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FreeSync a braccetto con G-SYNC: NVidia presenta la modalità compatibile

Author: IlSoftware.it

Durante il CES 2019 di Las Vegas NVidia ha finalmente annunciato l’avvio del supporto della tecnologia FreeSync messa a punto dalla rivale AMD.
Si tratta di un passaggio importante: NVidia rompe il muro di G-SYNC e abbraccia FreeSync su una selezione di monitor per PC.

Cosa sono G-SYNC e FreeSync

La frequenza di refresh dello schermo e quella della scheda video cui il monitor è collegato dovrebbero idealmente essere identiche. Quando i due valori sono diversi tra loro può accadere che il monitor visualizzi parte del frame corrente e parte di quello successivo (tearing). Un monitor “tipico” offre una frequenza di refresh pari a 60 Hz: ciò significa che l’immagine visualizzata sullo schermo viene aggiornata 60 volte al secondo, indipendentemente da ciò che viene mostrato. La scheda grafica del PC, di contro, continua a inviare frame sull’uscita video alla quale il monitor è connesso alla massima velocità possibile. Con questa configurazione, come accennato in precedenza, può accadere che venga visualizzato parte di un frame e parte di quello successivo. Il problema tende ad esacerbarsi quando il valore in termini di fps è piuttosto variabile.
La tecnologia V-Sync offre una soluzione “standard” per risolvere il problema pur introducendone altri: essa argina il tearing ma introduce delle latenze (V-Sync trattiene infatti il frame seguente).

NVidia G-SYNC e ad AMD FreeSync introducono il concetto di variable refresh rates: grazie alle due tecnologie è possibile effettuare una sorta di compensazione tra le differenti frequenze di refresh e questo tipo di attività ha come conseguenza quella di migliorare marginalmente anche il numero di fps nei videogiochi.
Si pensi a un videogioco che in cui si ottengono 40 fps: in questo caso – grazie alle tecnologie di adaptive sync – il monitor aggiornerà l’immagine “al ritmo” di 40 fps; se si riuscisse a salire a 75 fps lato software e scheda video, il monitor si adeguerà a 75 fps.
Questo colloquio continuo e reciproco tra monitor e processore grafico consente di eliminare stuttering, input lag e tearing con il risultato di un’immagine fluida e un risultato del tutto scevro dei problemi di V-Sync.FreeSync mette in pausa il refreshing dello schermo fintanto che un intero frame non risulta pronto per essere visualizzato. Questa operazione si verifica molteplici volte in un secondo, più velocemente o più lentamente a seconda – essenzialmente – delle prestazioni della scheda video. Se la generazione del frame è più lenta rispetto alla frequenza di refresh del monitor, quest’ultimo si porrà in uno stato di attesa.

Mentre FreeSync non richiede l’utilizzo di hardware aggiuntivo, i monitor basati sulla soluzione di NVidia, chiamata appunto G-SYNC, integrano un modulo hardware dedicato che si occupa della sincronizzazione dei frame renderizzati dalla GPU e successivamente visualizzati sullo schermo.
Il modulo è progettato, prodotto e fornito da NVidia ai suoi partner ed è proprio per la presenza di questo componente che i monitor G-SYNC sono più costosi rispetto a quelli compatibili FreeSync.

G-SYNC, inoltre, è una soluzione proprietaria di NVidia mentre FreeSync non lo è tanto da essere a sua volta basata su uno standard industriale aperto e royalty-free conosciuto con l’appellativo di DisplayPort Adaptive-Sync.

Supporto di FreeSync attraverso il programma “G-SYNC compatible”

I responsabili di NVidia hanno fatto presente che il supporto FreeSync sarà garantito dalle schede video prodotte e commercializzate dall’azienda attraverso il programma G-SYNC compatible.

Non chiedete all’oste quanto è buono il suo vino: inutile dire che NVidia ha sottolineato quanto l’utilizzo di monitor G-SYNC sia una scelta nettamente superiore rispetto a FreeSync.
Ciò è certamente vero ma ad oggi la differenza tra il costo di un monitor G-SYNC e di un monitor FreeSync è davvero troppo marcata non giustificando le migliorie prestazionali che si possono ottenere scegliendo i primi (a parte qualche saltuario fenomeno di ghosting che viene segnalato da chi usa FreeSync).

La modalità compatibile G-SYNC che, tradotto, significa l’abilitazione del supporto FreeSync è per il momento fruibile con i seguenti 12 monitor:

– Acer XFA240
– Acer XZ321Q
– Acer XV273K
– Acer XG270HU
– Agon AG241QG4
– AOC G2590FX
– Asus MG278Q
– Asus XG258
– Asus XG248
– Asus VG278Q
– Asus VG258Q
– BenQ XL2740

Come si vede la lista è tutt’altro che lunga (vedere anche la pagina di supporto ufficiale): NVidia si giustifica dicendo di aver provato circa 400 monitor compatibili FreeSync ma che solamente quelli indicati avrebbero superato rigorosi test incentrati sulla qualità del pannello, sull’accuratezza nella resa dei colori, sulla corrispondenza della frequenza di refresh dichiarata e su altre caratteristiche che non vengono puntualmente snocciolate.

Collegando uno dei monitor precedentemente citati a un PC dotato di scheda NVidia, il driver grafico confermerà l’attivazione di adaptive sync G-SYNC: in realtà, però, si tratta della modalità compatibile G-SYNC ovvero di AMD FreeSync.

NVidia terrà comunque aggiornata la lista aggiungendo nelle prossime settimane altri monitor FreeSync. Tra i “nuovi ingressi” ci sarà sicuramente il nuovo Razer Raptor, già confermato compatibile prima del lancio.

Ma cosa fare se si possedesse un monitor con supporto FreeSync non presente nella lista stilata dai tecnici di NVidia?
Non tutto è perduto: è comunque possibile forzare l’attivazione del supporto FreeSync attraverso il programma G-SYNC compatible agendo sulla configurazione dei driver NVidia. Si dovrebbero comunque notare migliorie soprattutto il fenomeno del tearing a fps contenuti.

Per attivare la modalità compatibile G-SYNC è necessario possedere ovviamente una scheda grafica NVidia GeForce GTX o RTX, un monitor che supporta FreeSync, un cavo DisplayPort per il collegamento (un Mini-DisplayPort va benissimo) e i driver NVIDIA GPU versione 417.71 o successiva.

Come provare ad attivare la modalità G-SYNC compatibile sui monitor FreeSync

1) Accedere al menu on-screen (OSD) che permette di abilitare l’utilizzo di FreeSync quindi verificare che l’opzione FreeSync o Adaptive Sync sia selezionata.

FreeSync a braccetto con G-SYNC: NVidia presenta la modalità compatibile

2) In Windows, cliccare con il tasto destro del mouse sull’icona del driver NVidia mostrata nell’area della traybar e accedere al pannello di controllo NVidia.

3) Nel pannello di controllo NVidia, facendo riferimento alla colonna di sinistra, si troverà la voce Set up G-SYNC o Impostazione G-SYNC.

FreeSync a braccetto con G-SYNC: NVidia presenta la modalità compatibile

4) Nella parte destra della schermata bisognerà assicurarsi che sia scelto il monitor FreeSync corretto nel caso in cui se ne fosse collegato più di uno. Scegliere quindi l’attivazione automatica dell’adaptive sync sia per i contenuti visualizzati in finestra che per quelli mostrati a tutto schermo.

In caso di problemi sarà possibile disattivare, in qualunque momento, la modalità compatibile G-SYNC e quindi l’utilizzo della tecnologia FreeSync con schede grafiche NVidia.

Per approfondire, suggeriamo anche la lettura dei nostri articoli Monitor PC: quale scegliere e Scheda video, come sceglierla con una breve guida alle sue caratteristiche.

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Commodore ora è italiana, dopo disputa legale

Author: Le news di Hardware Upgrade

Commodore Business Machines può adesso disporre del marchio storico Commodore, in seguito a una decisione dell’EUIPO. L’ufficio dell’Unione Europea che si occupa di proprietà intellettuali ha rigettato le richieste di due holding, Polable e C=Holding BV, secondo quanto riporta TGCOM. Questo consente all’azienda italiana di disporre della famosa “C” seguita da una bandierina, inequivocabilmente correlata alla Commodore originale che cambiò la storia dei videogiochi, e non solo, con sistemi come Commodore 64 e Commodore Amiga.

Commodore Business Machines è un’azienda italiana fondata da Massimo Canigiani, Carlo Scattolini e Paolo Besser, che dal 2015 usa in 38 nazioni nel mondo lo storico brand e la già citata “Chicken Head”, principalmente gli smartphone della linea LEO. A questa iniziativa è però seguita una contesa legale proprio sui diritti, risolta adesso in favore di Commodore Business Machines.

Commodore LEO

“La nostra idea non è mai stata quella di creare prodotti speculativi, ma device minuziosamente curati a livello stilistico, ingegneristico e caratterizzati da una forte ottimizzazione del software”, dice Canigiani secondo quanto riporta TGCOM.

Commodore PET è stato il primo smartphone commercializzato da CBM, seguito da Commodore LEO, adesso sold out per via del rallentamento della produzione in seguito al contenzioso legale. La decisione dell’EUIPO dà rinnovato impulso all’iniziativa commerciale del gruppo italiano, intenzionato nei prossimi mesi ad annunciare un nuovo dispositivo. Altre informazioni su CBM si trovano sul sito ufficiale dell’azienda.

“Il PET, il nostro primo smartphone, ha venduto in tutto il mondo, dalla Turchia alla Giamaica, e addirittura un acquirente di Teheran ci ha costretti a fare veri e propri salti mortali per poter consegnare il prodotto a destinazione”, commenta Canigiani.

La recente retro console C64 Mini, difatti, non usa la “Chicken Head”.

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Assetto Corsa Competizione: disponibile il quinto aggiornamento e un nuovo trailer

Author: Nicola Armondi Tom's Hardware

Kunos Simulazioni ci informa che è disponibile il quinto aggiornamento del programma di Accesso Anticipato di Assetto Corsa Competizione su Steam. Parliamo del videogioco ufficiale del campionato Blancpain GT Series di SRO Motorsports Group. Sarà possibile fare il download dell’update nel corso del tardo pomeriggio.

Tra le novità introdotte, ci sarà l’iconico Circuito di Zolder, riprodotto con massima fedeltà da Kunos Simulazioni grazie alla tecnologia Lasercan. Inoltre, potremo guidare la dream car Emil Frey Jaguar G3, anche all’interno di eventi speciali dove potremo sfidare altri giocatori, gareggiando per la prima posizione nelle classifiche mondiali.

Kunos Simulazioni ringrazia anche la community del forum ufficiale che supporta costantemente il team e fornisce preziosi consigli. L’obbiettivo del team di dare ai fan la migliore esperienza possibile in Assetto Corsa Competizione. I recenti lavori, quindi, si sono concentrati sulla stabilità del codice di gioco.

Infine, gli sviluppatori ci informano che la Modalità Spettatore e il Sistema di Votazioni delle Sessioni Multiplayer saranno aggiunti tramite futuri aggiornamenti e, ovviamente, saranno validi nella versione finale 1.0. Diteci, avete avuto modo di provare il gioco? Cosa ne pensate?

Se preferite giocare su console, potete recuperare Assetto Corsa Ultimate!

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Xiaomi mostra il funzionamento del suo nuovo lettore di impronte digitali sotto il display

Author: IlSoftware.it

Da quando Apple ha introdotto il suo lettore di impronte digitali ai tempi del rilascio sul mercato dell’iPhone 5s, il dispositivo è diventato “un must” e la sua adozione si è rapidamente estesa ai produttori di smartphone Android.

Sebbene la posizione ideale per l’utilizzo del lettore di impronte digitali sarebbe nella parte frontale del dispositivo mobile, nella stragrande maggioranza dei casi – per non ridurre troppo le dimensioni dello schermo (o meglio, il rapporto screen-to-body) e con il preciso obiettivo di rimuovere i pulsanti fisici – i produttori hanno scelto di inserirlo sul dorso dello smartphone.

Da qualche tempo diverse aziende stanno portando il lettore di impronte digitali sotto lo schermo, sul frontale. Finora, però, l’area in cui poteva essere posizionato il dito al fine del riconoscimento automatico dell’impronta era piuttosto limitata.

Xiaomi mostra il funzionamento del suo nuovo lettore di impronte digitali sotto il display

Xiaomi ha fatto presente di aver parzialmente risolto il problema presentando in anteprima la sua tecnologia.
Come si vede nel video che pubblichiamo di seguito, l’azienda cinese è riuscita ad attivare il riconoscimento delle impronte digitali su un’area più ampia dello schermo, pari a circa 50×25 mm.
Dopo aver registrato le caratteristiche della propria impronta digitale, è possibile sbloccare il telefono anche a display spento toccando qualunque zona della parte centrale.

I portavoce di Xiaomi non hanno chiarito, almeno per adesso, quali dispositivi saranno equipaggiati per primi con il nuovo lettore di impronte digitali posto sotto il display.

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Netflix aumenta (di nuovo) tutte le tariffe di abbonamento in USA. E in Italia?

Author: Le news di Hardware Upgrade

Netflix è senza dubbio divenuta la piattaforma di streaming video più utilizzata degli ultimi anni. Un sistema che, partito dagli USA, è riuscito nel corso degli anni a crescere in maniera capillare in tutto il mondo con l’arrivo anche nel nostro paese dove ha trovato un forte consenso con la sottoscrizione sempre maggiore dell’abbonamento. Nel corso di questi anni però il prezzo per la visione dei contenuti multimediali è andato via via aumentando con la scusa della maggiore richiesta, forse, ma anche per la presenza di nuovi contenuti multimediali dalle serie TV originali Netflix ai film di un certo interesse.

Netflix: ecco i rincari negli USA

Per il momento la notizia riguarda esclusivamente il territorio americano ma è difficile non prevedere un ritocco alle condizioni tariffarie anche nel nostro paese anche se nessuna notizia per l’Europa è trapelata. In questo caso gli aumenti per gli americani non saranno di poco conto visto che tutti i piani di abbonamenti salgono di prezzo di almeno 1 o 2 dollari per sottoscrizione. Nello specifico:

  • Netflix BASIC al prezzo di 8.99$ invece 7.99$
  • Netflix STANDARD al prezzo di 12.99$ invece di 10.99$
  • Netflix PREMIUM al prezzo di 15.99$ invece di 13.99$

Questo chiaramente facendo rimanere il servizio praticamente il medesimo e dunque l’abbonamento BASIC permetterà di avere la visione su di un solo dispositivo e non in HD o Ultra HD a livello di prestazioni visive di contenuto. Quindi la versione STANDARD dell’abbonamento garantirà la visione su 2 dispositivi con la disponibilità dell’HD come risoluzione ed infine l’abbonamento PREMIUM che garantisce invece il massimo con 4 dispositivi utilizzabili contemporaneamente e con risoluzioni fino all’Ultra HD.

E in Italia? Al momento non si hanno notizie per l’Europa e per il nostro paese. Di fatto sappiamo che solitamente l’aumento che arriva nel paese americano poi a distanza di qualche tempo si tramuta anche a livello europeo ma di fatto per ora nulla di ciò è trapelato. In Italia sappiamo come al momento vi siano gli stessi tre diversi abbonamenti con la versione BASIC ad un prezzo di 7.99€ quindi la STANDARD ad un prezzo di 10.99€ ed infine la PREMIUM ad un prezzo di 13.99€. Tutto questo potrebbe divenire rispettivamente:

  • Netflix BASIC al prezzo di 8.99€ invece 7.99€
  • Netflix STANDARD al prezzo di 12.99€ invece di 10.99€
  • Netflix PREMIUM al prezzo di 15.99€ invece di 13.99€

Chiaramente la notizia non è particolarmente piaciuta agli utenti che da tempo ormai usano il servizio di streaming video. L’aumento delle tariffe, seppure in previsione ad un incremento qualitativo e quantitativo dei contenuti multimediali, non fa di certo piacere soprattutto per il fatto che Netflix non è l’unica piattaforma presente sul mercato e il mercato dei video non è come quello della musica che permette cataloghi completi ovunque.

I vari Netflix, Infinity o Prime Video hanno le loro esclusive e a volte gli utenti devono abbonarsi a più di un servizio se voglio riuscire ad avere una completa visione dei film e delle serie TV. Di conseguenza un aumento ripetuto come questo non può che comportare malumore in un mondo, quello dello streaming, che sembra ormai davvero esploso, positivamente parlando.