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ChatGPT diventerà un servizio pubblico di base, “come navigare in rete”

Author: Wired

Come per molte altre innovazioni digitali che hanno fatto la storia, ChatGPT sta determinando un effetto trasformativo da svariati punti di vista: operativo, economico e culturale, oltre che sociale. E se nel panorama dei servizi di intelligenza artificiale generativa oggi le aziende attive con proprie soluzioni sono sempre più numerose e specializzate, a OpenAI resta senza dubbio il ruolo di realtà iconica, emblematica e chiacchieratissima a livello mondiale, anche al di là dell’enorme valore di business che porta con sé. Dalla East Coast statunitense alla Romagna, Wired ha incontrato in occasione del primo viaggio in Italia Abran Maldonado, official ambassador di OpenAI, a margine dell’AI Week 2024 di Rimini dove è stato chiamato a parlare del futuro dell’AI. Ecco cosa ci ha raccontato.

Abran Maldonado, in questi giorni lei è per la prima volta in Italia: qual è l’elemento che ritiene preponderante nella sua attività di divulgazione sull’intelligenza artificiale generativa?

“Qui a Rimini, per esempio, ho focalizzato l’attenzione sull’importanza di fare valutazioni accurate prima di giudicare l’importanza e il rischio associati all’adozione di tecnologie di AI generativa. Molte aziende e dirigenti prendono decisioni affrettate, basate su momenti di hype o articoli sui giornali, anziché effettuare analisi approfondite dell’impatto specifico che l’AI potrebbe avere sul business, sulla produttività e sull’evoluzione delle future minacce.

Abran Maldonado

Abran Maldonadofoto: AIWeek 2024

“Per questo credo sia doveroso testare attivamente queste tecnologie, in un ambiente controllato, per esaminare tutti i possibili scenari, incluse la possibilità di perdita di dati e i pregiudizi degli algoritmi. Nei prossimi anni essere in grado di utilizzare in maniera virtuosa l’intelligenza artificiale diventerà una competenza digitale fondamentale per le aziende, paragonabile alla capacità di utilizzare un computer o di navigare su internet. Per questo prepararsi, e formare adeguatamente il personale, è il primo passo per sfruttare appieno il potenziale dell’AI per migliorare la produttività e ottimizzare i processi aziendali”.

Siamo in un momento di grande sperimentazione per le intelligenze artificiali generative: quali sono le prospettive di sviluppo di questa tecnologia, e quando potremo considerarla consolidata?

“Le intelligenze artificiali generative si trovano in una fase di miglioramento continuo e di rapida evoluzione, senza un punto d’arrivo definitivo nel loro sviluppo. È fondamentale essere flessibili e adattabili, poiché ogni giorno emergono novità che modificano le prospettive. È insita in questa tecnologia la tendenza a continuare a trasformarsi, con ulteriori applicazioni e miglioramenti che si adeguano alle esigenze delle aziende e della società. Per questo non credo esisterà un momento preciso in cui questa tecnologia diventerà completamente consolidata: anzi, sarà essenziale rimanere informati sulle tendenze e sugli avanzamenti più recenti, con un approccio proattivo nell’esplorare e comprendere impatti e opportunità”.

Dopo la fase di grande notorietà a livello globale per OpenAI grazie a ChatGPT, quanto del futuro dell’azienda è inquadrabile come realtà a sé stante, e quanto in partnership con altre?

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Tecnologia

ChatGpt diventa meno prolisso

Author: Wired

In arrivo un importante aggiornamento per ChatGpt. Proprio oggi OpenAI ha annunciato che gli utenti premium del chatbot – ossia tutti coloro che hanno sottoscritto un abbonamento ChatGpt Plus, Team o Enterprise – avranno accesso a una versione migliorata di Gpt-4 Turbo, uno dei modelli che alimenta l’esperienza conversazionale dell’AI. Secondo quanto riferito dalla compagnia, infatti, il nuovo modello – denominato “gpt-4-turbo-2024-04-09” – gode di una serie di miglioramenti nelle aree della scrittura, della matematica, del ragionamento logico e della programmazione.

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Inoltre, come se non bastasse, il modello vanta anche una formazione più aggiornata, essendo stato addestrato su dati pubblicamente disponibili fino al dicembre 2023. Un upgrade notevole rispetto alla sua versione precedente, che offriva agli utenti risposte basate su conoscenze limitate all’aprile 2023. Ma non è tutto. “Quando si scrive con ChatGpt [con il nuovo Gpt-4 Turbo], le risposte saranno più dirette, meno prolisse e utilizzeranno un linguaggio più colloquiale”, scrive OpenAI in un post su X, comunicando uno dei miglioramenti più interessanti di questo aggiornamento. Fino a ora, infatti, il rivale Gemini è sempre risultato meno formale nelle risposte fornite agli utenti, semplificando non poco la comprensione dei concetti espressi. Ma il nuovo aggiornamento, fortunatamente, sembra aver portato i due chatbot a competere ad armi pari su questo fronte.

Al di là di questo, quello che salta all’occhio è che l’annuncio di OpenAI arriva in una settimana non semplice per la compagnia. In questi giorni un articolo del portale The Intercept ha rivelato che Microsoft ha proposto Dall-E, lo strumento text to image della compagnia, come strumento di supporto per le missioni militari dell’esercito americano. E per non farsi mancare nulla, la società madre di ChatGpt ha dovuto vedersela anche con il licenziamento di due importanti ricercatori per una presunta fuga di informazioni. Insomma, OpenAI ha avuto non poco a cui pensare in questa settimana. Eppure, rilasciare un aggiornamento del modello Gpt-4 Turbo sembrerebbe essere stata la soluzione a tutti i mali.

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Tecnologia

Come l’IA generativa ha dato vita a chatbot pedopornografici

Author: Wired

ChubAI è una piattaforma di intelligenza artificiale che fornisce chat erotiche create per soddisfare le perversioni degli utenti. Offre la possibilità di chattare con centinaia di personaggi fittizi, alcuni dei quali non sarebbero legali in contesti offline, come i minori. Nella bacheca del sito ci sono uomini (pochi) e donne (la maggior parte, spesso adolescenti). L’immaginario più diffuso, a livello visivo, è quello degli anime giapponesi, o meglio dei seinen, un sottogenere tradizionalmente creato per adulti maschi, con contenuti violenti e a sfondo sessuale. Ma nonostante l’aspetto da fumetto delle immagini di profilo degli avatar, su ChubAI il linguaggio e le situazioni descritte sono spesso disturbanti.

Collegandosi ad un Llm open source come Llama 2, si può chattare con una sorella minore, studenti dominatrici, o sottomesse, e chiedere loro di dire quello che le chat di OpenAI e altri chatbot non permettono. Da luglio, quando Chub ha iniziato ad utilizzare il modello linguistico di Meta, chiede una quota mensile di cinque dollari per i nuovi personaggi e ha incassato più di un milione. Gli utenti possono anche attivare una serie di funzionalità, come inserire la foto di una persona reale, personalizzare i chatbot esistenti e creare una versione della chat Sfw (Safe for work), ovvero che non mostri nulla di esplicito nel caso in cui ci si connetta durante l’orario lavorativo. Si può creare avatar totalmente personalizzati, sia a livello grafico che narrativo; le uniche informazioni richieste sono un’email per confermare l’account e la dichiarazione spontanea di essere maggiorenni.

La piattaforma non modera le chat – la maggior parte permettono il role playing con avatar di minorenni –, ma il fondatore dice di tenere sotto controllo le immagini per evitare che vengano utilizzate foto di persone reali. La piattaforma al momento usa l’AI generativa solo per le chat, ma il fondatore vuole estenderne l’utilizzo alla creazione di immagini. Secondo un report di Fortune, lo stesso servizio lo offre già oggi Civitai – una piattaforma per “Stable diffusion art models” finanziata da Andreessen Horowitz – che dà accesso ad un marketplace di generatori di immagini AI, alcuni dei quali progettati per produrre contenuti pedopornografici. Dopo l’esposizione del caso da parte dei media, sono stati introdotti dei limiti. Sullo stesso tema, lo scorso dicembre, un gruppo di ricercatori di Stanford ha mostrato come un popolare dataset open-source utilizzato per addestrare generatori di immagini basati sull’AI includesse più di tremila voci di sospetta pornografia infantile.

Per certi versi, ChubAI è una versione senza censura di Character.AI, un’app lanciata nel settembre del 2022 che dava la possibilità di chattare con qualsiasi tipo di personaggio, da Socrate ad Elon Musk. Lo stesso nome “Chub” è l’abbreviazione di “Characters hub”. Le potenzialità di business sono enormi e la compagnia starebbe attualmente cercando di raccogliere investimenti che ne alzerebbero il valore a cinque miliardi di dollari.

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Tecnologia

Come immagina Google il futuro di internet

Author: Wired

L’amministratore delegato di Google Sundar Pichai continua ad amare il web. Si sveglia ogni mattina e legge Techmeme, un aggregatore di news accessibile solo online. Internet è dinamico e resistente, spiega il numero del colosso di Mountain View, e con l’aiuto di un motore di ricerca è ancora in grado di fornire qualsiasi informazione un utente stia cercando.

Ma il web e soprattutto le ricerche online stanno cambiando. Ce ne siamo resi conto tutti: le app di social media, le piattaforme di video brevi e l’intelligenza artificiale generativa hanno messo in discussione la nostra idea obsoleta di ciò che significa trovare informazioni di qualità online. Anche Pichai se ne è accorto, ma rispetto a molti altri ha più potere per guidare questa transizione.

Il nuovo Gemini

Le modalità con cui l’ad di Google ha lanciato Gemini, il modello di intelligenza artificiale più potente del colosso, suggerisce che – per quanto il buon vecchio web continui a piacerli – Pichai è molto più interessato a una versione futuristica di internet. E non potrebbe essere diversamente: i chatbot stanno arrivando a stanarlo.

Giovedì 8 febbraio Google ha annunciato che Bard, il chatbot che l’azienda ha sviluppato per sfidare ChatGPT di OpenAI, cambia nome. Ora si chiama Gemini, come il modello AI che lo alimenta, presentato per la prima volta a dicembre. Il chatbot diventa anche mobile, uscendo dalla fase “sperimentale” e avvicinandosi al pubblico generale. Avrà un’app su Android e una posizione di primo piano nell’applicazione di Google search su iOs. E la versione più avanzata di Gemini sarà disponibile all’interno di un piano di abbonamento a Google One da 20 dollari al mese.

Introducendo un paywall nella variante più potente di Gemini, Google mette direttamente nel mirino ChatGPT e il servizio in abbonamento di OpenAI, ChatGPT Plus. Ma Pichai sta anche sperimentando una nuova visione per l’offerta di Google, non per sostituire le ricerche online – almeno per il momento – quanto per costruire un’alternativa.

È il modo in cui ci siamo sempre avvicinati alle ricerche, nel senso che con l’evoluzione della ricerca, l’arrivo dei dispositivi mobili e i cambiamenti nelle interazioni degli utenti, ci siamo adattati – spiega Pichai, parlando con Wired US prima del lancio di Gemini –. In alcuni casi stiamo guidando gli utenti, come nel caso dell’AI multimodale. Ma voglio rimanere flessibile sul futuro, perché altrimenti non faremo le cose bene“.

La prossima era di Google

Il termine “multimodale” è tra gli elementi di Gemini preferiti da Pichai: uno degli aspetti che, secondo Google, distingue il suo chabot da ChatGPT e da Copilot di Microsoft (a loro volta basato sulla tecnologia OpenAI). In sostanza, Gemini è stato addestrato con dati in diversi formati: non solo testi, quindi, ma anche immagini, audio e codice informatico. Il risultato è che il sistema finito ha dimestichezza con tutte queste modalità e può rispondere a richieste testuali e vocali, o anche a foto.

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Tecnologia

L’anno in cui i lavoratori si sono rivoltati contro l’intelligenza artificiale

Author: Wired

Questo, a sua volta, ha portato a un maggiore interesse per le tutele che il lavoro organizzato può offrire ai lavoratori, anche se alcuni sindacati sembrano essere rimasti indietro. In un recente articolo pubblicato sull’Harvard Business Review, il professore di ingegneria del Mit Yossi Sheffi ha scritto che la miopia su questi temi si ripercuote sia sui lavoratori che sui datori di lavoro e che anche altre industrie avrebbero dovuto “prendere a cuore” ciò che stava accadendo a Hollywood.

Con l’avanzare dell’AI nel 2023, è diventato chiaro che i sindacati sono solo una parte della resistenza. Gli autori, preoccupati che grandi modelli linguistici fossero stati addestrati utilizzando i loro libri, hanno intentato una serie di cause contro OpenAI, Meta, Microsoft e altre aziende. Lo stesso hanno fatto gli artisti nel campo delle arti visive, mettendo nel mirino sistemi come Stable Diffusion, Midjourney, DeviantArt e altri ancora. Nessuna di queste cause è arrivata a una conclusione, e c’è chi sostiene che le rivendicazioni sul copyright non siano il modo giusto per impedire ai bot di rubare i lavori creativi. Ad ogni modo però, queste cause hanno trasformato i tribunali in un altro campo di battaglia in cui gli umani si sono opposti all’incursione dell’AI.

Gli scenari futuri

Verso la fine dell’anno, anche i governi sono entrati in gioco. All’inizio di novembre, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo che tenta, tra l’altro, di limitare l’impatto dell’AI sul lavoro. I sindacati americani, tra cui la Sag, hanno elogiato la mossa, che è arrivata nel momento in cui leader mondiali stavano arrivando nel Regno Unito per un vertice sulla sicurezza dell’AI, dove hanno cercato di contenere le minacce dell’apprendimento automatico e di sfruttarne allo stesso tempo le potenzialità.

Questa è sempre stata la parte difficile. Dai tessitori agli scrittori, molte persone usano le macchine per migliorare il loro lavoro. Come vi diranno i sostenitori dell’AI, l’automazione è utile, e la tecnologia può coltivare nuove forme di creatività. Le persone possono scrivere libri con l’intelligenza artificiale, creare nuovi stili, o anche costruire generatori di Seinfeld. Alcuni sceneggiatori di Hollywood usano gli strumenti AI per fare brainstorming. L’ansia nasce quando il capo di una casa di produzione chiede a ChatGPT di scrivere un nuovo film su un gatto e un poliziotto che sono migliori amici. A quel punto non c’è più bisogno di autori.

Al momento, i chatbot non sono in grado di scrivere sceneggiature, comporre romanzi o dipingere come Caravaggio. Ma la tecnologia si sta evolvendo così rapidamente che questo scenario sembra ormai imminente. Quando Sam Altman è stato licenziato per qualche giorno da OpenAI a novembre, sono circolate ipotesi sulla possibilità che l’azienda stesse sviluppando la sua tecnologia troppo velocemente, e che le sue ambizioni commerciali avessero sopraffatto la missione altruistica.

Con il ritorno di Altman nel ruolo di amministratore delegato, Microsoft ha ottenuto un posto nel cda della società. Curiosamente, il colosso aveva offerto posti di lavoro ai dipendenti di OpenAI durante la crisi dell’azienda, e lo stesso ha fatto Salesforce. Questo è servito a ricordare che l’AI è sì pronta a eliminare molti posti di lavoro, ma crea anche posti di lavoro nel settore. In futuro, la probabilità che l’intelligenza artificiale soppianti molti lavori di base e ne crei alcuni altamente qualificati sembra elevata. La domanda principale in questo momento è se queste macchine stanno imparando dagli esseri umani le loro abilità o i loro pregiudizi.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.