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Energia

Veicoli elettrici e colonnine, sul decreto DAFI le osservazioni di RSE

Le osservazioni di RSE al decreto di recepimento della Direttiva europea sui carburanti alternativi (DAFI) nel corso di una audizione in Senato con le Commissioni riunite Lavori pubblici e Industria. Intanto RSE sta elaborando per il governo una road map della mobilità sostenibile.

Lo schema di decreto legislativo, in attuazione della 2014/94/UE, la Directive alternative fuel initiative (DAFI) sui carburanti alternativi, da poco approvato dal Consiglio dei Ministri, prevede che entro il 31 dicembre 2020 dovranno essere realizzati punti di ricarica accessibili ai cittadini in numero adeguato ai veicoli elettrici in circolazione per quella data (vedi QualEnergia.it).

Del decreto si è discusso ieri, 11 ottobre, in una riunione delle Commissioni riunite Lavori pubblici e Industria del Senato …

Autore: QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

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Obama annuncia: ‘Andremo su Marte nel 2030’

La CNN ha di recente pubblicato un articolo scritto dal Presidente USA Barack Obama in cui vengono delineati i piani per mandare l’uomo su Marte nel 2030. Gli USA parlano di tempistiche simili dal 2010, ma nell’articolo il presidente ha divulgato qualche nuovo dettaglio: “Abbiamo fissato un obiettivo chiaro di vitale importanza per il prossimo capitolo della storia degli Stati Uniti”, scrive Obama. “Mandare l’uomo su Marte intorno al 2030 e farlo tornare in sicurezza sulla Terra con l’ambizione di riuscire a rimanere lì per un periodo di tempo prolungato”.

Per la prima volta gli USA hanno rivelato il modo con cui l’obiettivo verrà portato a compimento e prevede la collaborazione con realtà private: “Arrivare su Marte richiederà un rapporto di collaborazione continuato fra governo e innovatori privati, e siamo già sulla strada giusta. Entro i prossimi due anni le compagnie private invieranno astronauti sulla International Space Station per la prima volta in assoluto”. Nello specifico la NASA e la Casa Bianca annunciano che compagnie spaziali private e commerciali potranno aggiungere moduli e capacità alla ISS.

Formalmente la missione della ISS terminerà nel 2020, e la NASA sta valutando le modalità in cui potrà venire utilizzata dopo quella data: una fra le opzioni è quella di offrire la stazione spaziale alle compagnie commerciali in modo che possa essere utilizzata come punto di lancio per la costruzione di altre stazioni nell’orbita terrestre bassa. L’idea nasce da una recente richiesta della NASA rivolta alle compagnie private riguardo al modo in cui queste vorrebbero utilizzare un dock d’attracco sulla ISS: “Il settore privato ha risposto con entusiasmo”, ha scritto la NASA. “C’è un forte desiderio da parte delle compagnie statunitensi di attaccare un modulo commerciale sulla ISS che potrebbe soddisfare sia le esigenze della NASA che quelle degli imprenditori privati”.

Un altro dettaglio rilasciato dal Presidente Obama è relativo alla costruzione di sistemi abitativi per i viaggi nello spazio profondo: “Sono entusiasta di annunciare che stiamo collaborando con i partner commerciali al fine di costruire nuovi habitat che possano sostenere e trasportare gli astronauti in missioni di lunga durata nello spazio profondo. Queste missioni ci insegneranno come l’uomo possa riuscire a vivere lontano dalla Terra, un’informazione di cui abbiamo bisogno per il lungo viaggio verso Marte”. Si tratta di un’iniziativa del 2014, NextSTEP, che è adesso passata allo step due.

In questa fase sei compagnie sono state selezionate per sviluppare e produrre prototipi di moduli abitativi per lo spazio. La NASA ha condiviso nuovi dettagli su quello che succederà nei prossimi anni per riuscire a portare l’uomo su Marte. La prossima decade sarà sfruttata per i test necessari per dimostrare le capacità di sopravvivenza lontano dalla Terra per giorni e settimane, che saranno condotti nello spazio “cislunare” fra la Terra e la Luna. Quanto dichiarato da Obama, dalla NASA e dalla Casa Bianca reitera intenzioni dichiarate in passato, ma c’è ancora molto da fare.

Portare l’uomo a distanze così estreme rispetto a quanto mai raggiunto oggi implica decisi pericoli e un’ingente possibilità di morte in seguito a un fallimento della missione, come del resto aveva anticipato Elon Musk in seguito a dichiarazioni simili nel nome di SpaceX. Ci sono molti aspetti che possono non andare nel modo sperato e abbiamo ancora molte cose da imparare sulla vita nello spazio. Ma il viaggio su Marte è oggi uno degli argomenti più importanti fra quelli affrontati dalla community di esperti spaziali, e se entità come SpaceX e la NASA collaborassero davvero non sarebbe così impossibile riuscire a finalizzare l’obiettivo nei tempi indicati.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

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Energia

L’industria del biofuel va all’assalto dell’UE

A European Strategy for Low-Emission Mobility

(Rinnovabili.it) – L’Unione Europea riduce ancora lo spazio ai biofuel di prima generazione e scatena l’ira dell’industria. Sotto attacco finisce la proposta della Commissione di riservare un ruolo limitato ai biocarburanti provenienti da colture alimentari e di interrompere i sussidi a questo settore a partire dal 2020. Lo scopo è la decarbonizzazione del comparto trasporti, che pesa per il 25% delle emissioni europee di gas serra, per raggiungere l’obiettivo di tagliarle almeno del 40% entro il 2030.

Nelle intenzioni della Commissione, questi carburanti dovrebbero essere gradualmente abbandonati per rimpiazzarli con i biofuel più avanzati, di seconda e terza generazione, in modo da non sottovalutare – come accaduto in passato – il fattore ILUC (Indirect Land Use Change), cioè il cambio di destinazione d’uso dei terreni agricoli che si rende necessario per piantare le colture destinate a muovere le automobili. Come hanno dimostrato studi recenti, questi biocarburanti inquinano più di diesel e benzina se si calcola tutta la filiera: includendo le emissioni prodotte a monte dalla conversione dei terreni per uso alimentare, il quantitativo di  CO2 generato dal settore trasporti continentale crescerebbe del 4% invece di diminuire.

L’industria del biofuel va all’assalto dell’UECosì l’anno scorso l’UE aveva deciso di fissare un tetto del 7% ai biofuel nel caso (il più probabile visto lo stato dell’arte del settore) provengano da colture alimentari o siano in competizione con le stesse per l’uso del suolo. Limite che adesso potrebbe venire di fatto ridotto a zero con la revoca dei sussidi. A criticare la Commissione è oggi soprattutto l’industria dell’etanolo, che chiede a Bruxelles di distinguere tra bioetanolo “pulito” e biodiesel. Quest’ultimo, infatti, deriva da oli vegetali – inclusi alcuni molto controversi come Jatropha e olio di palma – e ha quindi un impatto ben superiore all’etanolo che può essere sintetizzato o derivato dalla fermentazione di qualsiasi biomassa.

Una posizione che trova quasi a sorpresa una convergenza con importanti Ong come Transport & Environment, in prima fila nella denuncia dell’impatto dei biofuel, che in un recente rapporto aveva però riconosciuto il limitato impatto ambientale dell’etanolo. Tuttavia, in questa ultima disputa la stessa T&E appoggia invece la Commissione sulla proposta di puntare sui biofuel più avanzati.

Autore: Rinnovabili

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Economia

DEPOSITI BCE: siamo ai massimi. Eccovi servita la trappola della liquidità.

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Le banche preferiscono parcheggiare il denaro anzichè impiegarlo sull’interbancario e sui mercati

Come ben sapete, le banche possono anche depositare presso la BCE del denaro, pagando il giusto, nel senso che il deposito overnight comporta un costo pari allo -0,40%. Per capirci, se io sono una banca e verso i miei soldi in BCE, devo PAGARE un canone, mentre era cosa normale fino a qualche anno fa, avere un rendimento seppur minimo. Quindi capite che lasciare i soldi in deposito presso la BCE è antieconomico ma è anche spesso voto dalla normativa quando il denaro non viene utilizzato per altri fini. Quindi se la liquidità non viene reinvestita nell’economia o in altre attività, le banche la girano alla BCE. Sono stato molto grezzo ed impreciso ma spero di aver reso l’idea.
Quindi quando i depositi overnight sono molto alti, non è proprio un buonissimo segnale.
E allora questa notizia non può che lasciarci quantomeno perplessi.

Per la prima volta da oltre 4 anni, l’ammontare dei depositi parcheggiati dalle banche dell’area euro presso la Banca Centrale Europea, ha superato la soglia dei 400 miliardi di euro. Un livello che non si vedeva dal 16 luglio 2012 quando la liquidità parcheggiata era pari a 403 miliardi di euro.

Il resoconto settimanale sulla situazione del bilancio dell’Eurosistema pubblicato dalla BCE, mostra che al 7 ottobre scorso, il totale dei depositi è pari a 409 miliardi di euro.

Si tratta di un chiaro segnale di nervosismo da parte delle banche che preferiscono depositare il denaro in Bce (pagando perché il tasso è negativo dello 0.4%) piuttosto che prestarlo ad altre controparti. (Source) 

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E’ comunque un segnale fortissimo che la liquidità è esageratamente elevata, che il QE ormai è inutile e che sono necessarie ben altre iniziative per far ripartire l’economia. E la fiducia sulla ripresa? Per forza molto relativa altrimenti perché lasciare il denaro in BCE pagando quando invece se ne potrebbe fare ben altro? Ah….dite che abbiamo a che fare con la trappola della liquidità keynesiana? Beh, se ben ricordate lo avevamo detto da tempo, e sempre il tempo ci ha dato ragione. Non c’è da esserne orgogliosi, ma piuttosto preoccupati. Se i mercati sono saturi di liquidità, presto non risponderanno nemmeno più agli stimoli monetari. E l’esito sarà ovvio.

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)
Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia. Se non ce l’hai o se non ti fidi più di lui,contattami via email ([email protected]).
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

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Autore: Finanza.com Blog Network Posts

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Digital Audio

How To Send Demos To Record Labels

For rising producers who are ready to go beyond self-release and promotion, there’s a clear “next step”. Submitting your tracks to labels with the hopes of getting a release isn’t easy. But in today’s article, guest contributor and JOOF label A&R manager Daniel Sokolovskiy reveals a few key insights. Keep reading to learn how to properly send demos to record labels, with the goal of getting a response.


Having great music is the essential part of a music producer’s career. Marketing, social media, and other promotional tools work only if your music is truly great.

But when dealing with record labels, just having great music is not enough — you have to know how to properly pitch the labels. Otherwise, you may end up like a radio telescope in the above image – blasting out signals but never getting a reply back.

In this article, I’ll share my insights on sending a demo to a record label, and how to increase chances of a positive response.

Demonstrate your best

Some producers think that demo is a 1-minute cut from the full track, some others think it’s a work-in-progress preview. Let’s clarify what the ‘demo’ actually means in the first place.

‘demo’ is short for demonstration — the demonstration of the best you can do.

Let’s take photographers for example. A good photographer won’t show just a piece of his shots to the clients, saying something like “Well, you know, it’s a work-in-progress, but after Photoshop it will be better”.

Imagine if photographs only shared a section of their completed work. Show the best you can do, not some tiny unfinished piece

Imagine if photographers only shared a section of their completed work – it wouldn’t make sense! Show the best you can do, not some tiny unfinished piece.

So when sending submissions to labels, don’t send ideas and rough previews saying “I’ll finish if your label is interested in it”. Send only finished tracks, and only when you’re absolutely sure it’s the best you can do.

Do Your Research; Submit To The Right Labels

Surprisingly, producers often send tracks that don’t match a label’s genre. It may sound obvious, but before hitting send, do some research. Before you submit a demo, make sure it totally suits the style and concept of the label. Why would a Trance label would ever want to listen to your Drum & Bass demo?

It can be good to have specific label in mind when you are producing a track. But if you just starting out and not sure where your music fits in, try this research process:

  • Find five or ten artists with similar music to yours
  • Check where those artists have been released
  • Check those labels and listen to their other releases.

Do this process a few times and you’ll have a solid list of record labels where your music potentially fits in.

Use Official Contacts, Not Facebook Messages

Please don't be like this guy. Just don't.

Please don’t be like this guy. Just don’t.

All the people in the music industry have public accounts: on Facebook, Twitter, SoundCloud, Google+, and other social media. But just because these accounts have “Send a message” buttons doesn’t mean that label heads want to receive your demos here. In fact, it might be quite the opposite.

Personal and business communication are different things, and not all people like to mix it together. I advise to respect people’s privacy, and don’t send demos in personal messages on social media. If you try this, know that your message might not even get there – for instance, Facebook filters out messages from people who don’t have a certain number of shared friends.

Instead, I recommend using a label’s official contact methods for demo submission. Go to the label’s website or Facebook page, look for the contacts section, and check their specific instructions out. If they accept demos via form on their website only, then send via that form. If they ask to send an email to specific address — send an email to that address.

If you’re unwilling to follow the directions that a label has set out for submitting tracks, this means something to the label manager. Do they really want to work with someone (an artist) who can’t follow directions and submit music properly? Probably not.

Personalize Your Submission

Some producers use mass mailings, hoping that the odds are that someone will pick their track up. Trust me – chances of getting released on a decent label by mass mailing are very, very low.

"My demo for the best labels", this email says. A fancy MailChimp template makes it look even more artificial, the opposite of what a real person-to-person email would look like

“My demo for the best labels”, this email says. A fancy MailChimp template makes it look even more artificial, the opposite of what a real person-to-person email would look like

Going beyond that, I advise personalizing your submission. Instead of simply saying, “Hi, here is my demo” (which may indicate that you probably sent this demo to other labels as well), add that particular label name in subject line, or in track title, or in track description, or wherever.

This instantly gives a feeling of a personalized demo sent specifically for this label. This is important! If you don’t care which label you want to be released on, then most likely the label won’t care much about you either.

Send a Brief-but-Specific Message

It’s surprising how often I receive emails like this:

Hi,
I hope you’ll like my new track!
Sent from my iPhone

Who is the sender, what’s their artist name? What track did they sent, and for what purpose? Well, you can only guess! Most likely, such messages are simply ignored in a favor of many other incoming messages in the queue. Remember, credible labels with good reputations receive dozens of demos on a daily basis!

But please don’t write a huge wall of text either. The best practice is to briefly introduce yourself, tell something about the track, and why you’re sending it. It’s okay to mention some other tracks or artists you like from the label, this shows you’re a fan of the label, which is always a good sign.

A good message might look look like this:

screen-shot-2016-10-12-at-oct-12-13-47-amHere’s a template you can duplicate in your own submissions:

  • One short paragraph about yourself
  • One or two sentences about this demo
  • Signature with one main website link

Send Links, Not Files

Never ever attach audio files to the email message. Some mail servers and filters have a limit on incoming file size, you risk that your message won’t be delivered at all. It also can comes off as less professional.

I recommend uploading your files to one of the trusted and reliable platforms – SoundCloud, Dropbox, Google Drive, or WeTransfer. Make sure to name files properly with your artist name and track title rather than something like “ID1.mp3”.

Personally, I prefer SoundCloud links most of all. But there are three things to keep in mind when sending over SoundCloud:

  • Turn on download option. Listening online is super handy, but sometimes a person who is making a decision may want to download this track to listen in another environment (ex: on a long overseas flight)
  • Keep your uploads private. Labels want to get exclusive material that no one has heard before, so public uploads significantly reduce chances of it getting signed.
  • Make sure you send a proper link. This one is a common mistake: to get a private link, you have to click on the “Share” button, and then copy text from the “Private Share” line. Double-check it: the link should include some few random digits at the end – try opening it in an Incognito browsing window. If you just copy-paste the regular link from your browser, everyone but you will see this:

screen-shot-2016-10-12-at-oct-12-19-20-am

Be Patient + Learn to Accept ‘No’

Don’t expect to get a reply back instantaneously. Good manners and business ethics imply waiting for a response for at least a week is reasonable. This is one of the main differences between quick online chats with friends and business communication.

Keep in mind that A&R Managers are often active artists themselves. They usually have busy schedules with their own music production and touring.

It is okay to send a reminder if you haven’t got a reply in 2-3 weeks. But don’t fall into a trap of false illusions: probably, you won’t hear back at all. Don’t let that discourage you – if your track is really amazing, well-produced, and totally fits the label, you’ll get a reply.

Being an active artist myself, I know how frustrating it can be to get a rejection or even no response. But don’t be afraid of getting “no” as an answer. Being alright with rejection and learning what works and what doesn’t helps you grow as a producer!

Daniel Sokolovskiy is a Psytrance music producer and DJ, known under the alias Daniel Lesden — an artist at Digital Om Productions roster and A&R manager at JOOF Recordings. Daniel hosts his monthly show Rave Podcast on Digitally Imported radio and shares experience in the weekly Advice blog.

Autore: DJ TechTools