplici situazioni. Sappiamo che nel caso in cui non fosse attivata alcuna forma di crittografia sui dati salvati nelle unità di memorizzazione è possibile recuperarli agevolmente, anche quando il PC dovesse rifiutare di avviarsi.
Come abbiamo spiegato nell’articolo Salvare file da un computer che non si avvia o non si accende se il PC non si avviasse in modalità provvisoria per recuperare i dati si possono usare supporti di boot, ambienti per l’avvio di emergenza o lo stesso supporto d’installazione di Windows.
In alternativa il disco fisso o l’unità SSD possono essere scollegati e connessi come unità interne (secondarie) o esterne a un altro PC per estrarre i dati d’interesse.

Non abbiamo però spiegato come aprire il registro di sistema all’avvio del PC oppure collegando hard disk o SSD a un altro sistema.
Questa procedura risulta infatti particolarmente utile allorquando si volessero recuperare delle informazioni contenute nel registro di sistema (ad esempio dati di licenza o specifiche configurazioni) e Windows non risultasse più avviabile, neppure in modalità provvisoria.

Aprire il registro di sistema: modificare ed esportare voci di configurazione all’avvio del PC

Per accedere al registro di sistema di un’installazione di Windows che non ne vuole sapere di avviarsi consigliamo di avviare il PC dal supporto d’installazione del sistema operativo. Si può ad esempio utilizzare quello di Windows 10, generabile seguendo le indicazioni pubblicate nell’articolo Scaricare Windows 10 ISO: ecco come procedere.

Effettuato il boot dal supporto d’installazione di Windows 10 (l’operazione vale anche per le precedenti versioni di Windows), alla comparsa della schermata in figura, si dovrà premere la combinazione di tasti MAIUSC+F10 in modo da far apparire la finestra del prompt dei comandi.

Aprire il registro di sistema all'avvio del PC e modificarne il contenuto

A questo punto, digitando regedit al prompt sarà possibile aprire il registro di sistema dell’installazione di Windows presente sulla macchina (funzionante o non funzionante che sia).
Va tenuto presente che le chiavi di registro mostrate all’apertura dell’editor del registro di sistema, però, non sono quelle dell’installazione di Windows ma afferiscono all’ambiente di boot appena caricato (supporto di installazione di Windows).

Dopo aver selezionato il “ramo” HKEY_LOCAL_MACHINE si dovrà scegliere Carica hive dal menu File.

Aprire il registro di sistema all'avvio del PC e modificarne il contenuto

Il passo seguente consiste nell’individuare l’unità ove è presente l’installazione di Windows (di solito dal supporto d’installazione non appare mai come C: ma è generalmente D: o E:) quindi portarsi nella cartella \windows\system32\config. Qui si potrà ad esempio fare doppio clic sui file senza estensione SOFTWARE, SECURITY, DRIVERS e SYSTEM per aprire il contenuto delle rispettive sottochiavi.

Alla comparsa del messaggio Nome chiave si può digitare un appellativo che permetta di identificare la chiave del registro di sistema contenuto nell’installazione di Windows.

Aprire il registro di sistema all'avvio del PC e modificarne il contenuto

Portandosi all’interno del ramo HKEY_LOCAL_MACHINE si troverà la sottochiave appena aggiunta. Essa altro non è che una sorta di puntatore verso la chiave corrispondente del registro di sistema utilizzato dall’installazione di Windows: è quindi bene agire con cautela perché tutte le modifiche che si apportano, ad esempio nel caso di un’installazione di Windows funzionante, verranno prese in carico e utilizzate.

Aprire il registro di sistema all'avvio del PC e modificarne il contenuto

Cliccando la sottochiave o le sottochiavi d’interesse quindi selezionando File, Esporta, si potrà eventualmente procedere con l’esportazione in formato .REG.

Dopo aver concluso le verifiche, l’esportazione e/o le modifiche, si dovrà selezionare la chiave HKEY_LOCAL_MACHINE\VECCHIO e cliccare su File, Scarica hive.

La stessa procedura può essere ripetuta per accedere alle impostazioni e alle configurazioni di ogni singolo account utente Windows.
Per procedere in tal senso basta selezionare il ramo HKEY_USERS, scegliere File, Carica hive come visto in precedenza quindi portarsi nella cartella \Users\NOMEUTENTE.
Qui si dovrà fare doppio clic sul file ntuser.dat assegnando un nome arbitrario al contenuto del file appena caricato.

Portandosi nel ramo HKEY_USERS quindi scegliendo il nome specificato poco fa, è possibile verificare le impostazioni a livello di registro di sistema dell’account cui il file ntuser.dat appartiene.

Come evidenziato in precedenza, tutte le modifiche che si apporteranno verranno prese in carico e utilizzate da parte di Windows: bene quindi agire con la massima cautela.

Al termine delle operazioni di verifica ed eventualmente di modifica, si dovrà selezionare la voce di menu File, Scarica hive.