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Guardando al Superbonus: come integrare pompa di calore, fotovoltaico e solare termico


Author: gmeneghello QualEnergia.it

Con il Superbonus 110% già in vigore e presto operativo, c’è un grande interesse per quei lavori di riqualificazione energetica che possono far accedere alla nuova detrazione fiscale potenziata, della quale si potrà approfittare anche senza anticipare la spesa, dato che il credito sarà cedibile a imprese e banche  (QualEnergia.it ha organizzato per i propri abbonati un approfondimento online per domani, mercoledì  27 maggio).

Come sappiamo, la nuova misura incentiva anche interventi “minori”, quali il fotovoltaico e il solare termico, a patto che siano abbinati a lavori più importanti come quelli per l’isolamento termico dell’involucro, il cosiddetto cappotto, ad adeguamenti antisismici, o alla sostituzione di impianti di riscaldamento con sistemi più efficienti (si vedano qui alcune indicazioni su come muoversi per massimizzare i benefici economici, energetici e ambientali della norma).

Proprio quest’ultimo intervento chiave, cioè il rinnovo del sistema di climatizzazione, rende molto interessante per accedere alla detrazione le pompe di calore abbinate al solare termico o fotovoltaico.

In attesa di dedicare altri approfondimenti a queste e ad altre soluzioni “integrate”, vediamo una panoramica delle principali configurazioni che si possono scegliere, attingendo a una  recente pubblicazione di Rse (l’ente pubblico per la ricerca sul sistema energetico, link in basso).

Qui sotto spieghiamo come si abbina una pompa di calore rispettivamente a un impianto fotovoltaico, a uno solare termico e a un sistema con moduli ibridi termo-fotovoltaici (PVT). Nel primo caso, i due sistemi si interfacciano mediante scambi di energia elettrica; nel secondo caso, l’integrazione è a livello termico e, nell’ultimo caso, l’integrazione avviene sia a livello termico che elettrico.

Fotovoltaico e pompa di calore

In questa soluzione, la più semplice, in linea teorica, il compressore della pompa di calore viene alimentato dall’energia elettrica prodotta dal sistema fotovoltaico. L’integrazione di queste tecnologie ha, inoltre, il vantaggio di aumentare la quota di energia elettrica da fonte solare consumata direttamente in loco.

Per garantire continuità di funzionamento, di fronte alla discontinuità nella produzione di energia elettrica fotovoltaica, il sistema deve essere connesso con la rete elettrica in bassa tensione ed eventualmente provvisto di sistemi ausiliari, ad esempio batterie (vedi schema sotto) che rientrano tra l’altro tra le spese che godono del Superbonus.

Possibilità di accumulo alternative possono essere effettuate attraverso la conversione da energia elettrica in energia termica mediante la pompa di calore e il conseguente stoccaggio in serbatoi di accumulo, per un utilizzo in modalità differita.

Solare termico e pompa di calore

L’integrazione tra pompe di calore e collettori solari termici è finalizzata all’utilizzo dell’energia solare per la produzione di acqua calda sanitaria e/o per incrementare le prestazioni della macchina. Sono individuabili due principali categorie impiantistiche: sistemi diretti e sistemi indiretti.

I sistemi diretti (schema sotto) integrano il circuito solare direttamente con la pompa di calore: il collettore solare corrisponde con l’evaporatore della macchina e il fluido termovettore circolante nel collettore solare è il fluido refrigerante stesso. Il refrigerante evapora nel collettore solare e l’energia solare così assorbita è rilasciata verso l’utenza finale al condensatore.

Le prestazioni del sistema dipendono fortemente dalle condizioni ambientali, dalla velocità di rotazione del compressore, dalle dimensioni del serbatoio di accumulo e dalla superficie del collettore.

Il maggiore svantaggio di questo sistema – spiegano gli esperti di RSE – è dovuto al carico variabile sul collettore solare: essendo soggetto a variazioni dell’irraggiamento (su scale temporali giornaliere e stagionali), la pressione e la temperatura di evaporazione sono variabili. Ne consegue la necessita di utilizzo di un compressore a velocità variabile e di una valvola di espansione ad apertura variabile per evitare l’ingresso di liquido nel compressore e per mantenere un adeguato grado di surriscaldamento all’uscita dell’evaporatore.

L’assenza di modulazione sul compressore porterebbe al sovradimensionamento del componente durante i mesi estivi e alla conseguente riduzione delle prestazioni dovuta alle elevate temperatura ambiente e radiazione solare.

I sistemi indiretti (schema sotto) prevedono invece la separazione tra il circuito solare e la sezione termica, introducendo uno scambiatore di calore che rappresenta l’evaporatore della pompa di calore.

Il principale scopo di questi sistemi è l’incremento della temperatura di evaporazione durante il periodo invernale, con il conseguente aumento delle prestazioni (COP) della pompa di calore. Negli impianti di tipo indiretto il fluido impiegato nel circuito del collettore raccoglie l’energia solare per poi cederla al fluido frigorigeno mediante l’evaporatore.

Questi sistemi possono essere classificati in base al fluido adoperato nel circuito solare: acqua glicolata o aria; tuttavia, come accennato in precedenza, i sistemi ad acqua trovano un maggior utilizzo nell’ambito residenziale, per l’integrazione con le pompe di calore e la produzione di acqua calda sanitaria.

Pompa di calore e moduli ibridi termo-fotovoltaici PVT

L’integrazione delle pompe di calore con moduli ibridi termofotovoltaici è finalizzata all’utilizzo dell’energia solare sia come supporto all’evaporatore e/o per la produzione di acqua calda sanitaria, sia per la produzione di energia elettrica utilizzabile della pompa di calore stessa e dagli altri carichi presenti nell’edificio o ceduta alla rete mediante scambio sul posto.

L’impiego combinato dei moduli PVT con pompe di calore – secondo RSE – può rappresentare una delle opzioni tecnologiche più efficaci, grazie alla riduzione dei consumi di energia primaria, all’alta frazione di rinnovabili impiegata ed alle ridotte emissioni di CO2 conseguibili. Le logiche di integrazione tra i moduli PVT e pompa di calore sono le medesime che per il FV semplice e il solare termico, mentre la principale differenza riguarda sia le diverse condizioni operative, risultanti dall’applicazione di moduli PVT rispetto ai collettori solari termici, sia le logiche di controllo del sistema integrato, per massimizzare le prestazioni dei collettori FVT e della pompa di calore.

In un collettore PVT la resa termica è ridotta rispetto a una collettore solare termico e per tale motivo, al fine di valorizzare il calore a bassa temperatura prodotto dai pannelli si può impiegare una valvola a tre vie che, in base alla temperatura del fluido in uscita dalla sezione solare, lo convoglia all’accumulo per la produzione di acqua calda sanitaria o all’evaporatore della pompa di calore.

Per quanto riguarda le logiche di controllo di un impianto integrato, si deve considerare che, regolando opportunamente i flussi del fluido termovettore di alimentazione della pompe di calore sia possibile influire sul comportamento termico dei collettori, aumentandone l’efficienza di conversione elettrica.

In sintesi, una corretta integrazione delle due tecnologie permette di utilizzare direttamente l’energia elettrica prodotta dal FV e di ottenere prestazioni più elevate per il riscaldamento invernale, mentre in estate l’effetto combinato dei moduli PVT e della pompa di calore può garantire l’eventuale produzione di acqua calda sanitaria, con ridotto consumo di energia primaria.

Le variabili alla configurazione base

Sia per l’integrazione con il PVT che con il solare termico “classico”, le configurazioni illustrate nei paragrafi precedenti rappresentano la base per impianti più complessi, comprensivi ad esempio di serbatoi di accumulo lato solare (possibile nella configurazione indiretta) o lato utenza, per disaccoppiare la produzione di energia solare da quella termica/frigorifera.

Possono essere, inoltre, previste logiche di controllo basate sulla temperatura dell’acqua in uscita dai pannelli; per esempio, considerando un impianto per la produzione di acqua calda sanitaria, può essere prevista una logica di controllo dove la pompa di calore entra in funzione qualora l’energia fornita dai collettori non sia sufficiente a mantenere il serbatoio al di sopra di una prefissata temperatura.

Sia i sistemi diretti che indiretti possono poi essere sviluppati in serie, in parallelo o assetto duale.

Nella configurazione in parallelo, il collettore solare e la pompa di calore forniscono energia indipendentemente tra loro, di solito tramite uno o più serbatoi.

Nella configurazione in serie, collettore solare fornisce calore all’evaporatore (direttamente o tramite un serbatoio di accumulo intermedio), mentre nella duale la macchina può usare, lato sorgente, sia i collettori solari, come in un assetto serie indiretto, oppure l’aria esterna, a seconda delle condizioni ambiente.

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Energia

Crisi economica: tutti in attesa del piano di recupero UE

Author: redattore Rinnovabili

Secondo Bloomberg News, l’esecutivo UE sta cercando di trovare un equilibrio tra il rilancio dell’economia e i vincoli verdi.

Le anticipazioni sul piano di recupero UE mostrano limiti e potenzialità

(Rinnovabili.it) – Secondo alcuni documenti pubblicati da Bloomberg News, l’Unione Europea proporrà un massiccio piano di stimolo economico che contemplerà un bando di energia rinnovabile da 15 gigawatt e aste per l’idrogeno verde. Il piano di recupero UE dovrebbe essere presentato già domani (27 maggio), includendo anche una proposta per il prossimo bilancio dell’UE.

Leggendo i documenti, il piano di recupero UE “Green Deal Recovery” si presenta come una rielaborazione della tabella di marcia prevista dal blocco per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni entro il 2050. Ma l’epidemia di coronavirus e l’incapacità di concordare sul prossimo quadro di spesa settennale dell’UE hanno creato divisione tra alcuni Stati membri, inquieti per le conseguenze economiche del coronavirus.

I punti salienti del documento includono da 60 a 80 miliardi di euro per accelerare le vendite di veicoli elettrici (con un’esenzione dall’IVA sul valore aggiunto), finanziamenti doppi per le reti di ricarica, 91 miliardi di euro all’anno e un piano di mutui verdi a sostegno del retrofit energetico degli immobili, 10 miliardi di euro per finanziare 7,5 gigawatt all’anno di energia solare ed eolica, e fino a 30 miliardi in finanziamenti per l’innovazione sull’idrogeno verde.

Leggi anche Efficienze energetica: sarà la priorità del piano di ripresa UE?

Rispetto all’idrogeno, “il piano di recupero UE prevede l’adozione di un sistema di contratto per differenza (CFD) per il carbonio relativo ai progetti di idrogeno verde, che agisce efficacemente come copertura contro l’instabilità dei prezzi del carbonio, spiega Bloomberg News. Un sistema del genere “darebbe stabilità agli investitori e consentirebbe loro di scavalcare l’attuale fase di abbassamento dei prezzi di CO2″, aggiunge Bloomberg. I prezzi del carbonio in Europa, attualmente intorno a 21 euro per tonnellata, potrebbero infatti aumentare di sette volte entro il 2030.

Nel piano di recupero UE, inoltre, le gare di energia solare ed eolica per 15 GW arrivano in un momento in cui i prezzi dell’energia elettrica all’ingrosso sono bassi. Tuttavia, secondo gli esperti, il piano potrebbe lasciare indietro i paesi che necessitano di maggiore stimolo economico. “Dobbiamo pensare chi beneficerà di questa offerta”, ha detto Lisa Fischer, esperta di E3G. “Andrà tutto all’eolico offshore nel Mare del Nord? Come si può garantire un equilibrio in termini di creazione di posti di lavoro e filiera produttiva?”.

Nonostante questi dettagli non da poco, secondo Bloomberg “l’esecutivo UE sta cercando di trovare un buon equilibrio tra il rilancio dell’economia e i vincoli verdi”. Finora, 17 dei 27 Stati membri hanno concordato, in linea di principio, nel collegare la ripresa dalla pandemia al Green Deal europeo. Però, al di là dei singoli governi nazionali, Reclaim Finance ha riferito che le attività di soccorso della BCE includono anche un significativo aiuto per le società di combustibili fossili.

Leggi anche Piani di ripresa: nascerà un conflitto tra occupazione e clima?

Infatti, le principali compagnie petrolifere e del gas, tra cui Shell e Total, che prevedono di aumentare le loro produzioni rispettivamente del 38% e del 12% dal 2018 al 2030, figurano nell’elenco delle attività finanziate dalla Banca Centrale. Le società inquinanti rappresentano il 63% degli acquisti di beni aziendali dell’istituto, il che potrebbe significare fino a 132 miliardi di euro per i soli acquisti di beni in risposta all’emergenza covid-19.

In risposta, Paul Schreiber, attivista di Reclaim Finance, sottolinea “l’urgenza di porre fine al principio di neutralità del mercato che guida gli acquisti di attività, principio anacronistico in un contesto di emergenza climatica. La BCE deve escludere immediatamente le imprese più inquinanti dai suoi acquisti di attività e richiedere impegni per eliminare gradualmente il carbone e i combustibili fossili”.

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Se FCA vuole il prestito garantito dallo Stato, punti sui veicoli a zero emissioni


Author: piantanida QualEnergia.it

Fiat Chrysler Automobile (FCA) dovrebbe impegnarsi a incrementare la produzione in Italia di modelli a zero emissioni prevista per il 2023, ottenere il supporto del governo per la creazione di una gigafactory italiana per la produzione di celle di batterie, destinare il budget Ricerca e Sviluppo alla catena di valore dei veicoli elettrici.

Ogni finanziamento o garanzia pubblica richiesta da FCA dovrebbe essere vincolato alla creazione di un’industria automobilistica italiana robusta, moderna e lungimirante. Questo significa supportare la produzione di veicoli a zero emissioni in Italia, creando contemporaneamente posti di lavoro.

È questa in sintesi la posizione di Transport & Environment (T&E), il principale gruppo di associazioni non governative in Europa che si batte per la mobilità sostenibile e Kyoto Club, associazione italiana che si occupa di clima e membro di T&E, in merito alla questione del prestito di 6,3 miliardi di euro chiesto da FCA e garantito dallo Stato.

Il gruppo di associazioni ha lanciato oggi il nuovo report “Can electric cars bit the COVID crunch?” (vedi QualEnergia.it) che quantifica gli investimenti di industria automotive e governi su auto elettrica in Ue nel 2019. Secondo i ricercatori, non ci sono dubbi: il mercato dei veicoli elettrici gode di ottima salute, e l’aumento degli investimenti nello scorso anno ha generato un boom senza precedenti delle vendite dei veicoli elettrici in Europa nei primi mesi del 2020.

Stando allo studio, complessivamente, nel 2019 l’industria e i governi dell’Unione hanno stanziato 60 miliardi di euro per la produzione di veicoli elettrici e batterie in Europa.

Si tratta di una somma 19 volte più grande rispetto ai soli 3,2 miliardi di euro garantiti in Europa due anni fa – quando le case automobilistiche europee investivano in Cina.

Un traguardo, continua il rapporto, che è stato reso possibile grazie alla spinta regolatoria degli obiettivi UE relativi alle emissioni di CO2 delle auto nuove, entrati in vigore quest’anno (il famoso target UE dei 95gr/km) che ha di fatto obbligato l’industria ad investire nella mobilità elettrica in Europa.

Ad oggi le case europee hanno investito 3,5 volte più in Europa che in Cina in auto elettriche e batterie e l’Europa è sulla buona strada per riprendersi la leadership globale dell’industria automotive. Ogni tipo di aiuto post-covid – secondo T&E- deve capitalizzare su questi investimenti. Il successo nel mercato dell’auto elettrica è oggi la politica industriale dell’Europa e i decisori politici devono fare la loro parte, condizionando i piani di salvataggio al sostegno di una ripresa verde che dia la priorità alla produzione di veicoli del futuro come richiesto dal Green Deal europeo.

FCA nel 2019 ha investito oltre 1,7 miliardi di euro nelle fabbriche in Italia per la produzione di veicoli ibridi plug-in e veicoli elettrici, come la nuova versione della Fiat 500e. Ed è proprio alla vigilia del lancio del nuovo modello 500e che l’azienda presieduta da John Elkann ha chiesto un prestito a tasso agevolato di 6,3 miliardi di euro, garantito dallo stato. Un aiuto statale, secondo T&E, che deve essere vincolato ad una green and just transition dell’industria italiana dell’automobile.

Infine, sottolinea T&E, per consentire all’Europa di guidare la mobilità elettrica globale, i legislatori dell’Ue dovrebbero rivedere al rialzo gli obiettivi di riduzione della CO2 per le auto al 2030. Secondo l’associazione, l’Ue dovrebbe inoltre garantire che a partire dal 2035 possano essere venduti in Europa solamente i modelli a emissioni zero.

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Energia marina: arriva l’impianto ibrido che cattura sole, vento e onde

Author: stefania Rinnovabili

La startup tedesca Sinn Power ha realizzato la “prima piattaforma ibrida oceanica al mondo”, struttura galleggiante che combina fotovoltaico, micro-turbine eoliche e generatori di energia dal moto marino

energia marina
Credits: Sinn Power

L’energia marina testa l’ibrido tecnologico

(Rinnovabili.it) – Nuovo progetto per sfruttare tutte le potenzialità dell’energia marina con una sola installazione. L’idea appartiene a Sinn Power, giovane società tedesca creatrice di un’originale piattaforma marina galleggiante. La struttura, prima al mondo nel suo genere, permette di integrare in un unico corpo diverse tecnologie per la produzione energia offshore. Dai pannelli fotovoltaici a micro-turbine eoliche passando per le boe che catturano l’energia delle onde. 

Leggi anche La più grande turbina eolica galleggiante inizia a generare energia

La nuova piattaforma ibrida dedicata all’energia marina ha alle spalle anni di ricerca e sviluppo. La Sinn Power è nata, infatti, nel 2015 come produttrice dei generatori elettrici da moto marino. Cinque anni dopo la società a pronta a fare un salto di qualità, proponendo la propria versione di centrale offshore multi-tecnologica.

La piattaforma in questione è un sistema modulare che può essere ampliato e personalizzato, sotto il profilo tecnologico, a seconda del caso. Questo significa che gli sviluppatori possono gestire con flessibilità la taglia e aggiungere turbine, boe o pannelli in base alle esigenze e alle caratteristiche del sito.

Nel complesso la struttura è progettata per essere robusta e resistente; è in grado di gestire onde alte fino a sei metri e i componenti elettrici hanno la certificazione IP68 (Protezione da immersioni permanenti in acqua fino a 3 m di profondità continua per un massimo di un’ora). Le boe galleggianti sono poste, inferiormente, ai quattro angoli della piattaforma dove possono muoversi liberamente in alto e in basso lungo delle aste, in risposta al movimento ondulatorio. Ciascuna, in condizioni ideali, può generare fino a 24 kW di potenza. La superficie superiore è destinata ai moduli fotovoltaici ma in ogni punto di giunzione è possibile installare una piccola turbina da 6 kWp.

Leggi anche Solare galleggiante, il mercato cresce in maniera costante

“La modularità è stata un aspetto chiave fin da quando abbiamo iniziato a sviluppare tecnologie marittime”, spiega l’Ingegnere Philipp Sinn, CEO di SINN Power. “La piattaforma galleggiante può fornire energia marina rinnovabile alle località insulari e contribuire all’implementazione mondiale di parchi eolici offshore. Noi siamo i primi a offrire una soluzione che mixa onde, vento e fotovoltaico di piccole dimensioni, personalizzabile in base alle condizioni climatiche delle località e a prezzi competitivi rispetto ad altre tecnologie comprovate”.

La società afferma di essere sul punto di commercializzare la sua piattaforma e che a partire da questa estate, offrirà ai produttori di moduli fv l’opportunità di dimostrare e testare i loro pannelli su una piattaforma galleggiante a Iraklio, in Grecia.

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Energia

Realizzazione della nuova scuola primaria a Loria (TV)


Author: Leonardo Berlen QualEnergia.it

[unable to retrieve full-text content]Id sintel: 124700812. Procedura aperta per l’appalto dei lavori di realizzazione della nuova scuola primaria di Castione, nel comune di Loria (TV). Importo: 2.532.571 euro Scadenza: 3 luglio 2020 Bando (zip)

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