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Droni, smartphone, robot e accessori in offerta speciale su Tomtop

Droni, smartphone, robot e accessori in offerta speciale su Tomtop

Tomtop segnala ai lettori de IlSoftware.it alcune tra le migliori promozioni del mese sul famoso store online. Per ottenere il prezzo più basso, è sufficiente utilizzare lo speciale codice coupon.

Se siete alla ricerca del miglior drone, utilizzabile anche per scopi professionali, di uno smartphone Android economico ma, allo stesso tempo, davvero performante, suggeriamo di dare un’occhiata alle promozioni Tomtop di questo mese.

Tomtop ci ha segnalato alcune interessanti offerte speciali che consentono di acquistare i prodotti DJI, Xiaomi, LeEco e UMI al miglior prezzo di sempre.

Droni, smartphone, robot e accessori in offerta speciale su Tomtop

Droni DJI in offerta speciale

I droni DJI sono contraddistinti da un’ottima qualità costruttiva ponendosi in evidenza soprattutto per la qualità video delle riprese, per la sezione radio e per il sistema lightbrige superiore a qualsiasi altro.
Si tratta di prodotti contraddistinti anche da un’ottima autonomia di volo anche se non è l’aspetto che fa la differenza.

DJI Mavic Pro – EU PLUG
Prezzo con codice coupon MAVIC270: 854,68 euro

DJI MAVIC PRO COMBO – EU PLUG
Prezzo con codice coupon MAVIC230: 1075,48 euro

DJI Phantom 3 SE Wifi FPV Quadcopter – EU Plug
4K UHD Camera / 4km Long-distance Control Vision Positioning System
Prezzo con codice coupon DJISE120: 459,99 euro

Smartphone Android in offerta

Letv LeEco Le Max 2 6GB 64GB 3.100 mAh
Offerta lampo: 206,07 euro
Supportando anche la banda 20, anche gli utenti di Wind potranno collegarsi alla rete 4G/LTE sulle frequenze degli 800 MHz (vedere Differenza 4G e LTE, le bande in Italia).

Umi Plus 4GB 32GB 4.000 mAh
Offerta lampo: 140,75 euro

Tomtop segnala anche il FeiyuTech Vimble C Smartphone Gimbal, una staffa che ruota con movimenti precisi sul suo asse e consente di effettuare riprese video particolarmente coinvolgenti in offerta speciale a 91,08 euro con il codice coupon FYTECH20.

Infine, anch’esso fino ad esaurimento scorte, in promozione c’è anche il robot assemblabile XIAOMI Mitu DIY i cui movimenti sono interamente controllabili da smartphone.
Il prodotto è in offerta a 82,79 euro con codice coupon HXFMB10.

Per la spedizione della merce, Tomtop suggerisce di selezionare Priority shipping oppure Expedited shipping.

Autore: IlSoftware.it

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Raspberry Pi presi di mira da nuova campagna malware: meglio cambiare la password

È stato scoperto un nuovo ceppo di malware che punta dritto ai dispositivi Raspberry Pi, nel tentativo di trasformarli in dispositivi per il mining di criptovalute a favore dell’aggressore che ha intentato l’attacco. Il nuovo malware viene conosciuto come Linux.MuIDrop.14 e infetta i piccoli sistemi connessi ad internet se il proprietario ha lasciato incautamente nome utente e password di default all’interno del tipico account “pi” per l’accesso al sistema operativo.

In questo caso l’autore del malware può compromettere la sicurezza del sistema, installare i software ZMap e sshpass e iniziare a suo esclusivo beneficio il mining della valuta virtuale. Per proteggersi da questo eventuale rischio è necessario, nella massima semplicità, modificare i parametri di default per l’accesso all’account admin di Raspberry Pi, una pratica che dovrebbe in ogni caso essere effettuata e che di solito gli utenti più esperti compiono.

Come abbiamo visto nel corso degli anni, lasciare le impostazioni di default non è mai un’opzione sicura per un dispositivo connesso ad internet, e in passato si sarebbero potute evitare parecchie infezioni su larga scala (soprattutto su router e gadget IoT) semplicemente modificando i parametri di accesso di default. Il nuovo malware è stato avvistato originariamente dal produttore di antivirus russo Dr. Web nella prima metà del mese di maggio sotto forma di uno script.

Nello specifico l’infezione colpisce i dispositivi con porte SSH aperte a connessioni esterne e modifica subito la password originale per l’account “pi” con una nuova e ben più complessa. Il malware sospende quindi diversi processi, installa alcune librerie e i software di cui parlavamo sopra: ZMap serve per scansionare la rete in modo da trovare altri dispositivi con porte SSH aperte da poter essere attaccati, cercando poi di accedere al sistema con le credenziali di default.

L’hardware di un Raspberry Pi non basta per effettuare un mining soddisfacente, ma creando una botnet composta da numerosi computer è possibile generare qualche profitto.

Giugno potrebbe essere un mese molto caldo per le diffusioni dei malware: Shadow Brokers ha promesso che venderà agli interessati una serie di strumenti per l’hacking utilizzati dalla NSA capaci di infettare diversi sistemi, a partire da router e smartphone, fino ad arrivare ai PC Windows 10. Spesso, però, come nel caso del nuovo Linux.MuIDrop.14, è sufficiente seguire le regole basilari per rimanere protetti: aggiornare il proprio sistema operativo e tutti i sistemi di sicurezza è importante, ma cambiare le password di default dovrebbe essere una procedura di base.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

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Energia

USA: Fotovoltaico ed eolico superano il 10% nel mix produttivo

Fotovoltaico ed eolico statunitense

(Rinnovabili.it) – Per la prima volta nella storia statunitense, fotovoltaico ed eolico messi insieme hanno raggiunto la quota 10 per cento nel mix di produzione elettrica nazionale. Un record verde, quello segnato a marzo di quest’anno, che viene segnalato direttamente dall’authority energetica, la Energy Information Administration (EIA). Nel dettaglio i dati EIA mostrano che l’eolico ha contribuito con la quota maggiore, un 8 per cento sulla produzione totale di energia elettrica a cui si aggiunge il due per cento del fotovoltaico.

L’amministrazione stima anche che vento e sole abbiano contribuito a oltre il 10 per cento del totale dell’energia elettrica prodotta nel mese di aprile, anche se i numeri ufficiali ancora non sono stati rilasciati.

Le due fonti rinnovabili – spiega l’EIA – avevano un buon punto di partenza già nel 2016, anno i cui la crescita degli impianti aveva regalato alla nazione una media del 6 per cento di energia pulita da sole e vento. Alcuni Stati stanno facendo più di altri, come nel caso del Texas, produttore eolico numero uno negli States, o l’Iowa dove eolico e fotovoltaico coprono addirittura il 37 per cento della produzione..

Il plus di marzo (e probabilmente anche di aprile), tuttavia, è da riferire quasi elusivamente alle condizioni meteorologiche e a consumi più contenuti per via del clima più mite. Ciò significa essenzialmente minori picchi di domanda e dunque minore richiesta di energia da impianti a combustibili fossili. Il dato rimane comunque positivo, soprattutto se inserito in un contesto come quello statunitense, che produce annualmente oltre 4.000 miliardi di kilowattora (dato EIA per il 2016).

Il mix produttivo elettrico degli USA 2016, compresi eolico e fotovoltaico:

  • Gas naturale = 33,8 per cento
  • Carbone = 30,4 per cento
  • Nucleare = 19,7 per cento
  • Rinnovabili (totale) = 14,9 per cento
    di cui
    • Idroelettrico = 6,5 per cento
    • Eolico = 5,6 per cento
    • Biomassa = 1,5 per cento
    • Fotovoltaico = 0,9 per cento
    • Geotermia = 0,4 per cento
  • Petrolio = 0.6 per cento
  • Altri gas = 0,3 per cento
  • Altre fonti non rinnovabili = 0.3 per cento
  • Pompaggio idroelettrico = -0.2 per cento

Autore: stefania Rinnovabili

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Economia

AMERICA: CROLLANO I CONSUMI E L’INFLAZIONE MA LA FED FA FINTA DI NULLA!

La Federal Reserve intende continuare la normalizzazione della sua politica monitaria, iniziata nel dicembre 2015. Come ampiamente atteso, la banca centrale Usa ha alzato i tassi di 25 punti base all’1-1,25% e per la prima volta in un comunicato diffuso successivamente a una sua riunione ha detto che quest’anno inizierà a ridurre “in modo graduale e prevedibile” la dimensione del suo bilancio. E’ la prima volta dal 2008 che il costo del denaro negli Stati Uniti risulta sopra l’1%; nel dicembre di quell’anno raggiunse i minimi storici pari allo 0-0,25% sulla scia della peggiore crisi dagli anni ’30 del secolo scorso.America 24

Diversamente dalle attese del mercato, la Fed intende realizzare una terza stretta entro la fine del 2017 anche se “monitora attentamente gli sviluppi” sul fronte dell’inflazione, che su base annuale “è recentemente scesa”. Riconoscendo in pratica che si è indebolita, il governatore Janet Yellen ha spiegato che il trend recente è dovuto a fattori una tantum come il calo dei prezzi di piani telefonici e farmaci vendibili con ricetta medica. E infatti, il braccio di politica monetaria della Fed “si aspetta che l’inflazione salirà e si stabilizzerà intorno al 2% [di crescita annuale] nel corso dei prossimi due anni”. Se davvero ci sarà una terza stretta nel 2017 (la quinta dal giugno 2006) dopo quella odierna e quella dello scorso marzo, non ci sarà probabilmente prima di dicembre.

Per la prima donna alla guida della banca centrale Usa, l’economia americana “sta andando bene”, mostra “resilienza” e sembra essere rimbalzata rispetto alla frenata di inizio anno.

L’unica cosa che mostra resilienza come vedremo è la segatura che si sposta nel cervello dei banchieri centrali, che mese dopo mese rimbalza nella loro fantasia.

Chiedete a quelli dell’Illinois come va la crescita…

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E ora l’annuncio che non è piaciuto ai pargoletti dei mercati azionari e non ha minimamente scosso i bond vigilantes, ovvero il mercato obbligazionario che come vedremo poi ha risposto con un clamoroso sberleffo ai vari cappellai matti della Fed…

Per la prima volta, la Fed ha fornito i dettagli di come intende mettere fine al reinvestimento di quanto riceve quando i bond in suo possesso giungono a scadenza. Essi fanno parte di un bilancio arrivato a valere 4.500 miliardi di dollari attraverso l’acquisto di Treasury e bond ipotecari realizzato durante gli anni della crisi. Questo programma di normalizzazione terminerà “tra qualche anno” e “per un bel po’” non c’è bisogno di decidere la dimensione finale del bilancio, ha precisato Yellen in conferenza stampa. Non è stato detto quale sarà la dimensione ideale del bilancio stesso una volta che questo esercizio – il primo di questo genere – sarà completato ma Yellen ha detto che l’ammontare di riserve che le banche hanno presso la Fed sarà più grande rispetto ai livelli pre-crisi ma “notevolmente” sotto quelli degli ultimi anni. “La Fed avrà un maggiore sentore della domanda di riserve durante il processo di normalizzazione del bilancio”.

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Questo programma di normalizzazione terminerà “tra qualche anno” e “per un bel po’” non c’è bisogno di decidere la dimensione finale del bilancio.

Tra qualche decennio, altro che tra qualche anno, chiedete lumi al Giappone, suvvia, non siate ridicoli! Fatevi due calcoli da soli, quanti miliardi di droga al mese devi togliere ai tossicodipendenti di Wall Street per cancellare oltre 4.000.000.000.000 di dollari?

Bene,  questa qui sotto è la spettacolare resilienza dell’economia americana in un ambiente che come dice il comunicato FED ha completamente cancellato le tensioni internazionali, figurarsi quando riprenderanno…

ImmagineQuindi i consumi, che valgono circa il 70 % della crescita totale, se nei primi due mesi sono stati rispettivamente 0,5 % e meno 0,2% ora che nei primi sue mesi di questo secondo trimestre sono 0,4 % e meno 0,3 % sono rimbalzati…

Per quanto riguarda l’inflazione meglio stendere un velo pietoso…

Immagine1Still says that FOMC will monitor inflation developments relative to its “symmetric goal”

Symmetric goal??????? Questi sono matti come gatti!

A noi interessa farvi notare il decollo verticale dei nostri tesorucci, ma soprattutto quello che è stato il movimento simultaneo del cross euro dollaro ieri…

Immagine1Ieri per chi aveva in portafoglio titoli del tesoro trentennali americani il guadagno è stato di circa un punto percentuale nello spazio di un istante, ovvero una combinazione magnifica che potrebbe accompagnarci nei prossimi mesi, FED che alza i tassi e mercati che ignorano questo rialzo sino all’inversione della curva.

A proposito un consiglio! Sarà un fine estate e un autunno molto caldo, non dimenticatevi di questi ragazzi, hanno bevuto troppo!

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La bella notizia per gli americani è che Rates Drop to 8-Month Lows i tassi sui mutui sono crollati al minimo da otto mesi e noi abbiamo vinto la nostra scommessa!

Il Bruco rivolgendosi ad Alice nel Paese delle Meraviglie le chiese: Chi sei, bambina?    In questo momento non lo so, signore. Se potessi lo farei, ma purtroppo sono confusa, ho cambiato dimensioni dieci, cento, mille volte e questa è una cosa che sconcerta!    Devo dirti una cosa importante, bambina, ricordati di non perdere mai la calma, qualunque cosa accada!

Autore: icebergfinanza Finanza.com Blog Network Posts

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Energia

Interxion and Schneider Electric Meet the Challenge: A State-of-the-Art Colocation Data Center Deployed in Just Two Months

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Success in the colocation and cloud computing markets often comes down to being in the right place at the right time. If you’ve got reliable, efficient data center capacity in an area where there’s great demand, chances are you’ll get your share of business.

Of course, market leaders such as Interxion often find themselves in that right place at that right time. That’s why they have long focused on locating their data centers (now 45 of them) in locations with high business demand as well as connectivity points to other countries and continents. For instance, Interxion has seven data centers in Paris due to the market and business conditions — France is Europe’s third largest economy and more than 75% of the country’s IT spending resides in or around Paris.

“Our data centers are gateways to emerging markets and landing stations for major continental subsea cables,” the company’s web site states.

One of its most recent data centers is in Marseille, on the southern coast of France. Known as Marseille 2 (or MRS2), this data center is located near the site of a new undersea cable that gives Interxion’s customers community wide connectivity to Africa, the Middle East and Asia.

Schneider Electric has long been a partner to Interxion, helping with data center design, construction and operation, as detailed in this video featuring Fabrice Coquio, President of Interxion France. We were involved in both the latest Paris data center, known as PAR7, and MRS2 – and the two sites were quite different from each another.

PAR7 is housed in what would be considered a traditional data center building. It has 64 MW of power capacity and supports high density infrastructure – up to 2300W per square meter. It offers access to three Internet exchanges, including France-IX and all the major carriers and ISPs. MRS2, on the other hand, is located in a warehouse near the site where that undersea cable is located.

Interxion needed the facility built in a hurry – just two months – in order to meet its customer obligations.

Schneider Electric was able to provide a solution for both the location and timing issues: prefabricated data center modules. We installed modules into a section of the warehouse, turning it into a state-of-the-art data center. If you were standing in the data center space, you’d have no idea that you were actually inside an old warehouse. It looks, feels and, most importantly, performs as any of Interxion’s other data centers do – with 99.999% reliability.

The MRS2 project reminded me of the keynote address delivered by Rhonda Ascierto, Research Director at 451 Research, at the recent Schneider Electric International Colocation Club event in Paris. As I wrote in this recent post, she noted that prefabricated modules can fit in almost any kind of shell. “There’s really no limit” in design choices, she said. “Put aside any preconceived notions you may have around prefab and take a second look.”

In addition to meeting Interxion’s timeframe and location goals, PAR7 and MRS2 are also highly energy efficient. In part that’s because the company has long used Schneider Electric StruxureWare software to optimize its energy use.

Check out the video with Fabrice Coquio to learn more about the long-standing partnership between Schneider Electric and Interxion – maybe it’ll spark some ideas on how you can add to or improve upon your own company’s data centers.