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Milan, la clausola di Zirkzee offre un vantaggio ai rossoneri? Il retroscena | Calcioblog

Author: Calcioblog

Joshua Zirkzee

Nuove clamorose rivelazioni in merito alla clausola rescissoria di Zirkzee. Il Milan potrebbe trarre vantaggio da questa situazione.

Il Milan continua a ritenere Joshua Zirkzee la priorità per l’attacco. In realtà, così come abbiamo riportato da giorni, la squadra mercato rossonera ha comunicato al Bologna l’intenzione di pagare la clausola pari a 40 milioni, trovando l’intesa economica anche con il calciatore sulla base di un contratto di 5 anni a 4 milioni di euro. Tutto fatto? Nemmeno per sogno. Occorre infatti trovare la quadra con il procuratore dell’olandese Kia Joorabchian che, alla voce commissioni, chiede circa 15 milioni. Calciomercato.com ha svelato un clamoroso dettaglio in merito alla clausola rescissoria dell’olandese, dettaglio che potrebbe essere decisivo ai fine della trattativa con il Milan.

Il nuovo dettaglio della clausola di Zirkzee

Calciomercato.com ha svelato che la clausola che vincola Zirkzee al Bologna non ha scadenza il 15 luglio, così come si immaginava. La scadenza sarebbe infatti nei primi giorni di agosto. Una notevole differenza, un dettaglio che potrebbe favorire il Milan nella corsa all’olandese. Avere più tempo può permettere al Club di Via Aldo Rossi di avere un maggiore raggio di azione per trovare un accordo con Kia Joorabchian, agente del calciatore.

Joshua ZirkzeeJoshua Zirkzee

La proposta di Kia al Milan

Il Corriere della Sera riporta una singolare, ma nemmeno più di tanto, richiesta di Kia Joorabchian al Milan per superare l’ostacolo commissioni che blocca l’affare Zikrzee. Il procuratore dell’olandese infatti avrebbe avanzato questa possibilità: che il Club di Via Aldo Rossi compri il cartellino del fratello Jordan, classe 2005, punta centrale del Bayer Leverkusen

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Economia Tecnologia

Tradurre la lingua dei segni con l’AI, l’idea di una startup sociale

Author: Wired

È possibile tradurre la lingua italiana dei segni (Lis) in testo e viceversa? Questa idea è stata tradotta dalla startup Handy Signs in un’applicazione, che ha presentato a Milano nel corso del demo day di Personae, l’acceleratore di Cdp venture capital (il fondo nazionale innovazione Cassa depositi e prestiti) dedicato al welfare. Attraverso quest’app, già disponibile per Android, mentre è in fase di lavorazione la versione per iOs, il software consentirà di poter comunicare nei casi in cui dovesse mancare un operatore adeguatamente formato. Utile in tante situazioni, dalla semplice necessità in banca, all’urgenza dal medico.

Oggi generalmente si fornisce carta e penna e viene chiesto alla persona sorda di scrivere quello che vuole comunicare, e questo genera frustrazione” dice a Wired Emanuele Chiusaroli, fondatore e ad della società. Con questo nuovo strumento, il ruolo dell’interprete della lingua dei segni è svolto da cellulare e dall’intelligenza artificiale. È necessario, quindi, che qualcuno regga il telefonino durante il dialogo? No, secondo Chiusaroli. “I sordi sono abituati alle videoconferenze, che usano spesso, poggiano il cellulare sul tavolino di un bar e cominciano a parlarsi. Ma esiste anche un campionario di gesti che si possono fare con una mano sola, in mancanza di un appoggio”.

La storia

L’idea nasce nel 2013, quando Chiusaroli lavorava a un progetto di traduzione digitale della Lis basato, però, su interpreti in carne e ossa. Dopo essere entrato in contatto con la comunità sorda romana, “le persone mi hanno raccontato i disagi e il senso di frustrazione che provavano quando si recavano a uno sportello pubblico. Nel 2013, però, non c’erano ancora gli strumenti giusti per provare a risolvere il problema. Nel 2018, invece, la tecnologia era avanzata a sufficienza e ho deciso di ripartire con questo progetto in cui credo molto”.

Handy signs, racconta l’imprenditore laziale, sta creando il primo database italiano di segni Lis. Lo scopo, dice Chiusaroli, è quello di evitare uno dei principali problemi dei modelli linguistici di grandi dimensioni, ovvero, di fare affidamento su dataset di scarsa qualità. L’esempio viene da una raccolta simile già presente negli Stati Uniti, dove si punta ad aggregare oltre trentamila video e un milione di immagini. “Il nostro business si basa sulla fornitura di un servizio alle imprese e alla pubblica amministrazione”, dice il fondatore. “Con quello puntiamo a garantirci il flusso di cassa per offrire il tool gratis agli utenti non aziendali”.

Le altre aziende

Nata su iniziativa del fondo nazionale dedicato all’innovazione, Cdp venture capital, e realizzato in collaborazione con SocialFare – Centro per l’innovazione sociale e A Cube, il programma di accelerazione di Personae ha una dotazione complessiva di 6,1 milioni di euro. Ogni startup selezionata (ne sono state scelte sei su circa duecento richieste) ha avuto accesso a un investimento iniziale di centomila euro in cambio di una percentuale in equity. Terminato il programma, “e solo per i team più promettenti” spiega Cdp, può fare seguito un ulteriore investimento di 200-300 mila euro.

Durante l’evento milanese si sono presentate agli investitori anche le altre cinque startup. Accessibit si occupa di accessibilità di siti web, in vista dei prossimi obblighi normativi con scadenza 2025, partendo da un’analisi del codice. Le normative esistono da tempo, in Italia e in Europa; ci sono anche delle linee guida internazionali ben articolate. Nonostante ciò, sono tanti a essere rimasti indietro, soprattutto tra le piccole e medie imprese, che rappresentano l’obiettivo di mercato della società. CentroDca si occupa di disturbi del comportamento alimentare, Dermaself di consulenze dermatologiche online e prodotti per la cura della pelle personalizzati, Funnifin di educazione finanziaria (il 44% degli italiani, dicono i dati, non sa quanti soldi ha in banca), Grls di mettere in contatto aziende e personale dotati di una sensibilità particolare nei confronti dell’uguaglianza di genere.

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Pc Games

Bloodborne arriva su PC sottoforma di mod per Elden Ring – Multiplayer.it

Author: Multiplayer.it

Bloodborne uscirà mai su PC? L’esclusiva di FromSoftware per PS4 non ha mai ricevuto una conversione ufficiale e, a dirla tutta, nemmeno se ne intravede una all’orizzonte. Del resto sono anni che gli utenti PlayStation chiedono un aggiornamento o una riedizione dell’originale, senza essere accontentati, quindi le speranze che qualcosa si muova in via ufficiale sono pochissime.
Un modder però non vuole arrendersi e sta tentando l’impresa di proporre un’esperienza simile su PC, modificando Elden Ring.

La mod in questione si chiama Graceborne ed è stata creata dal modder Noctis, con risultati davvero ottimi, tanto che è la cosa più vicina a Bloodborne che potete provare su PC. Il modder ha infatti modificato meccaniche, armi e atmosfera di Elden Ring ottenendo un effetto più che convincente.

Dove scaricarla

Quindi l’intera mappa di Elden Ring è stata immersa nell’oscurità eterna, sono state aggiunte le armi originali e meccaniche come la parata con le pistole, i passi rapidi, zero limiti di carico per l’equipaggiamento e persino una meccanica di cura in stile Bloodborne. Molti dei boss e dei nemici normali sono stati rivisti per adattarsi meglio a un mondo gotico.

Un'altra immagine della mod

Un’altra immagine della mod

Lo sviluppatore afferma che in Graceborne il giocatore ha a disposizione 22 nuovi set di armature, 35 armi, 17 armi truccate e cinque armi da fuoco. La mod è ancora in fase alpha. Attualmente non funziona con Shadow of the Erdtree, ma sono in arrivo dei fix per renderla compatibile. Ovviamente i bug non mancano, ma sono in fase di risoluzione. Del resto abbiamo perdonato quelli di Elden Ring al lancio, quindi perché dovremmo scandalizzarci per quelli di una mod amatoriale?

Per scaricare Graceborne non vi resta che andare su Nexus Mods e seguire le instruzioni per l’installazione, dopo averla scaricata.

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Pc Games

Valorant Provato: anche su console Riot Games ha molto da dire | GamesVillage.it

Author: GamesVillage.it

Come vi abbiamo già anticipato, Riot Games sta portando il suo apprezzato sparatutto tattico free-to-play 5 vs 5 VALORANT anche sulle console di recente generazione, ovvero Xbox Series X|S e PlayStation 5. Attualmente è in corso una beta chiusa disponibile in Canada, Stati Uniti, Regno Unito, Europa e Giappone, che si estenderà alle regioni rimanenti a poco a poco. In questi giorni i fan e i semplici curiosi possono testare con mano la Limited Beta su PlayStation 5 in occasione del Comicon Bergamo grazie a ben dieci postazioni, all’interno di una splendida area dedicata. I visitatori avranno anche l’occasione di partecipare ad alcuni meet&greet che verranno organizzati con i partner di Riot e assistere alla NOVO VALORANT CUP; ma quel che ci preme in questa sede sono le nostre personali impressioni su questo adattamento per console, che abbiamo avuto modo di provare personalmente in versione PlayStation. Sapevamo già che il gameplay sarebbe stato riadattato per Xbox e PS5, pur mantenendo lo stesso livello di rigore e competitività della versione PC: ma joypad alla mano, come si comporta il titolo? Scopriamolo insieme.

Valorant

Valorant su PlayStation 5: prime impressioni

Per iniziare, è utile rinfrescare alcune nozioni base sul gioco in questione: Valorant è uno sparatutto in prima persona che mescola elementi di strategia e tattica. I giocatori si dividono in due squadre da cinque membri e si sfidano in vari round per piazzare o disinnescare una bomba, con l’obiettivo di vincere il maggior numero di round. Ogni personaggio, denominato come “Agente”, possiede abilità uniche che possono essere sfruttate per ottenere vantaggi tattici sul campo di battaglia. Il successo di questo titolo risiede nella sua capacità di bilanciare un gameplay semplice con una profondità strategica che premia la collaborazione e la comunicazione tra i membri della squadra. Ogni partita è unica, e il gioco richiede ai giocatori di adattarsi continuamente alle mosse degli avversari e alle mutevoli condizioni di gioco.

Dopo aver completato la procedura di accesso alla Beta su PlayStation, siamo stati introdotti a un tutorial meticolosamente progettato per questa versione console, che incorpora anche alcuni dei recenti cambiamenti pensati per la versione PC. Tuttavia, il tutorial su console presenta una piccola variazione: il giocatore utilizza l’agente Phoenix invece di Sova. A parte questa differenza, abbiamo notato come il gameplay di Valorant sia stato adeguatamente adattato per la console, mantenendo intatti i suoi elementi competitivi e tattici. Durante la nostra prova abbiamo incontrato pochi giocatori – dal livello d’esperienza tra i più variegati – e quindi è difficile farsi un’idea chiara della funzionalità della nuova infrastruttura online per console; altrettanto ostico è stato, inizialmente, riadattare la nostra forma mentis e la coordinazione occhio-mano ai nuovi comandi rimappati appositamente. Si tratta, chiaramente, di un limite non dovuto agli sviluppatori, ma di un processo ovvio e immancabile, di base, ma anche la qualità della mappatura dei tasti stessi può influire sulla giocabilità, come vedremo più avanti.

Valorant

Pregi…

La nostra prova ha rivelato sia aspetti positivi che negativi di questo gioco. È importante chiarire, in primis, che non tutti i contenuti erano disponibili già in questa fase iniziale, quindi, lo ribadiamo, è tutto soggetto a implementazioni e modifiche, nel bene e nel male. Ad esempio, la selezione dei personaggi era limitata a uno o due per ciascuna delle quattro categorie classiche (Assassini, Stratega, Guardiani, Demolitori) nonostante il roster ampio. Anche le modalità di gioco erano piuttosto ridotte: partendo dall’introduzione, dovevamo affrontare le varie sfide della fase di Combattimento, per poi procedere con Allenamento, Combattimento+ e Vittoria. Ottenere tutte le ricompense necessarie per avanzare non è sempre facile, ma è confortante sapere che la closed beta non ha una data di chiusura annunciata, il che lascia spazio per un eventuale passaggio graduale alla versione aperta e infine alla versione 1.0. Concentriamoci, ora, sugli aspetti più brillanti di questo titolo.

Uno dei punti di forza della closed beta di Valorant su PlayStation 5 è sicuramente la fluidità del gameplay; anche durante le fasi più frenetiche, tra esplosioni e sparatorie continue, il gioco mantiene un frame rate stabile e una grafica solida che resiste a qualsiasi sollecitazione. Questo è fondamentale in un titolo che fa della precisione e della reattività i suoi cavalli di battaglia. Riot ha inoltre introdotto la modalità Concentrazione per il controllo via controller, permettendo di muovere il mirino in modo più lento e preciso.

Anche su console è possibile gestire e personalizzare la sensibilità della visuale sugli assi X e Y, permettendo ai giocatori di adattare la velocità di rotazione per eseguire peek e flick. È possibile anche personalizzare il mirino con impostazioni dettagliate, le stesse disponibili su PC, anche se la possibilità di importare mirini dal proprio profilo PC sarebbe stata utile. Questo potrebbe essere un miglioramento da considerare per futuri aggiornamenti. Il motore grafico sfrutta al meglio l’hardware della console Sony, offrendo un’esperienza visiva dettagliata e un’azione fluida. Anche durante le situazioni di gioco più intense, il gioco non mostra segni di rallentamento o perdita di qualità, né bug tecnici significativi.

Valorant

…e difetti

La prima esperienza nella Closed Beta di Valorant è stata decisamente positiva, seppur con alcuni difetti che speriamo vengano corretti quanto prima. La gestione delle abilità ci è sembrata un po’ confusionaria, con abilità attivabili con diversi comandi: una dal cerchio, altre dai tasti dorsali e la Ultimate premendo contemporaneamente i dorsali. Questo può portare a confusione durante i combattimenti intensi, poiché i comandi sono abbastanza distanti tra loro. In particolare, con la Ultimate, capita spesso di premere un dorsale prima dell’altro, compromettendo la strategia del momento. Probabilmente è una questione di abitudine, ma questo approccio ci è sembrato piuttosto difficile.

Abbiamo inoltre riscontrato anche alcune problematiche tecniche durante la prova: in alcuni momenti il cursore del menu è scomparso durante un combattimento e non è riapparso nemmeno nella home. In altri casi, non vedere i nemici sulla mappa e trovarseli improvvisamente alle spalle, risultando in un k.o. immediato, ha complicato notevolmente la gestione della partita. Non possiamo dimenticare i problemi di caricamento dei server e di connessione all’intro della beta in questione, anche se comprendiamo che tutti questi disguidi possano essere specifici della fase di test attuale. Speriamo che questi e altri bug siano risolvibili con qualche fix durante questo periodo di beta testing, aperto appositamente per individuare eventuali difetti sfuggiti al team di sviluppo.

Piattaforme: PlayStation 5, Xbox Series X/S, PC

Sviluppatore: Riot Games

Publisher: Riot Games

Data D’uscita: 14 giugno 2024 (Closed Beta Console)

La closed beta di Valorant ha dimostrato una notevole solidità, riflettendo il meticoloso lavoro del team di Riot Games nell’ottimizzare il gioco per la console next-gen di Sony. Anche gli aspetti più complessi, come le animazioni dei personaggi e la gestione delle abilità, funzionano quasi senza problemi, garantendo un’esperienza di gioco fluida. Tuttavia, abbiamo riscontrato qualche problema tecnico durante i momenti più intensi delle partite. Speriamo che il team di sviluppo prenda in considerazione le segnalazioni per risolvere questi ultimi dettagli prima del lancio ufficiale. In ogni caso, i contenuti offerti sono di grande qualità e promettono un’esperienza di gioco soddisfacente, sia dal punto di vista tecnico che estetico. Abbiamo apprezzato come Riot sia riuscita ad adattare Valorant per la console mantenendo intatta l’esperienza di gioco, caratterizzata da precisione, adrenalina e divertimento. Ora non ci resta che aspettare il lancio ufficiale, auspicando che sia accompagnato da aggiornamenti che rendano i contenuti sempre più completi e coinvolgenti per i giocatori.

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Author: Webnews

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