Categorie
Tecnologia

Gli artisti potranno sottrarre le loro opere alla formazione di ChatGpt, ma non è chiaro come

Author: Wired

Newton-Rex è anche curioso di sapere se OpenAI permetterà ad altre aziende di utilizzare il suo Media Manager, in modo che gli artisti possano segnalare le loro preferenze a più sviluppatori contemporaneamente. “Se così non fosse, si aggiungerebbe ulteriore complessità a un ambiente di opt-out già di per sé complesso“, afferma Newton-Rex, che in passato è stato dirigente di Stability AI, sviluppatore del generatore di immagini Stable Diffusion.

OpenAI non è la prima a cercare un modo per consentire agli artisti e agli altri creatori di contenuti di segnalare le loro preferenze sull’uso del loro lavoro e dei loro dati personali per i progetti legati all’intelligenza artificiale. Anche altre aziende tecnologiche, da Adobe a Tumblr, offrono strumenti di opt-out per la raccolta di dati e l’apprendimento automatico. La startup Spawning, per esempio, quasi due anni fa ha lanciato un registro chiamato Do Not Train, e i creatori hanno già aggiunto le loro preferenze per 1,5 miliardi di opere. Jordan Meyer, CEO di Spawning, afferma che la società non sta lavorando con OpenAI sul suo progetto Media Manager, ma è disposta a farlo. “Se OpenAI è in grado di rendere più semplice la registrazione o il rispetto degli opt-out universali, saremo felici di incorporare il loro lavoro nella nostra suite“, ha dichiarato.

Come Newton-Rex, però, anche Meyer teme che la creazione di molti sistemi opt-in diversi sarà troppo onerosa per artisti e creatori. “Una proliferazione di diversi strumenti di opt-out costruiti dai giganti dell’intelligenza artificiale è esattamente ciò che dobbiamo evitare – ha dichiarato -. L’opt-out dovrebbe essere semplice e universale, il che, a nostro avviso, richiede un sistema aperto costruito da una terza parte”.

In passato i tentativi dei più grandi sviluppatori di AI di fornire alle persone un maggiore controllo sull’utilizzo dei loro dati non sono sempre andati a buon fine. L’anno scorso Meta ha lanciato un modo per far sì che le persone che non volevano che i loro dati personali venissero utilizzati per addestrare la sua AI potessero richiederne la cancellazione. Molti artisti hanno interpretato questa possibilità come un modo per chiedere che il loro lavoro fosse escluso dai progetti AI di Meta e si sono sentiti frustrati quando l’azienda ha rifiutato di elaborare le loro richieste – Meta, da parte sua, ha dichiarato a Wired che questa non può essere davvero considerata una funzione di opt-out -.

Nel frattempo, un movimento che si oppone all’addestramento dell’AI sulla base dei dati chiede al settore un cambiamento molto più radicale: passare a un sistema in cui le aziende addestrano algoritmi sui dati solo con il permesso esplicito dei titolari dei diritti e dei creativi. “Quando si tratta di aziende che cercano di ottenere enormi profitti e di rivoluzionare l’industria, non credo che l’opt-out funzioni affatto“, afferma il concept artist e illustratore Reid Southen, che scrive spesso di AI e arte. “L’opt-in è l’unica strada percorribile“.

Southen e Newton-Rex affermano entrambi che gli strumenti di opt-out possono imporre un onere eccessivo ai creativi, soprattutto se questi strumenti richiedono loro di inviare richieste per ogni singolo lavoro che desiderano escludere dalla formazione. “Immagina di essere un fotografo con migliaia e migliaia di immagini“, afferma Southern. “Non c’è modo per uscirne.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.

Categorie
Economia Tecnologia

Cosa sappiamo su Mai-1, il nuovo modello di AI di Microsoft

Author: Wired

Non solo gli investimenti in OpenAI: Microsoft starebbe lavorando a un proprio modello di intelligenza artificiale generativa, strutturato abbastanza per competere con quelli di Alphabet e della stessa società di San Francisco. La notizia, lanciata da The Information e rilanciata dall’agenzia Reuters, indica anche che a superivsionare il progetto, internamente denominato Mai-1, sarebbe il cofondatore di Google DeepMind ed ex amministratore delegato della startup Inflection AI Mustafa Suleyman, che il colosso di Redmond ha assunto recentemente.

Pur non essendo ancora noto lo scopo per il quale la società amministrata da Satya Nadella stia lavorando a un modello interno (e qualcosa in questo senso si potrebbe scoprire alla conferenza degli sviluppatori Build di fine maggio), secondo l’agenzia stampa britannica la certezza è che il nuovo modello saràmolto più grandedei precedenti open source a cui Microsoft aveva dato vita e quindi costerà di più, per esempio, del più piccolo Phi-3-mini lanciato ad aprile con l’obiettivo di attirare una base di clienti più ampia con opzioni convenienti.

Nella nuova tecnologia, il colosso di Redmond ha già investito finora miliardi di dollari. L’apporto dato a OpenAI ha per esempio permesso a quest’ultima di implementare il proprio prodotto di punta ChatGPT e di fargli assumere un ruolo di primo piano nel panorama globale del settore che riguarda la tecnologia del momento.

Per quanto riguarda i dettagli tecnici, Microsoft avrebbe dedicato al progetto Mai-1 un ampio cluster di server equipaggiato con le unità di elaborazione grafica di Nvidia, oltre a una grande quantità di dati utili a migliorare il modello. Quest’ultimo avrà circa 500 miliardi di parametri. Un numero decisamente inferiore al miliardo di miliardi di parametri di Gpt-4 di OpenAI, ma superiore ai 3,8 miliardi di parametri di Phi-3-mini. Oltre a Suleyman, scelto a marzo scorso, al progetto dovrebbero lavorare diversi ex dipendenti di Inflection AI. Ciononostante, il modello di Microsoft non sarà ripreso dal chatbot Pi o da altri realizzati dalla startup.

Categorie
Economia Tecnologia

ChatGPT diventerà un servizio pubblico di base, “come navigare in rete”

Author: Wired

Come per molte altre innovazioni digitali che hanno fatto la storia, ChatGPT sta determinando un effetto trasformativo da svariati punti di vista: operativo, economico e culturale, oltre che sociale. E se nel panorama dei servizi di intelligenza artificiale generativa oggi le aziende attive con proprie soluzioni sono sempre più numerose e specializzate, a OpenAI resta senza dubbio il ruolo di realtà iconica, emblematica e chiacchieratissima a livello mondiale, anche al di là dell’enorme valore di business che porta con sé. Dalla East Coast statunitense alla Romagna, Wired ha incontrato in occasione del primo viaggio in Italia Abran Maldonado, official ambassador di OpenAI, a margine dell’AI Week 2024 di Rimini dove è stato chiamato a parlare del futuro dell’AI. Ecco cosa ci ha raccontato.

Abran Maldonado, in questi giorni lei è per la prima volta in Italia: qual è l’elemento che ritiene preponderante nella sua attività di divulgazione sull’intelligenza artificiale generativa?

“Qui a Rimini, per esempio, ho focalizzato l’attenzione sull’importanza di fare valutazioni accurate prima di giudicare l’importanza e il rischio associati all’adozione di tecnologie di AI generativa. Molte aziende e dirigenti prendono decisioni affrettate, basate su momenti di hype o articoli sui giornali, anziché effettuare analisi approfondite dell’impatto specifico che l’AI potrebbe avere sul business, sulla produttività e sull’evoluzione delle future minacce.

Abran Maldonado

Abran Maldonadofoto: AIWeek 2024

“Per questo credo sia doveroso testare attivamente queste tecnologie, in un ambiente controllato, per esaminare tutti i possibili scenari, incluse la possibilità di perdita di dati e i pregiudizi degli algoritmi. Nei prossimi anni essere in grado di utilizzare in maniera virtuosa l’intelligenza artificiale diventerà una competenza digitale fondamentale per le aziende, paragonabile alla capacità di utilizzare un computer o di navigare su internet. Per questo prepararsi, e formare adeguatamente il personale, è il primo passo per sfruttare appieno il potenziale dell’AI per migliorare la produttività e ottimizzare i processi aziendali”.

Siamo in un momento di grande sperimentazione per le intelligenze artificiali generative: quali sono le prospettive di sviluppo di questa tecnologia, e quando potremo considerarla consolidata?

“Le intelligenze artificiali generative si trovano in una fase di miglioramento continuo e di rapida evoluzione, senza un punto d’arrivo definitivo nel loro sviluppo. È fondamentale essere flessibili e adattabili, poiché ogni giorno emergono novità che modificano le prospettive. È insita in questa tecnologia la tendenza a continuare a trasformarsi, con ulteriori applicazioni e miglioramenti che si adeguano alle esigenze delle aziende e della società. Per questo non credo esisterà un momento preciso in cui questa tecnologia diventerà completamente consolidata: anzi, sarà essenziale rimanere informati sulle tendenze e sugli avanzamenti più recenti, con un approccio proattivo nell’esplorare e comprendere impatti e opportunità”.

Dopo la fase di grande notorietà a livello globale per OpenAI grazie a ChatGPT, quanto del futuro dell’azienda è inquadrabile come realtà a sé stante, e quanto in partnership con altre?

Categorie
Tecnologia

ChatGpt diventa meno prolisso

Author: Wired

In arrivo un importante aggiornamento per ChatGpt. Proprio oggi OpenAI ha annunciato che gli utenti premium del chatbot – ossia tutti coloro che hanno sottoscritto un abbonamento ChatGpt Plus, Team o Enterprise – avranno accesso a una versione migliorata di Gpt-4 Turbo, uno dei modelli che alimenta l’esperienza conversazionale dell’AI. Secondo quanto riferito dalla compagnia, infatti, il nuovo modello – denominato “gpt-4-turbo-2024-04-09” – gode di una serie di miglioramenti nelle aree della scrittura, della matematica, del ragionamento logico e della programmazione.

X content

This content can also be viewed on the site it originates from.

Inoltre, come se non bastasse, il modello vanta anche una formazione più aggiornata, essendo stato addestrato su dati pubblicamente disponibili fino al dicembre 2023. Un upgrade notevole rispetto alla sua versione precedente, che offriva agli utenti risposte basate su conoscenze limitate all’aprile 2023. Ma non è tutto. “Quando si scrive con ChatGpt [con il nuovo Gpt-4 Turbo], le risposte saranno più dirette, meno prolisse e utilizzeranno un linguaggio più colloquiale”, scrive OpenAI in un post su X, comunicando uno dei miglioramenti più interessanti di questo aggiornamento. Fino a ora, infatti, il rivale Gemini è sempre risultato meno formale nelle risposte fornite agli utenti, semplificando non poco la comprensione dei concetti espressi. Ma il nuovo aggiornamento, fortunatamente, sembra aver portato i due chatbot a competere ad armi pari su questo fronte.

Al di là di questo, quello che salta all’occhio è che l’annuncio di OpenAI arriva in una settimana non semplice per la compagnia. In questi giorni un articolo del portale The Intercept ha rivelato che Microsoft ha proposto Dall-E, lo strumento text to image della compagnia, come strumento di supporto per le missioni militari dell’esercito americano. E per non farsi mancare nulla, la società madre di ChatGpt ha dovuto vedersela anche con il licenziamento di due importanti ricercatori per una presunta fuga di informazioni. Insomma, OpenAI ha avuto non poco a cui pensare in questa settimana. Eppure, rilasciare un aggiornamento del modello Gpt-4 Turbo sembrerebbe essere stata la soluzione a tutti i mali.

Categorie
Economia Tecnologia

Ora OpenAI investe nei robot umanoidi

Author: Wired

Dopo il successo di Dall-E e ChatGPT, il prossimo obiettivo di OpenAI è lo sviluppo di nuovi modelli di intelligenza artificiale per far funzionare robot umanoidi parlanti, da mettere rapidamente sul mercato. Per farlo, la compagnia guidata da Sam Altman ha firmato un accordo di collaborazione con Figure AI, una startup che sta già lavorando alla creazione di quelli che spera essere i primi robot umanoidi accessibili al pubblico.

Come riporta Business Insider, Figure AI ha dichiarato che lo scopo dell’accordo con OpenAI è di “accelerare le tempistiche commerciali di Figure”, migliorando la capacità dei suoi robot di interagire con gli esseri umani ed elaborare informazioni e comandi, utilizzando la ricerca e i grandi modelli multimediali di OpenAi. Non è la prima volta che OpenAi mostra il suo interesse, e il suo impegno finanziario, verso lo sviluppo dei robot umanoidi, avendo già guidato un consistente round di investimenti nella startup di robotica 1X Technologies.

Oltre alla collaborazione con OpenAI, Figure ha già avuto il sostegno di Microsoft, Nvidia e anche del fondatore di Amazon, Jeff Bezos, per lo sviluppo dei suoi robot umanoidi e ha raccolto circa 675 milioni di dollari in finanziamenti che, a detta dell’azienda, porterebbero la sua valutazione finanziaria totale a 2,6 miliardi di dollari. La compagnia sostiene di essere già molto avanti nel lavoro e che il suo primo prototipo, il Figure-01, è in grado di fornire assistenza nella produzione, nella logistica, nelle operazioni di magazzino e nella vendita al dettaglio, diventando così un potenziale concorrente degli esseri umani che offrono manodopera.

“Siamo sbalorditi dai progressi compiuti finora da Figure e non vediamo l’ora di lavorare insieme per aprire nuove possibilità su come i robot possano essere utili nella vita di tutti i giorni – ha detto Peter Welinder, vicepresidente di OpenAI -. Con Figure vediamo un percorso per esplorare ciò che i robot possono raggiungere se alimentati dai nostri grandi modelli multimediali”. A gennaio 2024, il fondatore di Figure, Brett Adcock, ha condiviso su X un video in cui Figure-01 aziona una macchina per il caffè, affermando che la sua intelligenza artificiale sia riuscita a imparare solamente guardando gli esseri umani fare lo stesso. Adcock ha definito l’interazione una “pietra miliare rivoluzionaria” del settore.