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MPS: ok da Unione Europea. Effetti su obbligazioni (subordinate e non) e correntisti

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E finalmente Godot è arrivato. Dopo tante parole, qualcosa a Siena si muove. O meglio, si muove a Bruxelles con ripercussioni su MPS.

Difatti è proprio di ieri la notizia che l’Unione Europea dà la benedizione per il salvataggio di Monte dei Paschi di Siena. Un OK che ovviamente incassa tutta la soddisfazione del ministro Padoan. Quindi via libera definitivo di Bruxelles alla ricapitalizzazione precauzionale del Monte dei Paschi per 8,1 miliardi. Un innegabile successo della normativa BRRD e delle regole europee sui salvataggi bancari, non pensate? E sopratutto è evidente la chiarezza ed i punti fermi su cui il legislatore ma anche il risparmiatore si possono basare.

Ovviamente i conti vengono fatti tutti in modo entusiastico (un po’ come Atlante, uan storia di sicuro successo che doveva rendere almeno il 6% all’anno e che invece ha polverizzato il capitale di chi ci ha investito nell’arco di sei diconsi 6 mesi) e già si dice che l’impegno pubblico pari a 5.4 miliardi sarà recuperato in pochi anni con gli interessi, il tutto senza costi per i contribuenti.
Bene, la cosa mi fa piacere viste anche le storie di immane successo a cui abbiamo assistito fino a qualche giorno fa.

(…) Il settore vigilanza della Banca centrale europea ha reso possibile l’approvazione giudicando Montepaschi «solvibile» e quindi in condizione di poter chiedere alla Commissione europea l’applicazione della normativa Ue sulla «ricapitalizzazione precauzionale». Vestager ha garantito che le regole Ue non sono state eluse e che è stata attuata l’attribuzione delle perdite per circa 4,3 miliardi di euro a carico degli azionisti e dei grandi investitori con obbligazioni subordinate. Questi hanno spesso acquistato i titoli a fini speculativi quando Montepaschi era sull’orlo del tracollo e produceva forti saliscendi delle quotazioni. Per risarcire i piccoli risparmiatori, che si videro rifilare obbligazioni subordinate senza essere informati sugli alti rischi (o senza poterli comprendere), è previsto un fondo di 1,5 miliardi. Lo Stato metterà a disposizione 5,4 miliardi nella ricapitalizzazione, diventando l’azionista di controllo al 70% della banca senese con la prospettiva di rivenderla dopo l’attuazione del piano di ristrutturazione (si prevede entro cinque anni). Montepaschi dovrà «riorientare il suo modello di business verso la clientela al dettaglio e le piccole e medie imprese». (…) (Source) 

ALERT: LEGGERE UPDATE IN CODA ALL’ARTICOLO!

Già, ma che ne sarà dei possessori di bond ed azioni Monte dei Paschi?

Prendete carta e penna. Queste in massima sintesi le conseguenze per stakeholder e bondholder.

Bond Subordinati MPS: accederanno a uno scambio debito-equity: i Tier 1 saranno convertiti in azioni al 75% del valore nominale, mentre i Tier 2 (posseduti principalmente dal retail) al 100%. Successivamente ed entro 60 giorni queste azioni di nuova emissione saranno acquistate dal Tesoro su richiesta dei possessori che quindi dovranno volontariamente (se vorranno) cederle allo stato. In contropartita si otterrà un bond SENIOR che avrà un valore pari all’importo minore tra il valore di conversione e quello di acquisto. Se la conversione sarà totale, quindi, lo Stato salirà fino al 70% del capitale della nuova banca, mentre agli istituzionali ex obbligazionisti subordinati farà capo circa il 25% del capitale.

Bond subordinati MPS in mano agli istituzionali: praticamente ci sarà un azzeramento, secondo il principio della burden sharing, con conversione in nuove azioni

Bond Senior: tutto bene direi, nessuna conseguenza.

Clienti e correntisti: anche loro saranno completamente graziati.

Quindi a pagare saranno ovviamente gli azionisti ed i possessori di obbligazioni subordinate. Anche se al momento non mi è ancora chiara quale sarà la mazzata che dovranno subire in ambito di conversione. Ma un’altra cosa invece è certa. anche se si prevedono sontuosi guadagni, a pagare per il momento sarà Pantalone, ovvero lo Stato. Vecchio stile, come per le banche venete.
Cambia tutto per cambiare niente. Evviva l’Unione bancaria!

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UPDATE: riceviamo e pubblichiamo con piacere questa nota.

Buongiorno,

seguo da tempo il decreto salvabanche e le normative che riguardano il salvataggio di mps  sia per alcuni clienti sia per studio personale.

Ho letto il suo articolo di stamattina e contiene alcun errori :

le obbligazioni subordiante, escluse quelle ut2 che potranno poi chiedere i senior ( se vorranno), sono tutte emissioni per istituzionali, le tier 1 per prime visto il grado di subordinazione, e tutte verranno convertite in azioni.

E’ quindi fuorviante l’indicazione che i bond subordinat istituzionali saranno azzerati, perchè tranne una emissione sono tutte per istituzionali…Se invece, voleva intendere che saranno azzerati quelli in mano agli istituzionali, questo non è previsto da nessuna norma, non è possibile nell’ordinamento attuale fare distinzioni per qualifica o codice fiscale e  neppure è possibile per le norme europee violare la par codicio dello stesso grado di subordinazione.

Quello da lei riportato è quello che è stato scritto dal Sole 24 ore, il giornalista con cui ho già perlato mi ha detto che effettivamente si sono sbagliati.

Visto che quanto scrive viene letto su siti finanziari, onde evitare di indurre in errore qualcuno, sarebbe il caso di correggere quanto affermato.

Cordiali Saluti

Avv. Fabrizio Di Rella Tomasi di Lampedusa

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Danilo DT

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Autore: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts

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Lucas & Steve x Mike Williams x Curbi – Let’s Go (Official Music Video)


Lucas & Steve x Mike Williams x Curbi – Let's Go is OUT NOW! Like this track? Download on Beatport or add it to your favourite Spotify/Apple Music playlist by clicking HERE: http://release.spinninrecords.com/lets-go!YT Top 100 DJs Voting is now open! https://top100djsvote.djmag.com Join our Spinnin' Records Top 100 Playlist ► https://spinninrecords.lnk.to/top100!YT This is a huge collaboration right here! Lucas & Steve joining forces with two of the most rising DJ/producers of this time: Mike Williams and Curbi. This highly driven record is bound to become a mainstage anthem as the drop is too hard to handle and the melodies are too good to forget. Let’s Go! Follow Lucas & Steve:
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Boeri: “Bisogna dire la verità agli italiani: senza immigrati l’Inps crollerebbe”

Chiudere le frontiere vuol dire distruggere il nostro sistema di protezione sociale. A dirlo è l’Inps nel suo rapporto annuale, in cui ha calcolato che se i flussi di entrata dovessero azzerarsi, avremmo per i prossimi 22 anni 73 miliardi in meno di entrate contributive e 35 miliardi in meno di prestazioni sociali destinate a immigrati, con un saldo netto negativo di 38 miliardi per le casse dell’Inps: insomma, una manovra in più da fare ogni anno per tenere i conti sotto controllo. Per questo il presidente dell’Inps, Tito Boeri – pur «consapevole del fatto che l’integrazione degli immigrati che arrivano da noi è un processo che richiede del tempo e comporta dei costi» – spiega che è necessario «avere il coraggio di dire la verità agli italiani: abbiamo bisogno degli immigrati per tenere in piedi il nostro sistema di protezione sociale». Gli immigrati che arrivano in Italia sono sempre più giovani: la quota degli under 25 che comincia a contribuire all’Inps è passata dal 27,5% del 1996 al 35% del 2015. Si tratta, ha calcolato l’istituto, di 150 mila contribuenti in più ogni anno. Numeri che compensano il continuo calo delle nascite, «la minaccia più grave alla sostenibilità del nostro sistema pensionistico», spiega Boeri. 


l’editoriale LAPRESSE

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Il problema del paese è la disoccupazione
 

Tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 gli effetti negativi della crisi hanno raggiunto il loro apice. Secondo l’Istat, gli occupati risultavano scesi di circa 4 punti percentuali, cioè circa un milione di occupati in meno: da 23,2 milioni nella primavera 2008 a 22,2 milioni tra il 2013 e il 2014. «Da allora – spiega l’Inps nel rapporto – è iniziata una faticosa ma continua risalita: appena accennata nel corso del 2014, robusta nel 2015, confermata infine nel 2016 e nei primi mesi del 2017». Ad aprile di quest’anno gli occupati risultano risaliti a 23 milioni giungendo a recuperare quasi il livello pre-crisi. «Si tratta di un risultato rilevante seppur largamente insufficiente a riportare la disoccupazione sui valori del 2007-2008, vale a dire attorno al 7%». Il livello massimo di disoccupazione è stato raggiunto nel novembre 2014 (13%) mentre ad aprile 2017 risultava ridotto di quasi due punti (11,1%). 

L’aiuto della decontribuzione e l’importanza della mobilità
 

La decontribuzione per i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato, introdotta nel 2015, «ha avuto un successo notevole», scrive l’Inps: oltre 1,5 milioni di rapporti esonerati, oltre 500.000 imprese che vi hanno fatto ricorso. Ma i rapporti di lavoro attivati anche grazie alla decontribuzione sono risultati effimeri? Le attivazioni di rapporti a tempo indeterminato sono state 1,66 milioni nel 2014; nel 2015 sono aumentate di circa un milione e nel 2016 sono ritornate ad un valore prossimo (di poco superiore) a quello del 2014. I numeri contengono sia i cosiddetti rapporti di lavoro «senza requisito», quelli cioè attivati con soggetti che nei sei mesi precedenti erano già occupati a tempo indeterminato (chi cambia datore, ad esempio), ma anche e soprattutto stabilizzazioni all’interno di un’impresa. Quest’ultima categoria per l’Inps «è significativamente mutata da un anno all’altro ed è alla base della crescita nel 2015». Ma ad aiutare i lavoratori e a far aumentare il loro stipendio è anche la mobilità. Lo scorso anno il turnover dei lavoratori è stato del 35%: in altre parole due terzi degli occupati non ha cambiato posto di lavoro nel corso dell’anno nel settore privato. Tra gli immigrati (sia comunitari che non) il turnorver è molto più alto e si attesta al 55%: sono loro inoltre ad essere molto più mobili sul territorio dei lavoratori nativi. Solo il 50% dei lavoratori immigrati continua infatti a lavorare nella stessa provincia a distanza di quattro anni. La maggiore mobilità spiega perché questa categoria di lavoratori riesca a ridurre la propria distanza dalle retribuzioni degli italiani: «La mobilità paga», sottolinea il presidente dell’Inps. 

stefano scarpa

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Si riduce l’uso degli ammortizzatori sociali
 

Nel corso della crisi il ricorso alla Cig è stato importante e ha interessato molte aziende del Paese. Nel totale del periodo 2008-2016 oltre 350.000 aziende hanno utilizzato la Cig nelle sue varie tipologie. Un terzo delle aziende ha utilizzato la Cig in un solo anno, ma sono numerosi i casi di utilizzo prolungato. I lavoratori che hanno beneficiato della cassa risultavano quasi 1,4 milioni nel 2014, sono scesi a poco più di un milione nel 2015, mentre la loro consistenza nel 2016 risulta, secondo il rapporto dell’Inps, inferiore a 700.000: il calo è stato del 25% nel 2015 e del 32% nel 2016. Una riduzione che ha interessato soprattutto i giovani e le donne. 

«Una neo-mamma guadagna il 35% in meno»
 

Sempre in tema di lavoro, l’Inps ha inoltre analizzato quanto costa la maternità: 24 mesi dopo l’inizio del congedo, la donna guadagna nei primi due anni circa il 35% in meno di quanto avrebbe guadagnato se non avesse avuto il figlio. La perdita è più alta per le donne che hanno un figlio prima dei 30 anni e per quelle che al momento del congedo lavoravano con un contratto a tempo determinato. E non a caso la crisi ha fortemente ridotto le nascite (-20% nel Nord del Paese). 

«Bene il Reddito di inserimento, ma non basta»
 

Il reddito di inserimento, introdotto dal governo Gentiloni, «è un passo avanti rispetto alle tante misure parziali introdotte negli ultimi anni, ma è ancora una misura basata su condizioni categoriali arbitrarie», la presenza di un minore o di un disabile, di una donna in gravidanza o di un disoccupato over 55. Per Boeri queste condizioni «contribuiscono a contenere la spesa, ma possono finire per escludere molte persone bisognose di aiuto. L’obiettivo, invece, deve essere quello di offrire un sostegno a tutti quelli che hanno veramente bisogno». L’importo del Rei poi sembra «anche troppo basso: non potrà eccedere i 340 euro al mese per una persona sola, quando la corrispondente soglia Istat di povertà assoluta, anche al sud, è superiore ai 600 euro al mese». 

Un nuovo nome all’Inps?
 

Il presidente Boeri ha infine chiesto al parlamento di cambiare la denominazione dell’Inps, da Istituto nazionale della previdenza sociale in Istituto nazionale della protezione sociale: «Non ci sono oneri aggiuntivi per la finanza pubblica. Non servirà neanche cambiare l’acronimo sulle nostre sedi». Una nuova sigla che per Boeri corrisponderebbe di più a quello che l’Inps fa ogni giorno. 

Licenza Creative CommonsAlcuni diritti riservati.

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Digital Audio

Thing: Kingzquest – Randomizing chords


Our One Thing series takes you into the workspaces of musicians, producers and other artists to discover a method they rely on to keep their creative flame alight. Watch more One Thing videos:
https://www.ableton.com/one-thing Keep up with Kingzquest on Bandcamp:
https://kingzquest.bandcamp.com/

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Trapelato l’elenco degli eroi di Star Wars: Battlefront II

Viene da chiedersi come mai l’elenco degli eroi dell’attesissimo Star Wars: Battlefront II non sia ancora stato svelato ufficialmente, visto che si tratta di personaggi amatissimi che un po’ tutti conoscono (sicuramente tutti quelli interessati al gioco).

A risolvere questa mancanza ci hanno pensato dei data miner, che hanno esaminato i file della versione alpha del gioco, ancora sotto NDA, tirando fuori il tanto desiderato elenco, finito ovviamente online sul solito Reddit. Non sappiamo se si tratta di tutti gli eroi presenti in gioco, visto che la conferma può arrivare solo da Electronic Arts e DICE, ma intanto è un inizio.

Boba Fett
Han Solo
Leia
Luke
Bossk
Chewbacca
Darth Vader
Emperor
Grievous
Iden
Kylo Ren
Lando
Maul
Phasma
Rey
Yoda

Autore: Simone Tagliaferri Ultime news PC | Multiplayer.it