Categorie
HardwareSoftware

Adobe mostra l’utilità dell’AI per i selfie

Adobe è un’azienda che ormai è sulla scena dell’editing fotografico da molti anni e, intuendo l’importanza della tecnologia mobile, è riuscita ad “aggrapparsi al treno” degli smartphone (a differenza di Microsoft) rilasciando sia sull’App Store che sul Google Play Store alcuni suoi servizi. Al fine di renderli potenti quanto quelli offerti sul PC, Adobe ha investito molto sulla propria infrastruttura cloud.

L’ultimo passo fatto verso il miglioramento continuo dei suoi servizi mobile è stato l’implementazione di un sistema di intelligenza artificiale basato su algoritmi di machine learning in grado di aiutare gli utenti ad applicare filtri, effetti e quant’altro alle foto senza bisogno di particolari competenze di editing.

Con Sensei Adobe entra nel mondo delle AI

Il sistema di intelligenza artificiale sviluppato da Adobe si chiama Sensei e, nelle scorse ore, i responsabili di Adobe hanno pubblicato un video nel quale mostrano gli incredibili effetti dell’utilizzo di Sensei nella modifica di un selfie.

Lo sviluppo di Sensei è stato portato avanti da Adobe in collaborazione con la Cornell University, la quale ha anche provveduto al rilascio (ancora in fase sperimentale) dell’applicazione Deep Photo Style Transfer su Github (quindi un progetto open source).

I piani dell’azienda chiaramente sono quelli di implementare Sensei inizialmente sulle proprie app mobile e successivamente anche sui propri software desktop, così da fargli fare quel balzo in avanti necessario a rimanere al passo con i tempi ed a permettere a sempre più persone di poter utilizzare i vari Photoshop, Lightroom, After Effects ecc. anche senza che abbiano una particolare istruzione alle spalle.

VIA  FONTE

Autore: Agemobile

Categorie
HardwareSoftware

Infezioni di malware cresciute del 744% su macOS nel 2016

L’ultimo McAfee Threat Report mostra come nel 2016 i casi di malware siano cresciuti del 744% su macOS, con circa 460.000 casi rilevati. Ma dietro al numero preoccupante ci sono alcuni elementi che possono garantire sonni quasi del tutto tranquilli agli utenti della Mela. Prima di tutto il paragone con Windows. I casi sull’OS concorrente sono stati oltre 600 milioni. Nemmeno il mobile fa meglio di macOS con 15 milioni di infezioni e quasi tutte su Android.

Rassicurante anche il fatto che su macOS sono cresciuti a dismisura gli adware, ovvero software specifici che non puntano a danneggiare il sistema o a rubare dati sensibili, ma solo a riprodurre pubblicità in maniera fraudolenta. Non rappresentano un rischio per l’integrità dei dati del sistema o per la privacy dell’utente, tuttavia possono rappresentare indiscutibilmente un fastidio. Ma su macOS non mancano le infezioni più preoccupanti, come invece vorrebbero alcune leggende metropolitane.

Lo scorso gennaio sono ad esempio stati violati Safari e Mail con un exploit che conduceva il sistema al crash, ed è stato diffuso anche il malware Fruitfly che sfruttava un codice vecchio per attaccare principalmente istituzioni di ricerca biomedica. I malware sono presenti su macOS, insomma, e secondo McAfee sono in crescita. Proteggersi non è comunque difficilissimo: su Mac è spesso sufficiente scaricare solo applicazioni da Mac App Store o da fonti affidabili.

Certamente più preoccupante la sicurezza in ambito Internet of Things, non ancora del tutto regolamentata. Come abbiamo riportato spesso nelle nostre pagine i gadget smart possono essere attualmente presi facilmente di mira ed utilizzati come parte di botnet per eseguire attacchi DDoS diffusi su scala globale su target specifici, come servizi online e siti web. Sul report si legge che i “dispositivi IoT sono sfruttati per eseguire gravi crimini” e che “Mirai è solo l’inizio”.

McAfee afferma che all’epoca sono stati utilizzati 2,5 milioni di dispositivi IoT per aggredire il provider Dyn, rendendolo irraggiungibile per un certo periodo di tempo. Al suo picco massimo Dyn è stato raggiunto con un traffico di 1,2 Tbps, il più alto mai registrato e naturalmente impossibile da gestire da qualsiasi infrastruttura. È pertanto assolutamente importante fare attenzione durante l’acquisto dei gadget smart, soprattutto se provenienti da brand dalla dubbia affidabilità.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

Categorie
HardwareSoftware

ADATA launches new XPG SX7000 PCIe NVMe SSD

Transfer speed of up to 1800MB/s

ADATA has released its new XPG SX7000 SSD that will be using 3D NAND and come in M.2 2280 form-factor with PCIe 3.0 x4 interface.

As noted, the new XPG SX7000 PCIe NVMe SSD is based on 3D TLC NAND and an unknown Silicon Motion controller, most likely the same SMI SM2260 controller used on the XPG SX8000 M.2 SSD, which supports both 3D MLC and 3D TLC NAND. The new ADATA XPG SX7000 SSD is based on standard M.2 2280 form-factor with PCIe Gen3 x4 interface and support for NVMe 1.2 protocol.

The ADATA XPG SX7000 will be available in 128GB, 256GB, 512GB and 1TB capacities and offer a sequential performance of up to 1800MB/s for read and up to 850MB/s for write. The random 4K performance peaks at up to 130K IOPS for read and 140K for write. Of course, 128GB and 256GB models will have a slightly lower performance, as you can see from the table below.

adata xpgsx7000 2

The entire lineup has an MTBF of 2 million hours and is backed by a 5-year warranty as well as comes with a durability rating of 80TB for 128GB version, 160TB for 256GB and 320TB for 512GB model. Details for the 1TB are still unknown as this one will be coming at a later date.

The new ADATA XPG SX7000 should be available soon with a price set below the XPG SX8000 lineup, which currently sits at around US $ 80 for the 128GB, $ 140 for the 256GB and US $ 250 for the 512GB model.

adata xpgsx7000 1

Autore: Fudzilla.com – Home

Categorie
HardwareSoftware

nuova modalità di risparmio energetico per le CPU AMD Ryzen

AMD ha reso disponibile, sul proprio blog ufficiale, una serie di nuove informazioni di aggiornamento sui processori della famiglia Ryzen. Si tratta del terzo update che AMD rende pubblico in questo modo, volendo fornire ai possessori di sistemi Ryzen oltre che agli utenti appassionati alcuni dettagli avanzati sui processori e sulle loro ottimizzazioni di funzionamento.

La prima riguarda una nuova modalità di risparmio energetico abilitabile con il sistema operativo Windows 10, che può venir scaricata per l’installazione nel proprio sistema da questo indirizzo. Questa nuova modalità permette di ottenere un livello prestazionale che è di fatto comparabile a quello High Performance, senza però l’impatto sul consumo che quest’ultimo genera. In particolare con questa modalità viene evitato che il sistema operativo effettui una operazione di core parking che potrebbe avere un impatto negativo sulle prestazioni in abbinamento alla tecnologia SMT.

amd_ryzen_cp_balanced.jpg (63385 bytes)

Questa nuova modalità di risparmio energetico dovrebbe venir abilitata da AMD all’interno dei propri driver per i chipset abbinati alle schede madri per CPU Ryzen. Altre novità segnalate da AMD riguardano incrementi prestazionali con il gioco Total War: Warhammer grazie alla più recente patch rilasciata per il gioco.

AMD ha infine aggiornato la propria utility Ryzen Master, con la quale poter intrvenire a overcloccare le CPU Ryzen direttamente da sistema operativo; la nuova release 1.0.1 non richiede più l’abilitazione dell’High Precision Event Timer (HPET) per poter operare correttamente, a condizione che la scheda madre in uso sia dotata di un bios aggiornato basato su AGESA versione 1.0.0.4. L’utility inoltre riporta ora la cosiddetta junction temperature per tutte le versioni di processore Ryzen con le quali è utilizzata, rimuovendo in automatico l’offset tTCL con i processori Ryzen 1800X, 1700X e 1600X.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

Categorie
HardwareSoftware

Uber bloccato in tutta Italia entro 10 giorni

Uber rischia lo stop totale in Italia a causa di una recente sentenza del Tribunale Civile di Roma.