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Intel’s 10nm Core i3-8121U now detailed in ARK database

Author: staff [AT] fudzilla [DOT] com (Fudzilla staff) Fudzilla.com – Home

Still without IGP

Intel has now officially updated its ARK database with the recently unveiled Core i3-8121U mobile CPU spotted in the Lenovo Ideapad 330.

While the Core i3-8121U was nowhere to be seen back when it leaked in the Lenovo Ideapad 330, Intel has now silently added it to its ARK database. Unfortunately, other than the confirmation that this is indeed a 10nm Cannon Lake mobile CPU, we don’t have any further explanation for the lack of the integrated graphics.

According to the processor database, the Core i3-8121U is a dual-core CPU with four threads, 2.2GHz base and 3.2GHz maximum turbo frequency, 4MB of cache and a 15W TDP. It supports up to 32GB of DDR4-2400 memory in dual-channel, supports Intel Optane memory, Turbo Boost 2.0, and all the usual instruction set extensions like SSE4.1, SSE4.2, AVX, AVX2, and AVX-512.

Bear in mind that the same CPU was also previously spotted in Intel’s Crimson Canyon NUC and paired up with Radeon 550 mobile GPU with 2GB of GDDR5 memory, at least in the SKU that was leaked online at German WinFuture site.

We are quite sure that we will see the Core i3-8121U in plenty of other notebooks and hopefully some other 10nm parts from Intel will surface eventually.

intel arkcorei38121u 1

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Lavoro

SOFTWARE ENGINEER (USA)

Author: Monster Job Search Results

PA-Pittsburgh, ABOUT US Intecs, which was founded in 1974, provides the most innovative software&hardware technology, engineering services and products for dependable safety- and mission-critical electronics systems. In the June 2017 Intecs open a new brach, The Intecs Solutions USA Inc. , in the Pittsburgh to operate in the railway market in synergy with its international customers and to expande its market. In

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Energia

Con le aste competitive le rinnovabili possono correre anche in Africa


Author: Giorgia QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

Un nuovo studio IRENA evidenzia i fattori che hanno contribuito al successo delle tecnologie pulite in alcuni mercati emergenti del continente africano, in particolare Sudafrica, Uganda e Zambia.

16 maggio 2018

Tra i mercati emergenti da seguire con particolare attenzione, segnala l’agenzia internazionale delle energie rinnovabili (IRENA, International Renewable Energy Agency), ci sono quelli dell’Africa sub-sahariana, finora un po’ sottovalutati dagli investitori.

Eppure, evidenzia l’agenzia nel suo ultimo rapporto, Renewable Energy Auctions: Cases from Sub-Saharan Africa (documento completo allegato in basso), diversi paesi del continente africano stanno offrendo ottime opportunità per realizzare grandi impianti solari-eolici a costi molto competitivi.

Grazie alla crescente diffusione delle aste …

Questo contenuto è riservato agli Abbonati a QualEnergia.it PRO

16 maggio 2018

 

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HardwareSoftware

Ulefone Armor X: ecco il primo ”hands on” del nuovo smartphone dell’azienda

Author: Le news di Hardware Upgrade

L’attesa per la scoperta del nuovo Ulefone Armor X è finalmente finita visto che l’azienda ha permesso di osservare in un proprio hands on tutto il suo aspetto estetico e non solo. Il device con un display completamente borderless ma anche con un comportamento rugged è senza dubbio un device interessante sotto molti profili soprattutto grazie alla sua realizzazione da un brand ormai conosciuto non solo in Cina. Diamo un’occhiata.

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Energia

Ispra, il PIL cresce ma calano i gas serra

Author: redattore4 Rinnovabili

gas serra

Energia e trasporti tra i settori responsabili di circa la metà delle emissioni nazionali di gas serra

(Rinnovabili.it) – In Italia, nel 2017, si è registrato un aumento del PIL pari a 1,5%, a fronte di una riduzione delle emissioni di gas serra dello 0.3%. Un andamento che sembra confermato anche nel primo trimestre del 2018. Sono i dati che emergono dall’Inventario nazionale delle emissioni in atmosfera dei gas serra, presentato martedì a Roma dall’Ispra, il centro studi del Ministero dell’Ambiente e che fornisce anche le proiezioni al 2030.

Nel 2016, le emissioni totali sono diminuite del 17,5% rispetto al 1990 (passando da 518 a 428 milioni di tonnellate di CO2 equivalente), e dell’1,2% rispetto al 2015. Dati che sono diretta conseguenza soprattutto della crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili, in particolare idroelettrico ed eolico, e dell’efficienza energetica nei settori industriali.

Tra i settori responsabili di circa la metà delle emissioni nazionali di gas serra troviamo quello dell’energia e quello dei trasporti. Rispetto al 1990, le emissioni di gas serra del settore dei trasporti sono aumentate del 2,4%, a causa dell’incremento della mobilità di merci e passeggeri. Sempre rispetto al 1990, nel 2016 le emissioni delle industrie energetiche sono diminuite del 23,9%. Le emissioni energetiche dal settore residenziale e servizi sono aumentate dell’4,5% a fronte di un incremento dei consumi energetici pari al 18,3%, mentre le emissioni del settore dell’industria manifatturiera sono diminuite del 48,6% rispetto al 1990. Le emissioni dal settore dell’agricoltura sono diminuite del 13,4% tra il 1990 e il 2016, mentre un aumento del 5,6% si è registrato nella gestione e trattamento dei rifiuti. A causare l’aumento delle emissioni è stato lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani in discarica (+11,6%). Un trend che dovrebbe diminuire negli anni attraverso la crescita della raccolta differenziata e il miglioramento dell’efficienza di captazione del biogas.

Guardando invece al futuro: entro il 2020 l’Italia dovrà ridurre le emissioni da tali settori del 13% rispetto al 2005. Un obiettivo che potrebbe essere raggiunto senza problemi se si pensa che dal 2013 al 2016, le emissioni di tali settori sono state pari in media a 272 Mt di CO2 equivalente contro un obiettivo al 2020 pari a 291 Mt di CO2 equivalente. Per raggiungere gli obiettivi definiti dall’Unione europea di riduzione di gas serra del 40% entro il 2030, l’Italia dovrà tagliare le emissioni di circa 50 Mt di CO2 equivalente all’anno rispetto ai livelli del 1990, pari alla metà delle emissioni del trasporto stradale.