Categorie
Energia

E-car: la super batteria Toshiba garantisce 320km con 6min di carica

super batteria Toshiba

Nuovi miglioramenti per la SCiB, la super batteria di Toshiba

(Rinnovabili.it) – Toshiba vuole liberare per sempre i proprietari di auto elettriche dall’ansia da ricarica. L’ambizione del gigante giapponese ha già alla spalle una storia di piccoli e grandi successi che in questi anni hanno lasciato i laboratori di ricerca per arrivare sul mercato dell’energy storage portatile. Un passaggio che si spera possa compiere in tempi celeri anche la nuova super batteria sfornata dalla multinazionale nipponica: un vero e proprio gioiellino hi-tech che potrebbe permettere di triplicare l’autonomia di guida.

Secondo quanto riportato dalla stessa società, il dispositivo sarebbe in grado di garantire 320 km con appena sei minuti di carica.

La super batteria Toshiba è incarna l’ultima evoluzione tecnologia della SCiB (Super Charge ion Battery), sistema d’accumulo lanciato per la prima volta nel 2007 e prodotto per differenti usi finali, dai pc alle auto elettriche. Concepita per ricaricarsi in pochi minuti fino al 90% della sua capacità, la SCiB rappresentava una vera novità per il settore delle batterie al litio: il dispositivo, infatti, introduceva per la prima volta nella sua struttura un anodo in litio titanato, materiale pressoché inerte (in sostituzione della grafite) in grado di mostrare buone prestazioni di ricarica e una maggiore sicurezza.

>>Leggi anche Arriva la batteria per auto elettriche con 1000 km di autonomia<<

La SCiB di nuova generazione utilizza un materiale differente per l’elettrodo positivo, chiamato ossido di titanio-niobio. La Toshiba ha brevettato un procedimento che permette di organizzare questo materiale in una struttura cristallina capace di stoccare più efficientemente gli ioni di litio. In questo modo è stato possibile raddoppiare la densità energetica della sua super batteria.

super batteria

Gli ingegneri giapponesi hanno testato una prima versione da 50 Ah, valutando sicurezza e cicli di vita. La nuova SCiB è in grado di mantenere oltre il 90 per cento della sua capacità dopo 5.000 cicli di carica/scarica. E se incorporata in un veicolo elettrico compatto – si legge nella nota stampa della multinazionale – consente un’autonomia di 320 km dopo solo sei minuti di carica ultra rapida, pari a circa tre volte il range offerto da una batteria al litio standard.

Il lavoro del gruppo, oggi sovvenzionato in parte dalla nuova organizzazione per lo sviluppo tecnologico e tecnologico del Giappone (NEDO), continuerà a focalizzarsi sull’aumento della densità energetica, per portare ancora oltre l’autonomia dei mezzi elettrici. Le prime applicazioni pratiche della nuova super batteria son previste per il 2019.

Autore: stefania Rinnovabili

Categorie
Economia

Settore Biotech: Ecco la situazione dell’ indice Biotech e gli eventi del Q4-2017

Abbiamo lasciato il nostro indice Biotech in zona 330$ dove era presente un muro da abbattere. Proprio la settimana scorsa con una serie di candele verdi questa resistenza è stata distrutta e guardando il grafico qui sotto la situazione diventa ancora più stabile. Il grafico rialzista long inizia a piacerci sempre più.

IBB iShares Nasdaq Biotechnology ETF daily Stock Chart

Nel Q4-2017 ci saranno come sempre una serie di eventi, in particolare il rilascio di risultati di studi clinici e poi i conti di fine anno. Se questo movimento continuerà vorrà dire che i grossi che comandano il mercato stanno caricando e investendo grosse quantità di denaro proprio su questo indice che avevano abbandonato in massa tempo fa. Ovviamente vi invito a seguire sempre il movimento dell’ IBB tenendosi sempre pronti anche a chiudere posizioni in caso di crollo per qualche notizia geopolitica che potrebbe arrivare.

Cambiando argomento qualche tempo fa abbiamo deciso di cambiare strategia rispetto a quella nervosa dei periodi cupi dove ogni mossa sembrava sbagliata, investendo su alcune aziende di medio livello ragionando proprio su ottiche long legate all’indice Biotech.

Acadia $ ACAD è sicuramente un titolo sul quale abbiamo puntato ma sopratutto $ SGEN resta secondo noi un ottimo investimento long più solido e con margini di crescita di alto livello.

SGEN Seattle Genetics, Inc. daily Stock Chart

Proprio la corsa settimana finalmente il titolo si è mosso con forza. La situazione ancora non è delle migliori, guardando il grafico, ma l’azienda ha una PDUFA a Dicembre, una pipeline fantastica e genera ricavi sempre in crescendo.

L’evento di Dicembre dovrebbe estendere le indicazioni per brentuximab vedotin che già genera circa 300M di $ all’anno di ricavi (attualmente) ma è sempre al lavoro per aumentare le indicazioni, infatti proprio in settimana è arrivata la Breakthrough Therapy Designation nell’indicazione CD30-expressing mycosis fungoides and primary cutaneous anaplastic large cell lymphoma. Ne parleremo sicuramente più avanti con l’avvicinarsi dell’evento.

Vediamo adesso velocemente alcuni eventi biotech del Q4-2017. Questo elenco è in continua evoluzione quindi sicuramente entreranno altri eventi strada facendo.

PARTE 1:

In questa prima parte oltre a $ BLUE e a $ EXEL interessanti saranno i dati di $ FOLD nella malattia di Pompe e nel settore oncologico molto interessanti i dati di $ CALA, $ ADRO. Personalmente però sono piuttosto attratto dai dati di $ ACIU. L’azienda svizzera sta sviluppando un vaccino che ha il compito di prevenire l’alzheimer. Ho iniziato a cercare materiale ma è chiaro che essendo una strategia innovativa mai provata prima non ci sono molti dati preclinici sui quali fare dei ragionamenti. Non ne sta parlando nessuno ma l’azienda è ben gestita e ben finanziata da alcune Big del settore……

Parte 2:

Anche in questa seconda parte sono tanti i dati intriganti. In particolare importanti saranno i dati di IMGN, MRSN, MRTX che si giocano credibilità ma dopo il flop visto qualche settimana fa SAGE deve recuperare ed ha 3 fasi 2 piuttosto importanti e che stanno tenendo a galla la quotazione attualmente.

Inoltre MDCO e PBYI con i dati di fine anno sono pronte ad essere acquisite da qualche big pharma e abbiamo fatto un grosso errore a non credere in Puma…… Il mercato a volte sovverte tutti i ragionamenti fatti a mente fredda, ma è chiaro che bisogna anche ammettere di aver sbagliato su questa azienda…….A voi.

PS: ricordo a tutti che sono sempre aperte le iscrizioni al nostro canale biotech su telegram. Le istruzioni per l’iscrizione le trovate qui http://finanzanostop.finanza.com/diario-del-capitano/

GD Star Rating
loading…

GD Star Rating
loading…

Autore: gooser Finanza.com Blog Network Posts

Categorie
Digital Audio

Pioneer DJ’s XDJ-RX2: First Impressions Review

It’s back! After two and a half years, Pioneer DJ has brought out the successor to their much loved XDJ-RX, the brand new XDJ-RX2. The new unit inherits a lot of the Nexus 2 features, much like the original did with the Nexus 1 generation. In today’s guest review, DJ Ravine shares his thoughts on what the new unit brings to the table, why you’d upgrade, and his own mix using this unit.

XDJ-RX2 Review In A TL;DR:

  • Product: XDJ-RX2
  • Manufacturer: Pioneer DJ
  • Availability: Rolling out right now – get one in DJTT’s store
  • Price: $ 1,699
  • Best Features: Inherits the touch screen and mixer from the NXS2 line. Includes a free license for Rekordbox DJ. Now has 8 pads instead of 4.
  • Still Needs Work: Nexus2 screen has no multi-touch. No Rekordbox DVS compatibility. Color FX were revamped with Crush being replaced by Sweep (I don’t know anyone who uses this effect)
  • Bottom Line: Basically 2 mini CDJ-2000NXS2 and a 2 channel DJM-750Mk2 in a single package for a fraction of the price.

Look, Ma! No Laptop!

The XDJ-RX was revolutionary as it was the first all in one Rekordbox unit to truly gain traction in the DJ market. Sure there was the XDJ-R1 before it and the XDJ-Aero before that but neither was as widely adopted as the RX1. What it meant for DJs was that they could have a compact setup at home without having the burden of connecting it to a laptop as well as being able to prepare themselves for the club with a Rekordbox capable unit at home.

XDJ-RX vs XDJ-RX2: What’s The Difference?

XDJ-RX2 vs XDJ-RX1 (click to zoom)

When I first got my hands on the XDJ-RX2, I could immediately tell the difference from the original. The obvious difference: the RX2 has 8 RGB pads per deck as opposed to the original which used 4 clicky, button style pads. The new ones feel more like conventional pads, bringing it in line with the rest of Pioneer DJs controller lineup.

the RX2 has the same effects, layout and knobs as the new Pioneer DJM-750MK2

Another thing you quickly notice while using it: Pioneer has changed the mixer button and knob layout to meet the standards set by the Nexus2 system. They’re noticeably thicker and more robust feeling. This also includes the Sound Color FX now being arranged in a square grid as opposed to vertically on the original RX. Interestingly, the RX2 has the same effects, layout and knobs as the new Pioneer DJM-750MK2. I love this decision – the unit feels a lot more premium and doesn’t suffer from what I like to call “budget controller syndrome”.

XDJ-RX2 vs DJM-750MK2: Seeing double?
XDJ-RX2 vs DJM-750MK2: Seeing double, or a new standard?

They’ve also ripped the touchscreen and surrounding controls straight from the CDJ-2000NXS2. With the touch screen, DJs get the addition of needle search, QWERTY search, track filter and shortcut. The track filter and shortcut also are controlled via the navigation knob to the right of the screen instead of the awful middle of the mixer browse knob on the RX1. They’ve also revamped the source select and style buttons to the match those on the Nexus 2.

Glorious QWERTY search

Rekordbox DJ + Connectivity

Pioneer DJ is furiously pushing their Rekordbox DJ software. As such, the RX2 comes with a free license for the software. This means for those who still prefer using a laptop, you’ve got free access to the features offered by Rekordbox DJ. You can also directly link to the less resource-intensive Rekordbox export on your computer with USB so you can load music directly from your library onto the decks without the need to export tracks onto a USB first.

Another interesting feature is the addition of Rekordbox Video. If you’ve got the license (some units will come bundled with one), you can now mix video with the RX2. Sadly though, the RX2 does not have Rekordbox DVS compatibility. This means you’ll need an external soundcard to use turntables or external CD players with DVS.

Curiously, Pioneer DJ has opted for removing the Ethernet port at the back. This means no more Link for those planning on connecting this to a bigger setup – although you were never able on the original RX when connected to CDJs. I think it’s a omission – as most people would be using the unit as is.

Conclusion + Is It Worth Upgrading?

For those who own the RX1, the convenience features aren’t enough to sell the XDJ-RX2 on its own. You’ve really got to get stuck into the new performance pads and inclusion of the Rekordbox DJ software to truly get the most out of the product. You’d be doing yourself a great disservice not to take advantage of it. For those who were on the fence about buying the XDJ-RX1, there’s no reason not the jump on this new unit. You’re getting best parts of the Nexus2 system at a third of the price. It’s a solid choice.

Beyond the review, check out my mix below from when Pioneer DJ let me use the unit at their studios in Tokyo.

Have questions about the XDJ-RX2? Ask in the comments and we’ll answer them ASAP.

Autore: DJ Ravine DJ TechTools

Categorie
Pc Games

Lanciato su Steam il workshop di Total War: Warhammer II, con già più di cinquecento oggetti

Total War: Warhammer II è uno dei titoli esclusivi per PC di questo finale d’anno. Non per niente è dal lancio che si trova tra i più venduti su Steam, dove finalmente Creative Assembly e Sega hanno lanciato il suo Workshop ufficiale. Traduciamo per chi non sa di cosa stiamo parlando: ora i modder hanno uno spazio ufficiale per pubblicare le loro opere, mentre i giocatori possono scaricare le varie mod con un click. Spesso le soluzioni alternative al Workshop sono più complete in termini di possibilità offerte, ma parlando di usabilità qui siamo su un altro piano.

Comunque, attualmente il Workshop di Total War: Warhammer II conta già più di cinquecento mod, che per ora si limitano a introdurre in gioco dei piccoli miglioramenti. Per le mod più complesse bisogna attendere qualche mese.

Autore: Simone Tagliaferri Ultime news PC | Multiplayer.it

Categorie
HardwareSoftware

Recensione ASUS ZenFone 4, un potenziale best-buy

Introduzione

ASUS ZenFone 4

 

ASUS ZenFone 4 è uno smartphone pensato per la fascia media del mercato. L’azienda taiwanese, in questo caso, ha puntato tutto sulla combinazione tra qualità costruttiva, prestazioni e comparto fotografico, pur non avendo a disposizione hardware da top di gamma. Un dispositivo in grado di soddisfare le esigenze di buona parte degli utenti.

ASUS ZenFone 4

Lo ZenFone 4 rappresenta l’emblema del nuovo corso inaugurato da ASUS nel settore smartphone. L’azienda taiwanese ha operato un importante sforzo per il lancio di questa nuova gamma, investendo come mai prima d’ora nella promozione. Le premesse per una buona riuscita sul mercato ci sono tutte, con l’unico punto interrogativo rappresentato dai prezzi di listino.

ZenFone 4 è infatti stato posizionato a 499 euro. Una cifra certamente importante se relazionata alle specifiche tecniche, ma che va comunque analizzata alla luce dell’esperienza utente offerta da questo prodotto. Certo, sulla carta lo Snapdragon 630 non è lo Snapdragon 835, eppure nell’uso quotidiano la piattaforma hardware di questo smartphone mi ha convinto a pieno.

Recensione ASUS ZenFone 4

Discorso analogo per il comparto fotografico, fiore all’occhiello della nuova creatura targata ASUS. Anche in quest’ambito le specifiche sono lontane dai top di gamma, ma la resa è davvero di ottimo livello per la fascia di appartenenza. 

Leggi anche: ZenFone 4, i nuovi smartphone ASUS arrivano in Italia

Tutto vi risulterà decisamente più chiaro dopo aver letto la recensione completa. Occore valutare questo smartphone alla luce di quanto offerto all’atto pratico, cercando di mettere un attimo da parte il discorso sul prezzo di listino, che affronteremo nelle nostre conclusioni.

Costruzione ed ergonomia

Lo ZenFone 4 è estremamente scivoloso. È questa la prima impressione che si ha quando lo si tiene tra le mani. Ritengo imprescindibile l’uso di una custodia o una cover, che sarebbe stato utile trovare nella confezione di vendita. In tutto questo la diagonale da 5,5 pollici certamente non aiuta a renderlo maneggevole anche se, una volta rivestito, sono riuscito tranquillamente a usarlo con una mano.

ZenFone 4

ASUS ha scelto il vetro per la parte anteriore e posteriore, mentre il frame è realizzato in metallo. Proprio sulla cornice sono inoltre state posizionate le bande in policarbonato che nascondono le varie antenne per la connettività. Sono assolutamente discrete e, specie nella colorazione Midnight Black oggetto della nostra recensione (è la variante cromatica prevista per il mercato italiano), risultano perfettamente coerenti con il design.

DSC01321 copia

DSC01322 copia

A proposito di design, non è certo uno dei punti di forza di questo ZenFone 4. Intendiamoci, lo smartphone è gradevole da un punto di vista estetico, ma le linee non sono certamente originali. L’azienda taiwanese ha consapevolmente operato una scelta conservativa, evitando di accodarsi al trend dominante dei dispositivi borderless. 

Recensione ASUS ZenFone 4

Ho particolarmente apprezzato la trama della back cover che, in abbinamento al vetro, crea dei veri e propri giochi luce, restituendo un effetto a cerchi concentrici. Una piccola chicca estetica che farà certamente felice una determinata fetta di utenza, con un inevitabile riferimento a quella femminile, che potrebbe rappresentare uno dei target di riferimento di questo ZenFone 4.

In ogni caso, una volta superato l’ostacolo della scivolosità, si tratta di uno smartphone piacevole da portare con sé nella quotidianità. Le dimensioni pari a 155,4 x 75,2 x 7,7 mm e il peso di 165 grammi ne fanno un dispositivo in fin dei conti facilmente trasportabile. ASUS ha dunque compiuto un ottimo lavoro in termini costruttivi, riuscendo a compiere una perfetta integrazione nelle linee estetiche anche della dual-camera posteriore (che non sporge) e del sensore per il riconoscimento delle impronte digitali, posizionato sulla parte anteriore. 

Continua a pagina 2

Autore: Saverio Alloggio Tom’s Hardware