Categorie
HardwareSoftware

Android, diverse app condividono i dati degli utenti con Facebook anche se non hanno un account

Author: Le news di Hardware Upgrade

Il 2018 non è stato un anno particolarmente roseo per Facebook, soprattutto se si considerano gli scandali legati alla privacy. Molti utenti pensano che la condivisione dei propri dati con le società di terze parti sia un giusto prezzo da pagare per usare il servizio, altri però sono del parere che sia necessaria maggiore trasparenza. Ed è proprio l’aspetto della trasparenza che viene a mancare secondo una nuova indagine di Privacy International, con cui sono state scoperte diverse app per Android, anche fra quelle più popolari, che condividono dati con Facebook.

La parte più scabrosa delle scoperte di Privacy International è che le suddette app condividono i dati con il social network anche se l’utente non ha effettuato il log-in su Facebook, e addirittura anche se l’utente non dispone di un account con il servizio. Si ritorna quindi a parlare della gestione dei dati degli utenti (iscritti e non) da parte della realtà di Zuckerberg, e della profilazione degli stessi. Un argomento che è tornato in auge nel 2018 con lo scandalo Cambridge Analytica, che ha causato grossi grattacapi e ha fatto riemergere il discorso della privacy sul web.

Il gruppo ha provato un totale di 34 app celebri su Android (fra cui, ad esempio, MyFitnessPal, Skyscanner, TripAdvisor, Kayak) nel periodo di tempo fra Agosto e Dicembre 2018. Due terzi di queste applicazioni hanno inviato dati a Facebook non appena avviate, sia in presenza di un account attivo sul dispositivo, sia in sua assenza. Attraverso questi dati il social network può conoscere quanto spesso gli utenti utilizzano un particolare servizio, e può raccogliere altri dati con i quali può scoprire diverse altre attitudini di ogni singolo utente, anche se non registrato.

Privacy International ha scoperto che il 61% delle app testate trasferisce dati a Facebook durante il primo avvio: nello specifico il software informa che l’app è stata installata e il Facebook SDK inizializzato, e così Facebook scopre che l’utente sta utilizzando il servizio e viene a conoscenza di ogni volta che viene avviato. I dati vengono accorpati con un ID univoco per ogni utente, e in questo modo Facebook può profilarli uno per uno, scoprendo facilmente il sesso, la professione, l’età, o anche la religione praticata. Il tutto, ovviamente, per offrirgli pubblicità sempre più mirata.

Alcune app, secondo l’indagine, inviano a Facebook un pacchetto di dati specifico ed estremamente dettagliato. Una fra queste è Kayak che invierebbe al social network informazioni sugli utenti (anche non presenti su Facebook) e i voli con cui viaggiano: Facebook scopre così città e date di partenza e di arrivo, numero di biglietti e di bambini al seguito, classe dei voli. In più, con queste applicazioni sembra che non siano sufficienti le opzioni sulla privacy disattivabili sul servizio, visto che le app continuano a inviare i dati descritti dall’indagine anche con le diverse voci deselezionate.

Categorie
HardwareSoftware

“Deathloop”: ZeniMax ha registrato il marchio di un nuovo gioco

Author: Nicola Armondi Tom's Hardware

ZeniMax, società madre di Bethesda, ha registrato un nuovo marchio per un gioco chiamato “Deathloop”. Tramite la descrizione del prodotto presso l’United States Patent & Trademark Office, possiamo supporre che si tratti di un gioco mobile online. Purtroppo, per ora non è possibile sapere altro.

Ovviamente, le registrazioni di un marchio non corrispondono sempre a prodotti che poi vedranno realmente la luce, sopratutto non in tempi brevi. Sempre rimanendo in campo ZeniMax, la registrazione del marchio Starfield risale al 2013, ma il titolo è stato annunciato solo nel 2018.

Il primo videogame per smartphone e tablet di Bethesda, ovvero Fallout Shelter, è stato un successo tale da spingere la compagnia ad aprire un nuovo studio a Montreal, nel 2015, dedicato ai giochi mobile. Non deve sorprendere troppo, quindi, che “Deathloop” possa essere un titolo mobile.

Per quanto riguarda il nome, inoltre, un death loop è una situazione nella quale un giocatore ha salvato la partita poco prima di morire e, quindi, ricaricando il salvataggio non può in alcun modo proseguire. Possibile che il gioco voglia esplorare questo concetto? Per ora le speculazioni non possono andare molto oltre. Cosa ne pensate? Vi piacerebbe un nuovo titolo per smartphone da parte di Bethesda e ZeniMax?

Nel frattempo, potete giocare online con Fallout 76!

Categorie
HardwareSoftware

Sekiro e Dark Souls: Miyazaki parla delle differenze più importanti

Author: Nicola Armondi Tom's Hardware

In una recente intervista, come vi avevamo già riportato, il presidente di FromSoftware Hidetaka Miyazaki ha rivelato che la compagnia ha in lavorazione ben due titoli non ancora annunciati. Poi, però, il director ha anche parlato del gioco attualmente in sviluppo, ovvero Sekiro: Shadows Die Twice. Tramite le sue parole, scopriamo quali sono le principali differenze con Dark Souls.

Il sistema di combattimento di Sekiro, definito “kengeki”, richiedere un approccio diverso rispetto a Dark Souls. In Sekiro, prima è necessario incrociare le lame con i nemici e, durante il combattimento, devi trovare il giusto momento per attaccare direttamente una parte del corpo del nemico. Inoltre, i vari stili di combattimento sono pensati per essere tutti utili. È una caratteristica di Sekiro. Volevamo dare significato a ogni stile a tua disposizione e creare delle differenze nell’utilizzo di ognuno di essi, con i vari nemici.

Pare quindi che sfruttare un tipo di approccio rispetto a un altro sia importante. Proprio a questo riguardo, Miyazaki ha aggiunto: “Posizionarsi in punti di vantaggio grazie al rampino, il modo in cui si sfrutta lo stealth, le armi secondarie disponibili grazie alla protesi del braccio: il modo in cui combatti e ti adatti ora è importante. Non puoi semplicemente attaccare a testa bassa sempre o nasconderti ogni volta: devi usare ogni metodo per poter vincere. Questa è la via del ninja di Sekiro.

Quando poi gli è stato chiesto se il fatto che la demo messa a disposizione durante gli ultimi eventi sia sembrata molto difficile fosse derivato dalla mancanza di abitudine nell’utilizzo dei vari stili di combattimento, Miyazaki ha risposto: “Riguardo a questo, onestamente, credo che il problema fosse che non eravate abituati al gameplay, in generale. Mi sto ripetendo, ma il gioco richiede un approccio diverso rispetto a Dark Souls. Spero che le persone si divertiranno nel processo di apprendimento dello stile di Sekiro e diverranno pian piano più abili con il titolo completo.

Sekiro, vi ricordiamo, sarà disponibile a partire dal 22 marzo 2019 su PlayStation 4, Xbox One e PC. Cosa ne pensate? Siete soddisfatti dalle dichiarazioni del presidente di FromSoftware?

Sekiro: Shadows Die Twice promette di essere un nuovo capolavoro: avete già prenotato la vostra copia?

Categorie
HardwareSoftware

Sony è alla ricerca di un Lead Character Artist per il prossimo capitolo di una serie cinematografica

Author: Nicola Armondi Tom's Hardware

Tramite un recente annuncio di lavoro, scopriamo che Sony è alla ricerca di una persona che possa ricoprire il ruolo di Lead Character Artist all’interno di un progetto che ha lo scopo di produrre il “prossimo capitolo di un’opera cinematografica”. L’annuncio parla in termini generali della possibilità di collaborare con i grandi team first-party di Sony.

Ovviamente sono vari i giochi che vengono in mente. Una possibilità è Uncharted: l’ultimo capitolo è “L’eredità perduta” che per la prima volta vede protagonista un personaggio diverso da Nathan Drake. Naughty Dog è al momento impegnata con The Last of Us Part II, ma non è impossibile che una piccola parte del team sia dedicata alla pre-produzione.

Un’altra possibilità, però, è un progetto Quantic Dream, software house che ha fatto proprio il concetto di “cinematografico”. Il team, infatti, ha salutato il 2018 e promesso novità a breve termine. Possibile che l’annuncio sia legato proprio al team francese?

Bisogna inoltre capire se si possa trattare di un nuovo titolo oppure di un DLC di Detroit: Become Human, il quale ha raggiunto la notevole cifra di due milioni di copie vendute dal lancio, poco tempo fa. Cosa ne pensate? A cosa sta lavorando Sony, secondo voi?

Detroit Become Human ha convinto molti giocatori: se non l’avete ancora provato, potete trovarlo a un ottimo prezzo!

Categorie
HardwareSoftware

Cina: il SAPP rivela i primi 80 giochi approvati, ma nessuno è di Tencent

Author: Nicola Armondi Tom's Hardware

Poco prima di Natale, l’ente governativo cinese SAPP (State Administration of Press and Publications) aveva annunciato di aver tolto il blocco all’approvazione dei videogiochi. Le autorità, ora, hanno rivelato i primi 80 giochi accettati e che potranno essere pubblicati in Cina. Di questi, sei sono giochi PC, sei sono browser game, uno solo è un titolo PlayStation VR e 67 sono videogame mobile.

È interessante notare che nessuno di questi è di proprietà di Tencent, la grande azienda cinese che guida da tempo l’industria videoludica. Il valore della compagnia è calato di 160 miliardi di dollari nel corso del 2018, in seguito a varie restrizioni del governo cinese. Nel solo agosto, Tencent aveva perso ben 20 miliardi di dollari.

La società aveva reagito con gioia all’annuncio della riapertura del mercato cinese, ma per ora non ha visto risultati. Deve sperare che tra i prossimi titoli appaiano nomi del calibro di Fortnite e PlayerUnknown’s Battlegrounds, due grandi opere (sopratutto per quanto riguarda i ricavi) delle quali Tencent è uno dei principali investitori.

Fortnite non sarà ancora disponibile in Cina, ma noi possiamo godercelo, magari con una versione speciale!