Author: Lorenzo Longhitano Wired
Lo smartphone di punta della casa coreana è completo ed elegante e punta su assi nella manica diversi rispetto a quelli degli avversari
Quest’anno i coreani di Lg si sono fatti attendere non poco per il lancio del loro smartphone di punta, Lg G7 Thinq. Alla presetntazione dello smartphone, avvenuta a maggio, è seguito un lancio alle porte dell’estate ma soprattutto a diverse settimane di distanza da quello dei suoi sempre più pericolosi avversari. Fortunatamente il gadget di Lg può contare su una personalità tutta sua e su armi differenti rispetto ai colleghi della stessa fascia (siamo sugli 850 euro), e nello specifico su un comparto audio di qualità, su dimensioni compatte e su un assistente digitale (l’Assistente Google) facile da interpellare in ogni momento. Per capire come si comporta nella vita quotidiana e se i suoi punti di forza valgano l’acquisto ci abbiamo passato insieme diverso tempo.
Dal punto di vista estetico G7 Thinq è promosso. Certo, il design non è particolarmente originale: alluminio e vetro per la scocca, lettore per le impronte posteriore e display con notch ormai si vedono ovunque.
Eppure proprio tra i telefoni con notch risulta uno dei migliori in circolazione, perché tra i pochi a coniugare uno schermo di dimensioni generose a un impatto ridotto nelle tasche e nel palmo della mano. Questo è uno degli aspetti che più fanno apprezzare G7 Thinq nell’uso quotidiano: la possibilità di impugnarlo in modo saldo e allo stesso tempo di far viaggiare liberamente il pollice da una parte all’altra dello schermo. Sembra una banalità, ma molti dei telefoni di fascia più alta sacrificano questo aspetto in nome di display dalle dimensioni sempre più elevate.
Lo schermo del telefono è uno dei punti sui quali Lg ha preferito discostarsi dagli avversari. Pure andando all’inseguimento dei fan del notch e dei display dai bordi ridotti, il gruppo ha infatti scelto un pannello da 6,1 pollici realizzato con tecnologia lcd in luogo degli schermi oled sempre più apprezzati dal resto dei costruttori. La qualità finale dello schermo non risente particolarmente di questa scelta e anzi è al pari con quella dei prodotti concorrenti. Il bilanciamento dei colori è ottimo e i neri, seppure non siano comparabili a quelli prodotti dagli schermi di iPhone X e compagnia, restano comunque profondi; solo decidendo di nascondere il notch dietro una barra nera si nota la differenza tra schermo e cornice, ma in ogni altra occasione il display fa un lavoro egregio nel visualizzare contenuti ad altissima definizione (quad hd) e brillantezza. L’arma segreta del display Lg è infatti la luminosità, che in occasioni estreme si può sparare fino a 1000 nits per un periodo limitato di tempo (o rischia di prosciugare brevemente le energie della batteria) e che ha saputo reggere la sfida del sole estivo.
Anche il comparto audio del telefono ha almeno un paio di marce in più rispetto agli avversari. La prima è un quadruplo chip per la gestione dei segnali audio, che consente al gadget di registrare video con audio di qualità elevata ma soprattutto di riprodurre brani ad alta fedeltà che è possibile ascoltare sia tramite prodotti collegati via wireless e bluetooth, sia attraverso l’uso del buon vecchio cavo con jack da 3,5 millimetri; a patto di utilizzare dei prodotti compatibili, l’audio in uscita da G7 Thinq è sempre sorprendentemente chiaro e pulito, sia che il gadget tramite il quale lo si ascolta sia una normale paio di cuffie, sia che si tratti di un impianto amplificato. Anche facendo leva sui soli altoparlanti G7 Thinq non smette di stupire: il telefono è infatti dotato di una camera cava al suo interno, che fa da cassa di risonanza per l’audio prodotto dagli speaker e produce un suono nettamente più forte rispetto a quello della maggior parte dei concorrenti, anche tra i più costosi, il tutto senza eccessive distorsioni.
Alle fondamenta di G7 Thinq, Lg ha finalmente potuto mettere l’ultimo e più potente processore Qualcomm disponibile sulla piazza, lo Snapdragon 845 che qui è accompagnato da 4 gb di ram. La scelta è vincente e le prestazioni sono impeccabili: il gadget è allineato ai migliori dispositivi Android sul mercato e non scalda neanche quando messo sotto stress. Solo la combinazione tra le temperature torride di queste settimane e l’utilizzo intenso riescono a portarne la temperatura al di sopra di livelli normali, ma si tratta di un comportamento dovuto più al clima che al chip Qualcomm e alla sua implementazione sul telefono Lg. Più soggettivo invece è il giudizio sull’interfaccia grafica che accompagna Android 8.1: Lg come di consueto fa uno sforzo encomiabile nel rendere più suo il sistema operativo Google, ma le funzionalità aggiuntive offerte e che più risultano utili rispetto a quelle proposte dalla concorrenza sono probabilmente quelle che si agganciano proprio alla casa di Mountain View, ovvero quelle inerenti all’Assistente Google.
Il software si può infatti richiamare alla pressione del pratico pulsante aggiuntivo sulla scocca, un’aggiunta non così banale come sembra. Poter interpellare l’assistente digitale con un tasto fisico e senza bisogno della frase di attivazione Hey Google porta a utilizzarlo molto più di frequente, anche per operazioni quotidiane come la navigazione e la composizione di numeri, messaggi ed email. A questo si aggiunge il supporto nativo della fotocamera a Google Lens, la tecnologia che riconosce in automatico oggetti, codici a barre, qr code ed elementi testuali per proporre ricerche correlate.
Il comparto fotografico del dispositivo si basa su una doppia fotocamera posteriore con sensori da 16 Mpixel coadiuvati da un obbiettivo normale e da uno grandangolare. L’impostazione non è nuova per Lg, e anzi risulta forse la più azzeccata in un momento in cui sembra ormai piuttosto chiaro che i sensori secondari gemelli raramente servono davvero a rendere le foto più luminose; purtroppo la casa coreana, pur migliorando la qualità degli scatti grandangolari, li ha resi al contempo meno estremi, riducendo il campo visivo dai 120 gradi di G6 a soli 107 gradi. G7 Thinq utilizza algoritmi di intelligenza artificiale per identificare i soggetti inquadrati e utilizzare impostazioni ottimizzate per ciò che sta riprendendo, ma di base i suoi due sensori sono già in grado di catturare immagini di qualità molto buona in ogni situazione. Bene gli scatti in penombra, meno quelli in condizioni estreme: di notte e al buio il gadget, più che basarsi sulla pur presente stabilizzazione ottica dell’obbiettivo principale, sfrutta infatti una tecnologia di accoppiamento dei pixel che accorpa a gruppi di 4 i 16 milioni di fotorecettori del sensore, producendo un’immagine da 4 Mpixel più luminosa del normale ma non altrettanto ricca di dettagli: i risultati sono soddisfacenti ma non stupefacenti.
Pur perdendo leggermente mordente rispetto agli avversari più costosi in ambito fotografico, Lg G7 Thinq resta in ogni caso uno smartphone decisamente completo e per certi versi sorprendente. Paga il prezzo di un design attraente ma poco originale, ma soprattutto un arrivo sul mercato in ritardo rispetto ai due protagonisti di quest’anno nel mondo Android, ovvero Samsung Galaxy S9 e Huawei P20 Pro. Di contro il telefono coreano ribatte ad avversari così agguerriti con armi delle quali questi ultimi non dispongono, ovvero un sistema audio fuori dal comune e una stretta e intelligente integrazione con l’assistente digitale più evoluto e promettente del mercato, il tutto a un prezzo inferiore: 849 euro la cifra chiesta al lancio, già scontata di parecchio online. Chi cerca un dispositivo compatto e maneggevole ma anche elegante e completo troverà nella proposta di Lg tutto questo e anche di più.
Wired
Ottima l’idea di trasformare l’interno del dispositivo in una cassa di risonanza. Il pulsante per richiamare l’Assistente Google si rivela più utile di quel che sembra.
Tired
Negli scatti notturni la risoluzione delle foto si abbassa per migliorare la capacità di immagazzinare luce nel sensore.
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