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Super X-Fi, Sound Blaster AE-9 reveal, and PC memories with Ryan from Creative | The Full Nerd Ep 77


Join The Full Nerd gang as they talk about the latest PC hardware topics. In today's special show we are joined by Ryan Schlieper from Creative to talk about PC audio and the new Super X-Fi, get the first look at the Sound Blaster AE-9, as well as reminisce about old PC building memories. As always we will be answering your live questions so speak up in the chat. Start: 5:00
Super X-Fi: 7:57
World premiere of the Sound Blaster AE-9: 52:18
New rig and old school PC talk: 1:04:13 Check out the audio version of the podcast on iTunes and Google Play so you can listen on the go and be sure to subscribe so you don't miss the latest live episode! Follow the crew on Twitter: @GordonUng @BradChacos @MorphingBall @AdamPMurray Follow PCWorld for all things PC!
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Batman Begins, Christopher Nolan scombussola il pipistrello e DC Comics

Author: Valerio Porcu Tom's Hardware

Retrocult cover

Nota del curatore. Le origin’s story sono in genere i cinecomic più semplici da fare e quelli che hanno maggior successo. È facile far presa sul pubblico quando racconti come il tuo protagonista si scopra un po’ alla volta l’eroe di turno. Chi lo guarda si immedesima facilmente, riversa i suoi sogni personali in quell’inarrestabile ascesa verso il trionfo della giustizia – perché suvvia, per ognuno di noi il successo e il fallimento personale sono questione di giustizia e ingiustizia, ammettiamolo.

Ed ecco perché ammiro il coraggio mostrato dal regista e dalla produzione di Batman Begins. È pur sempre una cosiddetta storia delle origini, ma c’è la sofferenza della scelta. È una storia più “da fumetto” che “da film”, e non è così facile seguire con entusiasmo la trasformazione da uomo a eroe.

Perché è un percorso pieno di insidie e di tentazioni. Tu spettatore sai come andrà a finire, che alla fine Batman sarà Batman. Ma il Bruce Wayne di Nolan non lo sa, potrebbe anche diventare un semplice assassino per vendetta. È un Eroe che non si allea con lo spettatore, che lo tiene a distanza, e per questo è forse ancora più grande.

Valerio Porcu

Filippo Rossi.

Detto “Jedifil”, è nato il 14 febbraio 1971 a Rovigo e vive a Trieste. È uno dei massimi esperti di Star Wars. Ideatore e Presidente di Yavin 4, dirige e realizza Living Force Magazine (Premio Italia 2013 e 2016 come Miglior fanzine italiana di Science Fiction. Fa parte del gruppo tolkieniano Éndore.

Filippo ha scritto La forza sia con voi. Storia, simboli e significati della saga di Star Wars , un eccezionale testo critico sulla saga ideata da George Lucas. E da pochi giorni è disponibile “Super”, uno sforzo critico e analitico dedicato agli 80 anni di Superman.

Potete seguire Filippo sul suo sito personale.

Batman inizia

Batman Begins

La produzione cinematografica e televisiva DC Comics dell’età moderna è variegata, anche se qualità e ambizione latitano. L’eccezione è la produzione e il successo straordinari del Dark Knight di Christopher Nolan, trilogia cinematografica celebrata, indipendente e compiuta.

È un uragano espressivo e concettuale. La DC Comics ne è sconvolta. Questo nuovo tipo di Batman viene dopo il genio dark e circense di Tim Burton, e dopo i capezzoli di gomma alla fosforescenza di Joel Schumacher; un doppio pericolo da direzioni opposte che il regista inglese trasforma in opportunità per ricominciare da zero. Reinventa e fa proprio il più conosciuto personaggio dei fumetti.

Se Burton (cofanetto edizione speciale) è un Federico Fellini all’americana, Nolan è uno Stanley Kubrick alleuropea. Inizia quel 15 giugno 2005 la trilogia del Dark Knight con un film intenso e sottile, potente e profondo. A volte convulso e poco spettacolare, per scelta del regista.

Volete un film adulto con momenti commoventi su un’amatissima icona culturale? Volete un Grande Piano del Cattivo, che per una volta sta in piedi e non è buttato lì? Volete una storia di supereroi finalmente credibile e vissuta? Volete citazioni e riferimenti emozionanti al mito in fumetto? Ecco Batman Begins. Attenzione: non è molto divertente e quando inizia l’azione si capisce poco.

Opera adulta su un’icona culturale, in piena evoluzione. L’impatto è straniante. Christopher Nolan soddisfa l’apertura mentale dello spettatore.

L’evoluzione del supereroe

Batman Begins

Questo Batman inizia ha un andamento come il primo Superman di Richard Donner, 1978 (e ne cita anche qualche scena, vedi la primissima apparizione dell’eroe in costume): prima parte analitica e in crescendo, con i riflettori puntati sulla lenta e difficile presa di coscienza del protagonista; seconda parte dazione, col protagonista che finalmente si rivela e mette in pratica ciò che ha imparato.

Ma, prima differenza col seminale Superman I di Donner: in questo Batman I di Christopher Nolan, a una prima parte suggestiva fa seguito una straordinaria seconda parte che però non è molto spettacolare e chiara nellimpatto formale dell’azione. Un difetto? Forse, ma per fortuna non è fondamentale: il film ha il suo più vero senso nel ritratto simbolico e riuscito di un uomo e del suo ambiente sociale.

Non è la pura spettacolarità lobiettivo del regista: quando si arriva all’eroe mascherato cambia il punto di vista, passando da quello del protagonista Bruce Wayne a quello dei criminali che vuole spaventare. Allora per Nolan (Inception, Interstellar) non hanno più importanza le pose plastiche con super-marchio in vista, ma le ombre urbane dalle quali nasce la paura e il degrado; non hanno più importanza coreografie belliche lampanti come balletti, ma il contagio e il pericolo della vera violenza. Si perde un po’ di divertimento ma si acquista lagognata profondità.

Ecco la seconda differenza da quel classico Superman, forse la decisiva: quella era una solare e sognante super-fiaba ironica. Questo Batman è un complesso, impegnativo, doloroso apologo filosofico e morale. E su questo livello alto, Batman Begins si fa addirittura preferire.

Il Cavaliere della notte

Batman Begins

Colonna sonora bellissima, precisione nella costruzione drammatica, abilità nella gestione dei numerosi personaggi interpretati da attori in parte (il cast è tra i migliori mai proposti al cinema), gusto variegato e personale nel ritratto ambientale… pregi che contrastano forse l’unico difetto: il montaggio frenetico e a volte disturbante.

Alla seconda visione i pochi dubbi si vaporizzano come l’acqua di Gotham City alla luce della luna piena: la frenesia cinematografica è voluta da Nolan, non è un banale errore. Il film è denso ma lampante nel suo racconto. Il ritmo originale e coinvolgente, alternato tra lento e veloce, con momenti divertenti come lampi di luce nella notte fonda. Tanti memorabili personaggi che brillano illuminati da uno straordinario protagonista.

Il Batman del trentunenne gallese Christian Bale (The Prestige, American Psycho) è spaventoso, magnificamente spaventoso. È un fragile e umanissimo Bruce Wayne, che nella seconda metà diventa irriconoscibile nel costume. Il suo è un Batman che funziona, anche se non imponente e irremovibile come nei fumetti moderni. Il Bat-Bale è più puramente gotico e noir che burtonianamente dark.

È figlio sia del Batman della rinascita a fumetti anni Settanta di Dennis O’Neil & Neal Adams e anni Ottanta a firma Frank Miller, sia del Batman originario del 1939, quello pulp e violento dello scrittore Bill Finger (suo, più che del disegnatore Bob Kane, che in seguito l’ha “comicizzato”). L’ispirazione è The Man Who Falls di O’Neil e Dick Giordano, storia che nell’89 ritrae la vita del classico Wayne prima del pipistrello.

Nolan quindi unisce larchetipo dei comics Golden Age alle riletture fumettistiche moderne e post-moderna; ma aggiunge di suo, innova e rinnova. Un Batman 2005 da incubo, terribile, diabolico, violentissimo; eppure etico. Travolgente come la sua Bat-mobile “tumbler”.

Christopher Nolan è come sempre magistrale nel firmare un lavoro così personale e preciso da materiale e figura tanto conosciuti e sfruttati. Il film è splendidamente corale ma, allo stesso tempo, Batman-centrico.

La coscienza del giustiziere

Batman Begins

La storia è lancinante, bella e problematica: insiste sulla differenza, minima e abissale, tra Giustizia e Vendetta. Tema molto attuale e azzeccato, sia per l’importanza in sé, sia per i saldi legami col mito più vero di Batman.

In modo insistito, profondo e sincero, il film mette coraggiosamente in discussione la società occidentale (Gotham City, “la sua città più grande”: New York?) e l’arrogante e ipocrita decadenza. Bruce Wayne allora è luomo comune che si inventa eroe per difendere la speranza della redenzione di un intero sistema civile moderno, contro chi lo vuole distruggere, purificare con la forza bruta, in nome di un nichilismo morale di sapore ancestrale.

In quest’ottica Bruce/Batman è un eroe che sentiamo vicino, nella sua lotta continua per non cadere in tentazione: quell’umanissima tentazione che è combattere il Male con un male ancora più grande – la strada della Dannazione etica. Da sempre e, anche e soprattutto, oggi.

Non è solo questione (arida) di affrontare e sconfiggere la paura, per Bruce/Batman: è soprattutto trovare un senso per farlo. Lì serve il vero coraggio: nello scontro con il magnifico e ambiguo Henri Ducard/Ra’s al Ghul, il villain fascista di uno statuario Liam Neeson (Anchorman 2, Gangs of New York), è allora la sottovalutata donna-magistrato Rachel Dawes (il cognome è simile a dawn, “alba”) della tenera Katie Holmes a diventare la fondamentale coscienza delleroe. Quando i simpatici Lucius Fox (di Morgan Freeman) e Alfred Pennyworth (di Michael Caine) ne sono rispettivamente il braccio e la mente; e James Gordon (di Gary Oldman) il cuore.

Rachel è infatti la filantropia e la fiducia nel prossimo, non misantropia e disprezzo per le sue miserie. Compassione imparata con fatica, non vendetta facile e bestiale. Umiltà, non orgoglio. Speranza che nasce dall’abisso, non disperazione frutto dell’alterigia.

Il Bruce, anzi il Batman di un carismatico Christian Bale lo sa dentro di sé; ma come tutti, più di tutti, deve impararlo. E ci riesce con una fatica molto umana. È una bella e difficile lezione, questa: dritta dal cuore nero eppur puro della più grande nazione occidentale, ma che oggi ha valore non solo per essa.

Padri simulati e gemelli cattivi: Batman

Batman Begins

Lunione concettuale tra Batman e Ras al Ghul, tra supereroe e arcinemico, è inedita. L’antagonista qui non è la nemesi che nasce dall’eroe (come nel Bat-Burton I, 1989) ma eroe che nasce dalla nemesi, perché eroe e nemesi perseguono gli stessi obiettivi ma con mezzi differenti. Analisi critica di Vendetta/Giustizia, ossia presa di coscienza e scelta etica del protagonista.

A proposito di scelta etica e di nemesi,  Ducard/Ra’s al Ghul e Jonathan Crane/Spaventapasseri (di Cillian Murphy) sono le versioni alternative oscure dell’eroe: Ra’s ha gli stessi obiettivi seppure deviati ed estremi, lo Spaventapasseri gli stessi metodi seppure deviati ed estremi.

In effetti lo Spaventapasseri “nasce” dalla Setta delle Ombre di Ra’s come succede alla leggenda Batman: sono figli privilegiati di Gotham che Ra’s sceglie e usa per i suoi scopi – distruzione della città per vendetta misantropica, che sottenderebbe un’ambigua evoluzione filantropica.

Bruce/Batman viene scelto da Ras al Ghul come arma di distruzione di massa contro la città, ma lo perde e non riesce a usarlo; allora il villain in seguito sceglie e prende, stavolta con successo, il più malleabile ma grezzo e folle Crane. Che difatti non fa parte della Setta delle Ombre, ancora.

Bruce/Batman, quindi, nella sua missione di salvezza della città affronta prima la sua stessa versione alternativa e oscura (Crane/Spaventapasseri); poi affronta il suo padre putativo e oscuro (Ducard/Ra’s).

Visto il tutto dal punto di vita di Bruce Wayne, ciò ingrandisce il personaggio e crea legami inediti tra i personaggi. Batman vince contro queste versioni oscure di se stesso e del padre non solo grazie all’appoggio continuo del suo “vero padre sostitutivo” (Alfred), ma anche e soprattutto grazie agli insegnamenti morali di Rachel e del ricordo del padre reale Thomas Wayne, medico filantropo e non misantropo – figura bellissima: le scene dello stetoscopio in flashback, simboliche e commoventi, firmano il film.

L’ultimo aiuto per questo Batman esordiente arriva grazie alla prova concreta che la purezza e lonestà esistono ancora a Gotham, pur nascoste. È il sergente Jim Gordon, ossia la luce incorruttibile della speranza nel buio della città. Il duo Batman/Gordon a fine film è puro godimento cinematografico. Gary Oldman ha fatto il più bel Dracula del cinema: mica male come legame meta-cinematografico con quest’altro pipistrello della notte… Del resto, anche Liam Neeson ha fatto in Star Wars il mentore e Maestro Jedi per eccellenza: Ducard/Ras è un Qui-Gon Jinn oscuro.

L’eroe oltre il super

Batman Begins

Nolan, dal 2005 al 2012, arriverà a raccontare di Batman e di pochi altri personaggi DC Comics senza affrontare il concetto dei superpoteri. I suoi tre film sono inseriti in un ambito pseudo-realistico. Valga l’esempio del villain Ra’s al Ghul, personaggio dotato nei fumetti di capacità alchemiche e vita praticamente immortale; questi viene trasformato in un normale, per quanto ambizioso, bombarolo. È spogliato di ogni suggestione sovrannaturale.

Nolan prende il genere dei supereroi e, in tre film, lo modella in altri generi cinematografici come il noir o laction. Con il personaggio del protagonista, privo di capacità straordinarie, ha ovviamente gioco facile; d’altro canto tutti gli antagonisti delle tre pellicole sono variazioni della figura, contemporanea e attualissima, del terrorista.

Batman Begins è l’interpretazione autoriale di Batman, non epica ma intimista. Sfoggia ricerca filologica, ritmo forsennato, scrittura stratificata, stile criptico, spettacolarità trattenuta. È un film oscuro e poliziesco, assolutamente non “magico” alla Tim Burton.

L’ambientazione non è la Gotham City senza tempo ritratta nella quadrilogia anni ’80/’90, ma una vera città contemporanea. Il simbolo assoluto del corso creativo è Ra’s al Ghul. L’attore Liam Neeson, eliminando il magico Pozzo di Lazzaro e rifacendo il suo Maestro Jedi Qui-Gon Jinn in versione oscura post-Star Wars Episodio I, propone la versione estremizzata dello stesso eroe titolare: diviene un ultra-Batman, un distruttivo terrorista sociale di estrema destra.

Nolan è spesso definito il Kubrick del 2000 per la personalissima e ammirata visione registica, che si allontana dai comic book-capolavoro per avvicinarsi ai grandiosi apologhi morali cinematografici di stampo razionalista, quasi illuminista. Il clamoroso successo di critica e pubblico del Batman tripartito è così forte che ne impone lo stile agli ambiziosi kolossal DC. Causando un evidente cortocircuito espressivo, vista la lontananza da quella storia realistica della casa editrice che, da sempre, gioca tra fantascienza e mitologia fantasy.

Retrocult cover

Retrocult è la rubrica di Tom’s Hardware dedicata alla Fantascienza e al Fantastico del passato. C’è un’opera precedente al 2010 che vorresti vedere in questa serie di articoli? Faccelo sapere nei commenti oppure scrivi a retrocult@tomshw.it.

Retrocult torna la settimana prossima!

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Recensione Malebolge di Fabio Centamore, la space opera che parla italiano

Author: Valerio Porcu Tom's Hardware

Malebolge è un romanzo breve che fa seguito a L’indesiderato, ma si può leggere serenamente come opera a sé stante. Abbiamo una storia di fantascienza che si potrebbe ascrivere al sottogenere della space opera, facendo un piccolo sforzo di immaginazione. È ambientata in un futuro non troppo remoto, nel quale il genere umano ha colonizzato buona parte del sistema solare, riuscendo nel contempo a generare problemi direttamente proporzionali allo spazio occupato.

E siccome gli esseri umani non cambiano, si è reso necessario costruire più prigioni. Compreso Malebolge (ma il nome corretto sarebbe Istituto Correzionale Orbitante III-G), una struttura correttiva che, concordano le voci narranti, è più che altro un campo di concentramento dove i detenuti sono costretti a lavorare fino alla morte. Fine che, fortuna loro, non tarda ad arrivare.

La storia è narrata in prima persona e a due voci. Quella della prigioniera Ciaula e quella dell’ispettore capo Amendolia, che si reca alla prigione per interrogare un prigioniero, alla ricerca di una svolta in un’indagine. Un evento violento e improvviso incrocia i loro destini. Lei è alla ricerca di libertà, e forse vendetta. Lui si troverà suo malgrado costretto a inventarsi un modo per salvarsi la pelle.

Centamore ha uno stile veloce e figurato, cinematografico sotto molti aspetti e incisivo nel descrivere l’azione. Una descrizione che occasionalmente è fin troppo precisa, nel modo in cui racconta i movimenti delle membra, le espressioni, i colpi e il sangue – che comunque non è troppo e di certo non siamo allo splatter. L’autore non è particolarmente generoso con le metafore ma riesce a distinguere bene i due personaggi, dando a ognuno di loro un linguaggio e uno stile riconoscibile.

Malebolge

La narrazione è sempre in prima persona e al presente. Il testo non segnala, se non con un capoverso in più, il passaggio da Ciaula ad Amendolia e viceversa. La prima volta può risultare spiazzante, non si capisce subito che è un altro personaggio a parlarci. Ma basta poco per capre come cambiano il tono, il lessico, la personalità della voce narrante; Centamore ha elaborato piuttosto bene questa tecnica, con un risultato armonico ed elegante.

La voce della prigioniera è piena di rabbia, le frasi sono spezzate e infarcite di volgarità, c’è un mix di rancore e paura. Teme ciò che può accadere e le persone che ha intorno, e allo stesso tempo trova forza nel suo passato – prima da militare e poi da regina del crimine. Amendolia, di contro, ha una voce più pacata a riflessiva; sembra quasi guardare da lontano agli eventi di cui è protagonista. Non è senza emozione, ma il suo racconto è meno trafelato e più profondo.

Il tempo verbale cambia per un notevole frammento del testo, quando Centamore sceglie il passato remoto per gestire un importante flashback. Cambia anche l’ambientazione, e si passa dall’oppressivo carcere spaziale – anzi da una singola, piccola stanza – agli spazi aperti di Marte. Qui l’autore si lascia andare a una narrazione più tipicamente Sci-Fi, con un territorio martoriato da esperimenti di terraformazione maldestramente abbandonati.

Marte in questo libro non è più sé stesso, ma non è riuscito a diventare la terra promessa che avrebbe dovuto essere. Non è più così rosso, con un’atmosfera rarefatta e persino qualche tentativo di vita destinato al fallimento. Ed è ancora un inferno per gli sventurati che calcano le sue lande. I lettori più attenti alla precisione scientifica potrebbero avere da ridire su alcuni dettagli, che passeranno inosservati agli altri.

Malebolge è ricco di azione, raccontata con un linguaggio veloce. Non è troppo sofisticato, e trova nella semplicità (della trama e del linguaggio) la sua arma, insieme alla coerenza stilistica e ad alcune trovate narrative degne di nota. Lo si legge con piacere e si arriva piuttosto in fretta alla fine. Il finale non è di quelli esplosivi, forse persino prevedibile, ma è utile per tirare il fiato: ci si arriva dopo una gran corsa di eventi, parecchie scene di azione e qualche morto. Ti fa pensare che il protagonista si meriterebbe un po’ di riposo. Chissà se Fabio Centamore glielo concederà, nel prossimo libro.

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Subatomic: sfida a colpi di particelle

Author: Mabelle Sasso Tom's Hardware

Subatomic è un gioco da tavolo edito da Genius Games, un editore americano specializzato in divulgazione scientifica, veicolata anche con giochi di società e libri per bambini.
Subatomic è un gioco per 2-4 giocatori che si  basa su concetti scientifici accurati, che dimostrano come si compongono le particelle a livello atomico e subatomico. I concetti scientifici illustrati nel gioco sono gli stessi che vengono spiegati nelle prime lezioni di chimica del liceo, ma il gioco rende l’aspetto didattico divertente ed intuitivo per chiunque.

I giocatori cominciano la partita con un mazzo composto da quark e fotoni, che serviranno a costruire i vostri protoni, neutroni e elettroni. A questo punto potrete usarle per costruire un atomo, per guadagnare punti, oppure scambiarle per carte protoni, neutroni e elettroni da inserire nel vostro mazzo; in questo modo il mazzo sarà più potente e vi permetterà di costruire i vostri elementi più velocemente.
Durante il gioco sarà possibile assoldare scienziati famosi, come ad esempio Marie Curie, Niels Bohr, Maria Goeppert-Mayer e Albert Einstein. Avvalersi degli scienziati vi permetterà di agire in maniera non convenzionale utilizzando delle azioni speciali, come ad esempio trasformare l’energia in materia, replicare delle carte giocate da altri giocatori o rimuovere due carte dai mazzi degli avversari.

Lo scopo del gioco è quello di accumulare più punti, cercando di costruire una serie di elementi della tavola periodica, rappresentati su delle apposite carte che illustrano la loro composizione permettendovi di assemblare le particelle necessarie.
I punti guadagnati coincidono con il numero atomico di ogni elemento, per esempio chi assembla la carta del Boro guadagna 11 punti, mentre l’Elio vi farà guadagnare solo 4 punti.  Gli elementi più pesanti conferiscono più punti, ma richiedono più protoni e neutroni per essere costruiti.

Le meccaniche di Subatomic sono immediate e facili da apprendere e rendono il gioco adatto a tutti; tuttavia per eccellere viene incoraggiata la strategia e premiata la capacità di saper ottimizzare le risorse a vostra disposizione.
E’ importante quindi  sapere quando comprare le giuste quantità di particelle che vi permetteranno di costruire gli elementi desiderati e gestire attentamente il mazzo per avere una buona strategia in tutta la partita. Ogni carta che entrerà a far parte del mazzo continuerà a venire utilizzata ciclicamente:ogni volta che che tutte le carte sono state giocate il mazzo del giocatore viene rimischiato.

Se però la vostra memoria è un po’ arrugginita e avete scordato le lezioni del liceo su come protoni ed elettroni si combinano tra loro, non temete, all’interno della scatola troverete “The Science Behind Subatomic” un pratico libretto che al pari di un bignami di chimica vi rinfrescherà la memoria.

Se i giochi a tema scientifico vi attraggono date un’occhiata a Newton dove dovrete gestire uno scienziato intento a sviluppare le proprie conoscenze e fare, così, nuove scoperte oppure provate Evolution gioco che vi permetterà di osservare e gestire l’evoluzione delle creature sul pianeta come dei novelli Charles Darwin.